Richard Jewell |
||||||||||||||
Un film di Clint Eastwood.
Con Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde.
continua»
Titolo originale Richard Jewell.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 129 min.
- USA 2019.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 16 gennaio 2020.
MYMONETRO
Richard Jewell
valutazione media:
3,79
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il vecchio Clint ama gli eroi anche se sono antipatici
di Emiliano Morreale La Repubblica
Nonostante la prolificità (un film l'anno) e l'entusiasmo irremovibile dei cinefili, che vedono giustamente in lui l'ultima incarnazione della grande Hollywood, il quasi novantenne Eastwood da tempo non è più ai livelli dei suoi grandi film del passato. Nei casi migliori (The Mule, Sully) ritrova una limpidezza classica o una sincera malinconia, in altri (Invictus, su Mandela, Ore 15:17- Assalto al treno) sembra lavorare senza ispirazione, schiacciato dai temi o dall' ideologia.
Quest'ultimo lavoro è un altro tassello a quelle vite di eroi comuni che lo appassionano. Ma stavolta in maniera ancor più estrema. Richard Jewell (Paul Walter Hauser) era una guardia giurata che nel 1996 si accorse di un pacco sospetto in una piazza piena di folla, durante le Olimpiadi di Atlanta: dentro c'era una bomba, e l'allarme contribuì a salvare molte vite. Ma Jewell venne sospettato di aver messo lui la bomba. Il fatto è che l'uomo aveva un profilo tutt'altro che simpatico, anzi un po' inquietante: fanatico di legge e ordine, ottuso e quasi sociopatico: insomma il perfetto mitomane in cerca di attenzione da parte dei media. Solo che era, invece, un eroe. Ed è ancora una volta il simbolo di un sano individualismo, base della società americana anche quando si trova a dover combattere "i due poteri più forti al mondo: il governo degli Stati Uniti e i media" (ma la democrazia è sana, lui viene assolto e i media si pentono).
La sceneggiatura di Billy Ray (Hunger Games, Gemini Man) è ben costruita, ma Eastwood la segue a tratti in maniera un po' pigra, frettolosa, assecondando alcuni passaggi meccanici e finendo col sottolineare gli stereotipi (il personaggio della giornalista che fa scoppiare il caso, quello dell'agente dell'FBI). Il film ha comunque una sua tensione e funziona nelle oltre due ore di durata: la cosa migliore sono forse l'avvocato difensore (Sam Rockwell) e la sua segretaria russa, interpretata da Nina Arianda.
|