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Storia "poconormale" del cinema: le due medaglie di Stallone

Una rilettura non convenzionale del cinema secondo Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

Puntata 74
Sylvester Stallone (Michael Sylvester Enzio Stallone) (77 anni) 6 luglio 1946, New York City (New York - USA) - Cancro. Interpreta John Rambo nel film di Sylvester Stallone John Rambo.

venerdì 23 luglio 2010 - Focus

Puntata 74
Sylvester Stallone nel quadro dei grandi modelli&grafiche del novecento presenta un'esclusiva, è un doppio unicum. Personaggi anche più incidenti di lui, come un Marlon o una Marilyn erano un carattere, uno solo, anche se complesso. Brando era il ribelle di strepitosa fisicità, Marilyn... beh era Marilyn. Stallnee è Rocky ed è Rambo. Abbiamo l'istantanea del pugile coi suoi pantaloncini a stelle e strisce con la faccia tumefatta e il guantone alzato; e abbiamo il guerriero con bandana gli occhi spiritati e il mitragliatore. Questi due "Stallone" hanno lasciato segnali incancellabili, hanno rappresentato sentimenti e vicende che sull'altro versante, quello della Storia (esse maiuscola) facevano la storia.

Leggenda
La piccola convenzionale leggenda degli inizi della gente di spettacolo attribuisce a Sylvester le difficoltà che, affrontate e superate, ne forgeranno, il carattere, preparandolo per la durissima lotta che deve affrontare chi vuole emergere nello spettacolo. I genitori hanno un rapporto pessimo, magari violento e il ragazzo, pare, viene dato in adozione a tre famiglie diverse. A scuola va molto male. Si rifà vive la madre "pentita" e riprende Sylvester con sé. La donna apre una palestra, e quello è il primo segnale di predestinazione. Poco più che ventenne (è nato nel '46) Sylvester è a New York dove scrive qualche dialogo, senza pretese, per la televisione ma il suo primo ruolo in un film è quello di pornomodello. Un titolo che diverrà un autentico culto del genere dopo che Stallone sarà diventato Stallone.
È nel marzo del 1975 tuttavia che, come si dice, il destino bussa alla porta del 29enne Sylvester. Succede che il boss del pugilato Don King organizzi un incontro fra il campione del mondo Alì e un avventizio scovato perché perda, tale Chuck Wepner. Lo sconosciuto però si batte come un leone e, prima di perdere, riesce a mettere alle corde il leggendario Muhammad. Stallone è talmente impressionato da quella rappresentazione di Davide e Golia che in due giorni scrive la sceneggiatura di Rocky.

Favole
La vicenda di Rocky Balboa, il pugile senza ambizioni (iniziali) che incontra il campione del mondo e gli resiste fino alla fine delle quindici riprese è la somma di quasi tutti i codici e sentimenti delle favole, anche della favola del cinema. L'emancipazione, la volontà, l'onestà e soprattutto il sogno americano. Ecco cosa trasmette il ragazzo di Philadelfia. E siccome il sogno ti porta a sognare ancora, ecco che Rocky, film dopo film diventa testimone sempre più avanzato, il personaggio cambia status e ambizioni, pur rimanendo sempre il magnifico, pulito padre di famiglia. Il sogno si alza e Sylvester diventa campione del mondo. Poi diventa soggetto politico andando in Russia a sconfiggere il campione autoctono, senza dimenticare, nel momento finale del trionfo, di scandire al suo bambino lontano, e al mondo, un pronunciamento di pace. L'episodio è del 1985, solo quattro anni dopo cadrà il muro e il regime relativo. A volte il cinema arriva prima, anche se a modo suo naturalmente. L'istantanea Rocky, eroe senza spinello, si consolida nella fantasia comune e comunque, siamo appunto negli anni ottanta, rappresenta alcuni principi magari folkloristici, ma certamente buoni.

Fenomeno
Nel 1982, in piena stagione "Rocky", Stallone dà corpo e volto a Rambo, l'altro fenomeno. È la storia di un reduce del Vietnam al quale la guerra ha lasciato ferite non rimarginate. Maltrattato da uno sceriffo esplode e si mette contro tutto il corpo di polizia. Allora si disse che Rambo era la perfetta rappresentazione dell'America di Reagan. Come sempre tutto può essere detto e tutto può essere letto in tutte le chiavi. Rambo è semplicemente un film, con dinamiche perfette, in chiave di racconto e di sceneggiatura. Tratto dal romanzo di David Morrel, sceneggiato da Michael Kozoll e William Sackeim, con l'intervento dello stesso Stallone, il film viene ancora considerato un esempio di drammaturgia perfetta: i momenti di azione, quelli di connessione, le pause, le parole e i silenzi, l'eroe. Nei sequel Rambo divenne sempre di più un soggetto politico: sterminava e vecchi nemici vietnamiti e i tradizionali nemici russi.

Demagogia
Pur con tutto il folklore e le demagogia, Rambo è un giustiziere che ha svolto il suo lavoro: far andare il pubblico al cinema. E sono miliardi coloro che hanno pagato il biglietto per le due serie. E sempre nella didascalia che "solo di cinema trattasi" Stallone, alla fine sarà ricordato come un modello forte, né buono né cattivo. Certo, a volta saliva oltre le righe, come avviene nelle favole.

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