Il curioso caso di Benjamin Button |
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Un film di David Fincher.
Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond, Jason Flemyng.
continua»
Titolo originale The Curious Case of Benjamin Button.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 159 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 13 febbraio 2009.
MYMONETRO
Il curioso caso di Benjamin Button
valutazione media:
2,72
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Benjamin Button nasce vecchio e ringiovanisce.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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martedì 10 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON (USA, 2008) di DAVID FINCHER con BRAD PITT – CATE BLANCHETT – TILDA SWINTON – JASON FLEMYNG – JULIA ORMOND – TARAJI P. HENSON – ELIAS KOTEAS – JARED HARRIS – MAHERSHALALHASHBAZ ALI – ELLE FANNING – DONNA DUPLANTIER § Il giorno della fine della Grande Guerra l'industriale Thomas Button ha dalla moglie, che muore di parto, il suo primogenito. Ma il suo aspetto lo inorridisce al punto che lo strappa dalla culla e lo abbandona di fronte a una casa di riposo. Viene ospitato dalla gestrice della struttura, Queenie, che lo battezza Benjamin. Il neonato soffre di una rara malattia che gli comporta le patologie di un vecchio: arti ossificati, scarso udito, pelle raggrinzita e cattiva vista. Dovrebbe morire entro poco tempo e invece sopravvive, e sembra che qualcosa ringiovanisca in lui giorno dopo giorno; in effetti scopre ben presto che la sua esistenza va alla rovescia. A 7 anni impara a camminare, a 13 comincia a lavorare su un battello con cui parte per la guerra contro il Giappone a 23, vedendo morire il suo comandante e quasi tutto il resto dell’equipaggio. A 26 torna a casa, dove rincontra Thomas, invecchiato e malato, che gli rivela la sua paternità e gli lascia una cospicua eredità, e soprattutto Daisy Fuller, che conobbe nel 1930 nel giardino della casa di riposo e che ora è una giovane e bellissima ballerina. Lui la ama, lei ci mette un po' a ricambiarlo, ma alla fine convolano a nozze e si sistemano in un appartamento. Hanno pure una figlia, Caroline. Ma Benjamin, sostenendo che non potrà mai essere un buon genitore, lascia la famiglia e riprende a girare il mondo. Viene ritrovato agli inizi degli anni '90 da Daisy, che s'è ormai avviata alla terza età, quando è poco più che un ragazzino. Lei, ferita a morte perché Button non ha più memoria del suo passato, lo accudisce fino al giorno della sua morte (in fasce). E neanche sul letto funebre smetterà di rimpiangere la loro storia d'amore. Nel 1922 Francis Scott Fitzgerald, autore di racconti che primeggiò nella cosiddetta età del jazz, scrisse un racconto breve dallo stesso titolo, per il quale fu aspramente criticato dai giornali di New Orleans, che lo definirono «il più grosso pezzo di somaro fra i venditori di storie», oltre che «un bel matto». Eppure nelle sue pagine trapela un fascino di stampo quasi introvabile, una storia che in un numero molto limitato di righe condensa tante vicende che, attraversando la storia, narrano di un uomo diverso da ogni altro suo simile che cerca di collocarsi all’interno della società cui dovrebbe appartenere, ma è la società stessa a creargli i problemi con cui dovrà confrontarsi dapprima all’inizio, quando è un giovane con lunga barba grigia, e poi alla fine, in una vecchiaia dove gioca con le striscioline di carta e si sbrodola bevendo il latte. Anche il film di Fincher (ambientato però nel XX secolo, con prologo ed epilogo nel XXI) fonda le scene, i suoni e i temi partendo da una duplice domanda di indispensabile fondamento: come si comporterebbe un uomo anziano se avesse l’età di un bambino? E come ragionerebbe un infante nei panni di un vecchio? Trasposto sullo schermo, il racconto di Fitzgerald conserva in modo abbastanza dignitoso il suo fascino, anche se a volte scivola nel ridicolo involontario, e traduce in immagini il dramma di questo insolito individuo capace comunque di sentimenti assolutamente umani, che vive le proprie tragedie nei primi anni di vita per poi ripercorrerle ancora più vivamente negli ultimi. Ottimo il lavoro dei truccatori fatto su Pitt, con supplementi forniti dagli effetti speciali della Digital Domain. Il marito di Angelina Jolie dà spessore al suo personaggio, rendendo chiare le contraddizioni che vive e, forse in modo ancora più evidente, le cose di cui è all’oscuro e le verità che scopre sugli uomini e sulle cose solo con l’esperienza sul campo (la guerra, il matrimonio, il lavoro, i viaggi intorno al pianeta, ecc.); la sua interpretazione pecca però di mordente nelle dimostrazioni affettive e nei duetti con C. Blanchett, che invece recita sempre con la sua abituale destrezza che la fa uscire da ogni ordinario. Il suo Benjamin Button è insomma troppo disinteressato e troppo attratto dai piaceri della vita, mentre la Daisy Fuller della Blanchett ha i suoi unici momenti di "abbassamento" nelle sequenze da anziana. Una nota di merito che va senz’altro fatta notare è la consapevolezza del proprio destino che emerge di frequente nei dialoghi. 13 candidature agli Oscar 2009 (fra cui Pitt attore protagonista e T. Henson attrice non protagonista), ma solo tre statuette alla fotografia (dell’italiano Claudio Miranda), agli effetti speciali e al trucco. Colonna sonora composta dal gran maestro francese Alexandre Desplat, con musiche registrate presso l'Hollywood Studio Symphony.
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