anna lacritica
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mercoledì 19 gennaio 2011
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film degno di nota, ma...
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Il film è senza dubbio fatto molto bene, a partire dalla trama, curata nei minimi dettagli, ad arrivare ai personaggi, attori che svolgono bene (è dir poco) il loro ruolo. Un fantastico Brad Pitt, che svolge il ruolo del protagonista perfettamente, (e a mio avviso, erano pochi gli attori adeguati a poter svolgere un ruolo tanto difficile), affiancato da una fantastica Cate Blanchette, meritevole di lode: ottima attrice, che si adegua ad ogni sfaccettatura in cui lei si trovi. I protagonisti vengono contornati da un ambiente molto famigliare: personaggi che coinvolgono, che non mantengono fuori dalla scena lo spettatore. E' tutto in armonia, ciò che non quadrava del tutto era il finale, che lascia un non so chè di amaro in bocca.
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Il film è senza dubbio fatto molto bene, a partire dalla trama, curata nei minimi dettagli, ad arrivare ai personaggi, attori che svolgono bene (è dir poco) il loro ruolo. Un fantastico Brad Pitt, che svolge il ruolo del protagonista perfettamente, (e a mio avviso, erano pochi gli attori adeguati a poter svolgere un ruolo tanto difficile), affiancato da una fantastica Cate Blanchette, meritevole di lode: ottima attrice, che si adegua ad ogni sfaccettatura in cui lei si trovi. I protagonisti vengono contornati da un ambiente molto famigliare: personaggi che coinvolgono, che non mantengono fuori dalla scena lo spettatore. E' tutto in armonia, ciò che non quadrava del tutto era il finale, che lascia un non so chè di amaro in bocca. Tuttavia, il film si presenta fatto bene, come da stile di Fincher, per una volta uscito dal suo solito stile di film.
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dano25
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mercoledì 27 aprile 2011
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straordinaria favola
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David Fincher ci regala una favola in quello che è il suo progetto più grande : trasporre sul grande schermo “Il curioso caso di Benjamin Button", racconto omonimo di Fitzgerald. Per realizzare tale progetto, Fincher si affida ad un protagonista eccellente e con il quale ha già lavorato in passato con successo (Seven, Fight Club…) Brad Pitt.
Una donna in punto di morte in ospedale chiede alla figlia di leggere un diario ed è così che ci proiettiamo nel mondo e nei ricordi di una vita incredibile fin dall’inizio.
Benjamin Button nasce l’11Novembre 1918 (giorno della fine della 1° guerra mondiale) in circostanze tragiche; La mamma muore dandolo alla luce e il piccolo è un vecchietto con artrite, cataratta e tutto quello che ci si aspetta da un 90enne nel corpo di un neonato.
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David Fincher ci regala una favola in quello che è il suo progetto più grande : trasporre sul grande schermo “Il curioso caso di Benjamin Button", racconto omonimo di Fitzgerald. Per realizzare tale progetto, Fincher si affida ad un protagonista eccellente e con il quale ha già lavorato in passato con successo (Seven, Fight Club…) Brad Pitt.
Una donna in punto di morte in ospedale chiede alla figlia di leggere un diario ed è così che ci proiettiamo nel mondo e nei ricordi di una vita incredibile fin dall’inizio.
Benjamin Button nasce l’11Novembre 1918 (giorno della fine della 1° guerra mondiale) in circostanze tragiche; La mamma muore dandolo alla luce e il piccolo è un vecchietto con artrite, cataratta e tutto quello che ci si aspetta da un 90enne nel corpo di un neonato. Il padre, sconvolto, abbandona Benjamin sui gradini di una casa di riposo dove una donna di colore lo trova e lo cresce come suo figlio. Crescendo il piccolo migliora e, la lettura del diario, ci accompagna nella crescita e nel ringiovanimento di un uomo che scopre la vita al contrario, vivendo un’adolescenza da anziano e una vecchiaia da giovane. Nel corso della vita Benjamin conoscerà l’amore, il dolore, l’amicizia e tutte le sfumature del vivere col motto “Non sai mai cosa ti aspetta”. La favola non avrà un finale lieto e scontato ma degno di un film diverso.
Intorno a Brad Pitt agisce un cast di tutto rispetto con Jason Flemyng nella parte del padre, Tilda Swinton primo amore di Benjamin, una straordinaria e bellissima Cate Blanchett è Daisy, amore
di tutta una vita che si regala un’ultima occasione per rivivere tale amore.
Il film vale 14 nomination all’Oscar con tre statuette per la scenografia, il trucco e gli effetti speciali. Qualcosa in più non sarebbe stata rubata ma questo è. L’unica cosa criticabile sono i 159 minuti di durata; qualche scena poteva essere eliminata perché seppur bellissimo, il film appare pesantuccio ed un’alleggerita magari avrebbe fatto sì che scorresse in maniera più fluida. Per il resto, da collezione.
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mystic
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venerdì 26 ottobre 2012
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david fincher cambia genere
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Guardando il film nessuno direbbe che il regista è lui, quello di Seven, Fight Club e del recente Uomini che odiano le donne. E invece è proprio David Fincher, che ci racconta in una pellicola quello che poteva essere raccontato con molti altri film e con moltissimi protagonisti. Benjemin Button è infatti un personaggio che sembra contenerne altri, forse per l'estensione temporale che ci parla di una vita che passa, elemento cruciale del film. E lo stesso si può dire del personaggio della Blanchett. Nel corso del film incontreremo anche personaggi stravaganti e bizzarri al limite del verosimile, da farci quantomeno sorridere. Le trasformazioni, l'orgoglio, le relazioni, le illusioni e le gioie: tutto emerge con un'ondata di emozioni.
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Guardando il film nessuno direbbe che il regista è lui, quello di Seven, Fight Club e del recente Uomini che odiano le donne. E invece è proprio David Fincher, che ci racconta in una pellicola quello che poteva essere raccontato con molti altri film e con moltissimi protagonisti. Benjemin Button è infatti un personaggio che sembra contenerne altri, forse per l'estensione temporale che ci parla di una vita che passa, elemento cruciale del film. E lo stesso si può dire del personaggio della Blanchett. Nel corso del film incontreremo anche personaggi stravaganti e bizzarri al limite del verosimile, da farci quantomeno sorridere. Le trasformazioni, l'orgoglio, le relazioni, le illusioni e le gioie: tutto emerge con un'ondata di emozioni.
Nonostante abbia vinto 3 Oscar e avrebbe potuto vincerne qualcuno in più, il film è talvolta troppo poetico, anche se incalzante. Lo sviluppo della trama è piacevolissimo e scorrevole come il tempo che passa (o che torna indietro in una commovente riflessione?), tema principale del film. Sì, perchè arrivando alla fine del film, che supera ampiamente le due ore, si ha la percezione che siano passati pochi minuti. Un buon Brad Pitt e una grande Cate Blanchett; anche Fincher merita una nota di approvazione, anche se di certo non verrà ricordato per questa pellicola. Ottima la fotografia e i dialoghi.
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pipay
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lunedì 16 febbraio 2009
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oltre il tempo
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E' un film che non ha il senso della misura. Si è mirato molto in alto per ottenere poco. La storia, in sé, non manca di originalità: fa riflettere sulle occasioni, sulle circostanze e sui paradossi della vita. Si avverte il fluire del tempo, il peso degli anni e sul fatto che, in fondo, tutto è relativo. La vita, bene o male, è un dono che va considerato e assaporato, nel positivo e nel negativo. Ma la sceneggiatura è la grande pecca di questo film, che doveva essere più contenuto, più immediato. Invece si assiste a una storia che si dilata, si biforca, si ripiega su se stessa, tanto da risultare persino angosciante. Brad Pitt, inoltre, non è nella sua forma migliore. Tre stelle perché, in fondo, la realizzazione del film (regia, trucco, scenografia) ha richiesto sicuramente un certo impegno.
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hal 9000
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giovedì 3 settembre 2009
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un gioiellino affascinante e delicato
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Affascinate ed estremamante originale, raccontato con una cura dei dettgli sorprendente, "Il curioso caso di benjamin Button" è stato uno dei film più interessanti del 2009. David Fincher ha saputo stupire con una regia così delicata fatta di inquadrature e carrellate controllatissime e grazie ad una confezione davvero di gran classe con bellissime scenografie, un'eccellente fotografia e un trucco davvero sorprendente; e sono molte le sequenze memorabili da quella iniziale dell'orologio a quella davvero magistrale dell'incidente.
Ottimo anche il cast con una grande prova di Brad Pitt anche se la Blanchett è un po' meno brillante del solito.
Il risultato finale è quindi un gioiellino forse troppo ben confezionato, che rischia di rimanere prigioniero della sua perfezione compositiva per riuscire a trasmettere dei sentimenti forti, e se nella prima parte il ritmo lento è perfetto e necessario pe rendere la ripetitività della vita, nella seconda metà si accumula una leggera pesantezza narratiav a cui 10-15 minuti in meno avrebbe giovato.
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Affascinate ed estremamante originale, raccontato con una cura dei dettgli sorprendente, "Il curioso caso di benjamin Button" è stato uno dei film più interessanti del 2009. David Fincher ha saputo stupire con una regia così delicata fatta di inquadrature e carrellate controllatissime e grazie ad una confezione davvero di gran classe con bellissime scenografie, un'eccellente fotografia e un trucco davvero sorprendente; e sono molte le sequenze memorabili da quella iniziale dell'orologio a quella davvero magistrale dell'incidente.
Ottimo anche il cast con una grande prova di Brad Pitt anche se la Blanchett è un po' meno brillante del solito.
Il risultato finale è quindi un gioiellino forse troppo ben confezionato, che rischia di rimanere prigioniero della sua perfezione compositiva per riuscire a trasmettere dei sentimenti forti, e se nella prima parte il ritmo lento è perfetto e necessario pe rendere la ripetitività della vita, nella seconda metà si accumula una leggera pesantezza narratiav a cui 10-15 minuti in meno avrebbe giovato.
Avendo ottenuto ben 13 nominations sembrava uno dei favoriti per la Notte degli Oscar, ma vinse solamente 3 statuette: miglior scenografia, miglior trucco, migliori speciali. Avrebbe meritato l'Oscar anch la fotografia di Claudio Miranda.
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des_demona
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mercoledì 10 febbraio 2010
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una favola sul tempo
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Si comincia dalla nascita di un bambino strano in una giornatastrana - la fine della Grande Guerra - nella vecchia New Orleans: un neonato dalle fattezze così insolite da risultare insopportabile alla vista del padre, che lo abbandona sulle scale di una casa per anziani. La responsabile dell’ospizio, Queenie, decide di prendersene cura e di accudirlo fino al suo ultimo giorno che, data la salute terribilmente precaria del piccolo, sembra ormai prossimo. Ed invece no. Più passa il tempo e più Benjamin riacquisisce le forze, i capelli, la vitalità. In una parola: la giovinezza. Mentre tutti invecchiano e vanno via, Benjamin ringiovanisce, procede verso gli anni più splendenti della vita.
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Si comincia dalla nascita di un bambino strano in una giornatastrana - la fine della Grande Guerra - nella vecchia New Orleans: un neonato dalle fattezze così insolite da risultare insopportabile alla vista del padre, che lo abbandona sulle scale di una casa per anziani. La responsabile dell’ospizio, Queenie, decide di prendersene cura e di accudirlo fino al suo ultimo giorno che, data la salute terribilmente precaria del piccolo, sembra ormai prossimo. Ed invece no. Più passa il tempo e più Benjamin riacquisisce le forze, i capelli, la vitalità. In una parola: la giovinezza. Mentre tutti invecchiano e vanno via, Benjamin ringiovanisce, procede verso gli anni più splendenti della vita. Tuttavia, è proprio questa sua esistenza a non poter essere differente da quella degli altri suoi simili: Benjamin ama, ha paura, soffre, è felice. Sebbene per lui le lancette dell’orologio corrano all’indietro, non v’è una sostanziale differenza fra ciò che egli vive e quello che vivono gli altri. E’ piuttosto il come che varia, ma quello - potrebbe obiettare qualcuno - è sempre diverso per tutti.
Fincher ci tiene a sottolineare questo aspetto della storia: il punto di vista del Tempo che ci soggioga e ci incatena, un’ansia costante che spesso ci devia da ciò che conta di più. Lo fa, però, con l’espediente della struggente storia d’amore fra Button e la ballerina Daisy - filiforme ed elegante Cate Blanchett -, mescolando il tutto in uno shaker di tagli e ritagli melodrammatici, saltando di continuo dal reale al fiabesco e tentando invano di montare un filo fra le due dimensioni che, stanco di essere ripetutamente strattonato, finisce per spezzarsi.
Il film medesimo si dimostra ciclico, un unico cerchio di immagini e di persone congiunte fra di loro da un qualcosa che rimane indefinibile ma che tuttavia si avverte e, in alcuni casi, diventa perfino evidente.
Niente è lasciato al caso, come nella finzione così nella vita vera: ciascun personaggio, anche se secondario, possiede un proprio insostituibile ruolo nel fluire degli eventi. Lo sguardo onnisciente del regista osserva il lento divenire di oggetti, anime e luoghi, conviventi sullo stesso palcoscenico e destinati a rimanere sotto la luce per quel tanto che viene loro concesso, finché non arriverà un taxi nero, un fulmine, un uragano, a spegnere i riflettori.
Così, il passaggio dal color seppia del ricordo alla nitidezza del tempo attuale appare meno ostico agli occhi dello spettatore, che il film lascia affascinato, trasognato, frastornato da domande di mastodontica portata.
Resta una manciata di indizi, tracce sparse della poesia di Fitzgerald ben metabolizzate dalla macchina hollywoodiana: primo fra tutti, il piccolo colibrì, che riassume il senso di tutto nell’oscillazione delle sue ali.
Un po’ come Mr. Jingles, il topolino de Il Miglio Verde, di kinghiana memoria.
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bracchetto58
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giovedì 1 dicembre 2016
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bello, bellissimo, un grande film
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TUTTO MERAVIGLIOSO. è UN VOLO NELL'ANIMA E NELL'AMORE. MA LEGGETEVI UN RACCONTO BREVE DI FANTASCIENZA DI JAMES G. BALLARD SCRITTO NEL 1964 DAL TITOLO "TIME OF PASSAGE" - (TEMPO DI PASSAGGIO"), E POI DITEMI DA CHI HANNO PRESO L'IDEA...... 44 ANNI DOPO NIENTE DI NUOVO PER CHI AVEVA GIà LETTO UN BREVE SCRITTO BEN PIù DRAMMATICO DEL FILM..... BRAVO DAVID FINCHER, MA è FACILE FARE SUCCESSO SULLE IDEE DEGLI ALTRI E DOPO AVER RUBATO L'IDEA AD UN GRANDE DELLA FANTASCIENZA ! BASTAVA DIRE CHE ERA TRATTO DAL RACCONTO , BASTAVA SOLO QUESTO - BYE BYE - DA GILO'
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lucia
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domenica 15 marzo 2009
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quando l'anima non ha più soffio si dedica ai
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un film che lascia profondi spunti sulla vita, sulla morte, sul criterio dell'età che può essere asolutamente relativa pr ciascuno di noi, alcuni nascono vecchi dentro e spesso non rigiovaniscono, altri nascono piccoli ma non crescoscono mai e si potrebbe andare all'infinito...delicatissima storia di esperienze drammatiche umane trattate con grande sensibilità e poesia,vera storia, ma anche metafora su come trascorriamo la nostra vita, spesso senza grandi scosse che non ci fanno sentire mai vivi, ma dei sopravvissuti
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thegame
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lunedì 13 aprile 2009
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le risorse 2008 dell'academy...
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produzione sballata e furbetta per il gioellino hollywoodiano 2008...David Fincher in versione Oscar, senza abbandonare il suo stile e la sua fotografia molto patinata, confeziona, senza nè arte nè parte, un prodottino molto ruffiano e poco convincente, ignorando del tutto o quasi la miriade di tematiche e approfondimenti che potevano insorgere dall'interessantissimo soggetto proposto e reo inoltre di avere come punto di riferimento un Brad Pitt che offre una performance ben distante da quella vista in "Burn after reading"...molto probabilmente il progetto in altre e più esperte mani, come per esempio in quelle di Chris Nolan o Tim Burton, avrebbe garantito un elaborato di gran lunga più efficace.
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produzione sballata e furbetta per il gioellino hollywoodiano 2008...David Fincher in versione Oscar, senza abbandonare il suo stile e la sua fotografia molto patinata, confeziona, senza nè arte nè parte, un prodottino molto ruffiano e poco convincente, ignorando del tutto o quasi la miriade di tematiche e approfondimenti che potevano insorgere dall'interessantissimo soggetto proposto e reo inoltre di avere come punto di riferimento un Brad Pitt che offre una performance ben distante da quella vista in "Burn after reading"...molto probabilmente il progetto in altre e più esperte mani, come per esempio in quelle di Chris Nolan o Tim Burton, avrebbe garantito un elaborato di gran lunga più efficace...al termine di questi lunghi 160 minuti di pellicola, quello che rimane è la speranza che "il curioso caso di Benjamin Button" e "The millionaire" non siano veramente gli unici punti di riferimento dell'academy quest'anno...
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alicetta24288
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domenica 8 gennaio 2012
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come apprezzare l'avanzare dell'età
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Questo film fa riflettere sul ciclo della vita,perchè si nasce in un certo modo e si muore in un altro ad età differenti.Spesso non facciamo altro che lamentarci di quanto sia brutta la vecchiaia e abbiamo paura dei giorni che passano perchè sappiamo che prima o poi ognuno di noi è destinato a morire;ma soprattutto rifiutiamo quell'età che ci rende "brutti",coperti di rughe...quell'età che rende il fisico stanco,poco reattivo,malato;per non parlare del nostro quoziente intellettivo o della nostra memoria che si indebolisce piano piano.Riflettendoci un attimo però,non è immensamente triste guardare un neonato,così carino ,dolce,con una pelle così liscia,i suoi capelli dorati e i suoi occhi dal colore del cielo chiudersi lentamente per poi non aprirsi più? A me ha fatto questa impressione.
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Questo film fa riflettere sul ciclo della vita,perchè si nasce in un certo modo e si muore in un altro ad età differenti.Spesso non facciamo altro che lamentarci di quanto sia brutta la vecchiaia e abbiamo paura dei giorni che passano perchè sappiamo che prima o poi ognuno di noi è destinato a morire;ma soprattutto rifiutiamo quell'età che ci rende "brutti",coperti di rughe...quell'età che rende il fisico stanco,poco reattivo,malato;per non parlare del nostro quoziente intellettivo o della nostra memoria che si indebolisce piano piano.Riflettendoci un attimo però,non è immensamente triste guardare un neonato,così carino ,dolce,con una pelle così liscia,i suoi capelli dorati e i suoi occhi dal colore del cielo chiudersi lentamente per poi non aprirsi più? A me ha fatto questa impressione.Penso che l'ordine cronologico cui siamo soggetti sia giusto così...basta pensare al povero Benjamin che sin da piccolo ha dovuto accettare l'idea di essere diverso ed è dovuto crescere precocemente,essere più maturo dei suoi coetanei,solo per potersi far accettare da chi gli sta intorno che ovviamente non riesce a spiegarsi come un corpo da ottantenne possa rappresentare un bambino.Quello che ho apprezzato tanto è che in questo film,la vecchiaia e la morte danno un senso di tranquillità...in particolare la morte non viene vissuta come un dramma,ma viene accettata per quella che è,ossia parte del ciclo vitale;si ,sicuramente la morte comporta sofferenza soprattutto per la perdita dei propri cari,ma "Uno si può anche incazzare quando le cose vanno cosi, uno può bestemmiare, maledire il destino ma quando arrivi alla fine, non resta che mollare..".
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