carlomovies
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mercoledì 23 gennaio 2013
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finalmente un capolavoro!!
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Iniziavo a chiedermi che fine avessero fatto quei film che ti prendono e ti lasciano dentro il segno!! Ed eccolo, cloud atlas!! Un vero capolavoro che non vorresti mai che finisse. Ti prende subito e non ti fa staccare gli occhi nemmeno per un secondo!! Ottimo il cast e le parti recitate dagli attori, colonna sonora eccezionale. Il film tratta diversi argomenti, dalla schiavitù, al sogno, le centrali nucleari ed un futuro non molto distante da quello verso cui siamo diretti. Insomma un film completo, diversi punti di riflessione, davvero innovativo!! Non nego che all inizio ho avuto un Po di difficoltà ma dopo una buona mezz'ora si riescono a fare i collegamenti tra storie e personaggi che alla fine diventano abbastanza chiare.
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Iniziavo a chiedermi che fine avessero fatto quei film che ti prendono e ti lasciano dentro il segno!! Ed eccolo, cloud atlas!! Un vero capolavoro che non vorresti mai che finisse. Ti prende subito e non ti fa staccare gli occhi nemmeno per un secondo!! Ottimo il cast e le parti recitate dagli attori, colonna sonora eccezionale. Il film tratta diversi argomenti, dalla schiavitù, al sogno, le centrali nucleari ed un futuro non molto distante da quello verso cui siamo diretti. Insomma un film completo, diversi punti di riflessione, davvero innovativo!! Non nego che all inizio ho avuto un Po di difficoltà ma dopo una buona mezz'ora si riescono a fare i collegamenti tra storie e personaggi che alla fine diventano abbastanza chiare. Non ho altro da aggiungere se non quello di leggere il libro, ancora più bello!!! :-)
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antlar
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mercoledì 23 gennaio 2013
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che delusione!!!
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Avevo letto ottimi commenti ma a metà film ho dovuto spegnere il televisore perchè di una noia mortale: scene diverse une dall'altre del quale non si capisce l'annesso e la trama (tranne per gli interpreti :) sempre gli stessi); solo avendosi sforzato di vedere la fine si capisce il tutto ma che barba per arrivare alla fine. SCOSIGLIATO !!!
[+] il tuo sconsigliato non conta nulla!
(di obiscan)
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hernan
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mercoledì 23 gennaio 2013
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capolavoro, uno sguardo senza tempo sull'umanità
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E' difficile chiedersi quanto merito sia da attribuire a David Mitchell e quanto alla insolita triade di acclamati registi che ha portato sullo schermo il suo romanzo. Non sembra però difficile notare, almeno negli occhi meno passivamente assuefatti, una sorta di emozione sincera e profonda al termine della visione. Si può uscire dalle sale incantati dagli effetti speciali di un Peter Jackson o strabiliati dalla verve cinematografica di un Tarantino, ma ci si può anche fermare un attimo a riavvolgere e intessere le trame molteplici e tuttavia indissolubilmente legate di Cloud Atlas. La potenza cinematografica sta nell'aver fornito allo spettatore un'insolita chiave di lettura, un passaggio segreto per penetrare la storia, ogni storia, e ricondurla al significato principe dell'esistenza umana, alla dicotomia tra le forze oscure e maligne della sopraffazione e del dominio e i legami indissolubili saldati nell'amicizia e nell'amore.
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E' difficile chiedersi quanto merito sia da attribuire a David Mitchell e quanto alla insolita triade di acclamati registi che ha portato sullo schermo il suo romanzo. Non sembra però difficile notare, almeno negli occhi meno passivamente assuefatti, una sorta di emozione sincera e profonda al termine della visione. Si può uscire dalle sale incantati dagli effetti speciali di un Peter Jackson o strabiliati dalla verve cinematografica di un Tarantino, ma ci si può anche fermare un attimo a riavvolgere e intessere le trame molteplici e tuttavia indissolubilmente legate di Cloud Atlas. La potenza cinematografica sta nell'aver fornito allo spettatore un'insolita chiave di lettura, un passaggio segreto per penetrare la storia, ogni storia, e ricondurla al significato principe dell'esistenza umana, alla dicotomia tra le forze oscure e maligne della sopraffazione e del dominio e i legami indissolubili saldati nell'amicizia e nell'amore. E in un mondo che sembra appartenere a dinamiche macroscopiche, il potere inconoscibile delle scelte individuali, e la loro inimmaginabile influenza sui destini altrui. Tutto questo investe lo spettatore e lo conduce con sè in una dimensione troppe volte dimenticata: lo porterà a riflettere e a stupirsi e a cercare, cercare ininterrottamente un significato, riappassionandolo alla verità. Un altro grande merito va a questi (personalmente Grandi) registi, la maestria con cui hanno saputo mettere insieme sei storie apparentemente differenti, incastrandole alla perfezione e riportandole a un tutto. Ma ancor più, l'elogio principe va alla capacità (credo senza precedenti) con cui hanno saputo reinventare gli stessi attori, addirittura rimodellandoli in razza e sesso, esperimento banalmente minimizzato come tentativo di rappresentare una non meglio definita reincarnazione. Qualche critico, una minima parte in realtà, ha ammesso che questo film potrebbe essere un culto nella storia del cinema. Forse però, la miglior osservazione che abbiano fatto, è che il film va rivisto, più e più volte. Come ci hanno abituato dai tempi di Matrix, Lana e Andy Wachowski hanno impregnato di significati anche questa loro opera. Sta a noi scegliere tra i pop corn o un pò di sane e profonde riflessioni.
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doc steve
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martedì 22 gennaio 2013
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altante delle nuvole, un film corale
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Ammetto di essere andato a vederlo senza sapere minimamente di cosa trattasse, avevo sentito che era stato poco amato dalla critica e che c’erano varie storie. Inizia il film ed entri in una spirale, 6 storie di 6 generi diversi interconnesse da miriadi di particolari, tutte coinvolgenti, tutte delle caratteristiche uniche.
Non e’ facile spiegare di cosa parla, perche’ succedono davvero una marea di cose, di particolari…
3 ore di film che volano. Ad ognuno puo’ piacere o non piacere questo film, non e’ da tutti riuscire a stare dietro alla regia, ai personaggi, uno spettatore che vuole solo intrattenimento sara’ infastidito da tanta confusione ma bisogna essere ciechi o davvero superficiali per non capire che ci vuole un lavoro e una genialita’ enormi per poter intrecciare cosi una trama e per riuscire a mantenere un livello di interesse costante, segui decine di personaggi e ti appassioni a ognuno di loro, per un film di questo tipo non si puo’ chiedere di piu’.
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Ammetto di essere andato a vederlo senza sapere minimamente di cosa trattasse, avevo sentito che era stato poco amato dalla critica e che c’erano varie storie. Inizia il film ed entri in una spirale, 6 storie di 6 generi diversi interconnesse da miriadi di particolari, tutte coinvolgenti, tutte delle caratteristiche uniche.
Non e’ facile spiegare di cosa parla, perche’ succedono davvero una marea di cose, di particolari…
3 ore di film che volano. Ad ognuno puo’ piacere o non piacere questo film, non e’ da tutti riuscire a stare dietro alla regia, ai personaggi, uno spettatore che vuole solo intrattenimento sara’ infastidito da tanta confusione ma bisogna essere ciechi o davvero superficiali per non capire che ci vuole un lavoro e una genialita’ enormi per poter intrecciare cosi una trama e per riuscire a mantenere un livello di interesse costante, segui decine di personaggi e ti appassioni a ognuno di loro, per un film di questo tipo non si puo’ chiedere di piu’.
E invece da anche di piu’, la profondita’ delle storie e’ notevole, Lettere da Zedelghem e’ spesso ricordata per il tema dell’omofobia ma non parla solo di questo, e’ anche un racconto che parla di arte, del concetto di artista e di opera.
Un aspetto molto interessante e’ l’utilizzo dei medesimi attori che attraversano vari ruoli riuscendo quasi sempre a essere eccezionali, certi “travestimenti” risultano un po’ forzati ( Doona in versione occidentale)…ma non e’ un pecca vera, in realta’ fa parte di un gioco che e’ tipico del teatro, sai che dietro il Dr. Henry Goose, Isaac Sachs, Dermot Hoggins, Cavendish attore, Zachry Bailey.
Per me e’ stato un tuffo di emozioni, sono uscito dal cinema che avevo bisogno di elaborare quel che avevo visto.
E’ consigliatissimo a tutti ma con una premessa, non e’ un film leggero e neanche banale, il continuo cambio di storia puo' dare fastidio al primo impatto ma se ci si pensa bene e' l'unico modo per gestire 6 storie insieme senza lasciare troppo spazio a una o all'altra.
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dipro88
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martedì 22 gennaio 2013
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sorprendente
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thril.ler
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martedì 22 gennaio 2013
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schiavitu' e divinita'
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"Uno dei film indipendenti più costosi di sempre", citazione che spesso è contenuta nelle critiche relative a questo film. "cloud Atlas" potrebbe sembrare a tratti lento e macchinoso agli occhi di un non abituale fruitore di cinema, tuttavia la trama , le riprese, le musiche e soprattutto i contenuti sono il frutto di un accurato processo logico che permette allo spettatore di poter, non con poche difficoltà, di ricollegare le varie storie tra di loro e di decodificare quelli che sono i temi cruciali, i messaggi di cui questo film si fa portatore. Sei storie di uomini e donne dagli stili di vita, dall'estrazione culturale e dalla provenienza genetica differente; collocate in epoche diverse e lontane fra loro spaziando dal recente passato, con la storia di un musicista bisussuale in un contesto ottocentesco, toccando i nostri tempi con una storia di spionaggio giornalistico fino ad arrivare al futuro con il racconto di un automa seriale divenuto umano.
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"Uno dei film indipendenti più costosi di sempre", citazione che spesso è contenuta nelle critiche relative a questo film. "cloud Atlas" potrebbe sembrare a tratti lento e macchinoso agli occhi di un non abituale fruitore di cinema, tuttavia la trama , le riprese, le musiche e soprattutto i contenuti sono il frutto di un accurato processo logico che permette allo spettatore di poter, non con poche difficoltà, di ricollegare le varie storie tra di loro e di decodificare quelli che sono i temi cruciali, i messaggi di cui questo film si fa portatore. Sei storie di uomini e donne dagli stili di vita, dall'estrazione culturale e dalla provenienza genetica differente; collocate in epoche diverse e lontane fra loro spaziando dal recente passato, con la storia di un musicista bisussuale in un contesto ottocentesco, toccando i nostri tempi con una storia di spionaggio giornalistico fino ad arrivare al futuro con il racconto di un automa seriale divenuto umano. Nonostante le differnze tutte le storie sono collegate da un leit-motiv: la liberzione dalla schiavitù in tutte le sue forme e la lotta per la libertà. si parte dalla liberazione di uno schiavo nero , d'apprima recluso nelle stive di una nave mercantile, poi promosso a membro dell'equipaggio, passando per la rottura dai retaggi culturali ostili nei confronti delle diversità come nel caso del musicista bisessuale e culminando con le vicende di un robot negli anni del 23° secolo che rischiando contro le leggi del suo sistema decide di prendersi dei rischi e di farsi accettare dal mondo reale degli umani battendosi per la cessazione dei maltrattamenti e per la completa integrazione della categoria delle schiave/robot costrette a nutririsi con i resti delle loro stesse compagne soppresse. le tematiche principali oltre a quelle della libertà sono la morte, vista come una porta oltre la la quale ci viene offerta la possibilità di condurre una nuova vita e quindi la reincarnzaione. l'allusione di certo più toccante è quella in cui la schiava/robot perseguitata nel mondo dei "genomati" viene giustiziata in quanto portatrice di ideali di uguglianza e parità, per poi essere venerata e celebrata nei secoli successivi come una dea. Una sorta di messia donna e robot del 23° secolo che alla pari di Gesù Cristo ha deciso di rischiare la propria vita battendosi per i più deboli e sofferenti e proclamando degli ideali inusuali per il tempo in cui viveva.
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lelius
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lunedì 21 gennaio 2013
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karma sfumato
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Aspettavamo tutti qualcosa di grandioso dai fratelli Wachowski, qualcosa di geniale e insolito, l'idea in CA c'era ed era grandiosa, geniale e insolita, ma difficilmente realizzabile e trasmissibile ad un pubblico seppur di nicchia, lo svolgimento della trama appare complesso, non sempre fluido, difficilmente si riesce a correlare i destini dei vari personaggi tra loro nei tempi consentiti dal film, quasi dei flash, ci poteva scappare un'altra trilogia per il materiale che avevano tra le mani. Sicuramente è un film da vedere più e più volte per raccoglierne l'essenza e comunque l'impatto alla prima visione è emozionante, quasi travolgente, le sue tre ore passano in un attimo, azione dopo azione si beve come un mohjto.
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Aspettavamo tutti qualcosa di grandioso dai fratelli Wachowski, qualcosa di geniale e insolito, l'idea in CA c'era ed era grandiosa, geniale e insolita, ma difficilmente realizzabile e trasmissibile ad un pubblico seppur di nicchia, lo svolgimento della trama appare complesso, non sempre fluido, difficilmente si riesce a correlare i destini dei vari personaggi tra loro nei tempi consentiti dal film, quasi dei flash, ci poteva scappare un'altra trilogia per il materiale che avevano tra le mani. Sicuramente è un film da vedere più e più volte per raccoglierne l'essenza e comunque l'impatto alla prima visione è emozionante, quasi travolgente, le sue tre ore passano in un attimo, azione dopo azione si beve come un mohjto. Forse il progetto era veramente ambizioso, forse tutti noi ci aspettavamo che tutto si raccordasse meglio durante tutto il film, c'era come l'impressione che la trama decollasse da un momento all'altro, ma questo non è avvenuto se non nelle ultimissime battute di un gran finale. Mi lascia un pò perplesso come un'opera incompiuta.
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mrgm1221
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lunedì 21 gennaio 2013
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un esperimento ben riuscito
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All'inizio pensavo che essendo composto da sei storie ci sarebbe stata una gran confusione, ed ero più curioso di vedere come i registi avvessero ovviato all'inconvenievole di intrecciare la trama che al film vero e proprio. Ora, devo dire che per comprenderlo a pieno sicuramente bisogna rivederlo, anche perchè non è immediato ed è difficile pensare contemporaneamente all'organizzazione delle scene ed ai messaggi che la pellicola vuole mandare allo spettatore. Detto questo, direi che è esperimento sotto il punto di vista tecnico è molto ben riuscito, evitando gli stress da continuo cambio di storia, ma amalgamando il tutto per renderlo più.
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All'inizio pensavo che essendo composto da sei storie ci sarebbe stata una gran confusione, ed ero più curioso di vedere come i registi avvessero ovviato all'inconvenievole di intrecciare la trama che al film vero e proprio. Ora, devo dire che per comprenderlo a pieno sicuramente bisogna rivederlo, anche perchè non è immediato ed è difficile pensare contemporaneamente all'organizzazione delle scene ed ai messaggi che la pellicola vuole mandare allo spettatore. Detto questo, direi che è esperimento sotto il punto di vista tecnico è molto ben riuscito, evitando gli stress da continuo cambio di storia, ma amalgamando il tutto per renderlo più... assimilabile, dando il tempo allo spettatore di riallaciare il proseguimento ogni qualvolta venga ripresa una vicenda. Il significato è senza dubbio plurimo e profondo, ecco, forse in alcuni casi non reso troppo profondo come sarebbe dovuto essere. L'idea di trasmettere una morale per ogni storia è stata dimostrata nel complesso molto bene, l'unione tra le storie è stata il fiore all'occhiello (certo, alcuni collegamenti erano un pochino forzati e andavano approfonditi). Detto questo, a chi ha compreso il film sicuramente ha fatto pensare ciò che si voleva trasmettere; naturalmente sta da parte dello spettatore poi decidere se accettare o meno ciò che gli viene proposto (smontando ogni teoria di propaganda politico-ideologica!). Temi come schiavitù, omosessualità, cospirazione, senilità, totalitarismi, religione, ma anche valori come amicizia, amore, rispetto, aiuto. I Wachoski e Tykwer sono riusciti a contenerli in quantità abbastanza adeguate all'interno del film. Film che senz'altro dovrebbe essere più considerato di come sospetto realmente sarà, cercando di coglierne i concetti più importanti. Buona visione
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osteriacinematografo
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lunedì 21 gennaio 2013
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oltre l'universo cinematografico conosciuto
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“Cloud atlas” è il frutto del lavoro congiunto dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer: i tre registi hanno realizzato un’opera caleidoscopica capace d’ingenerare infinite strutture parallele e simmetriche nell’arco di 5 secoli.
E’un esperimento di proporzioni immani,che si spinge oltre l’universo cinematografico conosciuto: il film trascende ogni genere o catalogazione;è una Babele multicolore in cui si dipana la storia dell’uomo,è un mosaico quadrimensionale i cui tasselli fluttuano alla ricerca della giusta collocazione;è un’esperienza sensoriale che priva di ogni comune certezza percettiva e ribalta il modo di interpretare gli avvenimenti;è una sinfonia orchestrata magistralmente,la cui eco si diffonde in ogni direzione,e persino oltre i confini dell’opera.
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“Cloud atlas” è il frutto del lavoro congiunto dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer: i tre registi hanno realizzato un’opera caleidoscopica capace d’ingenerare infinite strutture parallele e simmetriche nell’arco di 5 secoli.
E’un esperimento di proporzioni immani,che si spinge oltre l’universo cinematografico conosciuto: il film trascende ogni genere o catalogazione;è una Babele multicolore in cui si dipana la storia dell’uomo,è un mosaico quadrimensionale i cui tasselli fluttuano alla ricerca della giusta collocazione;è un’esperienza sensoriale che priva di ogni comune certezza percettiva e ribalta il modo di interpretare gli avvenimenti;è una sinfonia orchestrata magistralmente,la cui eco si diffonde in ogni direzione,e persino oltre i confini dell’opera.
Il film è organizzato su vari livelli: c’è un piano superficiale su cui si sviluppano sei storie ambientate in epoche lontanissime fra loro; c’è un secondo livello narrativo,la meta narrazione che contiene il prezioso significato del film,il collante universale che tiene insieme le singole vicende.
Un vecchio sfigurato racconta una storia nella notte. E subito si cade fra le maglie aggrovigliate di “Cloud atlas”,nel cuore di sei storie proposte in successione frammentaria. Le numerose traiettorie individuali si sommano gradualmente fino a fornire un quadro unico. Cause ed effetti si sincronizzano e i legami fra epoche e personaggi diversi si allacciano fino a comporre un affresco di rara bellezza estetica. Gli avvenimenti si susseguono in un tourbillon tale che tempo e spazio si comprimono e dilatano fino a perdere consistenza; nulla si perde,ed ogni scelta produce conseguenze che si ripercuotono nella cassa di risonanza dell’eternità,e i percorsi dei singoli individui si propagano in modo esponenziale fino a delineare e comporre l’odissea della vita.
“La nostra vita non è nostra” –rivela Somni 451- “Da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”.
“Cloud atlas” è un viaggio alla ricerca del Sè e della Verità, è un’opera che racconta la vita,è un film che non inizia e non finisce realmente,è un lento e dolce barcamenarsi alla ricerca di un Graal che è l’uomo stesso,è tutto e niente,e le risposte non esistono; esiste un enorme meccanismo che ruota su se stesso,grazie alla spinta di azioni e reazioni di infinite particelle che compongono una forza unica.
Gli interpreti si rivelano straordinariamente versatili: la loro dedizione è tale da rendere credibile ogni singola trasformazione,ogni minuta evoluzione della biglia iridescente che l’opera incarna.
Tutti i protagonisti sono importanti perché mossi da un’intuizione che insinua la convinzione di poter abbattere la statizzazione forzosa delle idee e ribaltare il sistema. “Ogni confine è una convenzione che attende d’essere trascesa. Si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare” – scrive Frobisher in una delle sue lettere a Sixsmith. L’intuizione di ribellarsi si trasmette e moltiplica nel tempo fino a guadagnare forza e autorevolezza e ad esplodere poi nel divenire dell’essere.
“Libertà, il frivolo motivetto della nostra civiltà” –spiega il vecchio Cavendish in cattività- “Ma solo quelli che ne sono privati hanno il benché minimo sentore di cosa sia realmente”.“Cloud Atlas” esprime il desiderio universale di libertà del genere umano.
www.osteriacinematografo.com
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filippo catani
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lunedì 21 gennaio 2013
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un film scorrevole con buoni spunti
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Una serie di storie interpretate dai medesimi attori si svolgono in secoli differenti che vanno dal passato più o meno recente fino al presente e al futuro più o meno prossimo e finiranno per avere un unico filo conduttore.
La cosa più importante di questa pellicola è che non annoia mai lo spettatore e questo non è poco vista la durata della stessa e allo stesso tempo l'altro pregio è quello di condurre una narrazione più o meno organica che non disorienta lo spettatore. Per il resto sono lontani i fasti del primo Matrix che fu un film rivoluzionario nel suo genere e che non poteva essere eguagliato. Allo stesso tempo però va dato merito ai regista di aver creato una valida trasposizione cinematografica di un film per nulla facile da adattare.
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Una serie di storie interpretate dai medesimi attori si svolgono in secoli differenti che vanno dal passato più o meno recente fino al presente e al futuro più o meno prossimo e finiranno per avere un unico filo conduttore.
La cosa più importante di questa pellicola è che non annoia mai lo spettatore e questo non è poco vista la durata della stessa e allo stesso tempo l'altro pregio è quello di condurre una narrazione più o meno organica che non disorienta lo spettatore. Per il resto sono lontani i fasti del primo Matrix che fu un film rivoluzionario nel suo genere e che non poteva essere eguagliato. Allo stesso tempo però va dato merito ai regista di aver creato una valida trasposizione cinematografica di un film per nulla facile da adattare. Certo i messaggi che le varie storie passano non risultano certo inediti a chi frequenta determinate "botteghe" filosofico-religiose e anche new age. Troviamo un po' di religiosità "classica", la visione che le nostre azioni si ripercuotono oltre la nostra persona e il nostro tempo, il desiderio di andare oltre i limiti che vengono fissati per cercare di tracciare nuove frontiere e non avere paura di portare avanti messaggi rivoluzionari perchè nessuno è progettato per esserlo. D'altra parte, come la storia e la filosofia ci insegnano, ciò che inizialmente è concepito e creduto da pochi spesso finisce poi per affermarsi (con le conseguenze ora positive ora tragiche che la storia ci ha tramandato). Ottime e coinvolgenti scene senza bisogno di ricorrere al 3D (su tutte la scena di quando la Berry viene tamponata e gettata giù da un ponte). Se la cava bene anche il cast che d'altra parte è formato da attori di calibro e piacevole è stato anche il fatto che ogni storia finisce per incarnare un genere cinematografico diverso (ora il thriller poi commedia, fantascienza). In fin dei conti un film più che godibile.
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