Donatella Finocchiaro inizia la sua carriera teatrale nel 1997 con La figlia di Iorio, per la regia di Melo Freni.
Ricordiamo inoltre: Pipino il breve, regia di Giuseppe Di Martino (1997); Nozze di piccoli borghesi di G. Salvo (1999); Il giardino dei ciliegi, di G. Palumbo (2000); Autunno a Petaux, di Alessandro Di Robilant (2001); Trilogia Prometeo Baccanti, regia di Luca Ronconi (2002) e Frida, di G. Palumbo (2003).
Esordisce al cinema con Angela di Roberta Torre (2002), cui seguono Perduto amor di Franco Battiato (2003); Sulla mia pelle di Valerio Jalongo (2003); Amatemi di Renato de Maria (2003); Se devo essere sincera di Davide Ferrario (2003); La fiamma sul ghiaccio di Umberto Marino (2004); Viaggio segreto di Roberto Andò (2005); Non prendere impegni stasera di Gianluca Tavarelli (2005); Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio (2006); Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati; La grande abbuffata di Mimmo Calopresti (2007); Un destino ridicolo di Daniele Costantini (2007) e Baaria di Giuseppe Tornatore (2008).
In televisione: Donne Assassine, regia di Simone Paragnani e Aldo Moro di Gianluca Tavarelli, entrambi del 2007.
Tra gli innumerevoli premi ricordiamo: Miglior attrice protagonista al Tokio Film Festival (2002), Premio Fellini (2002), Premio FICE miglior attrice cinema d’essai (2002), Candidatura al Nastro d’Argento per Angela (2003), Globo d’oro della stampa estera come attrice rivelazione (2003), Premio Marcello Mastroianni (2003), Premio Efesto d’oro (2003), Premio Donna di scena (2004), Candidatura al Nastro d’Argento per Perduto Amor (2004).