Un collettivo di Lotta Continua volle realizzare un film di denuncia e trovò un inatteso interlocutore in Pasolini. Lo scrittore-regista apprezzava molti aspetti della militanza di Lotta Continua e così, anche sulla base di un progetto iniziale di Goffredo Fofi, pensò a un film che costituisse una sorta di viaggio politico e antropologico nell'Italia dei primi anni Settanta, incentrato su alcuni episodi emblematici delle trasformazioni che stavano avvenendo nel corpo del paese.