di Emanuele Sacchi
Dopo il sequel de La tigre e il dragone (Guardalo subito ), Crouching Tiger Hidden Dragon: Sword of Destiny (Guardalo subito ), Michelle Yeoh ritorna in una produzione Netflix. Reclutata per la seconda stagione di Marco Polo, una delle attuali serie di punta del canale di contenuti in streaming, la star sino-malese di The Lady veste i panni di Lotus, una misteriosa figura legata al passato di Cento Occhi.
La credibilità della serie Marco Polo e la sua capacità di illustrare degnamente la colossale cultura mongolo-cinese passa anche dalla composizione (e dalla credibilità) del suo cast: Yeoh Choo-keng pare la scelta ideale per come sa incarnare alla perfezione virtù apparentemente opposte come grazia e fermezza.
Immune al trascorrere del tempo, duttile al punto di interpretare una femme fatale e una campionessa di arti marziali anche all'interno dello stesso ruolo e dello stesso film, la Yeoh resta la bond girl che più ha impressionato 007 per le sue doti da action woman. E i ruoli in La tigre e il dragone e La congiura della pietra nera hanno rafforzato la sua figura di donna forte e fragile insieme; guerriera impavida e innamorata delusa, o dalla sorte avversa.
Attorno al personaggio di Lotus, alla sua identità e al suo ruolo nella serie, si sono scatenati i quesiti e le teorie più avventurose, ancor prima che la seconda stagione facesse capolino nel palinsesto.
Di certo John Fusco, creatore e sceneggiatore di Marco Polo, ha fatto di tutto per incrementare questa sensazione, evidenziando l'ambiguità di un personaggio che pare destinato a un ruolo importante e sconvolgente per gli equilibri della serie.
L'associazione del nome del nuovo personaggio al fiore del Loto, simbolo ricorrente nella cultura buddista tibetana, conduce in una direzione che sa di misticismo. O di ribellione. La setta del Loto Bianco, clan di ribelli antigovernativi buddista e nazionalista, ritorna infatti in diversi wuxiapian e film di Hong Kong dedicati alla Cina antica: su tutti il classico Once Upon a Time in China II, con Jet Li (Hero) intento a sgominare il clan, capitanato da un giovane Donnie Yen (Ip Man). Forse che anche la Lotus di Marco Polo abbia in mente un attentato ai danni del Kublai Khan?
Fin qui i percorsi di due dive del cinema cinese come Joan Chen e Michelle Yeoh sono rimasti divergenti come due rette parallele, nonostante ruoli a volte affini.
La prima da celebre moglie de L'ultimo imperatore è divenuta donna del mistero in Twin Peaks, la seconda da eroina action in Heroic Trio di Johnnie To si è trasformata in simbolo di libertà nei panni di Aun Sang Suu Kyi.
Due carriere speculari sospese tra seduzione e impegno politico, femminilità e piglio macho; due bellezze che sembrano ignorare il trascorrere del tempo e che finalmente si incontrano alla corte del Kublai Khan. Due nomi, due volti, due corpi che valgono da soli il prezzo del biglietto.
Il ruolo ambivalente e scomodo di Marco Polo ambasciatore è pari per rischi solo alla trasposizione dello stesso in chiave di finzione. Difficile rendere un buon servizio al testo originario del "Milione" - che si lascia andare alla descrizione di mostri e creature di fantasia come se fossero realmente esistenti - almeno quanto riuscire a non tradirne lo spirito.
L'operazione di Fusco, che prova a storicizzare e spettacolarizzare le vicende del diplomatico veneziano, gode di un vantaggio non trascurabile, il non eccelso valore dei precedenti tentativi di trasposizione.
Dalla serie tv diretta da Giuliano Montaldo alla declinazione erotica di Joe D'Amato le tracce rimaste nell'immaginario sono assai labili, a tutto vantaggio della serie Netflix e della sua libertà di manovra. Quella che porta alla creazione di personaggi di fantasia, ma perfettamente calati nel contesto storico, come l'affascinante Lotus di Michelle Yeoh.