darkenry
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domenica 2 settembre 2012
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un grande finale per una grande trilogia
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Ultimamente su Internet ho visto tantissime critiche di persone che commentavano positivamente il film, ma altre che lo commentavano male. Quindi sono entrato in sala con un pò di preoccupazioni...che alla fine sono sparite del tutto. La trama del film non è molto complessa ma è il modo in cui è stato strutturata che rende il tutto magnifico. Ho adorato come sono stati trattati i personaggi e ognuno nel film riveste un ruolo primario (anche Joseph Gordon-Levitt che pensavo avrebbe avuto un ruolo marginale e invece...). Hanno parlato di tutti i personaggi senza tralasciarne uno. Fantastici come sempre Christian Bale, Michael Cayne (tra cui ho adorato il loro rapporto come se fossero proprio una famiglia), Gary Oldam e tutti gli attori del cast originario.
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Ultimamente su Internet ho visto tantissime critiche di persone che commentavano positivamente il film, ma altre che lo commentavano male. Quindi sono entrato in sala con un pò di preoccupazioni...che alla fine sono sparite del tutto. La trama del film non è molto complessa ma è il modo in cui è stato strutturata che rende il tutto magnifico. Ho adorato come sono stati trattati i personaggi e ognuno nel film riveste un ruolo primario (anche Joseph Gordon-Levitt che pensavo avrebbe avuto un ruolo marginale e invece...). Hanno parlato di tutti i personaggi senza tralasciarne uno. Fantastici come sempre Christian Bale, Michael Cayne (tra cui ho adorato il loro rapporto come se fossero proprio una famiglia), Gary Oldam e tutti gli attori del cast originario. Delle nuove entrate ho assolutamente adorato Anne Hathaway nel ruolo di Selina Kyle dove è stata bravissima e devo dire forse anche meglio di Michelle Pfeiffer. Poi Tom Hardy che interpreta Bane è stato formidabile. Lui, per via della maschera, ha dovuto recitare con gli occhi ed è stato favoloso. Nei suoi occhi si leggeva l'intelligenza di Bane (non come quello di Batman e Robin) e guardandolo sembrava che stesse sempre pensando ad una strategia. Meravigliose le scene d'azione che, con degli effetti speciali meravigliosi, lascia il pubblico di stucco. Le altre cose che mi hanno sorpreso sono state tutte le metafore usate nel film che non si può fare a meno di vedere e che mi sono piaciute parecchie. Però devo dire che quelche buco di sceneggiatura c'è ma niente che dia fastidio. Una cosa che dicevano alcuni è che nel film il tempo passava troppo in fretta, cosa che non è vera perchè se si ascolta il film si capisce quanto tempo è passato e si capisce che c'è stato un salto temporale ai fini della trama. Quindi per me il film è veramente un capolavoro e consiglio a tutti, fan o no, di andare a vederlo perchè ne vale la pena.
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alex2044
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domenica 2 settembre 2012
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batman un tuffo nel passato
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Non ho visto i film precedenti ma la curiosità ed i miei ricordi infantili mi hanno convinto ad andare vedere questo episodio.
Il film è ben fatto,ben interpretato (una menzione per il grandissimo Michael Caine) e malgrado la lunghezza non annoia.
Ma le esagerazioni sono eccessive , le incongruenze spesso forzate ,lo svolgimento qualche volta meccanico e ripetitivo. Insomma si può vedere e ci si può anche divertire ma il grande cinema è un altra cosa.
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thephilosopher
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domenica 2 settembre 2012
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l'ascesa di un eroe.
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"I signori sono stati spazzati via: la morale dell'uomo comune ha vinto."
(Friedrich Nietzsche, “Il crepuscolo degli idoli”)
La musica della pace ravviva i vicoli di Gotham City e il benessere scandisce le giornate dei suoi abitanti; i tempi passati di efferata criminalità sono apparentemente conclusi, e si configurano come un pallido ricordo che sembra solo esaltare ulteriormente questo nuovo, raro e prezioso periodo di serenità.
Nella notte dell’anniversario del sacrificio di Harvey Dent solo un uomo resta in disparte, osservando la vacua gestualità di un popolo schiavo della menzogna appositamente creata da pochi per liberare i molti dal peso di una verità inaccettabile.
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"I signori sono stati spazzati via: la morale dell'uomo comune ha vinto."
(Friedrich Nietzsche, “Il crepuscolo degli idoli”)
La musica della pace ravviva i vicoli di Gotham City e il benessere scandisce le giornate dei suoi abitanti; i tempi passati di efferata criminalità sono apparentemente conclusi, e si configurano come un pallido ricordo che sembra solo esaltare ulteriormente questo nuovo, raro e prezioso periodo di serenità.
Nella notte dell’anniversario del sacrificio di Harvey Dent solo un uomo resta in disparte, osservando la vacua gestualità di un popolo schiavo della menzogna appositamente creata da pochi per liberare i molti dal peso di una verità inaccettabile.
Bruce Wayne, attraverso il suo alter-ego Batman, ha sacrificato le proprie gesta eroiche addossandosi la responsabilità della morte di Harvey Dent, personaggio che da un lato tutti credono essere il salvatore di Gotham, fulgido e sempiterno esempio di giustizia, ma anche che, come questi “pochi” ben sanno, ha accettato di giocare e uccidere, negli ultimi attimi di vita, secondo le caotiche regole di Joker, cedendo alla seducente forza del male per approdare in un lido oscuro, lontano dai valori di cui egli stesso, una volta, si presentava come fidato garante.
Ecco la velenosa verità che Jim Gordon, testimone oculare della deriva morale di Dent, dopo otto lunghissimi anni, non è ancora in grado di ammettere; ecco il peso della menzogna che grava, fissa e temibile come una spada di Damocle, sul cuore del commissario Gordon e sull’animo di Bruce Wayne, solitario asceta scomparso dalle luci di Gotham per ritirarsi in una lunghissima notte di rimpianto, in seguito alla perdita di Rachel Dawson, la donna amata da una vita intera.
Da queste premesse narrative si sviluppa l’ultimo (o forse no) memorabile capitolo della saga cinematografica di Christopher Nolan: l’arrivo di Bane, spietato mercenario senza scrupoli, dittatore terrorista e membro (poi scomunicato) anch’egli della ‘Setta delle Ombre’ costringerà Wayne a indossare, dopo molto tempo, i panni di Batman; il rischio mortale delle nuove imprese allontanerà l’affascinante ed eccentrico miliardario dall’amico e mentore Alfred, e l’intreccio degli avvenimenti lo porrà al centro di una nuova e seducente alleanza con Selina Kyle, alias “Catwoman”, una talentuosa ladra dapprima interessata esclusivamente al proprio utile, guidata da un pragmatismo egoistico che solo in seguito, su ispirazione di Batman, si trasformerà in un fedele e convinto attivismo in difesa di Gotham.
L’appropriazione da parte di Bane e dei suoi mercenari di un reattore di energia pulita pericolosamente trasformato in una bomba nucleare costringerà Batman, esiliato in una prigione infernale in seguito a un duello con l’antagonista, a una corsa contro il tempo per salvare Gotham, piegata da un terribile regime dittatoriale spacciato per una giusta ‘restituzione della città ai suoi abitanti’; solo il sacrificio finale dell’eroe cittadino, il Cavaliere Oscuro, permetterà la salvezza della metropoli, concludendo (almeno apparentemente…) il ciclo cinematografico.
Tra esplosioni, inseguimenti ed effetti speciali Christopher Nolan dispiega nella propria pellicola un erudito percorso simbolico, proseguendo nella direzione di ricerca filosofica e approfondimento di temi già inaugurata ne “Il Cavaliere Oscuro”: Bane attacca la borsa di Gotham attraverso lo “smacchiatore”, per cancellare il valore delle azioni di borsa, e ‘azzerare’ debiti e ricchezze, impegnandosi in un’operazione cui avrebbe partecipato attivamente anche Tyler Durden di ‘Fight Club’; la ricerca di un ribaltamento di civiltà, il tentativo del ricambio di un’epoca segnata e oppressa da una malattia come il capitalismo, a cui si contrappone, come possibile cura, un regime di demagogico machismo e terrore gratuito fa da sfondo all’attaccamento viscerale verso valori immortali, quali l’onore, la giustizia, e la pietà, che Batman non smette mai di esercitare.
Ho esordito citando un’opera di Nietzsche: quando Bane libera i detenuti di Gotham, infrangendo la legge civile, quella delle classi sociali più alte, per imporre la legge del popolo, l’oclocrazia, il potere distruttivo e coercitivo della folla ruggente, si adopera per bruciare pubblicamente la foto di Harvey Dent demolendo, in un semplice ma potentissimo atto simbolico, l’idolo, il simbolo, e l’esempio della classe dominante precedente; l’azione contro culturale di Bane sviluppa uno scontro dialettico tra bene e male, vecchio e nuovo, passato e futuro, borghesia e proletariato, capitalismo e oclocrazia, che si configura come motore e motivo narrativo della pellicola.
La vera cifra ermeneutica di questo terzo capitolo è sapientemente esplicitata nel titolo: “The Dark Knight Rising”.
“Rising: aumento, crescita, tensione, ascesa.”
Fin dall’esordio del titolo, la pellicola si basa interamente sul movimento narrativo e spirituale dell’elevazione: Bruce Wayne varca i confini della mitologia configurandosi come moderna Fenice che muore nel fuoco della perdizione dopo la perdita della donna amata Rachel Dawson, dell’amico fidato Alfred, della Wayne Enterprises, dell’uso del proprio corpo (la gamba menomata) e infine del simbolo cui aveva consacrato l’esistenza intera, Batman, crudamente battuto e sconfitto nei sotterranei da Bane, per poi risorgere dalle ceneri, curata nell’animo, in nome della salvezza di Gotham.
Non a caso la prigione sahariana è un pozzo oscuro che promette luce solo dopo un’audace ascesa, una scalata, e sempre non a caso Batman punta dritto verso l’altezza del cielo a bordo della ‘Bat-wing’, carico della bomba nucleare pronta all’esplosione, per impedire la distruzione della sua città: la narrazione è continuamente e costantemente percorsa da questo movimento ascensionale che tinge i contorni della figura di Bruce Wayne/Batman di colori messianici, in quanto di fatto il Cavaliere Oscuro ‘risorge’ dalle tenebre della prigione per redimere l’umanità apparentemente disperata di Gotham.
Il film offre svariati punti di riflessione impossibili da esaurire dopo una sola visione; posso comunque affermare con certezza di essere di fronte a un ‘caso’ cinematografico destinato a fare storia negli anni successivi, in quanto, attraverso questi tre maestosi capitoli, Christopher Nolan ha conquistato un posto d’onore nel paradiso dei registi, dimostrando una profondità d’analisi e un’abilità narrativa tanto rara quanto preziosa.
D.
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elycosty
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domenica 2 settembre 2012
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"il dolore che abbatte e plasma un eroe"
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Andare al cinema in una notte di fine estate per vedersi un blockbuster da popocorn, un po' per noia, un po' come atto dovuto. E poi trovarsi di fronte una pellicola dai contenuti profondi, seri,saggi. Forse il pensiero è che anche il cinema hollywoodiano non possa più celebrare l'orgoglio e la forza di una nazione ora fiacca come tutte le altre. E Batman, paladino della giustizia, diventa specchio di una società in piena crisi, con un passato glorioso alle spalle eppure incapace di guardare avanti. Vediamo un eroe decaduto, sepolto in casa, annichilito e stanco di combattere. Ci vorrà un giovane poliziotto ambizioso con una storia di dolore e abbandono alle spalle, molto simile alla sua, per farlo riflettere e convincerlo a indossare ancora la maschera della liberazione-libertà.
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Andare al cinema in una notte di fine estate per vedersi un blockbuster da popocorn, un po' per noia, un po' come atto dovuto. E poi trovarsi di fronte una pellicola dai contenuti profondi, seri,saggi. Forse il pensiero è che anche il cinema hollywoodiano non possa più celebrare l'orgoglio e la forza di una nazione ora fiacca come tutte le altre. E Batman, paladino della giustizia, diventa specchio di una società in piena crisi, con un passato glorioso alle spalle eppure incapace di guardare avanti. Vediamo un eroe decaduto, sepolto in casa, annichilito e stanco di combattere. Ci vorrà un giovane poliziotto ambizioso con una storia di dolore e abbandono alle spalle, molto simile alla sua, per farlo riflettere e convincerlo a indossare ancora la maschera della liberazione-libertà. Prima sembrerà l'inizio della fine ma poi verrà la rinascita; la sconfitta per mano del cattivo, la cattura e soprattutto la prigionia gli faranno riassaporare la voglia di vivere, ma soprattutto ritrovare il senso di sé. Dopo tutto ci deve essere una via d'uscita, una luce in fondo al tunnel, sempre. Eliana
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alice:)
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domenica 2 settembre 2012
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un americanata a tradimento che non mi aspettavo
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mi dispiace ammettere che sono rimasta molto delusa da questo film sul quale nutrivo grandi aspettative e che ho atteso per mesi. Ho adorato the dark knight, e nolan è il mio regista prediletto del momento, ed è forse per questi motivi che forse la grande delusione mi fa apprezzare ancora meno questo film che non è neanche lontanamente paragonabile al suo predecessore. Questo film è davvero troppo lungo, noioso, con delle scene inverosimili e assurde, alcune addirittura ridicole (stile americanata) , e con una sceneggiatura forzata e scontata che mette in difficoltà gli stessi attori.
Il cattivo di turno, Bane, è solo cattivo. Nient'altro.
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mi dispiace ammettere che sono rimasta molto delusa da questo film sul quale nutrivo grandi aspettative e che ho atteso per mesi. Ho adorato the dark knight, e nolan è il mio regista prediletto del momento, ed è forse per questi motivi che forse la grande delusione mi fa apprezzare ancora meno questo film che non è neanche lontanamente paragonabile al suo predecessore. Questo film è davvero troppo lungo, noioso, con delle scene inverosimili e assurde, alcune addirittura ridicole (stile americanata) , e con una sceneggiatura forzata e scontata che mette in difficoltà gli stessi attori.
Il cattivo di turno, Bane, è solo cattivo. Nient'altro. Non è geniale, imprevedibile, originale o folle come il Joker di Ledger ci aveva abituato (quanto ci manca), e non raggiunge nemmeno lontanamente la sua presenza scenica che rendeva davvero interessante il film e ti teneva davvero incollato alla poltrona. Da parte sua, avremmo solo palesità.
La catwoman non sarebbe neanche male, anche è solo un ombra lontana del carisma della pfeiffer. Il suo personaggio ci regala qualche dialogo interessante che promette ma non soddisfa affondo, e che probabilmente avrebbe voluto più spazio per lasciare davvero il suo segno.
La regia non è male, ma da nolan, che ci ha ormai abituato a delle prestazioni di qualità eccezzionale, mi aspettavo qualcosa di più, così come per la fotografia, il montaggio (i più attenti scoveranno senza troppa fatica degli errori) e tutto l'aspetto tecnico. Dopo una parte noiosa, arriva la seconda che volge senza più indugio verso l'ormai definitissimo genere americanata. per carità.
Ciò che si salva è la splendida colonna sonora del grande Zimmer, che ci fa provare qualche emozione superstite nelle poche scene degne di nota. L'interpretazione di Bale è sempre ottima, e riesce senza dubbio a fare la sua parte a dovere, così come i soliti grandi Oldman, Caine, Freeman (peccato per il suo doppiaggio, OMG), che a salvare la baracca ci provano, e questo è meritevole. Al contrario, la Cotillard non riesce a districarsi dal decorso del suo davvero poco convincente personaggio. Buono Joseph Gordon-Lewitt, ma nulla di più.
Ciò che ne risulta è un film che delude tutte le mie aspettative. In teoria , meriterebbe tre stelle, per le scene d'azione che probabilmente apassionano molti, ma non posso proprio darle a un film che alle spalle un predecessore come the dark knight e alla macchina da presa un geniaccio come nolan. Peccato.
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[+] batman ? ma dov'era
(di catdog)
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massimiliano morelli
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domenica 2 settembre 2012
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the dark side of the knight
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A volte ritorni. E se poi sei il secondo super-eroe più glorificato di tutti tempi, secondo solo all ‘in-super-abile superman, ti capita davvero di tornare molto spesso. E allora, les jeux son fait, siamo all’ ottava apparizione cinematografica del superpipistrello giustiziere, passaggio dovuto, stando all’ esigenza di Christopher Nolan, che aveva ancora qualcosa da raccontarci, a chiusura della sua trilogia dark, amatissima ad ogni latitudine.
Ci sono voluti otto lunghi anni di crimini e misfatti malcelati per convincere il filantropo million dollar man Wayne a ricoprire il corpo macho di Christian Bale con la tutona da cavaliere oscuro e tornare a svolazzare nei cieli di Gotham, ma ne è probabilmente valsa la pena.
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A volte ritorni. E se poi sei il secondo super-eroe più glorificato di tutti tempi, secondo solo all ‘in-super-abile superman, ti capita davvero di tornare molto spesso. E allora, les jeux son fait, siamo all’ ottava apparizione cinematografica del superpipistrello giustiziere, passaggio dovuto, stando all’ esigenza di Christopher Nolan, che aveva ancora qualcosa da raccontarci, a chiusura della sua trilogia dark, amatissima ad ogni latitudine.
Ci sono voluti otto lunghi anni di crimini e misfatti malcelati per convincere il filantropo million dollar man Wayne a ricoprire il corpo macho di Christian Bale con la tutona da cavaliere oscuro e tornare a svolazzare nei cieli di Gotham, ma ne è probabilmente valsa la pena. Ne avevamo bisogno noi, spettatori depressi e avidi di eroi, ne aveva bisogno la sua amata città, ormai ridotta ad una Gomorra destabilizzata dalla guerra civile aizzata da un altro cavaliere pelato che vive nei bassifondi e gioca a fare il terrorista post-atomico.
Ne viene fuori un lungo action-movie imbottito di azione kolossale, ma reso prezioso da tanta intellettualità di contorno. Un castello di rimandi alla decadenza sociale, al crollo dei valori, di Borsa e non, ed un fitto primo piano narrativo dedicato ad un eroe, che ormai eroe non è più, minato dagli acciacchi dell’artrite e dalla lotta autodistruttiva contro se stesso. L’antagonista di Batman questa volta non sembra essere neppure il nerboruto Bane, intenerito dalla prima maschera analgesica della storia di Hollywood, quanto il suo passato e le sue paure.
Nolan sembra avere bisogno di riscrivere l’etica tradizionale delle strisce fumettistiche, portandola fuori dal duello consueto tra Buoni e Cattivi, in favore di una sua visione dolorosa e dark, in senso, però, moderno.
L’ oscuro non è solo il regno della notte dove il benemerito paladino può cavalcare a suo agio il suo velivolo ipertrofico e corazzato, è semmai il lato inesplorato del suo vissuto, insieme con il nero della sporcizia morale che copre ogni buco di Gotham City, finanche nel sottosuolo.
Godiamoci il film nei suoi aspetti di guerriglia ludica da videogame, e nell’ ironia del rapporto inspiegabile tra Wayne e il sexy catalizzatore Miss occhi di gatto e tacchi a spillo Hathaway, ma stiamo attenti a non lasciarci sfuggire la densa fuliggine di fondo. Perché il regista lavora di cesello per raccontarci una storia che si riallaccia in continuum con il racconto degli episodi precedenti, in quella che è una trilogia vera e non di cassetta, e non dimentica per nulla un percorso di cinema cerebrale e nerd già messo in scena con The Prestige o Inception.
Belle e brave tutte le stelle di un cast dovutamente all-fame, con un debito di riconoscenza particolare al delizioso invecchiare di Michael Caine, un Alfred all’altezza dell’ indimenticato Alan Napier, che diede volto al maggiordomo in quella serie TV, ricordo di molte infanzie batmaniane. Scene da ricordare, molte, come si deve ad una pellicola che sfiora le tre ore. Bella la battaglia troglodita finale tra i proletari armati di Bane, i poliziotti imbecilli agli ordini di Nixon/ Matthew Modine e gli annessi super-eroi svolazzanti. Quasi un’ eco del tutti contro tutti tra le bande di straccioni mercenari di Gangs of New York.
Nella mente, però, resta inciso un fotogramma su tutti, ed è una maschera spaccata. Lì crolla l’eroe così come l’avevamo conosciuto. Lì tutte le crepe vengono al dunque. Lì si spacca l’ idillio. Lì Batman diventa uomo, diventa uno qualunque degli spettatori, diventa paura e vulnerabilità. Lì capiamo che quest’ ultimo ritorno è, in realtà, il vero punto di non ritorno.
Sempre che… la storia non riparta da Robin e dalla Caverna. Aspettiamo fiduciosi, perché Batman ci ha sempre regalato un colpo d’ali. Di pipistrello, ovviamente.
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dastel
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domenica 2 settembre 2012
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non è tornato, risorge!
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Terzo e ultimo(?) film di questa meravigliosa saga cinematografica.. Mi aspettavo di piu? ASSOLUTAMENTE NO! non ci si puo aspettare di piu da questo film, perche non ci puo essere di piu! Questa signori è "l'epica conclusione" (molto coraggiosi a lanciarlo nel trailer) di un film che ha totalmente cambiato la visione dell'eroismo disegnato, Nolan nel primo lo ha timidamente fatto nascere, nel secondo lo ha reso umano e nel terzo lo fa diventare un icona, un esempio. Pochi film al giorno d'oggi ti lasciano un insegnamento da portarti per strada anche quando non sei davanti allo schermo, questo lo fa e con una maniera elegante e azzardata. Lasciate la corda e fatevi "impaurire" da un viaggio la realtà e il surreale non sono poi cosi nemici.
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Terzo e ultimo(?) film di questa meravigliosa saga cinematografica.. Mi aspettavo di piu? ASSOLUTAMENTE NO! non ci si puo aspettare di piu da questo film, perche non ci puo essere di piu! Questa signori è "l'epica conclusione" (molto coraggiosi a lanciarlo nel trailer) di un film che ha totalmente cambiato la visione dell'eroismo disegnato, Nolan nel primo lo ha timidamente fatto nascere, nel secondo lo ha reso umano e nel terzo lo fa diventare un icona, un esempio. Pochi film al giorno d'oggi ti lasciano un insegnamento da portarti per strada anche quando non sei davanti allo schermo, questo lo fa e con una maniera elegante e azzardata. Lasciate la corda e fatevi "impaurire" da un viaggio la realtà e il surreale non sono poi cosi nemici. Buona visione
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filippo catani
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domenica 2 settembre 2012
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una buona chiusura
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Sono ormai passati otto anni dalla morte di Dent e Batman si trova a fare i conti con un nuovo nemico che risponde al nome di Bane. Allo stesso tempo dovrà fare anche i conti con una intrepida ladra al servizio dello stesso Bane. Ma Batman continua ad essere tormentato dai fantasmi del passato e ha vissuto questi otto anni praticamente da recluso.
Partiamo dalla fine; diciamo che il finale di questa interessante trilogia che ha avuto il suo vertice nello splendido secondo episodio lascia soddisfatti. La storia funziona e non si abusa di superarmi o affini. Fra l'altro la storia che si costruisce è molto avvincente e lascia di stucco lo spettatore con diversi rovesciamenti di fronte.
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Sono ormai passati otto anni dalla morte di Dent e Batman si trova a fare i conti con un nuovo nemico che risponde al nome di Bane. Allo stesso tempo dovrà fare anche i conti con una intrepida ladra al servizio dello stesso Bane. Ma Batman continua ad essere tormentato dai fantasmi del passato e ha vissuto questi otto anni praticamente da recluso.
Partiamo dalla fine; diciamo che il finale di questa interessante trilogia che ha avuto il suo vertice nello splendido secondo episodio lascia soddisfatti. La storia funziona e non si abusa di superarmi o affini. Fra l'altro la storia che si costruisce è molto avvincente e lascia di stucco lo spettatore con diversi rovesciamenti di fronte. Inoltre, nonostante le smentite di Nolan, impossibile non vedere nel film alcune tamatiche che hanno attraversato e attraversano le cronache degli ultimi tempi. L'attentato alla borsa e le frasi pronunciate da Bane contro i capitalisti arricchitisi con avidità non suonano certo nuove a chi ha seguito gli sviluppi dei movimenti degli ultimi tempi. Certo è che lo stato messo poi in piedi da Bane è dominato dall'anarchia pura con i poliziotti bloccati nelle fogne. Detto questo, grandi complimenti a Tom Hardy che interpreta splendidamente il ruolo di Bane. Naturalmente non sfigura affatto Bale che però nel secondo episodio si era esaltato sfruttando il traino degli altri due coprotagonisti e davvero sensuale risulta anche la Hattaway finalmente lontana dai ruoli che solitam,ente interpreta. Infine menziona anche per l'ottima colonna sonora di Hans Zimmer.
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sheldon wolowitz
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domenica 2 settembre 2012
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e son tre..
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Così anche questa trilogia è giunta alla sua degna conclusione. L'allegoria newyorkese di Gotham viene più che mai accentuata in questa pellicola, con un accenno alla complessità della stratificazione sociale e un assaggio di anarchia. Diciamolo pure, se l'eroe non fosse vestito da uomo-pipistrello forse non ci accorgeremo neanche di guardare un film su Batman, ed è probabilmente per questo che i "Burtoniani" sono ipercritici verso quest'ultimo capitolo della saga; io sono di parte, un "Nolanista" convinto, quindi ne sono rimasto ammaliato e ripagato dell'attesa. Questa pellicola si allontana dalla classicità di Batman che si era ritrovata nel secondo capitolo con Jocker e si ricollega al Batman Begins, chiudendo il cerchio.
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Così anche questa trilogia è giunta alla sua degna conclusione. L'allegoria newyorkese di Gotham viene più che mai accentuata in questa pellicola, con un accenno alla complessità della stratificazione sociale e un assaggio di anarchia. Diciamolo pure, se l'eroe non fosse vestito da uomo-pipistrello forse non ci accorgeremo neanche di guardare un film su Batman, ed è probabilmente per questo che i "Burtoniani" sono ipercritici verso quest'ultimo capitolo della saga; io sono di parte, un "Nolanista" convinto, quindi ne sono rimasto ammaliato e ripagato dell'attesa. Questa pellicola si allontana dalla classicità di Batman che si era ritrovata nel secondo capitolo con Jocker e si ricollega al Batman Begins, chiudendo il cerchio. La solita colonna sonora di Zimmer sostiene egregiamente il susseguirsi delle scene, girate in gran parte in Imax anche se purtroppo in Italia non ce ne siamo potuti accorgere, e lo spessore degli attori fa il resto; la comparsata di Cillian Murphy che così fa 3 su 3 è decisamente una piacevole sorpresa. Forse la figura di Bane non convince appieno ma probabilmente ciò è dovuto ad un doppiaggio dell'arcinemico che ha ampi margini di miglioramento. Il finale lascia sicuramente spazio ad un sequel, o meglio spin-off, anche se più probabilmente serve solo a rinfolotire la sfilza di personaggi del fumetto, lasciando lo spettatore piacevolmente sorpreso. E così Nolan batte Burton 3 a 0; ma ripeto, sono di parte.
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moviekane
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domenica 2 settembre 2012
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deshi deshi basara basara!!
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Non sono d'accordo. Il film è il capitolo conclusivo di una saga estremamente articolata e profonda che ha saputo mirabilmente coniugato qualità, profondità e intrattenimento, e necessariamente doveva essere così: fondato su una complessità di struttura e messaggio che ne potrebbe rappresentare un ostacolo per un blockbuster del genere. I rimandi al presente ( il movimento occupy wall strett, e il ruolo e potere dell'economia usata come mezzo e come arma per perseguire scopi non proprio umanitari), al passato( il terrore bianco post rivoluzione francese e il ruolo che deve avere il "popolo" nel raggiungimento di condizioni di vita migliori) alla letteratura( charles dickens e il suo "racconto di due città" nella costrutizione dell'ambiente urbano in cui si svolgono le vicende) ne fanno un film meno fruibile ed immediato rispetto ai soliti comic movie ma rappresentano, a mio parere, anche il punto forte di un'opera con qualche neo (buchi di sceneggiature e scelte illogiche ce ne sono ma sono aspetti ininfluenti per il viaggio di bruce wayne/batman.
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Non sono d'accordo. Il film è il capitolo conclusivo di una saga estremamente articolata e profonda che ha saputo mirabilmente coniugato qualità, profondità e intrattenimento, e necessariamente doveva essere così: fondato su una complessità di struttura e messaggio che ne potrebbe rappresentare un ostacolo per un blockbuster del genere. I rimandi al presente ( il movimento occupy wall strett, e il ruolo e potere dell'economia usata come mezzo e come arma per perseguire scopi non proprio umanitari), al passato( il terrore bianco post rivoluzione francese e il ruolo che deve avere il "popolo" nel raggiungimento di condizioni di vita migliori) alla letteratura( charles dickens e il suo "racconto di due città" nella costrutizione dell'ambiente urbano in cui si svolgono le vicende) ne fanno un film meno fruibile ed immediato rispetto ai soliti comic movie ma rappresentano, a mio parere, anche il punto forte di un'opera con qualche neo (buchi di sceneggiature e scelte illogiche ce ne sono ma sono aspetti ininfluenti per il viaggio di bruce wayne/batman..d'altronde anche il mito dell'invincibilità di Achille si basa su un "bug", ma non è quello lo "scopo" del mito). Proprio a causa della diversità di questa opera da altri film a grosso budget il cattivo doveva essere differente, non poteva essere un portatore di caos e anarchia come lo splendido joker precedente: come il pagliaccio era per sua stessa ammissione un "agente del caos" bane deve essere un veicolo di ferocia e distruzione, fisica e umana della città e di batman( la citazione dell'iconografia classica di bane nello scontro col cavaliere oscuro è magnifica), perchè si deve mostrare quanto difficile è questa volta la "rinascita" (e non il ritorno,pessima scelta di traduzione) della comunità e del protagonista.L'uscita di scena del villain lascia effettivamente un pò di amaro in bocca, ma ugualmente non poteva non essere così, non essendo lui il vero cattivo del film. Il finale, secondo me, non è la mera nascita di un nuovo super eroe ma il messaggio fondamentale del film, cioè la speranza che dai tetti col nuovo batsegnale ai sotterranei si può ancora diffondere per gotham, tant'è che l'ultima immagine del film non è per il protagonista ma per ciò che lui rappresenta ("ma io non posso farlo come Bruce Wayne, come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o schiacciare, ma come simbolo... come simbolo potrei essere incorruttibile. Potrei essere immortale.")
L'edizione italiana purtroppo, conferma un doppiaggio non soddisfacente: santamaria non "prende" bale neanche una volta, se la cava leggermente meglio rispetto al secondo capitolo ma era difficile fare peggio;filippo timi "se la cava" anche se a volte appare un pò sopra le righe ma serve una visione in lingua originale per un giudizio definitivo.in definitiva: film non perfetto ma da rivedere più volte per comprenderlo a fondo. voto 9.5
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