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Lo schermo dell’arte, Firenze si immerge nella produzione artistica contemporanea

Film d’artista, documentari e incontri animeranno gli spazi fiorentini ma anche le sale streaming con MYmovies. L’evento fa parte del grande programma della 50 Giorni di Cinema a Firenze. Dal 15 novembre.
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di Veronica Ranocchi

martedì 7 novembre 2023 - Festival

Dal 15 al 19 novembre 2023, all’interno del programma della 50 Giorni di Cinema a Firenze, avrà luogo la sedicesima edizione dello Schermo dell’arte, festival di cinema e arte contemporanea diretto da Silvia Lucchesi, che permetterà al pubblico di ammirare una selezione della più recente produzione internazionale di film d’artista e di documentari sull’arte contemporanea.

30 proiezioni, tra anteprime mondiali e italiane, ma anche numerosi incontri e appuntamenti collaterali tra il cinema La Compagnia e altri luoghi di cultura della città di Firenze. Una selezione di eventi sarà anche disponibile in streaming fino al 26 novembre con un'iscrizione a MYmovies ONE.
QUI per scoprire il programma online. 

L’Opening Night avrà inizio con Pixelated Revolution, una non academic lecture dell’artista libanese Rabih Mroué sul tema della rappresentazione della violenza e dell’orrore della guerra mediata dagli schermi e dal web. A seguire, poi, un focus dedicato alla carriera ventennale di Guido van der Werve, con l’anteprima italiana del suo primo lungometraggio autobiografico, Nummer achttien - The Breath of Life.
Per la Closing Night, invece, è stato scelto Inside di Vasilis Katsoupis, con Willem Dafoe.


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Inside è la storia del ladro d'arte Nemo si ritrova intrappolato in un elegante attico di New York.

IL PROGRAMMA

Nello specifico il programma si estende, come detto, per cinque giorni ai quali va aggiunta una pre-apertura il 14 novembre con la video installazione La montagna magica di Micol Roubini che indaga l’ecosistema della più grande cava d’amianto d’Europa a Balangero (TO).

Mercoledì 15 novembre si aprono, invece, ufficialmente le proiezioni del Festival con The Pixelated Revolution. A seguire il focus dedicato a Guido van der Werve, in sala per presentare la prima italiana di Nummer Achttien –The Breath of Life, una “autofiction” che racconta il suo percorso di riabilitazione dopo un grave incidente.

Il 16 novembre prevede un’alternanza tra cinema e arte. L’Accademia di Belle Arti di Firenze ospita il primo dei Festival Talk: una lecture di Guido van der Werve. Successivamente spazio per il primo documentario del festival: Robert Irwin: A Desert of Pure Feeling di Jennifer Lane, in cui l’artista californiano racconta le sue installazioni di luce e spazio. A seguire ancora il focus dedicato a van der Werve con la proiezione prima di Nummer acht, everything is going to be alright e poi di Nummer veertien, Home.

Per concludere la serata Capital di Basma Alsharif, film satirico sul progetto di una nuova capitale egiziana pianificata fin dagli anni ’70, poi l’anteprima italiana di Bloodlines di Amie Siegel, ritratto del pittore britannico George Stubbs e, infine, Canyon - Katharina Grosse di Heinz-Peter Schwerfel che segue la realizzazione dell’opera permanente dell’artista tedesca per la Fondation Louis Vuitton di Parigi.

Il giorno successivo spazio per una masterclass di Amie Siegel, ma anche per il documentario Dead Dance di Domenico Palma che ripercorre il processo di realizzazione della grande installazione di Giulia Cenci per la Biennale di Venezia 2022, e per l’anteprima mondiale del primo dei quattro film prodotti grazie al VISIO Production Fund: Bliss Point di Gerard Ortín Castellví. Oltre a questo anche Look On the Bright Side di Yuyan Wang, prodotto da Petit Chaos, co-prodotto dallo Schermo dell’arte con FRAC Bretagne.

Nella stessa giornata prevista anche la proiezione di Ragnar Kjartansson: I’m Not An Authentic Human Being di Roxanne Bagheshirin Lærkesen, in anteprima italiana, per ripercorrere la carriera dell’artista islandese e l’anteprima mondiale di Message from Mars di John Menick, film essay realizzato con tecniche di animazione 3D e 2D, filmati d’archivio e documenti storici che riflette sul desiderio dell’umanità di colonizzare il pianeta Marte. E, per concludere, anche la proiezione di Dearest Fiona di Fiona Tan.


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Dearest Fiona è realizzato con immagini d’archivio che ritraggono scene di vita quotidiana nei Paesi Bassi all’inizio del Novecento.

Gli ultimi due giorni, infine, prevedono la proiezione di Radical Landscapes di Elettra Fiumi, ma anche un confronto dal titolo Sharing, Connecting and Creating. Moving Images and their Communities. Tutto questo senza dimenticare il focus su Guido van der Werve con Nummer twee, just because I’m standing here doesn’t mean I want to e Nummer zes, Steinway grand piano, wake me up to go to sleep and all the color of the rainbow.

Nel pomeriggio Sarah Vos presenta il suo documentario White Balls on Walls, che affronta questioni di grande attualità nel mondo dell’arte, ma tornano anche le anteprime mondiali dei film prodotti grazie al VISIO Production Fund, con la presenza degli autori. Tra questi Razeh-del di Maryam Tafakory, Single File di Simon Liu, prodotto dallo Schermo dell’arte con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci.

In serata omaggio all’artista italiano Diego Marcon con una speciale selezione di sue opere: Untitled (All Pigs Must Die); ToonsTunes (Four Pathetic Movements); Monelle; Il malatino e Ludwig e la presentazione in anteprima italiana di Twittering Soul di Deimantas Narkevicius, lungometraggio in 3D che mette in scena una storia del folklore della Lituania.

Ad alimentare l’ultima giornata del Festival le anteprime italiane di Man in Black del regista e artista cinese Wang Bing, e di Nam June Paik: Moon Is the Oldest TV di Amanda Kim.

Infine Andrea Viliani, direttore artistico Pompeii Commitment. Archeological Matters sarà in sala per presentare I Am Hymns of the New Temple di Wael Shawky.
Dopo la premiazione il festival si conclude con l’Italian theatrical premiere di Inside di Vasilis Katsoupis, alla presenza dell’autore e del produttore Giorgos Karnavas.


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