fabio zaghi
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domenica 12 aprile 2015
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grande film
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Durerà anche te ore ma non me ne sono accorto. Si tratta di 6 storie avvincenti accomunate dal filo della libertà, dalla schiavitù ai tempi del 1700 alle nuove schiavitù del futuro. Mi ha profondamente commosso. Un film visionario, ma anche carico di tensione e azione che trasmette un messaggio molto chiaro, bisogna lasciarsi dietro i pregiudizi e le meschinità e bisogna avere il coraggio di lottare per quello in cui si crede. Avevo molto apprezzato il primo episodio della trilogia di Matrix, molto meno i due film successivi... qui siamo su un altro livello, forse il parallelo più vicino è V per vendetta, ma questo film mi è piaciuto ancora di più.
Andatelo a guardare, oltre ad essere avvincente fa anche pensare!
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dado 21
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venerdì 13 marzo 2015
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:)
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dado 21
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venerdì 13 marzo 2015
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:(
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Non sono d'accordo con la tua recensione su questo film.
A me è piaciuto tantissimo cloud Atlas:(
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dariotto
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venerdì 6 marzo 2015
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caos
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questo film mi ha fatto ricordare il commento di Fantozzi sulla corazzata Potionkin . sono al livello al cinema bisogna divertirsi per noi italiani medio piccoli grande fregatura,
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enzo70
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martedì 3 febbraio 2015
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una lunga sfida con lo spettatore
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Un film con sei storie all’interno che si intersecano per poi svilupparsi su linee parallele. Il film di Tykwer eche ha visto impegnati anche i fratelli Wachowsky, è un evento cinematografico importante. Sei storie diverse in epoche diverse e che trovano il loro filo conduttore in una voglia impressa sulla pelle e nella lotta verso una sorta di etica della libertà: in ognuna delle sei storie si ripete il tema dell’oppressione e della lotta verso la libertà in nome di un principio. I problemi delle diversità, delle minoranze, anche con accenti tribali, diventa, quindi, l’elemento di caratterizzazione del film che, comunque, abbraccia un progetto tanto vasto da lasciare spesso a bocca aperta.
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Un film con sei storie all’interno che si intersecano per poi svilupparsi su linee parallele. Il film di Tykwer eche ha visto impegnati anche i fratelli Wachowsky, è un evento cinematografico importante. Sei storie diverse in epoche diverse e che trovano il loro filo conduttore in una voglia impressa sulla pelle e nella lotta verso una sorta di etica della libertà: in ognuna delle sei storie si ripete il tema dell’oppressione e della lotta verso la libertà in nome di un principio. I problemi delle diversità, delle minoranze, anche con accenti tribali, diventa, quindi, l’elemento di caratterizzazione del film che, comunque, abbraccia un progetto tanto vasto da lasciare spesso a bocca aperta. I registi alternano le storie con ritmi sempre incostanti, costringendo lo spettatore ad uno sforzo notevole che si ripeterà ad ogni visione di questo film (questa recensione la scrivo dopo averlo visto almeno tre volte); nulla è scontato. Cast spaziale, Tom Hanks, Susan Sarandon, Halle Berry, Jim Broadbent, per citarne qualcuno, ciascun protagonista ha un posto in ognuna delle sei storie e spesso è difficile individuarli. La particolarità del film ed anche la sfida con lo spettatore sono elementi che rendono impossibile una vera classificazione. Ma alla fine diventa un film essenziale proprio per la sua atipicità.
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kondor17
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domenica 7 settembre 2014
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coraggioso e visionario
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Non ho letto il libro, ma il film mi è piaciuto. Le sei storie apparentemente eterogenee si dipanano in un escursus di 5 secoli legate da un ottimo montaggio e da principi universali tanto cari ai Wachowski e alla sci-fi. Il leit motiv sono i karma e la ribellione dei popoli oppressi. La violenza perpetrata nei loro riguardi, l'emarginazione e il razzismo, risvegliano in loro forze sovrumane, preveggenze quasi divine. Il sogno diventa realtà e la fantasia non ha limiti e la pellicola ne è lucido e visionario esempio. Il film è ambizioso, molto complesso da realizzare e in alcune fasi difficile da seguire, per i continui salti temporali e per il costante ritrovare gli stessi attori in epoche, situazioni e ruoli completamente differenti.
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Non ho letto il libro, ma il film mi è piaciuto. Le sei storie apparentemente eterogenee si dipanano in un escursus di 5 secoli legate da un ottimo montaggio e da principi universali tanto cari ai Wachowski e alla sci-fi. Il leit motiv sono i karma e la ribellione dei popoli oppressi. La violenza perpetrata nei loro riguardi, l'emarginazione e il razzismo, risvegliano in loro forze sovrumane, preveggenze quasi divine. Il sogno diventa realtà e la fantasia non ha limiti e la pellicola ne è lucido e visionario esempio. Il film è ambizioso, molto complesso da realizzare e in alcune fasi difficile da seguire, per i continui salti temporali e per il costante ritrovare gli stessi attori in epoche, situazioni e ruoli completamente differenti. Ma la narrazione regge e la visione è piacevole, è un film che fa riflettere e gli effetti visivi sono a dir poco strabilianti. Lo riguarderò, sicuro, perché merita di essere rivisto e leggerò anche il libro. Ottimi, oltre al montaggio e gli effetti, gli attori, l'ambientazione e veramente fantastici il trucco e i costumi.
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valentino giorgi
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sabato 16 agosto 2014
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poetico e avvincente, un capolavoro!
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Quando quasi due anni fa sono andato a vedere “Cloud Altas” al cinema sono rimasto colpito dalla bellezza, dall’originalità, dall’armonia del film. È qualcosa di unico che non avevo mai visto prima d’ora.
“Cloud Atlas” (tutto è connesso) racconta 6 storie diverse ambientate in epoche e luoghi differenti ma fuse in un unico continuum temporale da un perfetto montaggio alternato, riuscendo nell’intento (a mio giudizio riuscitissimo) di far comprendere meglio la connessione che c’è tra i diversi racconti nonché il messaggio generale del film. Il risultato oltre a essere originale dal punto di vista tecnico, sa mostrarsi innnovativo per quanto riguarda il genere, ogni storia infatti appartiene a un genere diverso: si passa dalla distopia al romanticismo, dalla commedia brillante all’avventura, dal thriller noir al film fantasy.
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Quando quasi due anni fa sono andato a vedere “Cloud Altas” al cinema sono rimasto colpito dalla bellezza, dall’originalità, dall’armonia del film. È qualcosa di unico che non avevo mai visto prima d’ora.
“Cloud Atlas” (tutto è connesso) racconta 6 storie diverse ambientate in epoche e luoghi differenti ma fuse in un unico continuum temporale da un perfetto montaggio alternato, riuscendo nell’intento (a mio giudizio riuscitissimo) di far comprendere meglio la connessione che c’è tra i diversi racconti nonché il messaggio generale del film. Il risultato oltre a essere originale dal punto di vista tecnico, sa mostrarsi innnovativo per quanto riguarda il genere, ogni storia infatti appartiene a un genere diverso: si passa dalla distopia al romanticismo, dalla commedia brillante all’avventura, dal thriller noir al film fantasy. Lo spettatore quindi si vede alternare davanti a sé non solo storie completamente diverse ma anche generi. Non ho mai visto un film che riuscisse a mischiare in questa maniera e perfettamente così tanti generi cinematografici molto differenti tra loro.
Il film è veramente fatto bene sotto tutti i punti di vista. Dal montaggio come ho detto, ma anche nella regia, invisibile ma perfetta. Non presenta difetti tecnici né narrativi. L’unico difetto che ha avuto è quello di essere tanto innovativo da non essere compreso, nonostante sia assolutamente poetico e avvincente. Un capolavoro artistico che in pochi sono riusciti a cogliere. E qui si arriva al motivo per cui ho voluto scrivere questa recensione quasi due anni dopo l’uscita del film.
Lasciamo perdere la maggioranza delle persone che vanno al cinema a vedere cinepanettoni o pacchianate fascistoidi alla 300, ma la vera critica che fine ha fatto? Qui non si tratta di semplici opinioni, siamo di fronte all’oggettività. Volete dirmi che questo film non avesse un montaggio perfetto? Ditemi di tutto, ma non questo. Perché allora non è stato neppure preso in considerazione per un oscar al montaggio? Vi aspettavate un film alla “Matrix”? Non è quello che vi siete aspettati ma non mi sembra di certo un’opera di minore valore (per me è migliore di “Matrix”). Veramente non capisco.
Evidentemente molti critici si sono sentiti chiamati in causa e offesi nella scena in cui viene buttato giù dal grattacielo quel critico spocchioso e antipatico. Due anni dopo il film lo devo ammettere, anche quella trovata è stata geniale.
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difash
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sabato 9 agosto 2014
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enorme, visionario. miglior film degli ultimi anni
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Le sei trame di questo film vibrano come le corde di una chitarra. Sempre in continua mutazione ed in un susseguirsi di colpi di scena (ben architettati, vista la complessità dell'intreccio), le storie si sviluppano tutte secondo un interessantissimo principio dominante: "La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti. E da ogni crimine, da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro!". Man mano che scorrono i minuti, prende corpo sempre di più l'identità dei collegamenti che connettono i sei tasselli, ognuno dei quali (ben) ambientato in un'epoca diversa, fino a coprire un arco temporale di circa 500 anni.
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Le sei trame di questo film vibrano come le corde di una chitarra. Sempre in continua mutazione ed in un susseguirsi di colpi di scena (ben architettati, vista la complessità dell'intreccio), le storie si sviluppano tutte secondo un interessantissimo principio dominante: "La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti. E da ogni crimine, da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro!". Man mano che scorrono i minuti, prende corpo sempre di più l'identità dei collegamenti che connettono i sei tasselli, ognuno dei quali (ben) ambientato in un'epoca diversa, fino a coprire un arco temporale di circa 500 anni. Un'ulteriore eccezionalità sta nella versatile capacità degli attori (o per lo meno della maggior parte) di ricoprire ruoli differenti apparendo in più di un episodio e interpretando quindi più di un personaggio all'interno delle quasi 3 ore che compongono l'intera pellicola. È un film da vedere e rivedere, poiché ad una seconda visione, si possono scorgere elementi e particolari sempre nuovi e interessanti, difficili da notare durante la prima.
Conclusione: è un film che si comprende nella sua totalità solo alla fine, che scioglie ogni intreccio nel finale di ognuna delle 6 narrazioni. Se qualcuno lo considera un lavoro mediocre, il motivo è uno solo: non è riuscito a capirlo.
Ai fratelli (Lana e Andy) Wachowski e a Tom Tykwer, vanno soltanto i miei più sentiti complimenti e ringraziamenti per aver creato un lavoro eccellente, ma, purtroppo, troppo sottovalutato da pubblico e critica.
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radamanto
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martedì 1 luglio 2014
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l'arte del contrappunto
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Credo che la composizione musicale che da il tiolo al film non a caso sia un sestetto. Questo allude al contenuto della pellicola stessa (alla trama, per chi preferisce ignorare come il cinema e la letteratura contemporanei si stiano lentamente affrancando da tale artificio diegetico), ovvero all'intreccio delle sei vicende che sapientemente la regia trinitaria e il montaggio hanno saputo gestire. Una chiave di approccio a questa monumentale opera può essere quella che io chiamo 'contrappuntisctica' e che ha trovato i suoi vertici in "America oggi" di R.Altman e "Magnolia" di P.T.Anderson, solo per citarne alcuni.
In questo caso però si aggiunge una dimensione: quella temporale. Le sei storie sono spazialmente e temporalmente (ma non causalmente) distinte, indipendenti e avrebbero un senso compiuto anche se isolate (ecco perchè è difficile attribuire un genere a questa pellicola; vi consiglio di cimentarvi nel divertente esercizio di trovare un genere per ciascuna delle sei vicende), ma la loro giustapposizione permette di sussumere dal particolare all'universale e di trovare quel significato più profondo che trascende ogni 'episodio' preso individualmente e si coglie solo nella complessità musiva della natura umana e della storia.
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Credo che la composizione musicale che da il tiolo al film non a caso sia un sestetto. Questo allude al contenuto della pellicola stessa (alla trama, per chi preferisce ignorare come il cinema e la letteratura contemporanei si stiano lentamente affrancando da tale artificio diegetico), ovvero all'intreccio delle sei vicende che sapientemente la regia trinitaria e il montaggio hanno saputo gestire. Una chiave di approccio a questa monumentale opera può essere quella che io chiamo 'contrappuntisctica' e che ha trovato i suoi vertici in "America oggi" di R.Altman e "Magnolia" di P.T.Anderson, solo per citarne alcuni.
In questo caso però si aggiunge una dimensione: quella temporale. Le sei storie sono spazialmente e temporalmente (ma non causalmente) distinte, indipendenti e avrebbero un senso compiuto anche se isolate (ecco perchè è difficile attribuire un genere a questa pellicola; vi consiglio di cimentarvi nel divertente esercizio di trovare un genere per ciascuna delle sei vicende), ma la loro giustapposizione permette di sussumere dal particolare all'universale e di trovare quel significato più profondo che trascende ogni 'episodio' preso individualmente e si coglie solo nella complessità musiva della natura umana e della storia.
Come ogni brano contrappuntistico suscita una certa resistenza nell'ascoltatore che spesso indugia nel seguire lo sviluppo di una singola voce, così questo film risulta, almeno inizialmente, ostico e refrattario a qualsiasi tentativo di trovare un senso o una latente unità tra le diverse vicende; solo col dipanarsi delle storie si comprendono i legami che le luniscono e i tratti che le accomunano.
Degna pellicola dei fratelli Wachowski.
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no_data
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mercoledì 4 giugno 2014
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non ordinario
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Ottimo film,anche se complesso,dove può essere facile perdere il senso logico del racconto.Comunque la varietà di luoghi e personaggi lo rende godibile.
Forse alcuni passaggi possono risultare ininfluenti sullo svolgimento delle diverse trame,ma sicuramnete durante tutta la durata del film non ci si annoia mai..
Anche le scelte scenografiche risultano azzeccate..Consigliato per chi ama il cinema fuori dagli schemi.
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