This Must Be the Place |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten.
continua»
Drammatico,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Irlanda 2011.
- Medusa
uscita venerdì 14 ottobre 2011.
MYMONETRO
This Must Be the Place
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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And you'rev standing here beside me...di ultimoboyscoutFeedback: 89743 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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mercoledì 30 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sean Penn è Cheyenne, rockstar 50 enne ormai ritiratasi dalle scene che vive la sua dorata ma annoiata e scazzata pensione in Irlanda. Tornato a New York a seguito della morte del padre, scoprirà che il genitore stava cercando l'ufficiale nazista che ad Auschwitz gli aveva inflitto sofferenze ed umiliazioni e deciderà di proseguire le ricerche iniziando un viaggio attraverso gli Stati Uniti. Viaggio che gli cambierà inevitabilmente la vita, in un percorso tra vendetta e redenzione. Pellicola on the road, intima e fortemente spettacolare tra ricerca del padre ma soiprattutto di se stesso, ritmi pop, atmosfere malinconiche e forte gusto dolce-amaro, un mix che porterà a scoprire una realtà più che sorprendente di cui si può godere solo uscendo dal proprio guscio. Penn è al centro del film, tagliato e cucito a sua misura (come i precedenti film di Sorrentino giravano attorno alla maschera di Servillo), ne è il cuore pulsante, dire che l'attore sia magnifico e sublime pè fargli un torto, si fregia di un'interpretazione da Oscar in un ruolo tra i più difficili e bizzarri della sua carriera. Voce sottile, incerta e spezzata, capelli cotonati in stile afro, rossetto e mascara alla Robert Smith, si trucca e si veste come quando si esibiva, un alieno in un mondo conformista dal quale sembra volersi tenere a debita distanza ma che affronterà grazie alla morte del padre. Come ogni road movie che si rispetti, e come ogni opera di Sorrentino, fondamentale è la musica e in particolare la theme song commenta e sottilinea uno dei momenti chiave. Non a caso David Byrne firma la colonna sonora ma appare anche in veste di attore. Nonostante abbia attraversato l'Oceano, Sorrentino mantiene il suo stile intimista con un occhio attento sull'uomo e il suo percorso di vita. Solitudine è la chiave del film. Solitudine è essere una rock star fuori tempo massimo. Solitudine è osare a 50 anni il look dei 20. Solitudine è giocare alla pelota in una piscina vuota. Reagire (o solo provarci) è scoprire che non è troppo tardi. E quel gioco così lieve ma profondo, allucinato ma controllato rende il film davvero unico. Prima parte eccellente, in cui Sorrentino mostra la sua arte di dialoghista, quella del viaggio è meno avvolgente ma pur sempre struggente, ma il difetto vero è il finale troppo affrettato, nel quale il protagonista riesce a ritrovarsi perchè ha avuto il coraggio di perdersi. Coraggiosissimo il regista a confrontarsi con un road movie, lontano dalle sue radicime che non gli ha fatto smarrire la via della creatività ne l'anima. Certo si era trincerato dietro una storia forte, dietro una protagonista femminile importante ma soprattutto aveva immaginato il film per Penn, il quale da far suo infiamma ogni scena. Con rimandi e citazioni tra rock e cinema e un'innata, poetica leggerezza.
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