Quando quasi due anni fa sono andato a vedere “Cloud Altas” al cinema sono rimasto colpito dalla bellezza, dall’originalità, dall’armonia del film. È qualcosa di unico che non avevo mai visto prima d’ora.
“Cloud Atlas” (tutto è connesso) racconta 6 storie diverse ambientate in epoche e luoghi differenti ma fuse in un unico continuum temporale da un perfetto montaggio alternato, riuscendo nell’intento (a mio giudizio riuscitissimo) di far comprendere meglio la connessione che c’è tra i diversi racconti nonché il messaggio generale del film. Il risultato oltre a essere originale dal punto di vista tecnico, sa mostrarsi innnovativo per quanto riguarda il genere, ogni storia infatti appartiene a un genere diverso: si passa dalla distopia al romanticismo, dalla commedia brillante all’avventura, dal thriller noir al film fantasy. Lo spettatore quindi si vede alternare davanti a sé non solo storie completamente diverse ma anche generi. Non ho mai visto un film che riuscisse a mischiare in questa maniera e perfettamente così tanti generi cinematografici molto differenti tra loro.
Il film è veramente fatto bene sotto tutti i punti di vista. Dal montaggio come ho detto, ma anche nella regia, invisibile ma perfetta. Non presenta difetti tecnici né narrativi. L’unico difetto che ha avuto è quello di essere tanto innovativo da non essere compreso, nonostante sia assolutamente poetico e avvincente. Un capolavoro artistico che in pochi sono riusciti a cogliere. E qui si arriva al motivo per cui ho voluto scrivere questa recensione quasi due anni dopo l’uscita del film.
Lasciamo perdere la maggioranza delle persone che vanno al cinema a vedere cinepanettoni o pacchianate fascistoidi alla 300, ma la vera critica che fine ha fatto? Qui non si tratta di semplici opinioni, siamo di fronte all’oggettività. Volete dirmi che questo film non avesse un montaggio perfetto? Ditemi di tutto, ma non questo. Perché allora non è stato neppure preso in considerazione per un oscar al montaggio? Vi aspettavate un film alla “Matrix”? Non è quello che vi siete aspettati ma non mi sembra di certo un’opera di minore valore (per me è migliore di “Matrix”). Veramente non capisco.
Evidentemente molti critici si sono sentiti chiamati in causa e offesi nella scena in cui viene buttato giù dal grattacielo quel critico spocchioso e antipatico. Due anni dopo il film lo devo ammettere, anche quella trovata è stata geniale.
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