È un'opera che ha conosciuto un successo mondiale che dura ancora oggi, a oltre sedici anni di distanza dalla sua uscita al cinema, e che da sola ha rilanciato il genere dei corsari: basterebbero solo queste due frasi per introdurre degnamente La maledizione della prima luna, film del 2003 diretto da Gore Verbinski, ora disponibile su TIMVISION, e diventato quasi istantaneamente un elemento cardine della cultura pop degli ultimi tre lustri insieme con la saga a cui ha dato origine, conosciuta italiana con il nome di Pirati dei Caraibi.

La storia: siamo nella prima metà del 1700 e ci troviamo a Port Royal, immaginaria cittadina inglese caraibica. La figlia del governatore Swann, Elizabeth, è in possesso di uno stranissimo medaglione d'oro di origine azteca che otto anni prima ha sfilato dal collo di Will Turner, un ragazzino scampato all'incendio di una nave e rinvenuto mezzo morto tra i flutti proprio dalla nave che portava Elizabeth e suo padre in America dall'Inghilterra. Oggi Will è cresciuto, è un fabbro di talento molto versato nell'arte della scherma e, fin da quel primo incontro, è segretamente innamorato di lei. La tranquilla vita costiera viene però sconvolta dall'arrivo in città di capitan Jack Sparrow, folle e tanto astuto quanto improbabile pirata dal look estremamente eccentrico, alla ricerca di una nave da "requisire" per inseguire la Perla Nera, il vascello di cui è stato capitano finché la ciurma non si è ammutinata e l'ha abbandonato in mezzo all'oceano...

Jack Sparrow? Ho iniziato a pensare ai pirati del diciottesimo secolo, che erano praticamente le rockstar di quell'epoca, e mi sono chiesto: qual è la rockstar più grande e stilosa della storia? E per me era a mani basse Keith Richards.

Tra i motivi per cui La maledizione della prima luna ha una rilevanza notevole tra i film degli ultimi vent'anni c'è sicuramente proprio la creazione di Jack Sparrow, quello che probabilmente è il ruolo della vita di Johnny Depp nonché un personaggio iconico di per sé, capace di influenzarne enormemente tanti altri nel corso degli ultimi (quasi) vent'anni.

Ma non solo: il film è stato cruciale anche per la Disney, che con la saga di Pirati dei Caraibi ha conosciuto il successo globale grazie a una sua produzione originale (tutti i titoli Marvel e quelli legati a Star Wars sono infatti acquisizioni di proprietà intellettuali già esistenti). La casa di Topolino ha peraltro intenzione di replicare l'esperimento con Jungle Cruise in uscita nel 2020, titolo anch'esso tratto da un'attrazione storica di Disneyland, proprio come Pirati dei Caraibi.

Il film poggia tutta la sua forza su tre elementi: una sceneggiatura molto ben scritta e avvincente che lo mantiene sempre fresco nonostante il passare degli anni grazie ai continui colpi di scena, il comparto tecnico di assoluta eccellenza (la fotografia e i costumi sono francamente pazzeschi, ancora oggi) e soprattutto l'interazione tra i tre protagonisti. Johnny Depp, in clamoroso stato di grazia, una super combattiva Keira Knightley (all'epoca appena maggiorenne) e un Orlando Bloom perfettamente a suo agio nel ruolo del "buono senza macchia" danno forma a un triangolo di personaggi perfettamente assortito, migliorato solo dal contrasto con Capitan Barbossa, il corrotto antagonista interpretato da un sontuoso Geoffrey Rush.

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