Il giovane favoloso |
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Un film di Mario Martone.
Con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
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Biografico,
durata 137 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 16 ottobre 2014.
MYMONETRO
Il giovane favoloso ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Fra tanto state allegri e andate dove io vi mando
di mencioFeedback: 1107 | altri commenti e recensioni di mencio |
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sabato 14 gennaio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' un film di grande impegno e di notevole realizzazione; sarà tuttavia concesso avanzare alcuni dubbi ed una provocazione. Il film appare come un'illustrazione che accompagna una considerazione del poeta, già consolidata: non offre una riflessione nuova e originale. Non abbiamo sempre saputo che Leopardi fu il poeta del dolore e del pessimismo? Ed eccoci serviti: non c'è debolezza e miseria fisica che il film ci risparmi, ma cosa ci vien rivelato del Leopardi grande umorista, quello che si diverte a scrivere lettere scatologiche alle "signore che tengono conversazione in Recanati", che racconta le peripezie dei voltagabbana alla morte di Cesare nelle Operette Morali, che irride alle vedute politiche (e non solo a quelle più generali) dei suoi amici liberali? Anche il suo dramma umano ci tocca meno da vicino per il fatto di ripercorrere sentieri già battuti. Monaldo fu un padre castrante, ma che anche lo amò teneramente; cosa viene comunicato allo spettatore di quell'amore? La madre anaffettiva (e forse al limite della follia, vista con occhi moderni) fu tuttavia capace di rappresentare la Natura alla mente del poeta, ma questa "potenza" resta occulta allo spettatore e marginale il personaggio. Leopardi - scrisse Ranieri nel suo Memoriale - portò nella tomba il fiore della sua verginità. Voleva dire che non andò mai con una donna, neppure con una puttana? Forse, ma voleva dire anche che il poeta, a trentasette anni, quando morì (età già ragguardevole per il suo tempo) ragionava e sentiva ancora come un ragazzo e che, persino sul letto di morte, ancora fantasticava di amori e di incontri futuri e che in questo restava il segreto della sua poesia e del suo pessimismo. La frase di lancio che ho scelto è tratta da una lettera alla marchesa Roberti di Recanati, forse mai spedita (ma chissà).
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