Il treno per il Darjeeling

Dopo il dramma dei «Pianista» prendo un treno che fa ridere

Il film di Roman Polanski gli valse l'Oscar. Ma Adrien Brody si sente «ironico e leggero», come l'ultimo lavoro di Wes Anderson. Dove, con due fratelli, scorrazza per l'India in cerca di una madre in fuga. E il futuro? Un'altra sorpresa: farà il killer di Dario Argento.
«Ho sempre desiderato ruolo strano, comico, paradossale.
Dopo Il pianista mi hanno identificato come un personaggio drammatico. E, invece, sono ironico e leggero». Adrien Brody tiene a spiegare che recitare nel pazzo e coloratissimo film di Wes Anderson Il treno per il Darjeeling lo ha liberato dall'etichetta di attore serio e drammatico, che gli si era appiccicata addosso dopo la bellissima interpretazione nel film di Roman Polarski, che gli è valsa l'Oscar. Chissà come se la caverà nel ruolo del serial killer psicopatico, protagonista del prossimo film di Dario Argento, Giallo.
Le riprese cominciano il 12 maggio a Torino; Brody sarà un assassino seriale che ama torturare le sue vittime. «Il mestiere dell'attore è proprio questo, cambiare continuamente pelle» nicchia lui. Il treno per il Darjeeling, quarta prova del talentuoso regista nerwyorkese, racconta il viaggio di tre fratelli su un treno indiano alla ricerca della madre, fuggita da tempo, per comunicarle la morte del padre. Tre figli maschi (Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman), alle prese con il fantasma ingombrante della figura paterna e con l'irresponsabilità di quella materna (Angelica Huston). «Sono figlio unico, ma sul set si è creata una situazione bellissima: Anderson, Wilson e Schwartzman sono amici da tempo, quasi fratelli. E io sono entrato in questa strana famiglia». Il film, quasi un'opera pop per le colorate scenografie e la musica anni Settanta, è tutto girato in India. «Questa esperienza ha cambiato la mia vita. Ero già stato in quel paese come turista. Ma durante le riprese ho scoperto un popolo caotico ma libero. Per calarmi completamente in questa cultura, ho affittato una moto e con la mia ragazza ho viaggiato senza meta, vivendo esperienze incredibili». Da Il Venerdì di Repubblica, 1 maggio 2008

di Federica Lamberti Zanardi, 1 maggio 2008