Radical Landscapes

Film 2022 | Documentario 87 min.

Anno2022
GenereDocumentario
ProduzioneSvizzera, Italia
Durata87 minuti
Regia diElettra Fiumi
TagDa vedere 2022
MYmonetro Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Elettra Fiumi. Un film Da vedere 2022 Genere Documentario - Svizzera, Italia, 2022, durata 87 minuti. Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento venerdì 5 luglio 2024

Un dialogo intimo tra un padre, uno dei maggiori esponenti del Movimento di Architettura Radicale Fiorentino, e la figlia regista.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Un catalogo in movimento e una lettera al proprio papà che non c'è più. Un film dovuto, sentito e struggente.
Recensione di Archimede Favini
venerdì 28 giugno 2024
Recensione di Archimede Favini
venerdì 28 giugno 2024

Un commovente resoconto della vita e della carriera di Fabrizio Fiumi ad opera della figlia Elettra. Dopo la morte del padre Elettra inizia a ripercorrere le tappe principali della parabola del suo "babbo", come ama chiamarlo, in quello che è a metà tra un documentario e la sua personalissima maniera di elaborare questo lutto e questa eredità pesantissimi.

A metà tra un documentario, un catalogo in movimento e una lettera al proprio papà che non c'è più, Radical Landscapes è dovuto, sentito e struggente.

È difficile parlare di Radical Landscapes in modo oggettivo, e questo è dovuto soprattutto all'incredibile capacità di Elettra Fiumi nel far sì che le sue immagini si sottraggano sistematicamente a ogni tipo di razionalità. Radical Landscapes, proprio come i lavori del suo babbo, salta il filtro cerebrale e va dritto al cuore. Più che un documentario, è un vademecum per inguaribili idealisti (o forse sarebbe più corretto dire per idealisti radicali) finiti per un tremendo e inspiegabile errore, in un mondo in cui i sognatori e gli utopisti sono una specie in via di estinzione e sono la logica e la razionalità a farla da padrone.

Questo film ci mostra un modo di fare arte diverso, che c'era e che che non c'è più, ma che non possiamo comunque definire superato; forse quest'approccio si è un po' perso nel suo idealismo, mentre i protagonisti si chiedevano come cambiare il mondo, il mondo è cambiato in peggio, togliendo spazio a queste utopie. Ma la verità che esce da questo documentario, la verità che Elettra Fiumi urla a squarciagola è che il mondo potrà essere cambiato e forse potrà non esserci mai più un gruppo 9999 in futuro, ma la loro lezione è rimasta, come diceva Falcone "gli uomini passano, ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini".

Non c'è mai un sogno più grande dell'uomo che l'ha sognato, non c'è niente di più vero: l'eredità di Fabrizio Fiumi è quasi più umana che artistica, è il potere curativo dell'arte, è scoprire davvero chi era il tuo babbo mentre realizzi un documentario sulla sua vita per elaborarne il lutto. Questo messaggio artistico, spirituale e testamentario, attraverso un complesso gioco di specchi e corrispondenze tra la vite del padre e della regista, viene reiterato magnificamente, un po' come se il film unisse i puntini lasciati dai preziosi lavori di Fiumi trovando la parola nascosta.

A impreziosire questo ricettacolo artistico, biografico ed emotivo ci sono poi il montaggio e le animazioni, è stupefacente la maniera in cui immagini di repertorio, stralci di cataloghi, testimonianze e aggiunte registiche fresche si amalgamino alla perfezione, acuendo sia l'impianto intimista che quello storico didattico.

Come non soffermarsi poi sulle animazioni, che, pur osando, non entrano mai in lotta con le opere del gruppo mostrate e fanno da chiave di volta nell'introdurci in questo pazzo mondo parallelo fatto di discoteche utopistiche e paesaggi da sogno, in cui natura e cultura trovano finalmente una dolce via di mezzo.

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