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Locarno 2020, un’edizione coraggiosa che regala una rassegna ai cinefili di MYmovies

Il festival quest’anno in modalità ibrida non dimentica il pubblico italiano: su MYmovies 4 titoli delle edizioni 72 e 71.
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di Emanuele Sacchi

mercoledì 5 agosto 2020 - Festival

È stato un anno difficile e il motivo è noto. La ricaduta sui festival di cinema e le uscite in sala dei nuovi titoli è stata drammatica, in alcuni casi fatale. Locarno Film Festival si è distinta, tra le prime manifestazioni a fare un passo indietro di fronte alla prospettiva di un’edizione completa per il 2020, capendo fin da subito come l’esperienza della Piazza Grande, cuore e identità dell’evento, sarebbe stata irriproducibile per ragioni di sicurezza e salute pubblica.

Nel tempo, con il graduale rientro dell’emergenza pandemica, si è fatta strada una seconda possibilità di vita per Locarno 2020, basata sul rispetto del distanziamento sociale e riconvertita in un progetto – The Films After Tomorrow – di investimento in difesa dell’arte cinematografica. A essere premiato con il Pardo d’oro non sarà infatti un’opera completa, ma un progetto in corso, tra quelli proposti da rinomati autori da tutto il mondo, che potrà essere terminato grazie ai fondi del premio.

Ma non mancheranno le proiezioni di film. Saranno ben 103 in presenza e 83 online – distribuite su un’edizione “ibrida”: un’esperienza multiforme e multimediale, articolata su due anime, online e in presenza. Online sarà possibile dal 5 agosto, gratuitamente, vedere le opere delle sezioni “Pardi di domani”, “Open Doors” e “Un viaggio nella storia del Festival”, con alcuni dei capolavori presentati nella storia di Locarno, scelti e introdotti da registi e selezionatori del festival. In presenza a Locarno, dal 5 al 15 agosto, ci saranno invece proiezioni in esclusiva e nel rispetto delle norme sanitarie: in particolare le Secret Screenings, proiezioni “al buio” in cui lo spettatore si siede in sala senza sapere prima il titolo dell’opera che sarà proiettata (saranno divulgati solo minutaggio e lingua del film). 

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Ma se quest’anno il festival in presenza sarà dedicato soprattutto al pubblico locale, Locarno 2020 ha pensato anche all’Italia e ai molti cinefili che trascorrono il Ferragosto tra i colori giallo e nero della storica manifestazione ticinese. Grazie alla collaborazione tra MYmovies.it e Locarno2020, infatti, dal 10 agosto nasce una piattaforma che ospiterà alcune produzioni italiane recenti e presentate in anteprima al festival elvetico nelle passate edizioni. Quattro titoli da vedere in prima serata in una sala virtuale da 100 posti. Opere che, per ragioni diverse, hanno colpito l’immaginario e fatto discutere, tra Piazza Grande e i caffè locarnesi, ma che non sempre hanno goduto della meritata visibilità nelle sale italiane.

È il caso ad esempio di Magari (lunedì 10 agosto alle 21.30), apertura di Locarno 2019 e inaugurazione sotto il segno del coraggio della nuova direzione artistica di Lili Hinstin, affidatasi all’apertura con un debutto alla regia. Il film di Ginevra Elkann è un delicato racconto di formazione, a metà tra autobiografia e racconto universale, tra esperienze giovanili e nuclei familiari in dissoluzione. Una prova attoriale notevole – tra gli altri Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher – arricchita da un registro lieve, delicato, insieme così poco “italiano” – nel senso deteriore, della retorica più gridata – e così inconfondibilmente italiano, per la capacità di tratteggiare i sentimenti. 

Se Magari ha sofferto della mancata distribuzione in sala causata dalla pandemia, anche Menocchio (mercoledì 12 agosto alle 21.30) – in concorso nell’edizione 2018 diretta da Carlo Chatrian – ha circolato meno di quanto meritasse. Una biografia libera e intensa, su un mugnaio eretico del Friuli cinquecentesco, sostenitore di una via personale alla Fede, invisa alle gerarchie ecclesiastiche. Per Domenico Scandella detto Menocchio, Dio e Natura sono la stessa cosa: è nella terra o tra gli alberi o ancora nel fuoco che si nasconde il divino, mentre preti e cardinali si affannano a detenere l’esclusività della via maestra al regno dei cieli. La vicenda personale del mugnaio è l’occasione per riaprire una pagina di storia trascurata, estratta da un’epoca buia, e per esaltare lo stile del regista Alberto Fasulo, che guarda a Bresson per la tensione religiosa e l’intensità dei volti ritratti. 

Altrettanto rigoroso è lo sguardo di Giovanni Cioni, benché applicato a un dispositivo totalmente differente. Non è sogno (martedì 11 agosto alle 21.30), fuori concorso a Locarno 2019, azzera ogni orpello scenico: un fondale verde, una fotografia piatta come solo il digitale può esserlo diventano lo scenario ideale per ritrarre, senza edulcorazioni, i volti e le espressioni di alcuni detenuti del carcere di Perugia. Rughe e cicatrici, ma anche sorrisi di speranza, per capire attraverso i drammi delle esperienze umane quale sia il confine tra sogno e realtà. Un viaggio nella psicologia di chi è rimasto fuori dalla porta, guidato dallo spirito di Pier Paolo Pasolini e Cálderon de la Barca. Infine la commedia, genere d’elezione del cinema italiano e oggetto della quarta di queste prime serate locarnesi. 

L’ospite (giovedì 13 agosto alle 21.30) di Duccio Chiarini, presentato a Piazza Grande nell’edizione 2018, racconta l’incertezza della nostra contemporaneità, la difficoltà e l’instabilità delle nostre relazioni sentimentali nell’epoca dei social network. Precariato professionale e sentimentale viaggiano di pari passo, in un dramedy che induce al riso ma lo immerge in un contesto agrodolce, di disfacimento delle certezze. Ancora una volta un racconto profondamente legato al presente italiano, ma dall’approccio inusuale per minimalismo e sobrietà.


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