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Il mio miglior Verdone

Il 7 marzo Carlo Verdone si fa di nuovo in tre. Esce Grande, grosso e Verdone, commedia verace a episodi.
di Marzia Gandolfi

Verdone rispolvera il passato

martedì 4 marzo 2008 - Incontri

Verdone rispolvera il passato
Milletrecentosettantuno più uno (Aurelio De Laurentiis) sono stati i fan che hanno "commissionato" a Carlo Verdone i suoi cavalli di battaglia: il candido, l'ossessivo e il cafone. Estratto il "dna" da questi tre caratteri, il regista e attore romano ha immaginato una loro evoluzione negli anni per renderli rappresentativi e testimoni dell'Italia di oggi. Lo sguardo di Verdone perde la tenerezza bonacciona, guadagna in cattiveria e cede alla tentazione moralisticheggiante. Nasce così Grande, grosso e Verdone, un film a episodi che rispolvera per l'ultima volta (parola di Verdone) tre maschere di ieri e le cala, cresciute e arricchite, nella coralità familiare. Il "miglior amico" di Verdone sembra essere il passato, quel background culturale e antropologico che ha prodotto i suoi personaggi e la sua verace commedia. Sostenuto e prodotto dalla robusta dose di cinismo e di romanesca aggressività del tycoon Aurelio De Laurentiis, Grande, grosso e Verdone avrà (e glielo auguriamo) un fortunato e prevedibile esito commerciale. Resta però il dubbio che il miglior Verdone da parecchio tempo fosse quello con Muccino (Il mio miglior nemico). Un cinquantenne e un padre, quelli sì, un "sacco belli".

A volte ritornano
Non è stato semplice rientrare nelle anime e nello spirito di tre dei personaggi della mia galleria storica. Aspettavo il momento giusto per me, il momento giusto per ripensarli, interpretarli e riadattarli a questi tempi cinici e cattivi. Confesso che Grande, grosso e Verdone nasce soprattutto dal desiderio di accontentare quei 1371 ammiratori, che mi hanno letteralmente pregato di riportare sullo schermo i personaggi simbolo di Bianco, rosso e Verdone, Un sacco bello e Viaggi di nozze. All'inizio ero perplesso ma poi l'entusiasmo di De Laurentiis mi ha travolto e mi sono definitivamente convinto e lanciato in questa avventura. Ho catturato il loro dna e l'ho calato nella società italiana di oggi. Il primo episodio è una favola surreale che recupera il Leo di Un sacco bello, messo questa volta in relazione con moglie e figli. Il secondo rispolvera il Furio di Bianco, rosso e Verdone e il Raniero di Viaggi di nozze. Callisto è stato il personaggio più divertente da interpretare, ho trasformato la sua maschera pignola e ossessiva in una decisamente più sinistra e diabolica. Lui è il male che non tramonta mai. Il terzo episodio è invece l'affresco di una famiglia volgare e cafona, che possiede tutto, che ha problemi di dialogo col figlio e che decide di "ricompattarsi" partendo per una vacanza. E dove vanno? All'Hotel San Domenico di Taormina, un posto raffinatissimo dove puoi trovare tutto tranne un cafone. Enza e Moreno hanno ereditato la semplicità e l'indolenza di Jessica e Ivano.

Tutte le donne della mia vita
In tutti i miei film il pianeta femminile emerge con grande gusto. Accanto a Claudia, questa volta, ho voluto accogliere alcuni esordi, a partire dall'ingresso efficace di Geppi Cucciari, passando per il candore e la grazia di Eva Riccobono, Clizia Fornasier e Martina Pinto, fino alla recitazione "vecchio stile" di Anna Maria Torniai, che si sposava perfettamente col professor Callisto. Con Claudia poi ho una sintonia perfetta, io e lei ci capiamo al volo e abbiamo lo stesso sguardo ironico. La chiave del terzo episodio è proprio la nostra alchimia. Ognuna di loro ha dato il massimo sul set, tanto da ritenere questo cast "in rosa" il migliore della mia carriera.

Il buono, il mostro e il coatto
È impossibile dire a quale dei miei personaggi sono più legato. Voglio bene a tutti e tre ma forse il mio preferito è proprio il coatto Moreno, perché è il personaggio più autentico, sembra un mostro ma alla fine è soltanto un poveraccio schiantato da altra volgarità. È un padre inadeguato, che non sa fare il mestiere del padre e prende addirittura lezioni dal figlio adolescente. Nel terzo episodio la vera volgarità, questa sì mostruosa, si nasconde dietro la presunta eleganza dei personaggi di contorno, dietro a un mondo che a quei due "fregnoni" appare perfetto e inarrivabile. Con Grande, grosso e Verdone mi congedo per sempre dai miei personaggi.

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