Titolo originale | Kasi Az Gorbehaye Irani Khabar Nadareh |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Iran |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Bahman Ghobadi |
Attori | Negar Shaghaghi, Ashkan Koohzad, Hamed Behdad, Ashkan Koshanejad, Hichkas Hamed Seyyed Javadi. |
Uscita | venerdì 16 aprile 2010 |
Tag | Da vedere 2009 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,11 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 26 maggio 2015
Un ragazzo e una ragazza che hanno già avuto dei guai con la giustizia iraniana decidono, una volta usciiti di prigione, di formare una band rock. In Italia al Box Office I gatti persiani ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 174 mila euro e 51,3 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
|
Un ragazzo e una ragazza che hanno già avuto dei guai con la giustizia iraniana decidono, una volta usciiti di prigione, di formare una band rock. Si tratta di un'attività proibita dal regime e i due debbono cercare gli altri componenti cercando di non farsi scoprire. Al contempo iniziano a pianificare la fuga dal Paese che li opprime attraverso l'acquisto di passaporti falsi. Questo consentirebbe loro di avere anche la speranza di poter suonare in Europa. Ma i documenti costano cari e il rischio che la polizia interrompa brutalmente la loro attività si fa sempre più forte.
Ci sono film che hanno un valore di denuncia che va al di là della loro qualità artistica. Ci sono film poi che invece conservano un loro stile al di là del messaggio che intendono veicolare. Quello di Barman Ghobadi si colloca nella seconda categoria. Chi ha in mente il cinema iraniano fatto di lande desolate, scene ripetitive, tempi morti sul piano narrativo (fatti salvi i capolavori di pochi maestri come Abbas Kiarostami) qui ha l'occasione per respirare un'aria nuova. Con grande coraggio e rischiando personalmente Ghobadi ha girato un film senza autorizzazione, è riuscito a realizzare riprese in esterni talvolta corrompendo agenti con l'offerta di dvd 'proibiti' (compresi quelli dei suoi film precedenti) ed ha così potuto offrirci il ritratto di un Teheran nascosta in cui i giovani cercano di resistere come possono a un regime teocratico in cui il divieto di qualsiasi forma di espressione non allineata viene represso. Non è un caso che alla sceneggiatura abbia partecipato la compagna del regista, la giornalista di origine americana Roxana Saberi.
Costei, arrestata con il pretesto di un'accusa di spionaggio, è stata liberata esattamente due giorni prima della proiezione del film a Cannes. Il regime ha capito che, in caso contrario, la cassa di risonanza mediatica sarebbe stata troppo forte e che gli echi sarebbero stati colti da quella 'pericolosa opposizione' costituita dai giovani che vogliono esprimersi anche con la musica. Perché i gatti persiani possono essere costretti ad apparire come animali da salotto. Ma non bisogna dimenticare che possono (e un giorno lo faranno) sfoderare le unghie. Nel frattempo Ghobadi ha dovuto autoesiliarsi.
I GATTI PERSIANI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€6,50 | – |
Un gruppo di giovani (fra loro anche una ragazza) di Teheran, dalla faccia pulita e dai mille sogni in tasca, vorrebbe cantare, suonare e ascoltare la musica rock di cui ciascuno di loro è appassionato, come milioni di loro coetanei in altri paesi del mondo. Purtroppo a Teheran, il regime instaurato dalla repubblica islamica, soprattutto dopo i contestatissimi risultati delle ultime elezioni, [...] Vai alla recensione »
Underground di nome e di fatto per i giovani musicisti iraniani che, non potendo liberamente suonare con le loro band perché troppo rivoluzionarie, vivono la loro passione letteralmente sottoterra. La città di Teheran nasconde sotto di sé un inimmaginabile percorso fatto di cantine, ambienti in degrado, corridoi, stradine, veri e propri nascondigli dove pareti rozzamente insonorizzate accolgono le [...] Vai alla recensione »
E' proprio un ottimo film questo "I gatti persiani": un pò indagina sociologica, un pò racconto poetico e romantico, un pò documentario, senza sbagliare in nessuno di questi. La storia ruota intorno alla realizzazione del desiderio di un gruppo di giovani musicisti: lasciare l'Iran per suonare all'estero liberamente la musica che nella madrepatria [...] Vai alla recensione »
Film di denuncia che ha per protagonisti non i canonici giovani arrabbiati, ma piuttosto dei fuggitivi, clandestini nel loro stesso Paese. Sorprendentemente godibile e a tratti spassoso, vanta un apporto sonoro eccezionale.
Recensione OTTIMA per cui non credo che sabato aggiungerò nulla; approfitto solo per ricordare Jafar Panahi di cui il mondo della cultura cinematografica e non sembra essersi dimenticato.
Niente a che vedere con la disperazione tragica de “Il tempo dei cavalli ubriachi”. Regia leggermente incerta, interpreti mediocri, storia piatta come la sceneggiatura leggermente infantile. Abbastanza interessante l’incalzare della musica, alla ricerca di un equilibrio fra identità storica e voglia di superare gli angusti confini geografici, fra tradizione e innovazione, quell’innovazione paurosamente [...] Vai alla recensione »
Avete preferito pubblicare LE IDIOZIE di chiarialessandro e non la mia considerazione extra relativa all'arresto di Panahi? VERGOGNA! Tanto la petizione "l'ho chiamata" lo stesso perché PUNTUALMENTE si è verificato quello che avevo evocato quindi anche questa volta il mio apporto INTELLIGENTE a questo sito quasi del tutto inutile l'ho dato. Alla prossima!
Gran bel film, bella musica. Un road movie musicale dove una coppia di ragazzi ricerca i compenenti della band con cui partire in tour nei luoghi più diversi: da una stalla, ad una cantina. Il film attraversa quasi ogni genere musicale, dal rap persiano, folk heavy metal. Sullo sfondo dellla ricerca ma anche cooprotagonista Theran con il suo traffico, la sua miseria.
un ottimo film. una bella storia., impressionanti le riprese durante le "clip" .
Per quanto risulta a chi scrive, il pedinamento zavattiniano consisteva nel seguire un personaggio con la telecamera in mano, inserendosi ovviamente, nel neorealismo, che ritrae prima (O invece) di "creare". Partendo da questo presupposto, bisognerebbe chiedersi quanto certo cinema iraniano più o meno "contemporaneo" sia debitore della lezione di certi maestri nostrani. Vai alla recensione »
... non è colpa dei cattivoni della cia con gli occhiali scuri stavolta? Ma dai, che recensione politicamente scarsa, non correrà mai per il premio Lenin.
Idea interessante che offre uno squarcio di vita a noi (o almeno a me) sconosciuto: il mondo iraniano. Originale il metodo di inglobare le canzoni man mano che si susseguono i gruppi musicali provocando così un'alternanza di musica e scene. Particolarmente fastidiose le scene sfuocate e anche quelle un po' troppo rapide e ballerine (forse anche perchè ero in prima fila :-/). Vai alla recensione »
Esce il 16 aprile in 40 copie targate Bim il primo “film rock” iraniano del kurdo Barman Ghobadi (Il Tempo dei Cavalli Ubriachi), girato in clandestinità in due settimane, con la stessa urgenza e lo stesso coraggio che anima i suoi giovani protagonisti, e costato al regista un annunciato ma non meno doloroso esilio. Nel presentare alla stampa I Gatti Persiani , un’opera quasi documentaristica sul mondo vitale e clandestino dei giovani musicisti nel paese che ha messo al bando la musica, Ghobadi esordisce dicendo la sua gratitudine per il sostegno che dall’Italia arriva, più che da ogni altro [...]
L'Italia non dà asilo politico, ma il festival di Cannes sì. Ieri due cineasti interdetti in patria sono passati sugli schermi della Croisette, il kurdo-iraniano Bahman Ghobadi con I gatti persiani (Un certain regard) e il cinese Lou Ye in concorso con Febbre di primavera. La star del giorno però è Roxana Saberi, che firma la sceneggiatura del film diretto dal suo compagno, Ghobadi.
Un regista che non riesce a fare il film che vorrebbe ne gira un altro quasi per caso che parte come un rigagnolo e arriva come un fiume in piena. In Occidente sarebbe una riflessione sui mezzi e i fini di chi fa arte. In Iran è il manifesto di una generazione, la scoperta di un mond, una battaglia per la libertà d'espressione che diventa lotta per la vita tout court.
Sulla mancanza di libertá in Iran sappiamo sempre troppo poco, per nostra negligenza o opportuno, e opportunista, oscuramento dell'informazione. E così il cinema spesso ci fa da breccia, da cavallo di Troia per scoprirne i confini. Si rimane attoniti quando ci si getta nel prologo di No one knows about persian cats di Bahman Ghobadi (Certain Regard), e vediamo i protagonisti alla ricerca di passaporti [...] Vai alla recensione »
Début 2009, deux calendriers qui, d'ordinaire, n'ont rien à voir l'un avec l'autre se sont mêlés. En janvier, la journaliste américano-iranienne Roxana Saberi était accusée d'espionnage et arrêtée par les autorités iraniennes. En avril, alors que son cas était devenu un élément du contentieux entre l'Iran et les Etats-Unis et que les protestations contre sa détention se multipliaient, le Festival de [...] Vai alla recensione »
Dal regista del Tempo dei cavalli ubriachi, una discesa nel panorama forzatamente underground dell’indie-rock made in Iran: I gatti persiani di Bahman Ghobadi è il tallonamento neo-neorealistico di una giovane coppia di musicisti, che vorrebbe mettere in piedi un gruppo. Frustrati dalle proibizioni del regime, che da 30 anni bandisce la musica occidentale, i due progetteranno la fuga, con passaporti [...] Vai alla recensione »
È poco probabile che I gatti persiani esca mai nel suo Paese, l'Iran; anche se è stato premiato a Cannes e se è ben fatto, avventuroso, molto interessante. Il titolo deriva dalla proibizione esistente in Iran di portare fuori gatti e cani condannati a segregazione in casa: il regista Ghobadi vede un'analogia tra i pregiati persiani e i ragazzi suoi protagonisti.
Dieci anni fa, il regista iraniano di origine curda Bahman Ghobadi vinse la Caméra d' or a Cannes con Il tempo dei cavalli ubriachi. Ora torna con un film girato in clandestinità e in pochi giorni per le strade di Teheran. Due giovani musicisti percorrono la scena musicale underground della capitale: vogliono formare un gruppo e lasciare l' Iran alla volta dell' Europa.
Rimanendo fedele allo spirito dei suoi primi film (sociopolitici nel senso più ampio) realizzati in piena libertà sulle montagne del Kurdistan, Bahman Ghobadi ha preso la sua videocamera ed è andato a riprendere la scena musicale di Teheran. Il film è una specie di jam session permanente, sia musicale sia visiva, che racconta le disavventure di due studenti.
Kasi az gorbehayeirani khabar nadareh era il titolo del film che partecipò a Cannes nel 2009. In Italia diventa I gatti persiani e sotto questa nuova identità c'è voluto un po' per identificarlo. Il premio-simbolico della giuria del «Certain Regard» gli giunse per incoraggiarne l'intento politico, nell'esiguità dei mezzi. Lo spunto –due musicisti freschi di prigione vogliono espatriare per vivere in [...] Vai alla recensione »
Se la società che racconti è già un carcere, non serve la metafora di una prigione per raccontarla, come avviene, per esempio in un altro bellissimo film che esce questo venerdì, Cella 211 . L'Iran è uno splendido luogo che è stato imprigionato dalla religione e da un regime, con dei secondini, pardon dei guardiani che cercano di soffocare un paese pieno di vitalità repressa.
Forse per raccontare l'Iran di oggi è necessario creare un grande affresco che ne descriva tutte le contraddizioni, la compresenza di tradizione e modernità, di vecchi e nuovi oscurantismi e di forti spinte progressiste che nascono da un desiderio di libertà e di espressione, soprattutto nei giovani. I gatti persiani, vincitore della sezione Un certain regard dell'ultimo festival di Cannes e secondo [...] Vai alla recensione »
Il regista iraniano de Il tempo dei cavalli ubriachi, dopo essere stato censurato in patria e dopo essersi visto negare le autorizzazioni per girare il nuovo film, esasperato ha comprato una camera digitale e ha seguito un gruppo indie-rock di Teheran. Un ritratto affascinante della scena underground della musica iraniana, e soprattutto un film sulla situazione politica in Iran raccontata dal punto [...] Vai alla recensione »
Rock's beginning was all about youth and rebellion and risk, a bit of history that tends to get lost in an "American Idol" world. So "No One Knows About Persian Cats," a heart-pounding descent into the illegal underground music scene of Tehran comes at you like the scream of an electric guitar. Director Bahman Ghobadi shot it on the run in just 17 days and without a government permit, a choice that [...] Vai alla recensione »