jayan
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giovedì 24 ottobre 2013
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tutto è connesso il film è sconnesso
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Ho rivisto in dvd il film, fermandomi e ascoltando bene le parole del commento, guida vera al film. il regista ha voluto trattare un grande tema: ogni cosa nell'universo è connessa. Popoli diversi in periodi diversi della storia sembrano disegnare un'unica trama. E' un bel soggetto, ma sviluppato male. Per cui lo spettatore esce dal cinema con le idee poco chiare. Ho letto che anche nel romanzo da cui è tratto il film è lo stesso, ma più noioso e incomprensibile, non essendoci le immagini. Per me, alla fine, è venuto fuori: "tutto è sconnesso". Peccato, perché si tratta anche il tema della reincarnazione, ma non solo. Straordinarie sono le immagini e la scenografia, la parte più bella del film.
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Ho rivisto in dvd il film, fermandomi e ascoltando bene le parole del commento, guida vera al film. il regista ha voluto trattare un grande tema: ogni cosa nell'universo è connessa. Popoli diversi in periodi diversi della storia sembrano disegnare un'unica trama. E' un bel soggetto, ma sviluppato male. Per cui lo spettatore esce dal cinema con le idee poco chiare. Ho letto che anche nel romanzo da cui è tratto il film è lo stesso, ma più noioso e incomprensibile, non essendoci le immagini. Per me, alla fine, è venuto fuori: "tutto è sconnesso". Peccato, perché si tratta anche il tema della reincarnazione, ma non solo. Straordinarie sono le immagini e la scenografia, la parte più bella del film. Gli attori non tanto. Se lo andate a vedere... preparatevi, potreste non capirci niente!
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aldolg
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martedì 1 ottobre 2013
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da vedere
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Da un ottimo romanzo un ottimo film. Sei storie in luoghi e periodi diversi (1800/2300) si intrecciano in quasi tre ore. Molto complesso, destinato ad avere giudizi che andranno dal capolavoro alla mediocrità (probabile: non ho capito niente !). Ma il bello è proprio questo, ogni spettatore, in base alla sua cultura, alle sue esperienze, al suo modo di essere avrà un suo giudizio ! Da sottolineare la semplicità degli episodi (non particolarmente epici, quello dei fratelli quasi comico) eccetto quelli del futuro, caotici e drammatici, quasi un film a parte, e ancora l' amore dominante in tutte le sue versioni e infine una strizzatina d'occhio alla reincarnazione (la voglia a forma di stella cadente).
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Da un ottimo romanzo un ottimo film. Sei storie in luoghi e periodi diversi (1800/2300) si intrecciano in quasi tre ore. Molto complesso, destinato ad avere giudizi che andranno dal capolavoro alla mediocrità (probabile: non ho capito niente !). Ma il bello è proprio questo, ogni spettatore, in base alla sua cultura, alle sue esperienze, al suo modo di essere avrà un suo giudizio ! Da sottolineare la semplicità degli episodi (non particolarmente epici, quello dei fratelli quasi comico) eccetto quelli del futuro, caotici e drammatici, quasi un film a parte, e ancora l' amore dominante in tutte le sue versioni e infine una strizzatina d'occhio alla reincarnazione (la voglia a forma di stella cadente). Tematica principale: FUTURO
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libellula85
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lunedì 23 settembre 2013
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bello ma qualcuno me lo spiega
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ciao a tutti. il film è bellissimo dal punto di vista scenografico .. fatto davvero benissimo, complimenti al trucco ...... per il resto.. mi ci sono voluti giorni per capire il senso, ma a parte questo secondo me è un po' troppo incasinato ..
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jacopo b98
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giovedì 12 settembre 2013
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un capolavoro di grande coraggio
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Ho rivisto Cloud Atlas dei fratelli Wachowski e Tom Tykwer. Perciò ho deciso di riscrivere in parte la mia recensione e soprattutto di cambiare la mia valutazione in stellette. Questa è quindi da prendersi come la recensione definitiva di Cloud Atlas.
Sei storie, recitate sempre dagli stessi attori, ambientate tra passato, presente e futuro si incrociano tra loro. Tratto dal romanzo di David Mitchell, sceneggiato e diretto dai registi di Matrix (Larry ha cambiato sesso e nome in Lana) insieme al regista di Lola corre e Profumo, questo kolossal ha lasciato perplesse molte persone e soprattutto molti critici che, specialmente in Italia, l’hanno stroncato e definito come “il trionfo del make-up”.
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Ho rivisto Cloud Atlas dei fratelli Wachowski e Tom Tykwer. Perciò ho deciso di riscrivere in parte la mia recensione e soprattutto di cambiare la mia valutazione in stellette. Questa è quindi da prendersi come la recensione definitiva di Cloud Atlas.
Sei storie, recitate sempre dagli stessi attori, ambientate tra passato, presente e futuro si incrociano tra loro. Tratto dal romanzo di David Mitchell, sceneggiato e diretto dai registi di Matrix (Larry ha cambiato sesso e nome in Lana) insieme al regista di Lola corre e Profumo, questo kolossal ha lasciato perplesse molte persone e soprattutto molti critici che, specialmente in Italia, l’hanno stroncato e definito come “il trionfo del make-up”. Questa definizione è, a mio parere, un po’ troppo affrettata ed ingiusta. Infatti il film è interessante e persino ammirabile per il coraggio delle idee, originali e non scontate, messe in campo dai registi-sceneggiatori. L’idea della reincarnazione nei secoli non era mai stata trattata in modo così radicale e complesso. Tuttavia il film alla fin fine è una parabola sulla libertà e sulla schiavitù, sempre più terribile pian piano che si va avanti con gli anni, fino ad arrivare all’azzeramento totale di essa in un futuro così remoto da essere tornati all’età della pietra. Il film tratta inoltre alcuni temi, dall’omosessualità alla transessualità, che potrebbero anche essere non proprio graditi ad un certo pubblico. Se ci si fa caso le sei storie sono sempre la stessa storia, narrata solo in modo diverso. In ogni caso è un film davvero troppo ambizioso, per riuscire nella sua totalità. Il tutto comunque è supportato dal grandioso apparato scenografico e dalla musica composta dallo stesso Tykwer. Attori eccezionali. Memorabili almeno gli episodi di Neo Seoul e degli anziani che scappano dalla casa di riposo-lager. Il Wachowski dirigono l’episodio del viaggio nel pacifico, quello della Neo Seoule quello sull’isola disabitata; Tykwer quello dei due omosessuali, bellissimo e struggente, quello degli anziani e quello di Louisa Rey, forse il meno riuscito (seppur eccellente) di tutti. La sua unica pecca? L'omogeneità, ma il film vuol dare un quadro dell'umanità e quindi che dire? Semplicemente che ci è riuscito. Imperdibile.
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dendi86
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sabato 7 settembre 2013
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noioso
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onufrio
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giovedì 22 agosto 2013
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missione fallita
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Sei storie che molto probabilmente ognuna per i suoi fatti e sviluppate maggiormente avrebbero dato alla luce sei ottimi film, ma il continuo mescolamento di vicende di secoli in millenni avanti e indietro su e giù per il tempo,a lungo corrode un pò lo spettatore, quasi lo deride, di fronte addirittura a pochi secondi di scene che cambiano subito dopo nuovamente contesto. Si va dal 1845 con accenni di lotta alla schiavitù, al 1930 con un artista estroverso omosessuale, dal 1970 dove si respira aria di thriller politico al 2012 in cui un vecchio si ritrova suo malgrado in un ospizio, per poi sfidare il futuro ambientato nella Seul del 2144 (forse il migliore dei sei episodi) e la Terra nel 2321.
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Sei storie che molto probabilmente ognuna per i suoi fatti e sviluppate maggiormente avrebbero dato alla luce sei ottimi film, ma il continuo mescolamento di vicende di secoli in millenni avanti e indietro su e giù per il tempo,a lungo corrode un pò lo spettatore, quasi lo deride, di fronte addirittura a pochi secondi di scene che cambiano subito dopo nuovamente contesto. Si va dal 1845 con accenni di lotta alla schiavitù, al 1930 con un artista estroverso omosessuale, dal 1970 dove si respira aria di thriller politico al 2012 in cui un vecchio si ritrova suo malgrado in un ospizio, per poi sfidare il futuro ambientato nella Seul del 2144 (forse il migliore dei sei episodi) e la Terra nel 2321. Un cast camaleontico, gli attori interpretano più di cinque ruoli a testa, in alcune nemmeno li si riconoscono per quanto sono camuffati e truccati. I fratelli Wachowski ci mettono del loro negli episodi di fantascienza, Tykwer sembra steccare un pò. Apprezzabile rimane comunque il coraggio per aver creato un prodotto del genere, a dir poco ambizioso.
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valevavvy
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martedì 20 agosto 2013
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molto bello... ma non troppo!
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Sei contesti diversi, sei epoche diverse, sei destini che in qualche modo si intrecciano... ma stessi attori!
Un gran bel film completamente diverso da qualunque altro abbia mai visto.
Unico neo il trucco: attori occidentali che devono interpretare personaggi orientali (e vice versa) imbastiti a mio avviso malamente.
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mt - il cinemaniaco
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lunedì 12 agosto 2013
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cloud atlas, il primo kolossal dell'anno!
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Il film racconta sei storie ambientate in sei epoche diverse, tutte quante si intrecciano l'una con l'altra creando una sola straordinaria storia sull'evoluzione umana e sul genere umano visto che un assassino si trasforma in eroe oppure un atto di gentilezza inspira una rivoluzione e così via. L'atlante delle nuvole non è una storia per tutti però, puoi amarla o puoi odiarla e non ci sono vie di mezzo. Si ama se si riesce a cogliere ogni piccolo significato e si odia se si pensa che non abbia senso. Non intendo dire che a chi non è piaciuto è stupido ma penso che oltre al capire il significato bisogna soprattutto essere amanti dello stile che è stato usato appunto perché il tutto è un complicato intreccio che va seguito alla perfezione; David Mitchell lo ha scritto e i fratelli Wachowski insieme a Tom Twiker lo hanno portato sul grande schermo, il risultato è almeno per me un Kolossal che è epico in certi momenti, diverte come una commedia, commuove per la drammaticità e stupisce per la fantascienza.
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Il film racconta sei storie ambientate in sei epoche diverse, tutte quante si intrecciano l'una con l'altra creando una sola straordinaria storia sull'evoluzione umana e sul genere umano visto che un assassino si trasforma in eroe oppure un atto di gentilezza inspira una rivoluzione e così via. L'atlante delle nuvole non è una storia per tutti però, puoi amarla o puoi odiarla e non ci sono vie di mezzo. Si ama se si riesce a cogliere ogni piccolo significato e si odia se si pensa che non abbia senso. Non intendo dire che a chi non è piaciuto è stupido ma penso che oltre al capire il significato bisogna soprattutto essere amanti dello stile che è stato usato appunto perché il tutto è un complicato intreccio che va seguito alla perfezione; David Mitchell lo ha scritto e i fratelli Wachowski insieme a Tom Twiker lo hanno portato sul grande schermo, il risultato è almeno per me un Kolossal che è epico in certi momenti, diverte come una commedia, commuove per la drammaticità e stupisce per la fantascienza. La durata di 165 minuti non lo sentita per niente e dall'inizio alla fine è stato incredibile; la storia si evolve e mano mano che va avanti diventa sempre più coinvolgente fino ad arrivare al meraviglioso finale. Ogni storia contiene un argomento che fa riflettere lo spettatore(Schiavitù,Razzismo,Omosessualità,Corruzione,Religione,Libertà). Fotografia,scenografie indimenticabili ed effetti speciali molto belli, così come i trucchi (Alcuni attori li ho riconosciuti solo nelle foto ai titoli di coda), poi c'è la straordinaria drammatica colonna sonora che accompagna quasi tutta la durata del film. Magistrale tutto lo stellare cast che ha dato il meglio di se nei vari ruoli, faccio i miei complimenti anche perché interpretare da 4 a 6 personaggi non deve essere una cosa semplice. Peccato che sia un film indipendente perché così ha perso qualsiasi nomination all'oscar, anche se lo avrei nominato anche se è un film indipendente. Un impresa imponente quindi da parte anche da chi lo ha realizzato. GRANDE STORIA, GRANDE PRODUZIONE, GRANDE CAST = GRANDE FILM.
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edobandi
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giovedì 1 agosto 2013
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bellissimo!
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Film veramente consigliato! Lo rivedrei ancora tantissime volte!
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stefanoadm
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mercoledì 17 luglio 2013
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faraonico esperimento?
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Il minutaggio estremo di Cloud Atlas (oltre 2 ore e mezza) e l’allineamento/intreccio di ben 6 episodi sembrano fare dell’opera firmata Tykwer – Wachowski – Wachowski una strizzata d’occhio a quel pubblico, sempre più numeroso, che ingurgita in un pomeriggio l’intera stagione di qualche serie tv. Una sorta di buffet per bulimici della fiction.
Da una storia settecentesca di mare e schiavitù fino al futuro remoto, passando per vicende a cavallo fra XX e XXI secolo, ce n’è per tutti i gusti. Minimo comune denominatore: esistono uomini e donne “segnati”, capaci di cambiare in modo impercettibile o rivoluzionario le vite di chi sta loro intorno, di deviare il corso della storia, di seminare il tempo con un discorso, un’opera d’arte, un sentimento.
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Il minutaggio estremo di Cloud Atlas (oltre 2 ore e mezza) e l’allineamento/intreccio di ben 6 episodi sembrano fare dell’opera firmata Tykwer – Wachowski – Wachowski una strizzata d’occhio a quel pubblico, sempre più numeroso, che ingurgita in un pomeriggio l’intera stagione di qualche serie tv. Una sorta di buffet per bulimici della fiction.
Da una storia settecentesca di mare e schiavitù fino al futuro remoto, passando per vicende a cavallo fra XX e XXI secolo, ce n’è per tutti i gusti. Minimo comune denominatore: esistono uomini e donne “segnati”, capaci di cambiare in modo impercettibile o rivoluzionario le vite di chi sta loro intorno, di deviare il corso della storia, di seminare il tempo con un discorso, un’opera d’arte, un sentimento.
I risultati variano da episodio a episodio. Il migliore è forse quello ambientato nel 2144, con citazioni da Blade Runner e il ritorno di situazioni tipiche dei Wachowski. Il clone-cameriera, inconsapevole vittima di sfruttamento, che scopre il mondo reale grazie a un gruppo rivoluzionario e si unisce alla ribellione ricorda tanto il Neo di Matrix. Bello il gioco di rimandi fra i due capitoli novecenteschi mentre il peggio si raggiunge nel Duemilaeunpo’, con l’editore imprigionato in una casa di cura. L’inizio è folgorante ma poi la storia si sganghera, vola più basso rispetto al resto del film e si rivela, sostanzialmente, fuori contesto.
Notevole il lavoro sul montaggio. L’alternanza fra i vari capitoli è irregolare ma riesce a convogliare le diverse storie in un discreto crescendo.
Cloud Atlas è, insomma, un prodotto apprezzabile con evidenti punti deboli. Anche negli esiti, assomiglia a quelle serie tv in cui, di solito, è possibile individuare episodi riusciti e altri dimenticabilissimi. Un esperimento?
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