Richard Jewell |
||||||||||||||
Un film di Clint Eastwood.
Con Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde.
continua»
Titolo originale Richard Jewell.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- USA 2019.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 16 gennaio 2020.
MYMONETRO
Richard Jewell ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La giustizia batte la logica del capro espiatorio.
di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 19 settembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
RICHARD JEWELL (USA, 2019) diretto da CLINT EASTWOOD. Con PAUL WALTER HAUSER, SAM ROCKWELL, KATHY BATES, JON HAMM, OLIVIA WILDE, NINA ARIANDA ● Alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, mentre nello stadio olimpico si svolgono le competizioni di atletica leggera, una bomba esplode durante un concerto, uccidendo due persone e ferendone oltre un centinaio. Richard Jewell, ex poliziotto che ora lavora come guardia giurata nella sicurezza predisposta appositamente per il pubblico delle Olimpiadi, individua lo zaino contenente l’esplosivo e agisce in modo da limitare i danni provocati dall’attentato dinamitardo, venendo pertanto riconosciuto dai media USA come un eroe nazionale. Una soffiata che l’FBI riceve dal preside di un’università che è stato un precedente datore di lavoro di Jewell (per la precisione, colui che lo fece radiare dalle forze dell’ordine) offre agli agenti federali il pretesto per additare lo stesso Jewell nientemeno che come il responsabile dell’attentato. Mentre la stampa televisiva e cartacea lo dipinge sempre più come uno psicopatico dal passato riprovevole in cerca di successo e gli agenti federali tormentano lui e sua madre nel tentativo tanto testardo quanto cieco di strappargli una confessione in piena regola, l’arguto avvocato Watson Bryant, che lo conobbe casualmente dieci anni prima quando Richard era un semplice magazziniere, gli viene in soccorso. Alla luce delle "marachelle" commesse da Jewell nei tempi trascorsi, non è facile per Bryant riabilitarlo agli occhi dell’opinione pubblica, ma la perseveranza del difensore legale, unita alla sempre maggiore consapevolezza di Richard e alla sua maturazione interiore, avranno l’ultima parola per poter contrastare definitivamente lo strapotere del governo degli Stati Uniti. Avevamo bisogno di un altro film di C. Eastwood che, ancora una volta mediante il racconto di fatti reali, ponesse l’accento sull’onestà intellettuale degli innocenti contro la caparbia ipocrisia delle istituzioni al vertice della gerarchia? Probabilmente no, eppure Richard Jewell afferma con forza la sua identità di film necessario per una denuncia instancabile che mira di nuovo a svergognare un sistema (politico e culturale, prima ancora che mediatico) creato a uso e consumo dei governanti più subdoli: quando un delitto capitale colpisce una nazione dal suscettibile senso patriottico, è indispensabile trovare un capro espiatorio a cui addossare la colpa del misfatto. Tanto meglio se dietro alla sottaciuta, finissima ricostruzione degli eventi operata da coloro che dovrebbero impersonare la legalità nella sua forma più coerente, emerge la figura idealista, e opportunamente idealizzata ad hoc dai detrattori della vera giustizia, di un uomo animato da un intento nobile che, per sua stessa ammissione, non reputa eroico un gesto compiuto per puro senso del dovere. Lo sceneggiatore Billy Ray trae la storia dall’articolo di Marie Brenner American Nightmare: the Ballad of Richard Jewell e ne fa un ammirevole saggio sulla ricerca della dignità e sull’innocenza fino a prova contraria, mentre il regista, tutt’altro che estraneo a questo genere di materia narrativa, dirige il tutto senza perdere un colpo, e in specie senza dimenticare il suo consueto, raffinato disegno psicologico dei personaggi: dall’esemplare madre di K. Bates al cocciuto e integerrimo avvocato di S. Rockwell, davvero sorprendente in un ruolo che una volta tanto fuorvia dalle sue corde abituali, passando per J. Hamm che ci regala il distinto ritratto dell’agente del Federal Bureau convinto fino all’ultimo della colpevolezza di Jewell e per l’ambiziosa giornalista di O. Wilde che si persuade ad accantonare la caccia spietata allo scoop non appena capisce che l’ex poliziotto è innocente sul serio. D’altro canto, quest’opera cinematografica sfiora pur sempre l’eco della tipica, strombazzata retorica statunitense auto-celebrativa, il che non sarebbe una novità nemmeno nel cinema di Eastwood, ma il suo merito di metterla in secondo piano a favore dell’ottima fattura di un film studiatamente onesto e calibrato per piacere al pubblico gli va senz’altro riconosciuto.
[+] lascia un commento a great steven »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Great Steven :
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||