manganini
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lunedì 28 gennaio 2013
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senza trama e senza senso
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Non avevo mai visto un film senza capire praticamente nulla, il film dura moltissimo ...E' la totale negazione di una storia, sono marrate delle vite intorno a 5 secoli, ma non si capisce niente, la recitazione e' stata anche buona visto il calibro degli attori i quali grazie ad un formidabile travestimento sono in grado di sostnere almeno 5 ruoli. Francanente non me la sento di consigliarlo .. . Una gran noia.
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owlofminerva
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lunedì 28 gennaio 2013
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qualcuno ci sta già credendo
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Sei vite, sei reincarnazioni, sei epoche, sei dimensioni parallele eppure tutte si svolgono in un’unica dimensione senza tempo, tutti i personaggi accomunati da una piccola voglia a forma di stella cometa.
Nella prima metà dell’ottocento un avvocato si erge a difesa della schiavitù, negli anni 30 a un giovane bisessuale un noto compositore estorce una composizione, l’atlante delle nuvole e ne ripudia l’amore omosessuale, una giornalista negli anni 70 cerca di svelare un complotto per la produzione di un reattore nucleare, nel 2000 un anziano editore viene rinchiuso in un ospizio dal quale tenterà di fuggire, nel 2144 in una dispotica società futuristica un’ umanoide, Sonmi dalle fattezze coreane, nata in una utero-vasca, “servente” in una delle “mangerie” di Papa Song, scopre di essere usata insieme agli altri cloni per soddisfare le passeggere voglie dei maschi per poi essere macellata come vacca appesa a quarti e trasformata in cibo per altri cloni e così si unisce ai ribelli, nel 2321 in una terra post-apocalittica, devoluta all’età della pietra e consumata dalle radiazioni e dall’inquinamento gli uomini sono cavernicoli che si affidano all’oracolo di una donna stregone e fuggono da una tribù di cannibali.
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Sei vite, sei reincarnazioni, sei epoche, sei dimensioni parallele eppure tutte si svolgono in un’unica dimensione senza tempo, tutti i personaggi accomunati da una piccola voglia a forma di stella cometa.
Nella prima metà dell’ottocento un avvocato si erge a difesa della schiavitù, negli anni 30 a un giovane bisessuale un noto compositore estorce una composizione, l’atlante delle nuvole e ne ripudia l’amore omosessuale, una giornalista negli anni 70 cerca di svelare un complotto per la produzione di un reattore nucleare, nel 2000 un anziano editore viene rinchiuso in un ospizio dal quale tenterà di fuggire, nel 2144 in una dispotica società futuristica un’ umanoide, Sonmi dalle fattezze coreane, nata in una utero-vasca, “servente” in una delle “mangerie” di Papa Song, scopre di essere usata insieme agli altri cloni per soddisfare le passeggere voglie dei maschi per poi essere macellata come vacca appesa a quarti e trasformata in cibo per altri cloni e così si unisce ai ribelli, nel 2321 in una terra post-apocalittica, devoluta all’età della pietra e consumata dalle radiazioni e dall’inquinamento gli uomini sono cavernicoli che si affidano all’oracolo di una donna stregone e fuggono da una tribù di cannibali.
Storie collegate da un filo immaginario reso più evidente dalla ciclica interpretazione degli attori che appesantiti, alcuni irriconoscibili, dal trucco vestono i panni di più personaggi. Cloud Atlas adatta il romanzo omonimo di David Mitchell ma la resa è più confusa, le storie sono giustapposte e poco chiare. La componente visiva è interessante, soprattutto nell’illustrazione della città futurista che attinge, nella descrizione del clone e nell’azione del suo salvatore a Matrix. Un plauso va fatto all’eccelso cast anche se talvolta i trucchi troppo pesanti e gommosi rendono i personaggi poco calati nel contesto.
Il risultato non è omogeneo e forse non vuole esserlo, persino i generi cambiano, dalla fantascienza del pianeta terra e della città futuristica alla commedia grottesca delle peripezie degli arzilli vecchietti eppure epico nella resa finale. Il collante è dato dalla lotta per la libertà e la verità, così è con la lotta per l’abolizione della schiavitù, così per il compositore che chiede il rispetto del suo genio creativo, così per la giornalista che riscatta la memoria del padre, così per gli anziani che fuggono dai maltrattamenti e dalla privazione della loro libertà da parte di chi vuole liberarsene e così è per l’uomo della caverna che vuole liberarsi dai pregiudizi, dalle paure e dai cannibali. E Somni diventa la portavoce di un monito che attraversa tutta la pellicola, passato, presente e futuro:
“La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro. La conoscenza è uno specchio Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo”
Paga con la vita e guadagna l’immortalità ma perché dovrebbero crederle? Perché qualcuno lo sta già facendo.
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mymovies italy
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domenica 27 gennaio 2013
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schifo
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[+] bel critico !!
(di thecrow56)
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sylya
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domenica 27 gennaio 2013
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un obiettivo non raggiunto
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Bisogna cominciare con il dire che il film dura tre ore, e tuttavia scorre in modo molto piacevole, prende a sufficienza e non annoia, lasciando allo spettatore la curiosità di vedere come andrà avanti. Probabilmente il fatto che siano sei storie intrecciate è positivo e negativo insieme. Se da un lato contribuisce a rendere fin troppo frammentaria la storia, e dunque non sempre del tutto limpida, dall'altro comunque permette di non addormentarsi durante la visione e suscita sufficiente curiosità. Gli attori sono piuttosto bravi, onestamente non ho notato nessuno che fosse "eccelso" come invece ho letto su altre recensioni, però è indubbio che ciascuno, interpretando numerosi ruoli diversi, riesce a mostrare la propria dinamicità e le proprie capacità interpretative decisamente buone.
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Bisogna cominciare con il dire che il film dura tre ore, e tuttavia scorre in modo molto piacevole, prende a sufficienza e non annoia, lasciando allo spettatore la curiosità di vedere come andrà avanti. Probabilmente il fatto che siano sei storie intrecciate è positivo e negativo insieme. Se da un lato contribuisce a rendere fin troppo frammentaria la storia, e dunque non sempre del tutto limpida, dall'altro comunque permette di non addormentarsi durante la visione e suscita sufficiente curiosità. Gli attori sono piuttosto bravi, onestamente non ho notato nessuno che fosse "eccelso" come invece ho letto su altre recensioni, però è indubbio che ciascuno, interpretando numerosi ruoli diversi, riesce a mostrare la propria dinamicità e le proprie capacità interpretative decisamente buone. Le scenografie sono molto belle, gli effetti speciali ben fatti, la regia adeguata, con alcune ottime trovate. Il montaggio, come dicevo, risulta un po' confusionario, ma immagino che fosse comunque un sacrificio da fare, dovuto alla struttura stessa della storia. Detto questo, come al solito devo fare alcuni appunti. Prima di tutto non mi spiego come si possa considerare questo film un capolavoro che cambierà la storia del cinema (ho letto più di una recensione in cui il concetto sembrava essere proprio questo)..onestamente il film non mi sembra porti con sè chissà quale enorme innovazione. Ho sentito dire che il concetto di Cloud Atlas fosse mostrare come ogni azione passata o futura generi una conseguenza, dunque a mio avviso lo scopo, se davvero era questo, non è stato raggiunto, dal momento che gli elementi di questo presunto intreccio sono pochi e spiccioli, spesso molto superficiali (la canzone del compositore che viene ritrovata? D'accordo, è anche ovvio, essendo una canzone uscita qualche anno prima venga ritrovata. Quindi? Non ha neppure alcuna funzione nella narrazione!). Ho letto, ben più saggiamente, di come questo film mostri sì una continuità, ma non storica -dunque non negli eventi- bensì spirituale e filosofica, ovvero riscontriamo come in ogni storia si ripropongano certi ideali (amore, libertà..) che mostrano l'essere umano nelle sue evoluzioni e scelte, che finiscono per essere sempre, e fortunatamente, in quelle direzioni. Questo, a mio parere, per quanto possa riscontrarsi in Cloud Atlas, fa del film l'ennesima fiera del buonismo popolare. Non nego che si tratti di un film ben fatto e piacevole, tuttavia non dà affatto gli spunti di riflessione che dicono voglia dare: la filosofia è pensiero, ed un film dove i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi, non fa affatto pensare: dà la pappa pronta e, semmai, può far religione. Non si vede mai, o quasi, l'approfondimento della VERA natura umana, quella ambigua, indecisa, contraddittoria natura in cui non c'è una personalità buona ed una cattiva nei panni di mostro verde e brutto, che dà suggerimenti sbagliati (cito un personaggio in particolare) che la parte buona non deve ascoltare, bensì una sola personalità che agisce spinta dalle forze di un dramma personale che non è necessariamente pazzia e che spesso la porta a compiere atti immorali non solo per mero gusto di crudeltà o codardia. Per non parlare della tendenza a vedere del buono in ogni azione liberale, senza considerare la controparte se non come necessariamente sbagliata. Insomma, il film è un bel film, piacevole da vedere e adatto allo spettatore che non si aspetta alti lidi interpretativi ed una tridimensionalità psicologica approfondita, tuttavia manca assolutamente dell'innovazione tanto acclamata e di qualunque spunto di pensiero profondo, tranne qualche divertente speculazione sul transfert spirituale che però è, appunto, solo speculazione.
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domiu.u
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domenica 27 gennaio 2013
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molto bello!
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La trama di certo non si può descrivere, quindi mi limiterò a dire: chi non l'ha capito non l'ha guardato con attenzione.
E' pieno, completo. E' il nostro mondo, per intero. Con una grande lezione: le nostre azioni non finiscono con noi.
Chi lo ha definito banale,beh, allora mi dica quando, nella storia del cinema, ci è stata presentata una storia del genere,in modo tanto originale.
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focalpoint
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sabato 26 gennaio 2013
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patetico tentativo di nobilitare clichè filosofici
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Tre ore di banalità disarmante. Poche frasi pseudo-zen o attingenti a stereotipi di parvenza filosofica non riescono a risollevare tre ore di noia completa. Non basta la firma dei f.lli Wachowsky (oltrettuto autori parziali) a risollevare sei trame misere ... e nemmeno il trucco del montaggio interlacciato (per il quale gli autori sono miseramente debitori a "Memento" ). Se proprio non potete esimervi dalla visione di questa pellicola (non merita l'appellativo di film) portatevi un buon libro ... e una pila.
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john d
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sabato 26 gennaio 2013
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pompato al limite dell'accettabile
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Un esperimento, un esperimento riuscito male. Sarebbe potuto risultare tuttavia accettabile se non fosse stato presentato all'ignaro ed incuriosito pubblico come uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, anzi, come il più grande in assoluto (parole di Tom Hanks). Cloud Atlas è un susseguirsi di scene che non fornisce allo spettatore una 'continuità', ma che anzi lo confonde portandolo naturalmente alla noia ed al disinteressamento. è davvero difficile affezionarsi anche ad uno solo dei personaggi di questo lungometraggio, ed è invece impossibile tener memoria di tutte le vicissitudini narrate nella trama nei minimi particolari. un intreccio di storie che in fondo non porta a nulla, se non alle conclusioni che avevamo già afferrato dal trailer: le nostre azioni sono influenzate dal passato, influenzano il presente ed influenzeranno il futuro.
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Un esperimento, un esperimento riuscito male. Sarebbe potuto risultare tuttavia accettabile se non fosse stato presentato all'ignaro ed incuriosito pubblico come uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, anzi, come il più grande in assoluto (parole di Tom Hanks). Cloud Atlas è un susseguirsi di scene che non fornisce allo spettatore una 'continuità', ma che anzi lo confonde portandolo naturalmente alla noia ed al disinteressamento. è davvero difficile affezionarsi anche ad uno solo dei personaggi di questo lungometraggio, ed è invece impossibile tener memoria di tutte le vicissitudini narrate nella trama nei minimi particolari. un intreccio di storie che in fondo non porta a nulla, se non alle conclusioni che avevamo già afferrato dal trailer: le nostre azioni sono influenzate dal passato, influenzano il presente ed influenzeranno il futuro. nulla di più, nulla dimeno, nulla che sorprenda insomma. Usciti dal cinema il cervello inizia ad arrovellarsi alla ricerca di quel particolare nascosto che potrebbe svelare una nuova chiave di lettura del film, chiave di lettura alternativa che, in realtà, non esiste. in conclusione si direbbe un film deludente non tanto di per se ma soprattutto per come è stato presentato.
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pinkazoe
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venerdì 25 gennaio 2013
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particolare
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Ho visto il film fidandomi della genialita' dei fratelli wachowski..e non sono stata delusa.
Lo consiglio vivamente...
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temacons
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venerdì 25 gennaio 2013
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concordo con la recensione di mynovies
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per molti aspetti il film è interessante e ha un forte impatto visivo, ma tre ore sono troppe per ribadire il concetto che tutti siamo legati e che quello che facciamo condiziona il nostro futuro! poi il legame tra le storie a volte è piuttosto labile. secondo me se le storie erano 4 o 5 il film ne avrebbe guadagnato.
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