Titolo originale | Un monstre à Paris |
Anno | 2011 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Bibo Bergeron |
Attori | Mathieu Chedid, Vanessa Paradis, Gad Elmaleh, François Cluzet, Ludivine Sagnier Julie Ferrier, Bruno Salomone, Sébastien Desjours, Philippe Peythieu, Arisa, Raf, Enrico Brignano, Maurizio Mattioli, Enzo De Caro, Simona Borioni. |
Uscita | giovedì 22 novembre 2012 |
Distribuzione | Sunshine Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,96 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 dicembre 2012
Una pulce, bagnata per errore con due composti, si ingigantisce e sviluppa una voce da angelo. Il mostro dall'animo sensibile trova riparo in un club dove canta e suona mentre la polizia lo caccia. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office Un mostro a Parigi ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 463 mila euro e 210 euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Parigi, 1910. Raoul ed Emile, nel compiere una consegna in un giardino botanico che è anche laboratorio per esperimenti, involontariamente mescolano due composti, uno per ingigantire e l'altro per vellutare le corde vocali, bagnando una pulce. Diventata immensa la bestia fugge per tutta la città creando lo scompiglio e mobilitando le forze dell'ordine guidate da un bieco prefetto. Nascostosi nel retro di un Club la bestia incontra Lucille la quale rimane conquistata dalla nobiltà d'animo espressa dal suo canto e usando un travestimento la prende a suonare e cantare nel suo spettacolo.
Lucille, Raoul, Emile e la creatura ribattezza Francoeur (cuore onesto) dovranno però sfuggire alle indagini del prefetto e ai suoi tentativi di trovare il mostro che terrorizza la città e così spostare l'attenzione pubblica dalle proprie malefatte.
Parigi è stata negli anni scenario di diversi film d'animazione di cui almeno un paio targati Disney (sia in qualità di produttore che di principale distributore) come Ratatouille e Gli Aristogatti, e il medesimo binomio sembra essere quello che regge Un mostro a Parigi, l'unione cioè dell'immaginario parigino di inizio secolo con una storia dallo scheletro (e dal senso per la musica) puramente disneiani.
Eppure, nonostante alla direzione ci sia Bibo Bergeron, francese d'America al lavoro da decenni per Hollywood e regista di Shark tale, e nonostante la produzione sia interamente francofona, lo stesso il nuovo cartone della Europa Corp di Luc Besson ha il difetto di utilizzare Parigi, la musica e il retaggio di altri racconti e altre fascinazioni (in primis quella del fantasma dell'Opera) a proprio vantaggio come scenario e non come spazio in cui agire. Invece che creare l'ambiente e le sensazioni che vuole, il film sfrutta i riferimenti alle opere più note che l'hanno fatto in precedenza. Un mostro a Parigi infatti reimmagina la geografia della città, ne cambia la toponomastica e si disinteressa del suo animo perchè gli serve solo la sua mitologia, quella stabilita, costruita e canonizzata da altre opere d'arte, come del fantasma dell'Opera gli serve solo la maschera e la possibilità di appoggiarsi all'eco romantico che quella suggestione è in grado di sprigionare.
Ed è un peccato perchè per il resto, nonostante qualche momento più stanco e fiacco nella seconda metà, la storia della pulce mutata che voleva essere una star del vaudeville è carina e dinamica. Non vuole di certo conquistare chissà quali primati Un mostro a Parigi, se non quello facile da raggiungere di intrattenere senza stupire, ammaliare senza innovare e per gran parte della sua durata ci riesce, infilando una dopo l'altra gag semplici che non si sporchino le mani con sentimenti reali, personaggi complessi o tentativi audaci.
Con precisione alchemica Bergeron mescola momenti di divertimento con quel quoziente di paura e tensione che spesso anima la narrativa per l'infanzia, utilizza soluzioni registiche da horror e addirittura riadatta la soggettiva dei salti nel cielo già vista in Thirst di Park Chan Wook (e nel seminale cortometraggio del 1984 Jump di Osamu Tezuka), allungandoli con il massimo dell'innocua innocenza romantica, vellutata dalle canzoni cantate da Vanessa Paradis (sia nella versione inglese che in quella francese) e scosse dalla solita azione da cartone animato fino alle punte più alte della città come ad imitare King Kong.
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L'animazione negli ultimi decenni ha raggiunto punte di qualità elevatissime e con "Un mostro a Parigi" fa un ulteriore passo in avanti nella ricerca di uno stile ricercato e maturo. A differenza del ritmo indiavolato delle ultime produzioni Diseny o delle creature della Pixar la pellicola francese ha un andamento lineare, una trama che rimanda ad altri miti ma rimane originale [...] Vai alla recensione »
Meraviglioso cartone animato per palati raffinati, ma i bambini ne erano incantati. Una splendida storia che parla dell'accettazione della diversità e di come coloro che la combattano spesso sono molto peggio di ciò che non si conosce o di cui noi abbiamo paura. Animazione perfetta, musica azzeccatissima e voci stupende per questo musical a cartoni.
Musica, amore, paura, avventura, dolcezza, azione, canti e balli. Questi e tanti altri sono i contenuti di questa splendida perla del cinema d'animazione. "Un mostro a Parigi" non ha una trama particolarmente originale ed è chiaramente visibile il miscuglio di tematiche di film/romanzi racchiuso in esso e da cui ha attinto abbondantemente, come per esempio "La bella e la bestia", "Il fantasma dell'Opera", [...] Vai alla recensione »
Nell' anno 1910 le vite di tre persone comuni di Parigi , vengono sconvolte dalla creazione di una creatura all'apparenza spaventosa , essendo una pulce divenuta alta come un uomo , che però si rivela socievole ed è perfino dotata di un 'ugola d'oro . Sebbene Lucille , Emile e Raoul riescono ad instaurare un rapporto di amicizia con questa creatura, dovranno poi [...] Vai alla recensione »
Un incidente trasforma un'innocua pulce in un mostro gigante che semina il panico nella Parigi dei primi del Novecento. Ma non si tratta di un essere malvagio, è piuttosto una creatura timida e molto, molto dotata a livello canoro e musicale. Bibo Bergeron confeziona una storia strampalata e godibile, che si fa forza soprattutto dell'ambientazione e di qualche gustosa citazione.
Non sono d' accordo con la recenzione di Gabriele Nicola, certo non sarà la Disney o la DreamWorks però è un bel film dove Bibo Bergeron mescola horror e romanticismo. Francia, nel novecento per sbaglio Raul (Enrico Brignano) ed Emile (Enzo Decaro) danno vita a una mostrosa creatura (in realtà una pulce gigante) con una voce soave.
E' una animazione con più di uno spunto interessante, con un sarcasmo molto spinto. La pulce, in apparenza amata, e il capo della polizia, il presunto cattivo, in realtà sono in posizioni invertite. Divertente.
Un Mostro a Parigi é un ottimo film. Forse il tema é un po' scontato (quello del mostro buono), ma ci sono molte idee originali, prima fra tutte la coralità: nel film non c'é un vero e proprio protagonista. Il film riprende anche la tradizione disneyana di integrare canzoni create ad hoc da musicisti di fama. L'unico difetto: l'animazione (specialmente dei visi) é ancora un po' impacciata rispetto [...] Vai alla recensione »
Ma quando uscirà in Italia questo film di animazione, che credo sia anche molto carino??
Sorprendente film di animazione francese, l'ambientazione a Parigi dà sempre quel tocco in più che rende al fin della storia, anche se stiamo parlando pur sempre di un "cartone animato". Due amici un pò pasticcioni, giocando con le provette di uno scienziato creano un mostro generato da una pulce, un mostro che terrorizza la città, ma che in fin dei conti è [...] Vai alla recensione »
L'inizio sembrava promettente, ma lo sviluppo non mi e' piaciuto. Tralasciando sulla mediocre scelta del mostro ( una pulce che suona, canta, balla... ) ma diversce scene e comportamenti troppo surreali mi hanno infastidito. Storia romantica? Lasciamo stare. Guardabile, ma nulla di piu'
Siamo nel 1910. Parigi è sommersa da una piena eccezionale della Senna. L'ultima cosa di cui ha bisogno il prefetto Maynott, impegnato nella caccia di un mostro che da tempo semina il terrore nella città. Immaginate un Fantasma dell'Opera che incontra Amélie Poulain in un jardin des plantes disegnato da Jacques Tardi, prima di saltare sui tetti come un Quasimodo trasportato nella spensierata e frizzante [...] Vai alla recensione »