el tronco
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sabato 13 marzo 2010
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fincher stavolta "gioca" col tempo
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Il film, diretto dal bravo David Fincher (“Seven”, “Fight Club”), è basato su un racconto di F.S.Fitzgerald, datato anni '20. In passato, già altri registi (tra cui anche Spielberg) avevano tentato di portare sul grande schermo la storia, non riuscendo però nell'intento. Si parte con lo shock del neonato-anziano e la sua tendenza al ringiovanimento: premessa sicuramente originale, che rende la pellicola interessante già dai primi frangenti. Ma Fincher scivola poi un po' nel banale. In pratica, prende il personaggio principale e gli fa compiere le classiche cose che fanno gli orfanelli nei romanzi. Benjamin impara a suonare il pianoforte, Benjamin va per la prima volta in un bordello, Benjamin lascia casa in cerca di nuove esperienze, etc.
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Il film, diretto dal bravo David Fincher (“Seven”, “Fight Club”), è basato su un racconto di F.S.Fitzgerald, datato anni '20. In passato, già altri registi (tra cui anche Spielberg) avevano tentato di portare sul grande schermo la storia, non riuscendo però nell'intento. Si parte con lo shock del neonato-anziano e la sua tendenza al ringiovanimento: premessa sicuramente originale, che rende la pellicola interessante già dai primi frangenti. Ma Fincher scivola poi un po' nel banale. In pratica, prende il personaggio principale e gli fa compiere le classiche cose che fanno gli orfanelli nei romanzi. Benjamin impara a suonare il pianoforte, Benjamin va per la prima volta in un bordello, Benjamin lascia casa in cerca di nuove esperienze, etc.etc.. Il diverso sta appunto nel fatto che qua l'orfanello è (dal punto di vista estetico) un vecchietto. Può risultare certamente curioso, ma il timore che una buona idea sia stata buttata alle ortiche comincia a crescere. Fortunatamente, il secondo tempo del film, dominato dalla drammatica (altro non poteva essere...) storia d'amore tra Benjamin e Daisy, va più in profondità. Al di là dell'intreccio sentimentale, allora diviene chiaro che il film è una malinconica meditazione sulla vecchiaia, sull'inesorabile scorrere del tempo (simbolico l'orologio della stazione) e, come diretta conseguenza, sulla morte. Il legame tra i due protagonisti è certamente forte già nei primi incontri, ma paiono veramente uniti solo quando le loro età si incrociano: nel resto della pellicola sono pervasi da una cupa solitudine degli animi. Se per Benjamin questo è ovvio, per Daisy, la ballerina mondana, non dovrebbe essere altrettanto, ma la condizione del suo amato pare le si rifletta. Stravolti dai magnifici effetti speciali che li fanno quando più vecchi quando più giovani, gli attori si muovono davanti alla cinepresa in modo esemplare, ma forse, più della superstar Pitt, colpisce l' interpretazione della bellissima Blanchett, capace, trasmettendo sempre semplicità, di calarsi dal ruolo di ragazza trasgressiva a quello di apprensiva madre. Da non passare inosservati i giochi di colore nelle suggestive inquadrature del regista.
troncocinema.blogspot.com
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david
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martedì 17 febbraio 2009
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ormai 25 anni...
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Leggere il libro da cui questo film è tratto è credo sia importate per capire meglio la pellicola e le intenzioni del regista, che ne coglie senza banalizzare alcuni aspetti importanti.
Innanzitutto la caducità della vita, qualunque essa sia. Che sia una vita carica di colpi di scena o meno la strada è segnata inevitabilmente. Altro punto importante è l' intensità con cui si vive ogni istante della vita. Spesso infatti si ha la tendenza a vivere superficialmente ogni istante della quotidinità , condotta cercando di raggiungere traguardi, spremendo ogni goccia del corpo per raggiungere uno scopo, un fine; per poi rivedere tutto in chiave più profonda prossimi alla morte. Vivere la vita al contrario, come il protagonista,permette ovviamente di evitare questa umana contraddizione.
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Leggere il libro da cui questo film è tratto è credo sia importate per capire meglio la pellicola e le intenzioni del regista, che ne coglie senza banalizzare alcuni aspetti importanti.
Innanzitutto la caducità della vita, qualunque essa sia. Che sia una vita carica di colpi di scena o meno la strada è segnata inevitabilmente. Altro punto importante è l' intensità con cui si vive ogni istante della vita. Spesso infatti si ha la tendenza a vivere superficialmente ogni istante della quotidinità , condotta cercando di raggiungere traguardi, spremendo ogni goccia del corpo per raggiungere uno scopo, un fine; per poi rivedere tutto in chiave più profonda prossimi alla morte. Vivere la vita al contrario, come il protagonista,permette ovviamente di evitare questa umana contraddizione.
Ma non è solo la condizione singolare del piccolo Benjamin che gli permette di fare questa importante considerazione, ma è l'ambiente in cui il piccolo vecchio cresce: un ospizio frequentato da anziani prossimi alla morte, che consente alla persona di conoscere prima di tutto la paura dovuta alla fragilità del corpo e la fine inevitabile che questo comporta: "Uno può arrabbiarsi imprecare bestemmiare ma quando arriva la tua ora non puoi fare altro che mollare e lasciare andare"
Questo, associato alla condizione di "diverso", pone necessariamente il protagonista al di fuori degli eventi della storia, al fuori di quel flusso storicosociale ed individuale che coinvolge e spesso travolge le vite delle persone e che non permette di cogliere i dettagli, le intensità, dei momenti della vita se non in un secondo momento quando tutto deve per forza rallentare...
Lo evidenzia bene l'incontro tra lei, giovane 25enne presa dalla sua vita e dalla sua carriera di ballerina, che straparla e che si contrappone al silenzio riflessivo di lui che osserva ed ascolta.
Poi subito dopo si vede l' incidente che cambia tutto nella vita di lei che la pone come lui difronte all'inevitabile, "il precipizio" come lo chiama nel film, che coglie tutti prima o poi, in modo più o meno inaspettato.
La stessa lentezza del film è necessaria per permettere a chi osserva di cogliere "tra le righe ogni singola ruga del tempo"
I dialoghi servono semplicemente a porre l'accento su certi aspetti ma non sono mai determinanti proprio come nella vita, che cambia proprio in base alle opportunità che cogliamo e che non cogliamo.
Infine un piccola considerazione che è una costante di tutto il film.
Ricordiamoci sempre che la stragrande maggioranza di noi non sarà più quì tra un po' di tempo e non sarà men che meno ricordato in alcun modo. Dovremmo quindi guardarci tutti con la stessa pietà e lo stesso conforto con cui si guarda un innocente condannato a morte.
Ciò nonostante dobbiamo avere il coraggio di vivere una vita al meglio delle nostre possibilità ma con serintà senza illudersi che per noi sarà diverso: "nella vita niente dura e che questo è semplicemente un gran peccato, e basta"
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salmastroso
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mercoledì 18 febbraio 2009
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una profonda riflessione sulla nostra esistenza
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Un'uomo costruisce un grande orologio le cui lancette scorrono magicamente al contrario,una giovane donna muore mettendo alla luce una creatura il giorno della fine della prima guerra mondiale,un anziana donna,ormai sul letto di morte,rievoca nella propria mente e con lei lo spettatore,una storia che la figlia,al suo capezzale,legge da un diario.
"Mi chiamo Benjamin Button e sono nato in circostanze singolari",in una New Orleans vista attraverso quasi un secolo,Ficher ci regala una favola sull'esistenza e sui sentimenti.
Il personaggio di Benjamin Button,interpretato magistralmente da Brad Pitt,nasce rugoso e artritico,condannato ad una breve vita secondo il medico che lo visita,ma forse per l'immenso amore che gli dimostra fin da subito la sua madre adottiva o forse per i "poteri" di una specie di stregone o chissa per quale ragione,il destino ha in serbo per lui un'esistenza speciale.
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Un'uomo costruisce un grande orologio le cui lancette scorrono magicamente al contrario,una giovane donna muore mettendo alla luce una creatura il giorno della fine della prima guerra mondiale,un anziana donna,ormai sul letto di morte,rievoca nella propria mente e con lei lo spettatore,una storia che la figlia,al suo capezzale,legge da un diario.
"Mi chiamo Benjamin Button e sono nato in circostanze singolari",in una New Orleans vista attraverso quasi un secolo,Ficher ci regala una favola sull'esistenza e sui sentimenti.
Il personaggio di Benjamin Button,interpretato magistralmente da Brad Pitt,nasce rugoso e artritico,condannato ad una breve vita secondo il medico che lo visita,ma forse per l'immenso amore che gli dimostra fin da subito la sua madre adottiva o forse per i "poteri" di una specie di stregone o chissa per quale ragione,il destino ha in serbo per lui un'esistenza speciale.Egli ringiovanisce sempre più con il passare del tempo,un tempo che per lui scorre al contrario.
Trascorre la prima fase della sua vita nella casa di riposo gestita dalla madre e qui viene a contatto con persone giunte quasi al termine del loro viaggio e da loro il suo cervello di bambino apprende e fa tesoro di preziosi insegnamenti.Fin quando non decide di partire ed affrontare la vita autonomamente...tutti i pensieri di Benjanin sono sempre rivolti verso la persona che è entrata nel suo cuore fin dal primo momento.Daisy vive anch'essa la sua esistenza,procedendo però nella direzione opposta a quella di Benjamin.Essi si sfioreranno per tutta la loro vita,per poco potranno toccarsi ma presto tutto svanirà,o quasi.
Una riflessione intensa da parte del regista di "Seven" e "Fight club" sul senso della nostra vita,sarebbe cosi una disgrazia poter vivere la nostra esistenza al contrario?sarebbe strano se nel momento della nostra morte potessimo osservare per l'ultima volta il mondo con l'innocenza di un bambino?
Il fluire del tempo,dei sentimenti,delle emozioni scorrono su questa pellicola che ci racconta di un uomo speciale ma che vive un'esistenza semplice,fa le sue esperinze,si innamora,soffre...
Che cosa c'è di male a sognare un pò in questi tempi bui,cosa c'è di male a credere nelle favole?che cosa c'è di male a credere di poter costruire un giorno un orologio le cui lancette scorrano al contrario e sperare che cosi le persone care possano tornare a sognare?
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romeo79
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lunedì 9 marzo 2009
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il "noioso" caso di benjamin button
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Benjamin Button nasce vecchio e muore neonato. E allora? Dopo essermi sorbito quasi tre ore della sua "stra-ordinaria" vita è questa l'unica domanda che mi sia balenata alla mente. Perchè il caso è sì curioso, ma fatto sta che a nessuno sembra importare granchè. Nemmeno allo stesso Benjamin. Per tutto il film questo miracolo della natura passa inosservato tra le persone che lo vedono crescere e ringiovanire, come fosse un fatto del tutto naturale. Peraltro l'incredibile corsa "à rebours" del protagonista sembra non influire granchè nell'intreccio e aleggia come una sorta di "irrisolto", di pretesto nell'economia generale dell'opera. Risolto quindi, alla buona, questo pretenzioso stratagemma, resta il problema di come riempire queste fatidiche tre ore? Beh, con il resoconto ostinato e minuzioso della vita di questo strano individuo, priva di qualsiasi mordente o evento realmente degno di nota.
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Benjamin Button nasce vecchio e muore neonato. E allora? Dopo essermi sorbito quasi tre ore della sua "stra-ordinaria" vita è questa l'unica domanda che mi sia balenata alla mente. Perchè il caso è sì curioso, ma fatto sta che a nessuno sembra importare granchè. Nemmeno allo stesso Benjamin. Per tutto il film questo miracolo della natura passa inosservato tra le persone che lo vedono crescere e ringiovanire, come fosse un fatto del tutto naturale. Peraltro l'incredibile corsa "à rebours" del protagonista sembra non influire granchè nell'intreccio e aleggia come una sorta di "irrisolto", di pretesto nell'economia generale dell'opera. Risolto quindi, alla buona, questo pretenzioso stratagemma, resta il problema di come riempire queste fatidiche tre ore? Beh, con il resoconto ostinato e minuzioso della vita di questo strano individuo, priva di qualsiasi mordente o evento realmente degno di nota. Nel lento incedere del tempo l'unico evento che mi ha ridestato dalla sonnolenta visione è stata la "gravissima" frattura scomposta della seducente ballerina. Che sfortuna, davvero...Il resto è un album dei ricordi di Brad Pitt, solo che a ritroso, scandito dai risolini e dai guaiti delle vezzose sedicenni felicemente assise tutto intorno. Guaiti che diventano ovazione quando finalmente viene fuori il Brad che si aspettavano. Occhialoni e motocicletta, taglio di capelli super-cool, occhi azzurri come il mare. Welcome to Hollywood, cari amici...Attore belloccio, effetti speciali sorprendenti, qualche frase trita e ritrita sulla vita e le sue infinite possibilità, la solita abusata storia d'amore che inizia alla tenera età di 6 o 7 anni et voilà, il blockbuster è confezionato. Commozione a palate per tutti, pubblico che lascia la sala un po'triste, ma felice per aver finalmente capito che la vita e bella e l'amore vince su tutto. Ci voleva proprio Benjamin Button. Siamo di fronte all'ennesimo esempio di come prendere un'idea originale, forse mai proprosta al cinema, distruggerla, triturarla e infilarla a forza nell'ennesimo Titanic (dal quale peraltro ha mutuato l'ormai classica vecchia sul letto di morte) privandola di ogni spunto reale, succhiandone via ogni possibile riflessione filosofica. Il paragone con Forrest Gump è improponibile, poichè trattasi quest'ultimo di capolavoro, laddove il triste Button non fa che annoiare nei suoi goffi corsi e ricorsi dove l'unica cosa che cambia o evolve è il monocorde faccione di Brad Pitt. Premi oscar portati a casa: miglior trucco, migliore scenografia, migliori effetti speciali. Nulla da ridire. Tutto sommato se la smettessero di sponsorizzare i film vantando le nomination (13!) piuttosto che i riconoscimenti realmente ottenuti sarebbe già un inizio. Ma questo è il cinema di oggi, la musica di oggi, la letteratura di oggi. Siamo al supermercato dell'arte e i registi non sono altro che cassiere che tentano di appiopparti l'ennesimo 3x2. Addio piccolo Benjamin, mi dispiace ma non mi commuovi, mi tengo il mio vecchio fustino...
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sergio
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venerdì 6 marzo 2009
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le stagioni dell'amore
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Un film che prova a raccontare come può cambiare l'amore, e il modo di manifestarlo, nel corso della vita. Per farlo sceglie tempi volutamente lenti, il che non equivale affatto a noiosi. Nè avrebbe potuto essere diversamente, vista la materia trattata. La novità sta nel far rivivere al protagonista le stagioni del suo (nostro) amore con un percorso a ritroso (nascere vecchi e morire bambini). Un escamotage, tratto dalle pagine di Fitzgerald, che consente di esaminare il problema da una prospettiva diversa e meno banale rispetto a quella abituale. Prova provata che, comunque si giri la questione, omnia vincit amor. Vale a dire che l’amore non conosce ostacoli o barriere. E, se deve trionfare, lo fa a dispetto di incongruenze che sulla carta parrebbero montagne insuperabili.
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Un film che prova a raccontare come può cambiare l'amore, e il modo di manifestarlo, nel corso della vita. Per farlo sceglie tempi volutamente lenti, il che non equivale affatto a noiosi. Nè avrebbe potuto essere diversamente, vista la materia trattata. La novità sta nel far rivivere al protagonista le stagioni del suo (nostro) amore con un percorso a ritroso (nascere vecchi e morire bambini). Un escamotage, tratto dalle pagine di Fitzgerald, che consente di esaminare il problema da una prospettiva diversa e meno banale rispetto a quella abituale. Prova provata che, comunque si giri la questione, omnia vincit amor. Vale a dire che l’amore non conosce ostacoli o barriere. E, se deve trionfare, lo fa a dispetto di incongruenze che sulla carta parrebbero montagne insuperabili. Il fatto che la storia personale di Benjamin Button serva da pretesto per ripercorrere anche la storia (con la S maiuscola) in cui la sua vicenda umana evolve, dà linfa e cornice a un racconto trattato con grande talento. Come solo il grande cinema (quello con la C maiuscola) è capace di fare, tirando fuori con maestria - dal cilindro del progresso tecnologico e delle capacità attoriali - il meglio possibile. La circostanza che qualcuno sia rimasto deluso, conta relativamente poco. Tutto, nel mondo e nella vita, è soggettivo. Ci mancherebbe che non lo fosse il modo di interfacciarsi rispetto a un film. E però, nel terzo millennio, non ci sono sorprese dietro l’angolo. Quando entra nel buio di una sala, ciascuno di noi sa perfettamente dove sta andando a cascare. Per chi non ama il genere, è preferibile andarsi a sedere davanti a un altro schermo. Dove si proiettano spettacoli con tempi più a sua misura. La scelta è infinita. Ma la curiosa storia di Benjamin Button, e della costellazione di personaggi che gli ruotano attorno, resta uno spettacolo comunque da non perdere.
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agnese
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martedì 10 marzo 2009
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brad e cate una vita al rovescio!
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Bellissimo e intenso, il film racconta la storia di una vita al contrario non vuota di sofferenza ma che fa riflettere cui rapporti umani. Apre uno spiraglio nella mente per riflettere sulle relazioni e sulle conseguenze di esse se ci si lascia travolgere.
Interpretazione eccellente dei due protagonisti.
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l'uomo nero
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venerdì 20 marzo 2009
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il curioso caso di brad pitt
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La presenza di un attore del calibro di Brad Pitt ha condizionato (eccessivamente?) gli sviluppi di un'idea ancora poco sfruttata dal cinema americano. Purtroppo la condizione di Benjamin Button, nato vecchio morto bimbo, viene asservata esclusivamente dal punto di vista della relazione con l'amore della sua vita e con i propri genitori. Vi è solo una traccia residua del malessere e inadeguatezza che il protagonista deve avere provato dal fatto di dover essere sempre a contatto con persone che non corrispondevano mai alla sua vera età mentale. La presenza del bel Brad ha fatto virare la vicenda verso una redenzione del ppersonaggio , nato mostro e diventato poi irresistibile. La notevole prova degli effetti digitali di invecchiamento di Brad (un pò meno quelli più difficili di ringiovanimento), stridono col trucco usato sugli altri attori e distolgono l'attenzione dalla vicenda in attesa di capire.
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La presenza di un attore del calibro di Brad Pitt ha condizionato (eccessivamente?) gli sviluppi di un'idea ancora poco sfruttata dal cinema americano. Purtroppo la condizione di Benjamin Button, nato vecchio morto bimbo, viene asservata esclusivamente dal punto di vista della relazione con l'amore della sua vita e con i propri genitori. Vi è solo una traccia residua del malessere e inadeguatezza che il protagonista deve avere provato dal fatto di dover essere sempre a contatto con persone che non corrispondevano mai alla sua vera età mentale. La presenza del bel Brad ha fatto virare la vicenda verso una redenzione del ppersonaggio , nato mostro e diventato poi irresistibile. La notevole prova degli effetti digitali di invecchiamento di Brad (un pò meno quelli più difficili di ringiovanimento), stridono col trucco usato sugli altri attori e distolgono l'attenzione dalla vicenda in attesa di capire..."chissà com'è diventato Pitt!" Purtroppo la prova di attore del personaggio principale mi ha molto delusa, in relazione al suo potenziale, troppo distante e passivo. Molto piacevole la ricostruzione e inquadramento storico mentre alcune incongruenze (quando ha l'aspetto da ragazzino dovrebbe avere la mentalità di un vecchio invece và in giro all'avventura - sessualmente è una forza sia quando ha il corpo da vecchio ma la mente da giovane sia viceversa...)meritavano maggiore attenzione.In conclusione un buon film, non da oscar ma comunque piacevole. Forse troppo lungo e spezzettato, dalla triste storia di contorno, ma sarebbe stato ancora più lungo se si fosse dedicato il medesimo tempo del Benjamin Button vecchio al Benjamin Button giovane.
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fran1972
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martedì 24 marzo 2009
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il tema della vita, attraverso il paradosso.
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Credo che ogni persona, almeno una volta nella vita, si sia chiesta come sarebbe poter vivere la propia vita al contrario. Non c'è forse qualcosa di perverso nella natura, che pone il nostro spirito, inteso come insieme di consapevolezza ed esperienze, su un binario opposto rispetto al nostro fisico?
Viene alla mente la celeberrima battuta di Woody Allen, su come la vita andrebbe vissuta proprio alla rovescia (terminando con un orgasmo...).
Questo film risponde proprio a questa domanda, sicuramente ingenua ma anche in qualche modo comune e universale, e lo fa cercando di dare una risposta che si eleva al senso della vita stessa.
Il tema del film è quindi un tema classico, esplorato in tanti film: il percorso dell'uomo, dalla nascita alla morte, e il senso di questo cammino.
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Credo che ogni persona, almeno una volta nella vita, si sia chiesta come sarebbe poter vivere la propia vita al contrario. Non c'è forse qualcosa di perverso nella natura, che pone il nostro spirito, inteso come insieme di consapevolezza ed esperienze, su un binario opposto rispetto al nostro fisico?
Viene alla mente la celeberrima battuta di Woody Allen, su come la vita andrebbe vissuta proprio alla rovescia (terminando con un orgasmo...).
Questo film risponde proprio a questa domanda, sicuramente ingenua ma anche in qualche modo comune e universale, e lo fa cercando di dare una risposta che si eleva al senso della vita stessa.
Il tema del film è quindi un tema classico, esplorato in tanti film: il percorso dell'uomo, dalla nascita alla morte, e il senso di questo cammino.
E la risposta che si evince (simile al recente "Into the wild" di Sean Penn) è che la vita assuma senso solo quando condivisa.
La curiosa condizione del protagonista del film non stravolge il mondo esterno, che infatti, quasi ironicamente, nemmeno si accorge di questa sua peculiarità, ma lo mette nella condizione di non poter partecipare di tutto ciò che conferisce un senso alla vita: l'amore, la famiglia, la paternità, per citarne alcuni.
Quello che in apparenza pare una fortuna (ringiovanire invece di invecchiare), rivela ben presto il suo drammatico rovescio.
Se non per un breve momento, una piccola finestra di tempo nel quale il percorso personale di Benjamin si allinea con quello di tutti gli altri (e soprattutto con il suo amore).
In questo film, pervaso da una romantica malinconia che Brad Pitt e Cate Blanchett sanno bene interpretare e realizzato con maestria da un regista che sa come adottare stili diversi in ogni suo film, ci viene rappresentata la vita come qualcosa di circolare. Infanzia e vecchiaia coincidono ma in questo caso i cerchi dei due protagonisti (e innamorati) vengono tracciati in senso opposto. Un paradosso, certo, ma realizzato con maestria e sensibilità romantica dall'intero cast e dal suo regista, che ci regala anche piccoli momenti virtuosi, come il montaggio della sequenza di eventi e coincidenze che, per usare le parole di Banjamin Button, "a volte ci mettono inevitabilmente in rotta di collisione, gli uni con gli atri".
Brad Pitt è perfettamente a suo agio nell'ennesimo ruolo sentimentale, e Cate Blanchett è semplicemente perfetta sia nella rappresentazione della giovane ed emancipata ballerina, sia della donna che in punto di morte decide di raccontare alla figlia un'importante, incredibile, verità.
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vinni
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domenica 5 aprile 2009
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l’uomo ed il sovvertimento delle leggi naturali
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Film tendenzialmente descrittivo delle emozioni umane e delle tipologie caratteriali delle persone, in cui viene evidenziato come solamente le passioni ed i sentimenti più naturali e profondi rimangano intatti nei ben delineati personaggi, sebbene tutto il resto scorra e cambi continuamente nel tempo. Tempo che per l’interprete principale fluisce al contrario, frutto di un desiderio umano di attuare una sorta di esorcismo, al fine di poter cambiare l’ordine cronologico degli eventi per annullare i momenti più tragici dell’esistenza e praticato, all’inizio del film, da un orologiaio completamente cieco (e non è una casualità), che evidentemente non riesce a pre-vederne le drammatiche conseguenze.
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Film tendenzialmente descrittivo delle emozioni umane e delle tipologie caratteriali delle persone, in cui viene evidenziato come solamente le passioni ed i sentimenti più naturali e profondi rimangano intatti nei ben delineati personaggi, sebbene tutto il resto scorra e cambi continuamente nel tempo. Tempo che per l’interprete principale fluisce al contrario, frutto di un desiderio umano di attuare una sorta di esorcismo, al fine di poter cambiare l’ordine cronologico degli eventi per annullare i momenti più tragici dell’esistenza e praticato, all’inizio del film, da un orologiaio completamente cieco (e non è una casualità), che evidentemente non riesce a pre-vederne le drammatiche conseguenze.
E’ da sottolineare, inoltre, come questa sorta di magia continuerebbe ad esercitare il suo effetto, attraverso l’orologio che continua a scandire il tempo al contrario nel magazzino in cui era stato riposto, se non fosse per l’intervento della natura stessa che ricompone l’ordine naturale delle cose distruggendo l’oggetto che aveva generato l’incantesimo (l’orologio stesso), con la forza devastatrice e violenta dell’uragano, di cui ne viene più volte marcata l’imminenza durante tutta la narrazione.
Di qui un monito per l’uomo: accettare gli eventi positivi e negativi, gioiosi e dolorosi della vita, così come ci vengono dati senza cercare di mettersi contro al suo naturale decorso per non rischiare di creare artificiosi rimedi difficili da gestire e anche contrari alla nostra stessa natura.
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paride86
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domenica 31 maggio 2009
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bello ma non eccezionale
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"Il curioso caso di Benjamin Button" è un film che conquista e ammalia, ma solo se preso per quello che è: ovvero una fiaba. Niente di più, visto che la storia non si ferma a riflettere su nulla e tenendo conto che ringiovanire invece che invecchiare è un tema che non porta da nessuna parte.
E' innegabile invece il fascino visivo e narrativo del film, a cominciare dalle scenografie, dai colori e dalla fotografia che riportano ad un cinema classico.
L'atmosfera, infatti, è quella del kolossal; peccato che a tanta forma manchi il giusto corrispettivo di sostanza, sia per quanto riguarda la vita di Benjamin che la vicenda di Caroline. Credo che dialoghi migliori (soprattutto quelli del protagonista/narratore esterno) avrebbero potuto aumentare di parecchio lo spessore del film.
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"Il curioso caso di Benjamin Button" è un film che conquista e ammalia, ma solo se preso per quello che è: ovvero una fiaba. Niente di più, visto che la storia non si ferma a riflettere su nulla e tenendo conto che ringiovanire invece che invecchiare è un tema che non porta da nessuna parte.
E' innegabile invece il fascino visivo e narrativo del film, a cominciare dalle scenografie, dai colori e dalla fotografia che riportano ad un cinema classico.
L'atmosfera, infatti, è quella del kolossal; peccato che a tanta forma manchi il giusto corrispettivo di sostanza, sia per quanto riguarda la vita di Benjamin che la vicenda di Caroline. Credo che dialoghi migliori (soprattutto quelli del protagonista/narratore esterno) avrebbero potuto aumentare di parecchio lo spessore del film.
Comunque rimane una storia molto particolare e fuori dagli schemi, e penso che valga la pena vederla, se non altro per le ottime interpretazioni degli attori.
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