redcash
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giovedì 11 aprile 2013
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meraviglia
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Una vera meraviglia che stupisce da ogni punto di vista, un capolavoro che fa riflettere, un Must, da vedere!
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andrex93
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domenica 7 aprile 2013
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grandioso ed efficace, da rivedere!
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Un film ambizioso e allo stesso tempo coraggioso. La storia si snoda attraverso sei epoche diverse e collega le varie vicende con maestria e originalità.
L'alternanza delle varie sequenze temporali rischia però, specie all'inizio della pellicola, di confondere gli spettatori meno attenti del “grande pubblico”. Personalmente ritengo che questa scelta di introdurre così tanti passaggi temporali sia stata molto coraggiosa dal punto di vista tecnico perché da una parte cattura lo spettatore più attento e lo impressiona, ma dall'altra toglie un po' di solidità e omogeneità al progetto.
Il vero fine del film non è però impressionare lo spettatore, ma più che altro farlo riflettere: gran parte delle vicende proposte presentavano parecchie tematiche importanti, cosa che non ci si aspetta da un film di questo genere.
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Un film ambizioso e allo stesso tempo coraggioso. La storia si snoda attraverso sei epoche diverse e collega le varie vicende con maestria e originalità.
L'alternanza delle varie sequenze temporali rischia però, specie all'inizio della pellicola, di confondere gli spettatori meno attenti del “grande pubblico”. Personalmente ritengo che questa scelta di introdurre così tanti passaggi temporali sia stata molto coraggiosa dal punto di vista tecnico perché da una parte cattura lo spettatore più attento e lo impressiona, ma dall'altra toglie un po' di solidità e omogeneità al progetto.
Il vero fine del film non è però impressionare lo spettatore, ma più che altro farlo riflettere: gran parte delle vicende proposte presentavano parecchie tematiche importanti, cosa che non ci si aspetta da un film di questo genere. Nonostante un certo spiritualismo prevedibile ho trovato molto interessanti la riflessione che sorge intorno al fine della vita, i temi del razzismo, dell'ageismo e dell'omofobia e la tematica riguardante il senso delle nostre scelte e azioni e le ripercussioni di esse: tutto è connesso, ma dalle buone azioni non seguono sempre conseguenze positive. Penso che la storia d'amore dei due ragazzi (quasi commovente), insieme alla vicenda di Somni siano state le parti più significative in assoluto, sebbene diversissime tra loro (quella del 2144 era evidentemente curata dai fratelli Wachowsky).
Ho trovato invece “ un po' fuori luogo” la vicenda che accade nel 2012: l'episodio divertente che vede coinvolti alcuni anziani mentre tentano di evadere da un ospizio dentro il quale sono “prigionieri”. È stato un ulteriore ed inutile momento per mostrare una rivoluzione che porta al trionfo dell'amore.
Il film è stato troppo veloce e avrei sicuramente rimosso la vicenda del 2012 per concentrarmi maggiormente sulle altre. 172 minuti sembravano tanti, ma sono trascorsi velocemente e si sono rivelati palesemente insufficienti a completare il film, che dà un po' un senso di incompletezza di se stesso.
Le prove attoriali, specie in lingua originale, sono veramente meritevoli e, a mio avviso, da Oscar. L'unico attore che non ho apprezzato è stato Hugh Grant, poco efficace anche a causa dei suoi ruoli di minore importanza, mentre tutti gli altri (dall'enorme Tom Hanks a James D'Arcy) sono stati bravissimi. Questo, insieme alle varie tematiche interessanti, ha reso il film molto gradevole e mi ha permesso di dare un giudizio molto positivo nonostante le evidenti lacune. Mi piacerebbe rivederlo!
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weach
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domenica 31 marzo 2013
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un laboratorio di ricerca esistenziale
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Posso compredere la complessità del lavoro, la difficoltà nel percepire il suo reale contenuto, l'apparente sfuggente dialogo.
Ma se si bada bene esiste un continuum nella narazione soprendente.
Dopo un lungo silenzio ho il piacere di intervenire,......... finalmente un film........... una ricerca...........un laboratorio nelle mani di tanti , di noi spettatori che rimaniamo sollecitati della potenza delle immagini e delle intuizioni.
La cinematografia ha finalmente a disposizione nuovo riferimento con contenuti esistenziali , carmici, esoterici.
Ottimo ,vale 4 stelle d'oro .
weachilluminati
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shanks
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martedì 26 marzo 2013
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un progetto visionario, un risultato pretenzioso
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I Wachowski ci ricascano. Come per il loro più famoso progetto, partono da un' idea ambiziosa e visionaria, ma finiscono con l'incartarsi nelle pieghe della storia, risultando pretenziosi ed anche un po banali.
Il messaggio che ci vogliono infondere i "fratelli Matrix" è quello della speranza, nonostante la stoltezza dell'uomo che per ambizione finisce col commettere i medesimi errori, qualsiasi sia l'era in gioco. I piani narrativi sono molteplici, pure troppi e lo spettatore nell'arco delle 3 ore deve fare uno sforzo per non perdere la narrazione; passato, presente e futuro sono legati da un filo invisibile che lega gli scenari con continui stacchi di camera, per sottolineare il ripetersi degli eventi.
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I Wachowski ci ricascano. Come per il loro più famoso progetto, partono da un' idea ambiziosa e visionaria, ma finiscono con l'incartarsi nelle pieghe della storia, risultando pretenziosi ed anche un po banali.
Il messaggio che ci vogliono infondere i "fratelli Matrix" è quello della speranza, nonostante la stoltezza dell'uomo che per ambizione finisce col commettere i medesimi errori, qualsiasi sia l'era in gioco. I piani narrativi sono molteplici, pure troppi e lo spettatore nell'arco delle 3 ore deve fare uno sforzo per non perdere la narrazione; passato, presente e futuro sono legati da un filo invisibile che lega gli scenari con continui stacchi di camera, per sottolineare il ripetersi degli eventi. Al limite della rivolta il quantomeno bizzarro linguaggio utilizzato dal Tom Hanks narratore e da una Halle Berry sempre incantevole.
Ma la pellicola non è completamente negativa: da par suo può vantare scenari meravigliosi ed un personaggio riuscito; il lato oscuro del Hanks sopracitato. Certo è un po poco.
Rimandati.
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martino l
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giovedì 21 marzo 2013
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un costosissimo collage senza né capo né coda
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In breve, la storia di un fasfood futuristico gestito da cloni di cui una porterà alla rivoluzione spirituale mondiale e guadagnando una venerazione da dea, di una reporter che con sorpresa scopre che quelli dell industria nucleare sono brutti e cattivi, lo smielato fine di un musicista geniale e ovviamente bisessuale, vagonate di minuti incentrate sulla fuga di un vecchio da un ospizio, le vicende di un primitivo con apparizioni del demonio vestito da Willy Wonka e che cerca di sfuggire a dei cannibali e aiuta una tizia venuta da star wars.
Dopo Matrix, i fratelli Wachovski si sono riposati per dieci anni prima di recuperare le energie e girare una pellicola inguardabile. Se sei sveglio, stai guardando l'orologio per sperare che stia per finire.
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olistage
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giovedì 7 marzo 2013
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la suggestiva truffa del tutto è uno
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Il Cinema spiana la strada all'idea di un universo olografico, dove passato, presente e futuro coesistono in un ambito di non località. Questa rete tiene in connessione le sei storie collocate in Cloud Atlas su una linea temporale di circa cinque secoli: un giovane avvocato abolizionista del 1800, un compositore omosessuale sfruttato dal suo mecenate nel 1930, una giornalista troppo investigativa nel 1970, una clone rivoluzionaria nel 2144 e l'uomo a cui è dato il compito di chiudere il cerchio nella futura generazione tornata all'età del ferro nel 2321. Il tratto comune di queste storie è l'eterna lotta tra le forze che governano il nostro universo visibile e apparentemente duale.
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Il Cinema spiana la strada all'idea di un universo olografico, dove passato, presente e futuro coesistono in un ambito di non località. Questa rete tiene in connessione le sei storie collocate in Cloud Atlas su una linea temporale di circa cinque secoli: un giovane avvocato abolizionista del 1800, un compositore omosessuale sfruttato dal suo mecenate nel 1930, una giornalista troppo investigativa nel 1970, una clone rivoluzionaria nel 2144 e l'uomo a cui è dato il compito di chiudere il cerchio nella futura generazione tornata all'età del ferro nel 2321. Il tratto comune di queste storie è l'eterna lotta tra le forze che governano il nostro universo visibile e apparentemente duale. I protagonisti "buoni" sono infatti i rappresentanti dello schieramento di uomini e donne sensibili al bene, alla condivisione e alla verità che tentano da sempre di contrastare l'altro schieramento, quello predatorio, dittatoriale ed egoista della casta degli squali che governano il mondo. A seconda della nostra personale lancetta che ci vedrà appartenere al gruppo dei predatori o a quello delle prede, ci si potrà alzare dalla poltrona del cinema con una certa dose di angoscia tutta da metabilizzare. I cinque secoli di storie narrate in Cloud Atlas confermano l'eterno refrain di questa lotta epica tra le due misteriose forze, gemelle ma speculari perché separate alla nascita: la prima, entropica, dispersiva e ubbidiente alla legge del caos e l'altra creativa, tendente alla vita, a costruire e a non disperdere; legge che il matematico italiano Fantappiè definì col termine di sintropia. La sintropia, in opposizione alla più nota entropia verificabile nella termodinamica classica, prevede che alcune informazioni per essere utilizzate con profitto debbano necessariamente provenire dal futuro. Ed è quello che accade ai personaggi di questo film. Battute profetiche danno forma al futuro, mentre dal futuro alcuni eventi lasciano affiorare intuizioni nel passato. Utilizzando questi paradossi negati dalla logica, i nostri protagonisti dispersi nel tempo si passano dunque preziose informazioni, sebbene ad un livello occulto di consapevolezza. L'epilogo è però l'eterno looping di un sistema planetario sempre più simile ad una prigione o ad un corto circuito. Il film stimola una domanda: è servito davvero a qualcosa tutto questo intuire, ricordare, avvertirsi tra i secoli? O non è forse vero il contrario: e cioè che sulle questioni vitali, su questo piccolo mondo, sbagliando difficilmente si impara. Per ognuno di noi che si reincarnerà per riparare agli errori commessi, quanti guastatori e oppositori verranno nuovamente partoriti?
Sviluppando ulteriormente le teorie scientifiche che sostengono film come Cloud Atlas, il grande Cinema dovrebbe cominciare a manifestare interesse e coraggio anche per nuove e forse più avvincenti prospettive. Una su tutte quella in cui non si debba più ammettere, come in questo film, il senso di sacrificio come valore infinito, ma semplicemente come una patologia da curare immediatamente. Se è vero che il pensiero crea la realtà, e che nel futuro esistono attrattori pronti a lanciarci un segnale di aggancio, un uomo che aspiri alla libertà è anche un uomo che sceglie di lasciarsi attrarre da un futuro sgombro da rivoluzioni e da battaglie contro un sistema predatorio. Come? Semplicemente cancellando da quel futuro ogni aspettativa, ogni traccia di predatori. Non si può combattere nulla. Quando combatti qualcosa, lo alimenti o addirittura lo crei. Sappiamo che l'inconscio non registra le negazioni. Non puoi “non” pensare ad una fragola rossa. Puoi però sovrascrivere e sostituire la fragola con un a mela. Non puoi combattere il sistema. Devi sostituirlo con una civiltà felice e sana, formata da gente creativa e diponibile alla condivisione. Ma questa è la traccia per un'altra storia. Riconosciamo a Cloud Atlas di essere uno di quei rari film che ravvivano i nostri neuroni, pur con un finale che non sorprende.
Il Cinema spiana la strada all'idea di un universo olografico, dove passato, presente e futuro coesistono in un ambito di non località. Questa rete tiene in connessione le sei storie collocate in Cloud Atlas su una linea temporale di circa cinque secoli: un giovane avvocato abolizionista del 1800, un compositore omosessuale sfruttato dal suo mecenate nel 1930, una giornalista troppo investigativa nel 1970, una clone rivoluzionaria nel 2144 e l'uomo a cui è dato il compito di chiudere il cerchio nella futura generazione tornata all'età del ferro nel 2321. Il tratto comune di queste storie è l'eterna lotta tra le forze che governano il nostro universo visibile e apparentemente duale. I protagonisti "buoni" sono infatti i rappresentanti dello schieramento di uomini e donne sensibili al bene, alla condivisione e alla verità che tentano da sempre di contrastare l'altro schieramento, quello predatorio, dittatoriale ed egoista della casta degli squali che governano il mondo. A seconda della nostra personale lancetta che ci vedrà appartenere al gruppo dei predatori o a quello delle prede, ci si potrà alzare dalla poltrona del cinema con una certa dose di angoscia tutta da metabilizzare. I cinque secoli di storie narrate in Cloud Atlas confermano l'eterno refrain di questa lotta epica tra le due misteriose forze, gemelle ma speculari perché separate alla nascita: la prima, entropica, dispersiva e ubbidiente alla legge del caos e l'altra creativa, tendente alla vita, a costruire e a non disperdere; legge che il matematico italiano Fantappiè definì col termine di sintropia. La sintropia, in opposizione alla più nota entropia verificabile nella termodinamica classica, prevede che alcune informazioni per essere utilizzate con profitto debbano necessariamente provenire dal futuro. Ed è quello che accade ai personaggi di questo film. Battute profetiche danno forma al futuro, mentre dal futuro alcuni eventi lasciano affiorare intuizioni nel passato. Utilizzando questi paradossi negati dalla logica, i nostri protagonisti dispersi nel tempo si passano dunque preziose informazioni, sebbene ad un livello occulto di consapevolezza. L'epilogo è però l'eterno looping di un sistema planetario sempre più simile ad una prigione o ad un corto circuito. Il film stimola una domanda: è servito davvero a qualcosa tutto questo intuire, ricordare, avvertirsi tra i secoli? O non è forse vero il contrario: e cioè che sulle questioni vitali, su questo piccolo mondo, sbagliando difficilmente si impara. Per ognuno di noi che si reincarnerà per riparare agli errori commessi, quanti guastatori e oppositori verranno nuovamente partoriti?
Sviluppando ulteriormente le teorie scientifiche che sostengono film come Cloud Atlas, il grande Cinema dovrebbe cominciare a manifestare interesse e coraggio anche per nuove e forse più avvincenti prospettive. Una su tutte quella in cui non si debba più ammettere, come in questo film, il senso di sacrificio come valore infinito, ma semplicemente come una patologia da curare immediatamente. Se è vero che il pensiero crea la realtà, e che nel futuro esistono attrattori pronti a lanciarci un segnale di aggancio, un uomo che aspiri alla libertà è anche un uomo che sceglie di lasciarsi attrarre da un futuro sgombro da rivoluzioni e da battaglie contro un sistema predatorio. Come? Semplicemente cancellando da quel futuro ogni aspettativa, ogni traccia di predatori. Non si può combattere nulla. Quando combatti qualcosa, lo alimenti o addirittura lo crei. Sappiamo che l'inconscio non registra le negazioni. Non puoi “non” pensare ad una fragola rossa. Puoi però sovrascrivere e sostituire la fragola con un a mela. Non puoi combattere il sistema. Devi sostituirlo con una civiltà felice e sana, formata da gente creativa e diponibile alla condivisione. Ma questa è la traccia per un'altra storia. Riconosciamo a Cloud Atlas di essere uno di quei rari film che ravvivano i nostri neuroni, pur con un finale che non sorprende.
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hollyver07
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giovedì 7 marzo 2013
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estenuante ma... interessante
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Produzione cinematografica davvero impegnativa ed estremamente articolata che propone delle "visioni", più o meno condivisibili, di possibili connessioni tra l'umano agire e le sue ripercussioni in uno spazio-tempo sfumato da contorni agrodolci. Le "mani in pasta" artistiche sono a dir poco evidenti e riconoscibili ed è da sottolinerare l'ennesima prova da "maligno al cubo" di Hugo Weaving il quale, manco a dirlo, caratterizza varie espressioni del male in maniera davvero convincente in tutti i personaggi nel quale è proposto. In generale... non male l'intero cast anche se non tutte le caratterizzazioni mi son parse davvero efficaci - le parti "perfide" di Tom Hanks mi son parse eccessivamente virate al grottesco -.
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Produzione cinematografica davvero impegnativa ed estremamente articolata che propone delle "visioni", più o meno condivisibili, di possibili connessioni tra l'umano agire e le sue ripercussioni in uno spazio-tempo sfumato da contorni agrodolci. Le "mani in pasta" artistiche sono a dir poco evidenti e riconoscibili ed è da sottolinerare l'ennesima prova da "maligno al cubo" di Hugo Weaving il quale, manco a dirlo, caratterizza varie espressioni del male in maniera davvero convincente in tutti i personaggi nel quale è proposto. In generale... non male l'intero cast anche se non tutte le caratterizzazioni mi son parse davvero efficaci - le parti "perfide" di Tom Hanks mi son parse eccessivamente virate al grottesco -. Evito di far inutili riassunti e di scomodare stellati giudizi (a quale scopo poi....). Mi limito a sottolineare e rimarcare che lo considero un film piacevole ed intereressante (nonostante la consistente durata). Saluti
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no_data
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martedì 26 febbraio 2013
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magnifico e da consigliare.
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Chi lo associa a Matrix, semplicemente non ha visto il film! Un film splendido, dove storie di vite separate in tempi diversi si trasformano nel ciclo stesso dell'universo dove le azioni fatte in quella vita si ripercuotono nelle altre.
L'unico film a cui potrei associare Cloud Atlas, come pensiero non come trama o sviluppo, è quello di "K-Pax" dove la frase:
"Vorrei dirti una cosa Mark, una cosa che ancora non sai. Noi K- Paxiani abbiamo vissuto abbastanza a lungo da averlo scoperto. L'universo si espanderà, poi tornerà a collassate su se stesso e poi si espanderà di nuovo ripetendo questo processo all'infinito. Quello che non sai è che quando l'universo si espanderà di nuovo tutto sarà come adesso e qualunque errore commetterai in questa vita lo ripeterai al tuo prossimo passaggio quindi, il consiglio che ti do è di fare le scelte giuste questa volta perché, questa volta, è tutto ciò che hai".
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Chi lo associa a Matrix, semplicemente non ha visto il film! Un film splendido, dove storie di vite separate in tempi diversi si trasformano nel ciclo stesso dell'universo dove le azioni fatte in quella vita si ripercuotono nelle altre.
L'unico film a cui potrei associare Cloud Atlas, come pensiero non come trama o sviluppo, è quello di "K-Pax" dove la frase:
"Vorrei dirti una cosa Mark, una cosa che ancora non sai. Noi K- Paxiani abbiamo vissuto abbastanza a lungo da averlo scoperto. L'universo si espanderà, poi tornerà a collassate su se stesso e poi si espanderà di nuovo ripetendo questo processo all'infinito. Quello che non sai è che quando l'universo si espanderà di nuovo tutto sarà come adesso e qualunque errore commetterai in questa vita lo ripeterai al tuo prossimo passaggio quindi, il consiglio che ti do è di fare le scelte giuste questa volta perché, questa volta, è tutto ciò che hai".
Per comprendere veramente le storie e il loro dipanarsi nei tempi potrebbero essere chiarificatori i titoli di coda. Importanti quanto il film stesso, per chi non avesse notato o cercato tutti gli indizzi. Un po la soluzione spiegata alla fine delle parole crociate.
Il mio consiglio è guardarlo, e assaporare con calma un film che merita sicuramente 5 stelle.
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v sole camilleri
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giovedì 21 febbraio 2013
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aiuto!!!
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Salve, sapete dirmi e darmi informazione su quando il film arriva nelle sale di lecce, non trovo riscontro da nessuna parte... grazie
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niels
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venerdì 15 febbraio 2013
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capolavoro!!
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E' un film meraviglioso, erano anni che non vedevo un film così bello dove tutto è perfetto, pathos, sentimento, contenuti, tensione, passione, tensione, divertimento e amore si fondono per formare un'opera epica che ne farà negli anni un film culto!! da non perdere assolutamente, immenso!
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