Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Luca Ferri |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
MYmonetro | 3,32 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 15 settembre 2020
La storia d'amore a distanza tra la prostituta Bianca Dolce Miele e Natasha.
CONSIGLIATO SÌ
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Bianca, una transessuale che vive a Milano dal 2009 viene seguito dalla telecamera solo ed esclusivamente all'interno dell'appartamento che condivide con un gatto nero e con la fidanzata Natasha, che al momento si trova in Brasile. Assistiamo alla sua vita quotidiana e ai suoi incontri con i clienti.
"La tenerezza, tenerezza è detta se cose nuove detta" (Sandro Penna). Questi versi e un duplice manifesto della mostra "Frammenti d'amore" di Cesare Riva marcano con forza questo documentario di Luca Ferri con il quale si conclude la "Trilogia dell'appartamento" in cui il regista ha voluto indagare la relazione che si instaura tra il mezzo di ripresa il soggetto della stessa e la limitazione spaziale.
Cosa possono significare le due marche di cui sopra? I versi sottolineano il bisogno che anche chi vende il proprio corpo avverte: quello di un'attenzione che dal 'cliente' (che paga per riceverla) si rifletta su chi la offre. Il manifesto da elemento di sfondo finisce con il trovare una sua importante rilevanza nella narrazione. Senza volerla rivelare anticipatamente ne va comunque sottolineata la valenza anche simbolica.
Ferri ad ogni opera mostra una grande consapevolezza nell'uso del mezzo e, in particolare nella composizione delle inquadrature. L'autovincolo allo spazio di un appartamento sottintende la volontà di misurarsi con l'ostacolo delle mura e di ciò che esse includono.
Tra citazioni evangeliche, canti della mala e un cliente che lo 'usa' come tavola su cui apparecchiare il pranzo, Bianca ci dice di sé, della propria condizione umana, di una solitudine affollata da persone a cui dare l'illusione di un esistere difficile da trasformare in consapevolezza duratura. Basta un preavviso di mezzora e lei sarà pronta 'per' loro. Aspettando il ritorno di un amore che sia soprattutto per sé.
C'è un elemento che accomuna i tre film che Luca Ferri ha girato in altrettanti spazi chiusi e quasi astratti nella cosiddetta "trilogia domestica". E non è la semplice trasformazione di luoghi chiusi in spazi ideali, figurativi e narrativi, ma, piuttosto, la messa in scena di un incontro fra quelle mura, la dinamica fra servo e padrona in Dulcinea, fra regista e protagonista in Pierino, che in La [...] Vai alla recensione »
La casa dell'amore - in questi giorni disponibile in streaming su Chili e a partire dall'11 gennaio parte della rassegna di Cineforum Ricomincio da cinque - è l'ultimo tassello di una trilogia iniziata da Luca Ferri con Dulcinea e continuata con Pierino, dedicata agli ambienti domestici. Tutti e tre i lavori, pur differendo per tematiche e formati, sono accomunati dal fatto di essere ambientati in [...] Vai alla recensione »
È stato presentato al 50° Forum della 70° Berlinale il film La casa dell'amore di Luca Ferri. Si tratta del capitolo conclusivo della "trilogia dell'appartamento" del regista bergamasco, composta anche da Dulcinea (2018) e Pierino (2018). Una tappa interessante nel percorso dell'appartato autore, che si muove in territori tra il documentario, la finzione e la sperimentazione, con titoli come Habitat [...] Vai alla recensione »
Bianca è una transgender di 39 anni. Vive a Milano e di professione fa la prostituta. Il film racconta un punto fermo - Bianca dentro il suo appartamento - e di come da questa apparente staticità filtri all'interno dell'abitazione un intero piccolo mondo fatto di abitudini, incontri, cicli e imprevisti in attesa del ricongiungimento con Natasha, sua compagna di una vita.
"Trilogia dell'appartamento", vol. III, dopo Dulcinea e Pierino. Il primo «ora d'amore» (fiction, in 16 mm) d'una prostituta non chiamata a consumare, ma ad abbandonare feticci in casa, alla mercé di un cliente. Il secondo (doc, in VHS) resoconto di un anno, un giorno la settimana, d'un cinefilo in pensione, della sua placida compulsione, dei giorni tutti uguali, orari, riti, report.
Terzo capitolo di un'ideale trilogia dell'appartamento, che ha visto come primi due episodi Dulcinea, messo in scena nel tempo di un'ora, girato in pellicola 16 mm e interamente di finzione, e Pierino, filmato nel periodo di un anno, girato in VHS e rigorosamente documentaristico, l'ultimo lavoro di Luca Ferri, La casa dell'amore, attraverso il supporto digitale e un connubio tra realtà e (ri)costruizione, [...] Vai alla recensione »
Dopo Dulcinea e Pierino, La casa dell'amore, il terzo film che dovrebbe concludere la trilogia della casa, quella trilogia domestica che forse parte più da lontano, in quel film a quattro mani che Luca Ferri ha girato nel 2013 con Claudio Casazza, quell'Habitat [Piavoli] omaggio all'Autore Franco Piavoli, così vicino e così lontano dal percorso di Luca Ferri, ma così affine nella ricerca di una assoluta [...] Vai alla recensione »
Tanto il precedente Dulcinea si mostrava come un film di insostenibile turgore erotico pur non permettendo mai ai due personaggi in scena l'istante di un contatto anche minimo, neppure unicamente sfiorato, così La casa dell'amore non si accende mai, in maniera chirurgica e crediamo del tutto consapevole, di emozione sensuale pur essendo continuamente attraversato da incontri a sfondo sessuale, grovigli [...] Vai alla recensione »