Titolo originale | El Hoyo |
Titolo internazionale | The Platform |
Anno | 2019 |
Genere | Horror, Fantascienza |
Produzione | Spagna |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Galder Gaztelu-Urrutia |
Attori | Emilio Buale, Zorion Eguileor, Eric Goode, Alexandra Masangkay, Ivan Massagué Antonia San Juan. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,24 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 aprile 2020
In un futuro distopico gli uomini sono costretti alla prigionia ed alla fame. Il film è stato premiato agli European Film Awards, ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Goya,
CONSIGLIATO SÌ
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In una futura distopia, i prigionieri alloggiati in celle accatastate verticalmente guardano affamati mentre il cibo scende dall'alto, alimentando i livelli superiori, ma lasciando quelli sotto famelici.
Si chiama solidarietà spontanea, il meccanismo che dovrebbe sottostare e rendere possibile la convivenza nella Fossa, per il quale basterebbe consumare la razione di cibo corrispondente al proprio fabbisogno, in altri termini razionalizzare il cibo, per far sì che tutti gli abitanti del palazzo abbiano la possibilità di sopravvivere. Questo, almeno, negli schemi dell’amministrazione; la realtà è che [...] Vai alla recensione »
Nel variegato panorama contemporaneo del cinema impegnato di denuncia sociale (da Parasite a Joker), la pellicola di Gaztelu-Urrutia offre spunti di riflessione inediti, interpretazioni di una prospettiva di svolta religiosa alle storture della civiltà capitalista. Il contesto è il classico, indeterminato presente distopico, rappresentato dal microcosmo della Fossa, prigione anonima [...] Vai alla recensione »
Inizialmente coinvolgente per l'idea di base e per l'ambientazione, pian piano il film si trasforma in un pulp movie angosciante e claustrofobico. La violenza prende il sopravvento su qualsiasi approfondimento sociale, umano, culturale. Resta un lavoro ben confezionato ma nel complesso grossolano e inconcludente.
Il regista esordisce con un film indubbiamente affascinante,sia nell'idea di base che nella gestione dello svolgimento.Straordinario dal punto di vista visivo,ed efficace nell'ennesima rappresentazione dell'umanità che tira fuori il peggio di se nelle situazioni estreme ma è ancora capace di qualche azione positiva(con puntuale finale speranzoso) con una messa in scena fredda [...] Vai alla recensione »
Invettiva sulla disuguaglianza e l’egoismo umano travestita da thriller sci-fi, il concept stesso alla base di questo film low budget è una grande metafora della scarsità di risorse e della guerra di classe. Si tratta di un modo particolarmente ispirato e di genere per entrare nel vivo della politica di classe e di come nascano risentimenti tra i diversi strati della società [...] Vai alla recensione »
In tutti i film che vediamo c'è sempre uno sproposito di violenza, il buco uno dei pochi film dove si può giustificare tutto, anche se le immagine possono davvero infastidire. Una vera rappresentazione dell'inferno i comportamenti più meschini e depravati che gli uomini possono avere in circostanze disumane.metafora estrema delle nostre società con tutti i suoi dislivelli [...] Vai alla recensione »
In una distopia senza tempo e senza luogo, come senza tempo e luogo e’ la ferinita’ umana verso i propri simili, una torre con centinaia di piani viene adibita a prigione, dove si finisce per punizione o, in qualche caso, per scelta, come accade al protagonista Goreng ed all’ex-amministratrice Imoguiri.La struttura, definita un centro di autogestione verticale, consiste di una cella per piano, il primo [...] Vai alla recensione »
Decidetevi: se fate un film distopico, più o meno claustrofobico, più o meno d'azione, poi portatelo alle sue naturali conseguenze. Ne "il buco", invece, viene sprecata un'idea abbastanza interessante, basata su una prigione-voragine da incubo ove o si mangia a crepapelle o si muore di fame e ci si sbrana a vicenda, a seconda del livello in cui si è sistemati. P [...] Vai alla recensione »
Il primo titolo che mi è venuto alla mente mentre guardavo questo film cercando di comprenderne il significato è stato ''Circle'' di Haaron Ann e Mario Miscione. Non per la trama o l'ambientazione completamente diverse, ma perchè tentano di rappresentare il comportamento dell'uomo messo in situazioni estreme di vita o di morte. Le scelte che il personaggio compie sono ogni volta per il suo bene o per [...] Vai alla recensione »
Il primo titolo che mi è venuto alla mente mentre guardavo questo film cercando di comprenderne il significato è stato ''Circle'' di Haaron Ann e Mario Miscione. Non per la trama o l'ambientazione completamente diverse, ma perchè tentano di rappresentare il comportamento dell'uomo messo in situazioni estreme di vita o di morte.
Un messaggio critico e severo alla nostra società, accecata dalla brama di potere. Un viaggio all'interno dei gironi infernali alla ricerca di una salvezza, un messaggio di speranza che vada oltre le angustie e le cattiverie subite e commesse dal genere umano. Un Horror claustrofobico, forte e al tempo stesso riflessivo. Una spruzzata di novità nel panorama cinematografico attuale. [...] Vai alla recensione »
Un giorno Goreng si sveglia, con il futuro collega Trimagasi, al trentatreesimo piano di una prigione, attraversata da una piattaforma discendente che trasporta i resti dei pasti dei detenuti dei piani superiori. Trimagasi conosce le regole di questo luogo misterioso: due persone per piano e un numero sconosciuto di reclusi. Se sali di piano sopravvivi, ma se pensi troppo scenderai di nuovo.
Il quarantenne Goreng (Ivan Massagué) si sveglia al trentatreesimo piano di una prigione brutale e brutalista, Il Buco, attraversata da una Piattaforma discendente che trasporta un lauto banchetto destinato a consumarsi progressivamente. Due detenuti per cella che cambiano livello ogni mese con assoluta casualità, i residenti ai piani superiori gozzovigliano, quelli ai piani inferiori trovano solo [...] Vai alla recensione »
La fantascienza sarà sempre il genere migliore per mandare un messaggio chiaro e fortemente politico allo spettatore. Lo sanno bene Bong Joon-ho e Vincenzo Natali, che con i loro Snowpiercer e The Cube, hanno avuto il coraggio di mettere in scena uno spettacolo avvincente, ma sempre più attuale. Un mezzo di cui si servivano anche John Carpenter e David Cronenberg, ma è anche vero che, con il passare [...] Vai alla recensione »
«Ci sono solo tre tipi di persone. Quelli di sopra. Quelli di sotto. E quelli che cadono». Nel film più sorprendente (e inquietante) reperibile su Netflix, tutto è oscuro e insieme perfettamente chiaro anche se nulla ha un perché. Nel breve prologo, le sole immagini luminose del film, uno chef si aggira tra pietanze sontuose in una grande cucina. Il resto è tenebra, privazione e sopraffazione.
Il buco non è un film sottile, ma siamo in tempi poco adatti alle raffinatezze e forse la cosa più allarmante di questa cupa allegoria spagnola sulla verticalità del capitalismo è che quasi non sembra un'allegoria. Da qualche parte, in un futuro molto prossimo, centinaia di persone sono recluse in una sorta di carcere verticale che ha più piani di quanti i detenuti possano immaginare.
Che "sotto il sole" ci sia ben poco di nuovo, lo dimostra il fatto che, nel tentativo di descrivere in concetti lapidari Il buco, vengano in mente due locuzioni latine tra le più note e trite: "Homo homini lupus" (letteralmente, l'uomo è lupo per l'uomo), da Plauto a Hobbes sintesi di come l'essere umano sia fondamentalmente egoista, mosso quasi esclusivamente dall'istinto di sopravvivenza e dall'interesse [...] Vai alla recensione »
Le regole del gioco? Un grattacielo di 200 piani. Due persone per piano. Ogni mese, al risveglio, un cambio di livello. Casuale: non c'è merito che tenga. C'è però una piattaforma che, attraverso il buco intorno a cui è costruito ogni piano, scende dall'alto del cielo, il livello 0, sino agli inferi, con una tavola imbandita che viene via via depredata dagli ospiti, dall'1 al 200 e oltre.
"Il buco", film spagnolo distribuito da Netflix, fa sfoggio di scene di forte impatto, destinate a suscitare disgusto nello spettatore, tale da non renderlo adatto a tutti. L'ambientazione del film diretto da Galder Gaztelu-Urrutia è tutta nella "fossa", luogo di reclusione verticale, composto da numerosi livelli, ognuno dei quali con due "ospiti". Le motivazioni che costringono i personaggi a rimanere [...] Vai alla recensione »
Il risveglio di Goreng non è dei migliori. Su una branda in una cella e in coabitazione con un anziano a dir poco ambiguo. Un piccolo lavabo e un minuscolo gabinetto l'unico arredamento presente. A dividere i due prigionieri, al centro della stanza, un enorme buco. È l'incipit di El hoyo (Il buco, appunto), opera prima dello spagnolo Galder Gaztelu-Urrutia, a metà strada tra l'horror e la fantascienza [...] Vai alla recensione »
E' uscito sulla piattaforma Netflix un film, "Il Buco" (titolo originale "The Platform"), un'opera illuminante nella sua universalità ma che può essere troppo disturbante da vedere in un periodo come questo. Goreng (Ivan Massagué) si sveglia in un luogo che somiglia a un carcere verticale, in cui ogni piano è costituito da una cella abitata da due persone.
La dimensione è quella del film-performance, basato su un assunto tanto semplice quanto potente: ci sono due persone rinchiuse in un'avveniristica prigione a cerchi, una struttura che discende sempre più nella terra. Il cibo invece è trasportato a intervalli regolari da una piattaforma che procede dall'alto verso il basso. Naturalmente chi sta più in alto ha maggiore possibilità di sfamarsi rispetto [...] Vai alla recensione »
Lustratevi gli occhi. In Concorso al 37esimo Torino Film Festival arriva il film che fa saltare il banco. S'intitola El Hoyo/The platform ed è un horror sci-fi opera prima dello spagnolo Galder Gatzelo-Urrubia, finito già sul listino Netflix. Uno di quei film che dopo averlo visto avrete un po' meno voglia di abbuffarvi di cibo e, si spera, di solidarizzare un po' di più con chi ha meno possibilità [...] Vai alla recensione »
Un uomo si sveglia chiuso dentro una costruzione verticale, con un baratro nel mezzo e un numero enorme di piani. Un uomo gli spiega che dovrà nutrirsi, attraverso una tavola imbandita-ascensore, con quello che resta man mano dai piani superiori; e così faranno anche quelli che sono rinchiusi più sotto. Un horror claustro-metaforico che richiama "The cube", sostituendo il fascino e il mistero con la [...] Vai alla recensione »