Anno | 2012 |
Genere | Storico |
Produzione | Portogallo, Francia |
Durata | 151 minuti |
Regia di | Valeria Sarmiento |
Attori | John Malkovich, Carloto Cotta, Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Michel Piccoli Chiara Mastroianni, Nuno Lopes, Soraia Chaves, Marisa Paredes, Victória Guerra, Marcello Urgeghe, Jemima West, José Afonso Pimentel, Miguel Borges, Mathieu Amalric, Melvil Poupaud, Filipe Vargas, Adriano Luz, João Arrais, Elsa Zylberstein. |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,21 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 settembre 2012
L'esercito anglo-portoghese attira le truppe francesi verso le linee fortificate per fermare l'invasione nemica. Si intrecciano le storie di uomini e donne, destinati a salvarsi o a morire.
CONSIGLIATO SÌ
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1810, l'esercito anglo-portoghese del generale Wellington sconfigge le truppe francesi del maresciallo Massena presso le montagne del Buçaco, ma deve comunque arretrare perché il nemico è superiore numericamente. Il piano è quello di attirare i francesi verso Torres Vedras, dove Wellington ha costruito in gran segreto una serie di invalicabili linee fortificate. Tutto il paese viene invitato a spostarsi verso quel luogo, lasciandosi il deserto alle spalle per affamare i nemici. Soldati, vecchie signore, prostitute, ragazzine, orfani, preti, spie, letterati e ladri: tutti (ri)uniti da una guerra che deciderà chi è destinato a vivere e chi a morire.
Preparato da Raul Ruiz prima di morire, il film di Valeria Sarmiento, sua compagna e montatrice, assomiglia a quelli del maestro in qualcosa di non visibile ma di percettibile sotto pelle, ovvero per quella nostalgia per qualcosa che non è mai stato, che definisce il carattere intimo nazionale, ma anche per quell'alternare senza gradualità obiettivi lontani tra loro, intrecciando piani di profondità diversi, che mettono in discussione la linearità del tempo. La Sarmiento non lo fa a livello formale ma a livello narrativo, passando dal corale al privato con una felicità rara, più simile al procedere della vita o della letteratura che a quello progettato e architettato del cinema.
Pur essendo anche un film di guerra, terroso e commuovente, che nell'uso del carrello rievoca altri orizzonti "di gloria" e di cinema, Linhas de Wellington non sfrutta il conflitto bellico come strumento drammaturgico, buono per strette di tensione e colpi di scena, ma come paesaggio emotivo.
Visivamente accostabile ad un dipinto nordico a lume di candela, nelle scene notturne, il film è però tutt'altro che statico. Al movimento assicurato dal racconto dell'esodo a piedi del popolo portoghese e dell'esercito inglese si aggiunge quello creato dal montaggio, che annoda costantemente i fili dei diversi personaggi, e, non ultimo, quello offerto dai momenti ironici, quasi extra-filmici, quali la cena a casa di Piccoli e Catherine Deneuve o il consulto tra John Malkovic e il pittore sul beef alla Wellington.
Non ci si lasci spaventare dalla durata del film, perché non verrà percepita: la presa diretta in cui le sequenze appaiono immerse trasforma magicamente il passato storico in presente continuo.
Ideato da Raoul Ruiz prima di morire e completato dalla moglie Valeria Sarmiento, il film, in cui si affollano tanti collaboratori di Ruiz (da John Malkovich a Catherine Deneuve), rischia di trasformarsi in una specie di omaggio al regista. Ma alla fine Sarmiento riesce a raccontare questa storia napoleonica con un gusto raffinato di cui Ruiz sarebbe andato orgoglioso.