Il curioso caso di Benjamin Button |
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Un film di David Fincher.
Con Brad Pitt, Cate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormond, Jason Flemyng.
continua»
Titolo originale The Curious Case of Benjamin Button.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 159 min.
- USA 2008.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 13 febbraio 2009.
MYMONETRO
Il curioso caso di Benjamin Button ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Una grande poesia sulla vita e il tempo
di mirko maraFeedback: 0 |
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lunedì 2 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La poesia è cinema. L’amore per le vite straordinarie, il coraggio e la pazzia di saperle raccontare. Ci sono film che ti rimangono in testa, film che dimentichi il giorno dopo, film che ti fanno sorridere, piangere, incazzare. Solo pochi film, solo poche storie, solo poche vite hanno la forza e l’intensità di rimanerti dentro ed insegnarti qualcosa. Bene signori, correte al cinema perché un intrepido regista di Denver, all’anagrafe David Leo Fincher, ha creato un piccolo capolavoro su una vita straordinaria, una vita che quasi cento anni fa il romanziere e sceneggiatore Francis Scott Fitzgerald aveva scritto e raccontato. E’ la vita di Benjamin Button, l’unico uomo nato già vecchio, “…ma solo esteriormente”, direbbe lui. Abbandonato dal padre industriale ed accolto da una donna dal cuore d’oro, governante (guarda un po’) di una casa di riposo, per il piccolo Benjamin pare prospettarsi una vita molto breve, vista la sua cagionevole condizione di salute. Il piccolo sembra “un novantenne con un piede nella fossa”, ma miracolosamente il suo corpo sembra ringiovanire. Tra gli anziani dell’ospizio cresce serenamente, accompagnato dall’amore immenso della sua mamma adottiva e dei tanti nonni che la vita gli ha donato. E da qui, da questa culla insperata, Benjamin partirà per gli angoli più nascosti del mondo… Il film è costruito da Fincher (che aveva già lavorato con Pitt in Seven e Fight Club) come un gigantesco Flach Back raccontato dal grande amore di Benjamin, Daisy, un’86enne ormai in punto di morte che decide di far leggere il diario di Benjamin a sua figlia, mentre fuori dall’Ospedale l’arrivo dell’uragano Katrina li minaccia. Il film è stupendo, una poesia continua, mai banale, mai mieloso, mai scontato. Cate Blanchett perfetta, Brad Pitt da Oscar. Chi s’accontenta solo di guardare con incomprensibile leggerezza gli sforzi nel make up e del lavoro al computer per rendere verosimile il ringiovanimento di Benjamin e l’invecchiamento di Deasy, dimentica i numerosissimi spunti che il film ti lascia dentro. Una provocazione sul senso della vita e sulla morte, che il regista pronuncia attraverso le labbra di Mike Clark e attraverso le immagini dell’acqua sul finale del film che, con il suo passaggio, porta con se ogni cosa. Un film sul tempo, sulla fragilità e sull’irreversibile temporaneità dei momenti che viviamo. Un film sui sogni infranti (vedi ancora Mike Clark), sulla speranza che muore e rinasce (Elizabeth Abbott , alias Tilda Swinton), sui pregiudizi e la paura (il padre di Benjamin), sull’importanza della memoria (la storia iniziale del film), sui casi (?) della vita, sull’Amore, l’Amore vero, quello che, nonostante tutto, non dividerà mai Benjamin e Deasy. La pellicola non può che ricordare il bellissimo lavoro di Robert Zemeckis “Forrest Gump” (per il fatto che il film segue un lungo lasso di tempo, sono inseriti numerosi personaggi, il tono del film è a tratti leggero e spensierato, il protagonista sembra subire il lavoro del tempo e delle persone che lo circondano), ma all’innocenza e l’ingenuità del protagonista del film del 1994, viene sostituita la caparbietà e il senso d’impotenza di un Brad Pitt al top. C’è anche una strizzata d’occhio a Magnolia, il film del 1999 diretto da Paul Thomas Anderson, nella scena in cui si analizza una successione di eventi che, se modificata nei particolari, avrebbe cambiato la vita di Deasy. È una delle domande che accompagnano i fatti delle nostre esistenze: il caso esist
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