Malato da tempo, nell'87 vinse l'Oscar per la colonna sonora de L'ultimo imperatore di Bertolucci.
di Fabio Secchi Frau
Si è spento a 71 anni dopo una lunga malattia il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto, da sempre legato al mondo del cinema. Aveva ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Oscar nel 1987 per la colonna sonora del film L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci.
La sua "Forbidden Colours", contenuta all'interno del film Furyo con David Bowie, rimane uno dei suoi contributi più influenti e originali al mondo del cinema.
Rompendo le colonne sonore ferocemente e superbamente atonali degli Anni Sessanta e legate ad autori come Toru Takemitsu, e lasciandosi alle spalle le percussioni esplosive ed emozionali di compositori jazz come Toshiaki Tsushima, Ryuichi Sakamoto porta, tra gli Anni Ottanta e Novanta, una musicalità rinfrescante, travolgente e romantica, diventando (assiema Joe Hisaishi) uno dei più riconosciuti maestri della musica cinematografica (e non solo).
A differenza di molti, la carriera di Sakamoto non è iniziata con lavori televisivi. Verso la fine degli Anni Settanta, si impegnò a registrare con la sua band techno pop, la Yellow Magic Orchestra, composta anche da Haruomi Hosono e Yukihiro Takahashi, brani con motivi elettronici e con l'uso di sintetizzatori che colpirono non solo il pubblico giapponese, ma anche quello occidentale, preconfigurando l'era cyberpunk del cinema, che avrebbe dominato con titoli come Akira, Tetsuo e Terminator. Alla luce di ciò, Sakamoto è diventato un'ispirazione per giovani autori come Chu Ishikawa e, persino, Brad Fiedel.