This Must Be the Place |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten.
continua»
Drammatico,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Irlanda 2011.
- Medusa
uscita venerdì 14 ottobre 2011.
MYMONETRO
This Must Be the Place
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una rockstar in pensione alla scoperta di sédi Michela SillaFeedback: 100 |
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venerdì 28 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“This Must Be The Place”, regia di Paolo Sorrentino. Con Sean Penn, Frances McDormand, David Byrne, Kerry Condon. Durata: 118 min. La parrucca nera. Il parlare strascicato; proprio come la sua camminata. Non c'è dubbio: Sean Penn in questo film è straordinario. È Cheyenne, rockstar in pensione che vive con la moglie a Dublino e sembra non sapere chi sia e che cosa voglia. Che forse non l'ha mai saputo. E tutte le sere, davanti allo specchio, si toglie matita e rossetto e scopre le occhiaie, le rughe: i segni del tempo e di una vita senza troppi perché; consumata senza crescita reale. Senza grandi cambiamenti. E la pensione è noia; è restare a casa a osservare dalla finestra la moglie indaffarata nel loro mega giardino. Il mega giardino, la mega villa. Un'enorme piscina vuota dentro la quale giocano a pelota, lui e la moglie. E la mitica rockstar in fondo non lo sa perché la piscina di casa sua è vuota. È la moglie a occuparsi della casa, di tutto. Lui, che è rimasto un po' bambino, non ha mai provato a fumare; ma in passato si faceva di eroina. E si lascia vivere, con l'espressione apatica di chi si è arreso allo scorrere sempre uguale della vita. Ma all'improvviso si rende conto che qualcosa da cercare c’è. E comincia un viaggio – avventuroso, emozionante – negli Stati Uniti. Suo padre è morto, dopo trent'anni di silenzio tra di loro. Obiettivo del viaggio: trovare il criminale nazista che l'ha umiliato, tempo addietro, nel campo di concentramento nel quale era stato rinchiuso. Sean Penn parte. Le inquadrature di Sorrentino e la fotografia di Luca Bigazzi esplodono. L'attenzione all'immagine – intelligentemente studiata, dai colori brillanti e i significati densi – a volte sostituisce persino i dialoghi. Anche i luoghi e i personaggi che incontra nel suo cammino sono delineati attraverso paesaggi ed espressione dei volti. Infatti sono le immagini che esprimono, non le parole. L'aria un po' stranita, disincantata. Un incontro dopo l'altro che straripa di umanità. Il viaggio continua. Verso una scoperta che è tante rivelazioni insieme. Sulla vita, sulla crescita e sull'amore. Un puzzle di visioni mozzafiato, divinamente accostate. Che quasi commuovono, per eleganza e intensità.
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