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ONDA&FUORIONDA

A proposito di Psycho: Signor regista, mi consenta. Di Alfred Hitchcock.
di Pino Farinotti

In foto il regista Alfred Hitchcock.
Alfred Hitchcock (Alfred Joseph Hitchcock) 13 agosto 1899, Londra (Gran Bretagna) - 29 Aprile 1980, Los Angeles (California - USA). Regista del film Hitchcock.

domenica 7 aprile 2013 - Focus

Ho visto il film su di me, firmato da questo Sacha Gervasi, che non conoscevo.
Lo ringrazio naturalmente per l'interessamento. E ringrazio Anthony Hopkins, davvero grande. Guardandolo, in certo momenti mi sembrava di vedermi allo specchio. E poi il lavoro, davvero superbo, che ha fatto sulla mia voce. Rilevo che il film presenta molte situazioni suggestive, creative, persino troppo. Alludo per esempio al personaggio di Ed Gein, l'assassino seriale protagonista del libro Psycho, firmato da Robert Bloch, dal quale io trassi il mio Psycho. Gein è l'ispiratore del Norman Bates, è notorio. Ma nel film diventa il mio fantasma e la mia cattiva coscienza. Mi sovrasta e mi perseguita, me lo trovo dovunque. In chiave di cinema e di suggestione, ci può stare, ma mai e poi mai io sarei diventato strumento di un fantasma. Nella realtà i fantasmi erano strumenti miei, così come gli assassini e gli psicopatici.
Nei film si sa, valgono le licenze, le usi per ottenere un risultato, lo so benissimo anch'io. Ma c'è un limite anche alle licenze. È vero che la Paramount non era entusiasta del mio progetto, ed è vero che io ci misi parte dei soldi. Secondo Gervasi e Stephen Rebello, autore del libro ispiratore, io avrei ipotecato la mia casa di Hollywood per trovare 800mila dollari. Non è proprio così. Qualche dato lo fornisco: provenivo dal grande successo di Intrigo internazionale e da quelli precedenti della Finestra sul cortile e dell' "Uomo che sapeva troppo." I soldi erano piovuti. E poi la televisione, avevo presentato circa 250 episodi che tutti conoscono, 29mila dollari a episodio, il conto non è difficile. Insomma non avevo bisogno di ipotecare la casa. In questo Hitchcock viene spesso citato La donna che visse due volte come esempio negativo, di flop al botteghino. Mi consenta signor Gervasi, ma quel titolo è stato indicato recentemente dal magazine "Sight and Sound", che farebbe testo, come il più grande film di tutta la storia del cinema. Dopo anni di dominio ha scalzato Quarto potere di Orson Welles. Dico che era tempo.

Inciso
E qui, come richiamo, mi permetto un breve inciso, che mi sta a cuore. Robert Bloch autore di Psycho, Boileau-Narcejac creatori della "Donna che visse due volte": chi mai li conoscerebbe se non fosse per i miei film. Semplicemente capovolgevo l'assunto che vuole un libro sempre migliore del film. Veniamo alla mia protagonista, Janeth Leight, donna straordinariamente erotica, "sostituita" da Scarlett Johansson. So bene quanto sia brava e apprezzata nel cinema contemporaneo, e anche in "Hitchcock" esegue bene il suo compito, ma non so quanti farebbero un buco nel muro per vederla nuda. Ritengo perfetta Helen Mirren nel ruolo di mia moglie Alma. A suo tempo qualcuno scrisse che Alma era l'omologa di Sofia Tolstaja, la moglie di Lev Tolstoj, che sostenne il marito per tutta la vita, dandogli tredici figli e sopportando i suoi continui tradimenti. Ma mentre le amanti dello scrittore erano reali, io tradivo Alma solo con la fantasia e non era difficile lasciarsi andare alle fantasie con donne come Grace Kelly e Kim Novak. Alma, che per inciso mi ha dato una sola figlia, Patricia, che nel film non viene mai nominata, è stata davvero una collaboratrice preziosa, e non sono solo parole. Quando Hollywood mi attribuì, bontà sua, un riconoscimento alla carriera, io lo divisi con mia moglie. Viene spasso nominato Jerry Lewis, come esempio a sua volta negativo. Qualcuno dice "ma come, la Paramount non vuole fare Psycho e fa Il cenerentolo con Jerry Lewis?" Frase davvero infelice. Dico che Lewis è stato.. un altro genio, un inventore di comicità come non ce ne sono nella vostra epoca. Rilevo positivamente la scelta di James D'Arcy nella parte di Anthony Perkins. I due sono identici, guardandolo nel film mi sembrava davvero di vedere quel mattoide di Perkins.
Tornando a Janeth, la mia protagonista. Era allora sposata con Tony Curtis, la coppia aveva due bellissime bambine. Una volta, in una pausa pranzo Janeth mi disse che era felicissima dell'occasione che le stavo dando perché così avrebbe fatto abbassare le arie a Tony, reduce dallo strepitoso successo in A qualcuno piace caldo di Billy Wilder. Mi disse "è stato bravissimo nella parte di donna." Risposi che ero d'accordo e che forse avrei potuto usare lui invece della moglie. Janeth rispose: "non avrebbe funzionato, ha i seni troppo piccoli".
Così concludo. Ribadisco il grazie al signor Gervasi e pesati i pro e i contro sono contento della sua iniziativa. Mi ha rimesso, e mi sono rimesso in gioco con queste righe. E non è poco, considerato dove mi trovo.

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