Titolo originale | The Darjeeling Limited |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | USA |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Wes Anderson |
Attori | Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Anjelica Huston, Amara Karan Camilla Rutherford, Bill Murray, Natalie Portman, Wallace Wolodarsky, Waris Ahluwalia, Barbet Schroeder, Mr. A.P. Singh, Kumar Pallana, Dalpat Singh, Trudy Matthys, Irrfan Khan. |
Uscita | mercoledì 30 aprile 2008 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | 20th Century Fox Italia |
MYmonetro | 3,50 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 dicembre 2019
Dopo la morte del padre tre fratelli americani che non si parlano tra loro da un anno pianificano un viaggio in treno in India, con lo scopo di ritrovare se stessi e il legame reciproco che avevano un tempo. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Il treno per il Darjeeling ha incassato 745 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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India. Un malinconico uomo di mezza età scende frettolosamente da un taxi e insegue un treno in partenza. Durante la corsa si accosta a lui un individuo allampanato, più giovane, che gli lancia un'occhiata fugace e lo supera riuscendo a salire al volo sul treno. Da questa pittoresca corsa al ralenti inizia il viaggio del "Darjeeling Limited", lo sgangherato convoglio che ospita i tre fratelli Whitman durante il loro tragicomico viaggio indiano. Dopo uno sguardo di rammarico verso l'uomo rimasto a terra, Peter (Adrien Brody), fuggito di casa un mese prima della nascita di suo figlio, raggiunge infatti i due fratelli in un colorato scompartimento, dopo un anno di silenzio seguito alla morte del padre: Francis (Owen Wilson), il maggiore, è la mente che ha ideato il viaggio dopo un brutto ma illuminante incidente stradale di cui porta ancora i segni sul corpo (in particolare sul viso, perennemente avvolto da bende), mentre Jack (Jason Schwartzman), il minore, è un buffo aspirante scrittore col cuore a pezzi, di ritorno da un prolungato, ozioso soggiorno parigino in un hotel di lusso (l'Hotel Chevalier che dà il titolo al cortometraggio con Natalie Portman, ideale prologo del film).
Un viaggio in un'India colorata e pittoresca, autentica (drammatica perfino) e surreale al tempo stesso, si trasforma nell'ennesimo confronto familiare all'interno del cinema di Wes Anderson: tre fratelli immaturi, aristocratici e dispettosi (un po' come i capricciosi fratelli Tenenbaum) si ritrovano a distanza di tempo a fare i conti col presente, cercando di guardarsi dentro e provando a confrontarsi con la figura genitoriale. Ma oltre al padre, figura da sempre ingombrante nel cinema di Anderson, questa volta diventa fondamentale il confronto dei tre fratelli con la figura materna (la sempre raffinata Anjelica Huston, "mater familias" andersoniana fin dai tempi de I Tenenbaum), diventata suora attivista e ciononostante madre immatura e codarda. Significativa eccezione tra le donne forti e determinate dipinte da Wes Anderson, costanti guide di uomini immaturi e poco affidabili.
Ancora una volta il regista texano d'adozione newyorkese si confronta con una famiglia problematica e disfunzionale, affetta da una noia aristocratica e da uno spleen salingeriano curato con gocce e pozioni indiane, shopping tra spezie e serpenti velenosi, e fugaci rapporti sessuali consumati frettolosamente nella toilette di un treno. Per la prima volta la sessualità si fa spazio in maniera più esplicita tra i casti e pudichi sentimenti provati dai teneri personaggi andersoniani: segno di un'avvenuta maturazione all'interno del percorso di crescita del regista. Idealmente iniziato con la formazione adolescenziale di Max Fischer in Rushmore, il viaggio esistenziale di Wes Anderson prosegue, dopo Le avventure acquatiche di Steve Zissou, con un altro viaggio, fisico ed emotivo, a bordo di un treno che è la versione ferroviaria della Belafonte, la vecchia nave naif del team Zissou. Il treno per il Darjeeling inizia là dove finiva I Tenenbaum, dopo la morte del padre, e porta avanti l'elaborazione del lutto da parte dei figli con spirito comico e funerario, una surreale commistione di dolore e divertimento degna di Harold e Maude.
Con spirito forse meno comico, emotivamente più distaccato, ma sicuramente più maturo, Wes Anderson costruisce ancora una volta un'opera personale ed eccentrica, facendosi aiutare per la prima volta nella sceneggiatura da Jason Schwartzman (suo amico fin dai tempi di Rushmore) e dal cugino Roman Coppola, per mettere in piedi un nostalgico road movie familiare su tre fragili e vulnerabili uomini a zonzo. I capisaldi del cinema di Anderson ci sono tutti: dall'eccentricità dei personaggi ai colori accesi delle scenografie, fino al corredo sonoro anni '70 (i Kinks, i Rolling Stones), supervisionato ancora una volta da Randall Poster. Ma il suo meticoloso perfezionismo visivo, a tratti quasi maniacale, pur non mancando di raffinati dettagli scenografici a bordo del treno - dai costumi della brava Milena Canonero alla boccetta retrò di "Voltaire n. 5", fino ad arrivare all'onnipresente set di valigie (disegnate da Marc Jacobs per Louis Vuitton e ornate dai disegni naif del fratello Eric Anderson, già illustratore della camera di Richie Tenenbaum) - lascia spazio a una fotografia più autentica del reale paesaggio indiano, fotografato da Robert Yeoman nella sua imprevedibile e imperfetta naturalezza. Altro segnale di crescita nel mondo ovattato e perfezionistico solitamente dipinto dal regista, un mondo di teneri, viziati antieroi che alla fine del loro peregrinare, fanno sempre un passo in avanti. Proprio come i tre fratelli Whitman, che concludono il loro viaggio circolare così come è iniziato, aprendosi però all'imprevedibilità della vita liberi del simbolico fardello delle valigie. Ancora una volta a bordo di un treno in corsa. Un treno che può perdersi pur viaggiando su dei binari.
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A volte, anche se difficoltoso, bisogna cercare di soffermarsi su quello che vediamo e non rimanere freddi ed asettici come un neurologo alla vista di un cervello. Perchè se per un primario in neurologia un cervello è solo l'organo principale del sistema nervoso centrale e quello rimane, per il tizio che ti ha dato il pane stamattina o il tuo vicino di pianerottolo può essere [...] Vai alla recensione »
Molto più bello e divertente dei "Tenenbaum",non so perché mi ricorda vagamente"Fratello dove Sei". Tre fratelli prendono un treno che attraversa L'India alla ricerca degli affetti più cari (la madre). Cercheranno allo stesso tempo di ritrovare rapporti perduti. Non c'è un attimo di sosta,gli eventi si susseguono veloci,l'ambientazione [...] Vai alla recensione »
Road movie, o meglio "train movie" visto che la storia si svolge in gran parte all'interno di un vagone ferroviario, di stile un po' retrò ma per questo ancora più affascinante, che attraversa l'India. Tre fratelli provano a ritrovare se stessi e il loro rapporto dopo la perdita del padre mettendosi in viaggio alla ricerca della madre che ha intrapreso un percorso [...] Vai alla recensione »
Wes Anderson si conferma con questo film creatore di mondi immaginarie claustrofobici (il treno Darjeeling Limited, la nave di Steve Zissou...) che sono delle vere e proprie realtà parallele dove vengono racchiuse varie umanità. Qui abbiamo tre fratelli (Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman) uno più disfunzionale dell'altro che si ritrovano su un treno diretti verso [...] Vai alla recensione »
India, regione del Darjeeling. Tre fratelli che non si parlano dalla morte del loro padre provano a ricucire il loro rapporto con il tipico viaggio spirituale. Complice la loro profonda immaturità, sebbene declinata in modi diversi, si cacciano in una serie di pasticci. Uno di loro ha però in serbo per gli altri due una sorpresa: il vero scopo del loro passaggio in India.
Il contributo di chi scrive, da intendersi come una critica, è al contempo una -Almeno parziale- AUTOcritica attinente il film in questione. Perché; dopo aver visto -In televisione- i decisamente sopravvalutati "Tember baum" ed un film, invece, molto eccentrico ed intelligente come "Steve Zissou", avevo visto in questo film una conferma dell'eccen [...] Vai alla recensione »
Le recensioni l'hanno stroncato. Io l'ho amato. La storia dell'elaborazione del lutto di questi 3 fratelli che a distanza di un anno dalla morte del padre e di un anno dall'ultima volta in cui si sono visti fanno un viaggio in India, patrocinati dal maggiore di essi. Adrien Brody che porta gli occhiali del padre, di una gradazione sicuramente diversa dalla propria e che gli provocano tremende emicranie [...] Vai alla recensione »
Commedia ironico, voltato. Privo di superficialità. Da vedere e assaporare.
Il treno per il Darjeeling è il solito film che apparentemente è vuoto ed insignificante, il solito film dove viene dato spazio solamente alle ambientazioni e ai magistrali metodi di ripresa... I colori dell'India, le ambientazioni e gli attori rendono il film già di per se molto appetibile a prescindere dalla trama; ma volendo parlare proprio della trama non la trovo per niente inferiore a tutto il [...] Vai alla recensione »
Film "Il treno per il Darjeeling"(Usa,2007). Francis, Peter e Jack dopo la morte del padre partono per un viaggio in treno per l'India alla ricerca della madre e dei legami perduti. Film paesaggisticamente gradevole ma banalotto, sgangherato e senza emozioni. Voto:5
I poster appesi in tutto il Lido stringono il cuore: fra Adrien Brody e Jason Schwartzman, con la testa fasciata, i lividi sulle guance e un cerotto sul naso, c'è Owen Wilson. Sono i tre fratelli Whitman, che nel nuovo film di Wes Anderson The Darjeeling Limited fuggono in India per elaborare il lutto della morte del padre. Fa pena vedere Wilson truccato in quel modo (nel film è reduce da un incidente [...] Vai alla recensione »
Conosciuto e apprezzato da pochi per «Rushmore», «I Tenenbaum» e «Le avventure acquatiche di Steve Zissou», il texano classe 1969 Wes Anderson si supera con «Il treno per il Darjeeling», on the road ferroviario che tra gag fumettistiche, colori sovraccarichi e musiche irresistibili perfeziona il coté visionario della sua vocazione marxista (nel senso di Groucho).
Visto che non riusciremo mai a vedere un film indiano in una sala italiana di prima visione, andatevi almeno a vedere Il treno per Darjeeling un film girato interamente tra le strade dell'India. Wes Anderson ne è l'artefice poetico e naif. Peter (Adrien Brody), Francis (Owen Wilson) e Jack (Jason Schwartzman) ne sono i tre consapevoli, comici ed antieroici fratelli protagonisti.
Il film di Roman Polanski gli valse l'Oscar. Ma Adrien Brody si sente «ironico e leggero», come l'ultimo lavoro di Wes Anderson. Dove, con due fratelli, scorrazza per l'India in cerca di una madre in fuga. E il futuro? Un'altra sorpresa: farà il killer di Dario Argento. «Ho sempre desiderato ruolo strano, comico, paradossale. Dopo Il pianista mi hanno identificato come un personaggio drammatico. Vai alla recensione »
Non sempre una laurea in cinema produce sognatori nevrotici: nel caso di Wes Anderson, per esempio, ha già soffiato la vita in quattro film indipendenti dall'inconfondibile tono bizzarro, tenero, umoristico e stralunato. Ignorato, apprezzato o forse incompreso per Un colpo da dilettanti, Rushmore, I Tenenbaum e Le avventure acquatiche di Steven Zissou, il texano classe 1969 entra per la prima volta [...] Vai alla recensione »
Nell'ultimo film di Wes Anderson si ritrovano intatte le sue fissazioni per la famiglia e i legami che la tengono unita. Tre fratelli (Adrien Brody, Jason Schwartzman e Owen Wilson) viaggiano su un lentissimo treno che attraversa l'India. Dopo la morte del padre, i tre hanno pianificato un vago pellegrinaggio in cerca della madre (Anjelica Huston), che da tempo si è trasferita in Asia, per provare [...] Vai alla recensione »
Dagli appartamenti newyorkesi dei Tenenbaum al Mediterraneo delle Avventure acquatiche di Sveve Zizou fino alle carrozze del Darjeeling Limited, Wes Anderson, regista bizzarro e genialoide abituato a lavorare con un team di collaboratori collaudati, sembra avere ben chiara una cosa. La famiglia, pur disfunzionale, malata, irritante o anarcoide, è l'unica certezza su cui un individuo possa costruire [...] Vai alla recensione »
Ormai giunto al quinto film, forse è ora di fare un consuntivo della cinematografia di Wes Anderson. Dopo Le avventure acquatiche di Steve Zissou l'oggetto del discorso rimane la famiglia, quella disfunzionale e caotica, sull'orlo di una gentile follia: tre fratelli divisi partono per l'India, in un viaggio che dovrebbe riavvicinarli. Il filo della storia è teso tra la morte del padre e la ricerca [...] Vai alla recensione »
Leggero e divertente, ma non inconsistente, Il treno per il Darjeeling è puro Wes Anderson style. Surreale, pop, visivamente eccentrico. Tutto un fiorire di arancioni sovraccarichi, verdi smaltati e celesti accesi, tra costumi di Milena Canonero e valigie Vuitton, in un gioco di riferimenti che va dai film di Satyajit Ray ai suoni beat dei Kinks, passando per Débussy e gli Stones, con un finale accarezzato [...] Vai alla recensione »
Da "Rushmore" a "I Tenenbaum" a "Le avventure acquatiche di Steve Zissou", Wes Anderson resta fedele alla sua famiglia di attori: Bill Murray (che qui fa soltanto una particina, rincorrendo un treno indiano), Anjelica Huston, l'amico di sempre Owen Wilson. Resta fedele anche alle sue collezioni di tragicomici siparietti: forse un pochino meno di un film vero e proprio, se prendiamo la trama come metro [...] Vai alla recensione »
Wes Anderson è nato a Houston, Texas, il 1° maggio del 1969 (auguri!). Non ha nemmeno 40 anni e ha diretto 5 film: Un colpo da dilettanti (1996), Rushmore (1998), I Tenenbaum (2001, il suo capolavoro), Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004) e Il treno per il Darjeeling, finalmente nei cinema dopo il passaggio in concorso a Venezia 2007. Questa filmografia ancora molto giovane consente, già, [...] Vai alla recensione »
To call “The Darjeeling Limited” precious is less a critical judgment than a simple statement of fact, equivalent to saying that the movie is in color, that it’s set in India or that it’s 91 minutes long. It’s synonymous with saying the movie was directed by Wes Anderson. By now — “The Darjeeling Limited” is his fifth feature film — Mr. Anderson’s methods and preoccupations are as familiar as the arguments [...] Vai alla recensione »
The dumb rap against the gifted Wes Anderson is that his comedies (Bottle Rocket, Rushmore, The Royal Tenenbaums, The Life Aquatic) all hit on similar themes of broken dreams and shattered families. Damn him. And damn Hitchcock for his obsession with suspense. And what's with Scorsese and violence? My point is, an artist can spend a satisfying lifetime developing personal themes and deepening their [...] Vai alla recensione »
TAKE a handful of damaged characters. Put them on a road to some unexpected place, like the Central California wine country or the never-never land of a kiddie beauty pageant. Squeeze for laughs until everybody hurts. And you might have the sort of movie — like “Little Miss Sunshine” last year, or “Sideways” two years before — that has twice brought Fox Searchlight and its allied producers within [...] Vai alla recensione »
FarWes. Anderson è un cognome che nel cinema è una garanzia. Tralasciando gli attori (da Joe a Bibi, c'è solo l'imbarazzo della scelta), tra i registi Paul Thomas e Wes si contendono lo scettro del furbetto più surreale e abile. Il primo ha una propensione per il melodramma pe(n)sante, il secondo per la commedia sentimental-familiare-itinerante spiritosa e arguta.
"A bord du Darjeeling Limited" : longue session de thérapie familiale dans un train indien En exergue de l'oeuvre de Wes Anderson, on peut mettre ces vers de Sheila : "La famille ça fait partie/des p'tits soucis quotidiens." Depuis Rushmore, son deuxième long métrage, Wes Anderson a construit avec délicatesse et fantaisie des familles improbables (bourgeoisie new-yorkaise dysfonctionnelle dans La [...] Vai alla recensione »
Dicono (i critici) che sia un genio il giovane, ma ormai non più giovanissimo, supereccentrico regista americano Wes Anderson. Il pubblico va più cauto, dopo essersi moderatamente divertito con I Tenenbaum (2001), quello dove Gene Hackman e soci indossavano sempre lo stesso abito sgargiante, ed essersi annoiato a morte con lo scombinato Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004).
The Darjeeling Limited, di Wes Anderson, era in competizione a Venezia 2007. Ora esce finalmente nelle sale, con una sponsorizzazione incorporata Louis Vuitton, vistosa e pesante (ma le valigie sono disegnate da Marc Jacob) in incontenibile vena «orientalista», e una controsponsorizzazione critica (non piace proprio alla maggioranza dei colleghi a giudicare dalle loro palline e faccette nere) piuttosto [...] Vai alla recensione »
Fratelli, treno e India sono le tre parole chiave del film di Wes Anderson e i cardini della sua leggera e scombinata comicità. I tre fratelli sono impersonati da Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman (protagonista di quel prologo "bollente" con Natalie Portman che, circolato per festival, è in realtà assente dal film). Dopo la morte del padre i tre, tra i quali da un po' non corre buon sangue, [...] Vai alla recensione »
Wes Anderson, il regista, prende in giro il classico viaggio spirituale in India, tanto in voga negli Anni 60-70 e anche in seguito. E' un film di peripezie e disavventure più che di comicità: in un turbine di bagagli Vuitton (valigie, valigette, bauli, borsoni, tascapani), tre fratelli intraprendono il loro viaggio in India allo scopo di ritrovarsi e di ritrovare la madre.
Un film americano che può divertire. Come ha divertito (anche se non del tutto) il pubblico che lo ha visto l'estate scorsa alla Mostra di Venezia. Lo ha diretto Wes Anderson di cui sì ricorderà con simpatia "I Tennenbaum" anche se poi il film da cui è stato seguito, "Le avventure acquatiche di Steve Zizzou", ha piuttosto deluso perché l'umorismo stralunato che si imponeva nell'altro film, in questo [...] Vai alla recensione »
Ricordi di viaggio: Bill Murray che corre invano dietro il treno perduto. Seduzione della hostess ferroviaria indiana. Visita al tempio («Un'esperienza che ci cambierà la vita»). Acquisto di un serpente. Consumo di farmaci indiani sospetti, pillole e sciroppi. Partecipazione al funerale d'un bambino. Madre che carezza i figli prima di scappare via lontano, il più lontano possibile da loro (è Anjelica [...] Vai alla recensione »
Anche Anderson è sorprendente e feroce (come in Rushmore, il suo capolavoro), d'umorismo perverso e insofferente, a mèche necrofile, all'ordine domestico, sia delle grandi dinastie borghesi che delle piccole coppie, anche proletarie, covanti meschinerie e sopraffazioni reciproche come programma massimo. C'è anche un prologo, a Parigi, degno di Appartamento al Plaza, e poi tutti on the road a bagnarsi [...] Vai alla recensione »
The Darjeeling Limited (è il nome in India del treno multicolore senza ombra di miseria diretto al Rajasthan) di Wes Anderson, con Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, è una commedia semi-demenziale. Tre fratelli che non si vedono mai decidono dopo la morte del padre di fare insieme un viaggio in treno in India, per visitare la madre e ritrovare il proprio legame.