great steven
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lunedì 19 settembre 2022
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la giustizia batte la logica del capro espiatorio.
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RICHARD JEWELL (USA, 2019) diretto da CLINT EASTWOOD. Con PAUL WALTER HAUSER, SAM ROCKWELL, KATHY BATES, JON HAMM, OLIVIA WILDE, NINA ARIANDA ● Alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, mentre nello stadio olimpico si svolgono le competizioni di atletica leggera, una bomba esplode durante un concerto, uccidendo due persone e ferendone oltre un centinaio. Richard Jewell, ex poliziotto che ora lavora come guardia giurata nella sicurezza predisposta appositamente per il pubblico delle Olimpiadi, individua lo zaino contenente l’esplosivo e agisce in modo da limitare i danni provocati dall’attentato dinamitardo, venendo pertanto riconosciuto dai media USA come un eroe nazionale.
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RICHARD JEWELL (USA, 2019) diretto da CLINT EASTWOOD. Con PAUL WALTER HAUSER, SAM ROCKWELL, KATHY BATES, JON HAMM, OLIVIA WILDE, NINA ARIANDA ● Alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, mentre nello stadio olimpico si svolgono le competizioni di atletica leggera, una bomba esplode durante un concerto, uccidendo due persone e ferendone oltre un centinaio. Richard Jewell, ex poliziotto che ora lavora come guardia giurata nella sicurezza predisposta appositamente per il pubblico delle Olimpiadi, individua lo zaino contenente l’esplosivo e agisce in modo da limitare i danni provocati dall’attentato dinamitardo, venendo pertanto riconosciuto dai media USA come un eroe nazionale. Una soffiata che l’FBI riceve dal preside di un’università che è stato un precedente datore di lavoro di Jewell (per la precisione, colui che lo fece radiare dalle forze dell’ordine) offre agli agenti federali il pretesto per additare lo stesso Jewell nientemeno che come il responsabile dell’attentato. Mentre la stampa televisiva e cartacea lo dipinge sempre più come uno psicopatico dal passato riprovevole in cerca di successo e gli agenti federali tormentano lui e sua madre nel tentativo tanto testardo quanto cieco di strappargli una confessione in piena regola, l’arguto avvocato Watson Bryant, che lo conobbe casualmente dieci anni prima quando Richard era un semplice magazziniere, gli viene in soccorso. Alla luce delle "marachelle" commesse da Jewell nei tempi trascorsi, non è facile per Bryant riabilitarlo agli occhi dell’opinione pubblica, ma la perseveranza del difensore legale, unita alla sempre maggiore consapevolezza di Richard e alla sua maturazione interiore, avranno l’ultima parola per poter contrastare definitivamente lo strapotere del governo degli Stati Uniti. Avevamo bisogno di un altro film di C. Eastwood che, ancora una volta mediante il racconto di fatti reali, ponesse l’accento sull’onestà intellettuale degli innocenti contro la caparbia ipocrisia delle istituzioni al vertice della gerarchia? Probabilmente no, eppure Richard Jewell afferma con forza la sua identità di film necessario per una denuncia instancabile che mira di nuovo a svergognare un sistema (politico e culturale, prima ancora che mediatico) creato a uso e consumo dei governanti più subdoli: quando un delitto capitale colpisce una nazione dal suscettibile senso patriottico, è indispensabile trovare un capro espiatorio a cui addossare la colpa del misfatto. Tanto meglio se dietro alla sottaciuta, finissima ricostruzione degli eventi operata da coloro che dovrebbero impersonare la legalità nella sua forma più coerente, emerge la figura idealista, e opportunamente idealizzata ad hoc dai detrattori della vera giustizia, di un uomo animato da un intento nobile che, per sua stessa ammissione, non reputa eroico un gesto compiuto per puro senso del dovere. Lo sceneggiatore Billy Ray trae la storia dall’articolo di Marie Brenner American Nightmare: the Ballad of Richard Jewell e ne fa un ammirevole saggio sulla ricerca della dignità e sull’innocenza fino a prova contraria, mentre il regista, tutt’altro che estraneo a questo genere di materia narrativa, dirige il tutto senza perdere un colpo, e in specie senza dimenticare il suo consueto, raffinato disegno psicologico dei personaggi: dall’esemplare madre di K. Bates al cocciuto e integerrimo avvocato di S. Rockwell, davvero sorprendente in un ruolo che una volta tanto fuorvia dalle sue corde abituali, passando per J. Hamm che ci regala il distinto ritratto dell’agente del Federal Bureau convinto fino all’ultimo della colpevolezza di Jewell e per l’ambiziosa giornalista di O. Wilde che si persuade ad accantonare la caccia spietata allo scoop non appena capisce che l’ex poliziotto è innocente sul serio. D’altro canto, quest’opera cinematografica sfiora pur sempre l’eco della tipica, strombazzata retorica statunitense auto-celebrativa, il che non sarebbe una novità nemmeno nel cinema di Eastwood, ma il suo merito di metterla in secondo piano a favore dell’ottima fattura di un film studiatamente onesto e calibrato per piacere al pubblico gli va senz’altro riconosciuto.
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francesco izzo
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giovedì 2 giugno 2022
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ancora un ottimo film del vecchio clint
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Ancora un bellissimo film di Clint Eastwood, anche se il taglio molto privato della vicenda sembrerebbe annoverarlo tra le sue opere minori.
Solo chi è passato attraverso accuse inesistenti, calunnie ed ingiuste "schedature" può cogliere la drammaticità della vicenda (tratta ancora una volta da una storia vera) ed i danni psicologici e fisici che queste infamie procurano a chi ne resta vittima (il vero protagonista morirà infatti a 44 anni per un attacco cardiaco, dovuto probabilmente alla sua obesità ma non solo). Una giornalista arrivista - che poi nell'epilogo diventerà, a mio avviso anche con un tocco del solito buonismo yankee, una persona per bene ravveduta e commossa- sbatte il mostro da lei inventato in prima pagina ed appicca l'incendio massmediatico partendo dall'impresa di un agente della security che, al contrario, aveva salvato centinaia di persone da un'esplosione terroristica al Millennium Stadium di Atlanta, Georgia, durante le Olimpiadi del 1996.
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Ancora un bellissimo film di Clint Eastwood, anche se il taglio molto privato della vicenda sembrerebbe annoverarlo tra le sue opere minori.
Solo chi è passato attraverso accuse inesistenti, calunnie ed ingiuste "schedature" può cogliere la drammaticità della vicenda (tratta ancora una volta da una storia vera) ed i danni psicologici e fisici che queste infamie procurano a chi ne resta vittima (il vero protagonista morirà infatti a 44 anni per un attacco cardiaco, dovuto probabilmente alla sua obesità ma non solo). Una giornalista arrivista - che poi nell'epilogo diventerà, a mio avviso anche con un tocco del solito buonismo yankee, una persona per bene ravveduta e commossa- sbatte il mostro da lei inventato in prima pagina ed appicca l'incendio massmediatico partendo dall'impresa di un agente della security che, al contrario, aveva salvato centinaia di persone da un'esplosione terroristica al Millennium Stadium di Atlanta, Georgia, durante le Olimpiadi del 1996.. La figura del single grandicello ed obeso che vive ancora con la madre e che sogna un futuro nelle forze dell'ordine si presta al clichèe; e sulla sua pelle si lancia la voracità predatoria di agenti dell FBI alla ricerca di un colpevole qualunque e della giornalista senza scrupoli, che si tira appresso tutto il sistema massmediatico americano.
A me di questo film è piaciuto tutto: dall'ingenuità e sprovvedutezza molto ben rappresentate del protagonista alla partecipazione ed all'impegno appassionato del suo avvocato,suo ex collega di lavoro. Dal dolore della madre, impotente di fronte ad un attacco vergognoso del potere contro il figlio (che alla fine farà anche un accorato appello al Presidente degli USA perchè restituisca onore al suo nome) al miserabile cinismo degli agenti FBI volti solo ad incastrare, anche con l'inganno, il colpevole da loro prestabilito. Mi ha quasi commosso persino la scena della madre che cerca col pollice di mandar via un numero a pennarello segnato su un reperto restituitole, anch'esso simbolo dell'arroganza e della mancanza di riguardi del potere. Bellissima anche la colonna sonora di chiusura. Complimenti vecchio Clint!!
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fabio silvestre
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sabato 5 febbraio 2022
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grande prova d''attore per paul walter hauser
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il film è basato sulla storia vera dell'attentato alle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta e ha come protagonista assoluto l'attore comico statunitense Paul Walter Hauser che interpreta magnificamente un ruolo drammatico nella parte di Richard Jewell. Questi è un trentacinquenne ciccione che vive ancora con la madre Bobi (Kathy Bates) e che sogna di diventare un poliziotto. Durante le Olimpiadi svolge il lavoro di security presso il parco olimpico dove si svolgono la sera gli spettacoli musicali con migliaia di spettatori. Durante un concerto Richard, conoscitore di tutte le procedure da seguire in caso di scoperta di una bomba, individua uno zaino lasciato sotto una panchina e allertati gli agenti di polizia con essi invita gli spettatori ad allontanarsi il più possibile.
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il film è basato sulla storia vera dell'attentato alle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta e ha come protagonista assoluto l'attore comico statunitense Paul Walter Hauser che interpreta magnificamente un ruolo drammatico nella parte di Richard Jewell. Questi è un trentacinquenne ciccione che vive ancora con la madre Bobi (Kathy Bates) e che sogna di diventare un poliziotto. Durante le Olimpiadi svolge il lavoro di security presso il parco olimpico dove si svolgono la sera gli spettacoli musicali con migliaia di spettatori. Durante un concerto Richard, conoscitore di tutte le procedure da seguire in caso di scoperta di una bomba, individua uno zaino lasciato sotto una panchina e allertati gli agenti di polizia con essi invita gli spettatori ad allontanarsi il più possibile. Nonostante tutto l'ordigno esplode ma grazie alla sua intuizione salva centinaia di vite diventando un eroe nozionale. La stampa si interessa di lui ma non appena l'FBI sospetta, senza alcuna prova certa, che a mettere lo zaino con l'esplosivo sia stato proprio Richard, per il ciccione buono e la madre inizierà un periodo in cui la loro casa e di conseguenza le loro vite saranno sotto i continui riflettori dei media mettendo a dura prova i loro stati d'animo. Richard si farà difendere dall'avvocato Bryant per dimostrare la sua innocenza in quanto aveva fatto solo il suo dovere di proteggere le persone. Va detto subito che siamo di fronte ad una pellicola che coinvolge emotivamente lo spettatore per tutta la sua durata. Grazie ad una efficace sceneggiatura, il regista Clint Eastwood porta sullo schermo una vicenda poco nota in Italia ma che fu molto seguita dai media statunitensi. Il cast di attori è davvero valido anche per i ruoli minori, menzione per Olivia Wilde nella parte della giornalista sexy pronta a tutto pur di pubblicare qualche scoop sul suo quotidiano. Il tema dei mass media e della loro potenza di beatificare prima e poi di distruggere dopo una persona è nella sua assurda e disprezzante realtà ottimamente rappresentato dal regista. Film da vedere; voto: 8/10.
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dandy
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venerdì 5 febbraio 2021
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all against a jewel.
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Prossimo ai 90 anni,il regista torna ad affrontare la storia vera del singolo che prende la decisione giusta ma si scontra con forze maggiori.Come nel precedente "Sully",ma in questo caso il protagonista deve pagare il prezzo non del proprio gesto decisivo ma delle proprie "imperfezioni":il suo aspetto,il suo carattere e le sue abitudini,oltre che averlo emeriginato tutta la vita ora lo rendono il colpevole perfetto secondo un ipotetico profilo psicologico.E se nel film precedente Eastwood puntava il dito contro la burocrazia interessata solo al fattore economico,qui si scaglia contro due delle suddette colonne portanti della sua nazione:la Stampa arrivista pronta a glorificare e crocifiggere con la stessa velocità senza tener conto degli effetti devastanti sulle persone coinvolte,e l'abuso di potere della Legge pronta a calpestare i diritti civili e persino a manipolare i sospetti anche laddove non dispone di prove.
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Prossimo ai 90 anni,il regista torna ad affrontare la storia vera del singolo che prende la decisione giusta ma si scontra con forze maggiori.Come nel precedente "Sully",ma in questo caso il protagonista deve pagare il prezzo non del proprio gesto decisivo ma delle proprie "imperfezioni":il suo aspetto,il suo carattere e le sue abitudini,oltre che averlo emeriginato tutta la vita ora lo rendono il colpevole perfetto secondo un ipotetico profilo psicologico.E se nel film precedente Eastwood puntava il dito contro la burocrazia interessata solo al fattore economico,qui si scaglia contro due delle suddette colonne portanti della sua nazione:la Stampa arrivista pronta a glorificare e crocifiggere con la stessa velocità senza tener conto degli effetti devastanti sulle persone coinvolte,e l'abuso di potere della Legge pronta a calpestare i diritti civili e persino a manipolare i sospetti anche laddove non dispone di prove.Questo naturalmente ha dato piuttosto fastidio in patria,e il film è stato un comprensibile flop.E vergognosamente agli Oscar non è stata presa in considerazione la magistrale interpretazione di Hauser,qui al suo primo ruolo da protagonista dopo una serie di partecipazioni minori.Perfetto nell'incarnazione(in tutti i sensi) di un protagonista teneramente pietoso,antieroe impacciato e seccante ma votato alla giustizia e determinato a non cedere(memorabile la sequenza in cui zittisce gli agenti dell'FBI rivelando la sua delusione nei loro confronti e chiedendogli se abbiano un indizio concreto contro di lui).Non meno ottime Kathy Baker,nel ruolo della madre fedele ed amorevole.Più scontati certi personaggi secondari,a partire dalla reporter cinica che scompare dopo essersi commossa ascoltando l'appello di Bobi,e un pò sbrigativo il finale dove Jewell riceve la notizia dell'arresto del vero attentatore.Ma è comunque una notevole frecciata su una delle innumerevoli facce scomode della società americana,che Eastwood affronta col consueto stile sobrio e fluido.Ed ancora più incisiva se si considera l'etichetta di conservatore-reazionario appioppatagli dopo "American Sniper" e le sue argomentazioni a favore di Trump.Prodotto tra gli altri da Leonardo DiCaprio.Il vero Richard Jewell è deceduto nel 2007 a causa del diabete.
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st7n
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mercoledì 6 gennaio 2021
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un autentico capolavoro
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Per come la storia è narrata, per come ogni attore incalza perfettamente il suo ruolo, sembra che siano davvero nati per fare questo film, per come è diretto creato e per come dialoghi, immagini ecc non si può che restare a bocca aperta di fronte ad un capolavoro del genere.
Il finale quando si chiede se qualcunaltro la prossima volta segnalerebbe un pacco o per paura di finire come Richard, scapperebbe.. è il risultato di un America pallida sotto molto profili che deve fare riflettere perché volta alla faccia del fallimento socio politico.
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mirko
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giovedì 8 ottobre 2020
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che film !
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Lo storyteller dell’eroismo Eastwood ci delizia ancora una volta con una vicenda vera, gloriosa e commovente su una guardia di sicurezza che scoprì una bomba in un parco durante le Olimpiadi del ’96. Il protagonista Paul Walter Hauser empatizza talmente tanto con il suo personaggio che al termine delle riprese avrà fatto fatica a riconoscersi allo specchio! Grandi emozioni.
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calogero licata
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venerdì 31 luglio 2020
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quasi tutto buonissimo
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Davvero un bel film: bel mix tra tensione, comedy e denuncia. Unico neo è il personaggio della giornalista: eccessivamente stereotipato e senza alcuna chiusura del suo arco. Peccato quasi tutto buonissimo...Soprattutto il protagonista. Interpretazione fenomenale.
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marky m
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mercoledì 20 maggio 2020
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bomba !!!
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Clint Eastwood si e superato di nuovo , che dire in piu una storia vera .
Povero Richard che non meritava nulla di tutto questo , colpa anche del suo carattere unico e rispetto delle leggi che amava tanto .
Difficile da guardare come lo maltrattano ovviamente e altri additittura mentono su di lui per farsi un nome o far parte della sua storia.
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felicity
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lunedì 27 aprile 2020
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potente, efficace e molto amaro
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Richard Jewell è un film che racconta una storia attraverso la percezione di un fatto storico senza abbracciare l’estetica del legal thriller.
Non servono prove allo spettatore. Sappiamo che non è stato lui a mettere quella bomba e fin da subito non possiamo far altro che empatizzare con il perfetto Paul W. Hauser, che sembra essere nato per questo ruolo, e la sua famiglia, trascinati in un vero e proprio calvario.
Il senso di tenerezza verso il protagonista viaggia al pari di quello claustrofobico che si ha quando ci sentiamo costantemente osservati.
Perfette in tal senso le riprese con primissimi piani durante gli assalti dei giornalisti.
Ruolo fondamentale lo assumono i media, rappresentati nell’arrivista Olivia Wilde che incarna un tipo di giornalismo ben definito, fatto di pregiudizi verso quel tipo di persone che magari non rispettano i ruoli sociali.
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Richard Jewell è un film che racconta una storia attraverso la percezione di un fatto storico senza abbracciare l’estetica del legal thriller.
Non servono prove allo spettatore. Sappiamo che non è stato lui a mettere quella bomba e fin da subito non possiamo far altro che empatizzare con il perfetto Paul W. Hauser, che sembra essere nato per questo ruolo, e la sua famiglia, trascinati in un vero e proprio calvario.
Il senso di tenerezza verso il protagonista viaggia al pari di quello claustrofobico che si ha quando ci sentiamo costantemente osservati.
Perfette in tal senso le riprese con primissimi piani durante gli assalti dei giornalisti.
Ruolo fondamentale lo assumono i media, rappresentati nell’arrivista Olivia Wilde che incarna un tipo di giornalismo ben definito, fatto di pregiudizi verso quel tipo di persone che magari non rispettano i ruoli sociali. Maschio, bianco, etero, over trenta, obeso, ancora a casa con la madre, amante delle armi e delle forze dell’ordine. Tanto basta ad un determinato femminismo d’accatto per creare ad hoc quello che è un vero e proprio mostro.
A Clint Eastwood non piacciono i pregiudizi, tantomeno le etichette. Con Richard Jewell lo dimostra e lo sottolinea, in barba a chi ha sempre giudicato l’attore regista in base, per l’appunto, ai pregiudizi.
Come se ce ne fosse il bisogno di dirlo, Eastwood sforna il suo ennesimo grande film su una triste storia americana, sulla falsa riga del suo Sully, la cui morale comune è che gli eroi, oggi, non piacciono a nessuno. A differenza dei colpevoli ad ogni costo.
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elgatoloco
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mercoledì 11 marzo 2020
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elogio del mediocre non malvagio
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"RIchard Jewell"(2019, Clint Eastwood)è la storia vera di una guardia giurata(ex-polixiotto)che, ad Atlanta, scopre una bomba che alle Olimpiadi avrebbero provocato una strage, senza la sua scopetta. Per motivi legati alla sua personalità, considerata"debole"sul piano emotivo, in quanto"mammone", alla sua tendenza politica, piuttosto conservatrice pur senza adesione a gruppi di estrema destra, viene considerato , paradossalmente, l'attentatore, colui che avrebbe voluto guadaganre(chissà perché)notorietà dall'atto, E'difficilissimo raccontare come fiction una storia vera(su cui dunque esistono reportages TV, inchieste, articoli etc.
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"RIchard Jewell"(2019, Clint Eastwood)è la storia vera di una guardia giurata(ex-polixiotto)che, ad Atlanta, scopre una bomba che alle Olimpiadi avrebbero provocato una strage, senza la sua scopetta. Per motivi legati alla sua personalità, considerata"debole"sul piano emotivo, in quanto"mammone", alla sua tendenza politica, piuttosto conservatrice pur senza adesione a gruppi di estrema destra, viene considerato , paradossalmente, l'attentatore, colui che avrebbe voluto guadaganre(chissà perché)notorietà dall'atto, E'difficilissimo raccontare come fiction una storia vera(su cui dunque esistono reportages TV, inchieste, articoli etc.)ma Eastwood vi riesce, raccontando il prima, il durante, il dopo del processo, senza mai cadere nel"legal thriller"ma recependo fortemente anche i sentimenti della madre e in genere l'intenso rapporto madre-.figlio., Film che costituisce non l'apologia del"perdente", ma la sua riabilitazione in quanto innocente, che viene dimostrata in modo inoppugnabile. Una sfida filmica pienamente riuscita da parte di uno dei più grandi autori cinematografici di ogni tempo. Paul Walther Hauser perfetto nel ruolo del protagonista, come Kathy Bathes(the mother)e Sam Rockwell. Come sempre assolutamente adeguata anchela scelta del sountrack, da parte di Clint, musicista egli stesso olre che regista e autore di film. El Gato
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