Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 98 minuti |
Regia di | John Irvin |
Attori | Mena Suvari, Jack Huston, Richard E. Grant, Caterina Murino, Carmen Maura, Matthew Modine Mathias Palsvig. |
MYmonetro | 2,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 ottobre 2010
Sesso e perdizione in un triangolo amoroso ambientato nella versione cinematografica del romanzo omonimo di Ernest Hemingway.
CONSIGLIATO NÌ
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David Bourne è un promettente romanziere americano in luna di miele in Costa Azzurra con Catherine, la donna affascinante e inquieta che ha da poco sposato. La costante ricerca di nuove emozioni che muove la moglie si confonde con la scrittura del marito e si fonde in un turbamento erotico, che Catherine fomenta "regalando" al proprio uomo Marita, un'ereditiera italiana. Gelosa della sua letteratura, nella quale lei non compare, Catherine scivola velocemente nella nevrosi, spingendo a forza David nelle braccia di Marita.
Il Giardino dell'Eden di John Irvin si misura con l'ultimo romanzo pubblicato dopo la morte di Ernest Hemingway, più che mai ambizioso, scoperto, personale. Sullo sfondo, la lost generation dell'alcool mattutino, dei capelli alla maschietta, un tempo che chiedeva di osare e di esagerare ma non nascondeva il premio del dolore alla fine del percorso di conoscenza. Un romanzo sull'inconciliabilità tra arte e vita, sul vampirismo dell'una nei confronti dell'altra, sulla forza nell'una e la debolezza nell'altra. Mentre Catherine va a caccia di emozioni da condividere con il suo uomo per dimostrarsi artista della vita, David rielabora gli eventi in un racconto sulla caccia, apparentemente lontano, africano, in cui l'amore incondizionato di un figlio per il padre si congela e trasforma di fronte all'uccisione da parte dell'adulto di un elefante. L'oggetto inseguito, ricercato, l'oggetto d'amore, finisce per essere fatalmente ucciso ("yet each man kills the thing he loves" recita Wilde), l'amore stesso muore per rinascere sotto una forma diversa, macchiata da un peccato originale. D'altronde, siamo nel giardino dell'Eden.
Un blocco di partenza sofferto e incompleto ma potente, che John Irvin ("Hamburger Hill") spreca in toto in un film che non si può nemmeno dire calligrafico perché l'abuso di dissolvenze incrociate, la stucchevolezza della musica, il costume ridotto a travestitismo non hanno nulla a che vedere con la bella scrittura al cinema. Avrebbe dovuto essere un film sulla velocità di un'automobile lanciata reiteratamente incontro all'effimero, sul peccato dell'otium, un film percorso dalla tensione, erotica e nervosa, ma raramente il risultato è stato più distante dalle premesse. Jack Huston e Mena Suvari non hanno colpa, Caterina Murino, invece, dovrebbe prendersi qualche responsabilità, ma l'uomo col fucile, che ammazza colpo su colpo la sua creatura di celluloide, è il regista. Per una volta l'invito è a lasciar perdere l'amore, torni piuttosto a fare la guerra.
Based on a posthumously published novel, "Hemingway's Garden of Eden," directed by John Irvin from an adaptation by James Scott Linville, tells the story of a writer (Jack Huston), his wife ( Mena Suvari) and the heiress ( Caterina Murino) who ignites a brief passion among all three. Handsomely presented, with locations in Spain and Africa, the film at moments accomplishes its ambitions of being a [...] Vai alla recensione »