In abito Anni Settanta, riecheggiante però certe mise degli Anni Venti, quando ancora si ballava il charleston, tacchi alti, occhi leggermente socchiusi e con il microfono in mano, Jeanne Balibar è forse più nota come cantante che come attrice. Eppure è una delle più torbide attrice francesi che ci sia in circolazione, con quel fascino da femme maudite che si riallaccia alla lunga tradizione di anime perdute incarnate dalla cinematografia francese. Sesso, odio, fede e un po' di ironia, il cinema d'oltralpe e i suoi registi le hanno dato tutto e la critica l'ha applaudita entusiasticamente. Aspetta il suo momento d'oro per diventare una star internazionale.
Figlia di un filosofo e di una fisica, quando era una bambina desiderava ardentemente diventare una ballerina, ma era largamente più attirata dall'idea di stare sopra un palcoscenico e di essere al centro di uno show, fra l'altro il suo idolo era Maria Callas. Crescendo si è allontanata dai sogni sotto le luci della ribalta e si è distinta per una carriera da brillante universitaria che i genitori avevano tracciato per lei, ma dopo aver superato l'ultimo esame del suo corso di studi in letteratura, ha un brusco risveglio: decide di non continuare a dare esami e di diventare invece un'attrice, andando incontro ai suoi sogni infantili. Si iscrive al CNSAD, il Conservatoire National d'Art Dramatique e al Conservatoire National Superieur de Musique, studia con passione danza e recitazione, passando con molta difficoltà tutti gli esami che le si presentano davanti. Ma quando ha finito il suo percorso di studi, può cominciare a lavorare per La Comédie Française, la più grande compagnia teatrale francese conosciuta al mondo che porta in scena solo ed esclusivamente piéce d'oltralpe classiche. Il suo primo ruolo è quello di Elvire in "Don Juan" e viene acclamata da pubblico e critica.
Nel 1992, arriva anche l'esordio di fronte alla macchina da presa, con il film di Arnaud Desplechin La sentinelle, a seguire continua con la sua carriera teatrale portando sui palchi francesi "Les Bonnes" di Jean Genet, ma nel 1997, lascia definitivamente La Comédie Française, per mettere in scena "Le Soulier de satin" di Paul Claudel (con la regia di Olivier Py) e "Zio Vania" di Cechov. Lo stesso anno, si sposa con il regista e attore Mathieu Amalric, che la dirigerà in alcuni suoi film e dal quale avrà due figli, prima di separarsi definitivamente prima del nuovo millennio. Dopo aver interpretato Sade (2000), rimpiazza Emmanuelle Béart nel film di Jacques Rivette Chi lo sa? (2001), accanto al nostro Sergio Castellitto. Il ruolo di Camille le va a pennello, soprattutto perché la Balibar è un'attrice creativa, impressionante e largamente innovativa nel suo modo di recitare. Nonostante non sia una delle più belle attrici francesi e nemmeno una delle più popolari, è sicuramente la più talentuosa.
E di questo se ne accorge Michael Winterbottom che la accosta a Tim Robbins (nella parte della sua fidanzata), nel fantascientifico Codice 46 (2003), successivamente è accanto a Nick Nolte in Clean - Quando il rock ti scorre nelle vene(2004) e si inserisce facilmente nel cast della miniserie La maledizione dei templari (2005) con Jeanne Moreau e Gérard Depardieu. Il ritorno al teatro, arriva nel 2005, quando porta sulle scene la piéce tedesca "Solaris", poi si lancia anche nel mondo della canzone con gli album "Paramour" e "Slalom Dame". Torna a Rivette con lo storico La Duchessa di Langeais (2007), accanto a Michel Piccoli.
Tra le interpretazioni più recenti troviamo Cold War (2018) di Pawel Pawlikowski, I miserabili (2019) di Ladj Ly e Memoria (2021) di Apichatpong Weerasethakul.
