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Snowden: il grande fratello, quello vero

Oliver Stone racconta la storia dell'ex tecnico della Cia che ha deciso di ribellarsi diventando un eroe. Al cinema.
di Pino Farinotti

Snowden

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In foto Joseph Gordon-Levitt nei panni di Edward Snowden.
domenica 4 dicembre 2016 - Focus

Edward Snowden, ventinovenne informatico geniale, ex tecnico della Cia e di vari uffici dell'intelligence americana, nel 2013 è rintanato in un albergo di Honk Kong dove riceve Glenn Greenwald, un giornalista del quotidiano inglese The Guardian e Laura Poitras, documentarista. Si appresta a rivelare al mondo l'esistenza di programmi di sorveglianza di massa che permettono agli USA un controllo praticamente assoluto, sulle reti di tutto il mondo. L'alibi sarebbe la sicurezza nazionale a fronte della violazione della privacy degli individui. Il fatto è grosso. Anzi, storicamente sconvolgente. Una rivoluzione che sorpassa confini e guerre, e rapporti fra potenze.

La profanazione di un diritto di noi poveri, normali abitanti della terra sarebbe solo un effetto collaterale dell'immane gioco dei potenti.
Pino Farinotti

Solo che non è collaterale. Detto in altri termini: tutto ciò che noi mettiamo in rete - nel film i marchi si vedono, da Google a Facebook ,You tube, Instagram, Yahoo, Twitter, Whatsapp e via dicendo ... - nella nostra rete privata, può essere assunto da programmi che ormai tutto spiano e catturano. Lettere, dossier, contratti, bilanci, intimità, segreti e peccati, tutto è alla portata di hacker globali.
Questo editoriale che sto scrivendo, magari in questi stessi minuti di tempo reale, sta per essere acquisito in Russia o in Cina, nel Regno Unito, persino in Corea, e nei paesi canaglia del medio oriente. E un giorno potrebbe essere usato contro di me. Lo dico come scherzo e paradosso, perché nelle scacchiere della politica e dei rapporti fra le potenze non sono un soggetto... interessante. Ma l'idea è quella. E soggetti interessanti ci sono, governanti e ministri, generali, eccellenze di tutti i campi. Magari al momento di rapporti, o di accordi, o megacontratti, parlo di finanza e di politica, avere informazioni intime può essere utile, puoi condizionare l'interlocutore del quale conosci segreti che sarebbe meglio non conoscere. In sostanza la parola è: ricatto. E in ultima analisi tutti siamo ricattabili.


Edward, dopo selezione severissima e tirocinio è ormai riconosciuto come un genio utile. Il suo capo-mentore si fida di lui e gli racconta i segreti. La sintesi è questa: "Il terrorismo? Una piccola complicazione che andrà a morire appena le potenze lo vorranno. Le guerre si vinceranno con le informazioni, il campo di battaglia è internet." E Snowden è un soggetto perfetto, un generale, uno stratega virtuale che ti può far vincere. Ha anche una vita privata, una ragazza innamorata alla quale deve continuamente mentire per segretezza. E lei non è un soggetto facile, vuole sapere, insiste. Stress dopo stress, ai quali si aggiungono ricorrenti attacchi epilettici, Edward... il concetto sarebbe "prende coscienza". Decide di ribellarsi, di raccontare, di diventare un paladino dell'umanità. La bomba scoppia in tutto il mondo. I servizi delle testate della carta e della televisione raccontano la sua storia e la sua decisione. Lui dice: "Guadagnavo un mucchio di soldi e facevo un lavoro importante, ma non potevo tradire la mia coscienza e tutte le persone che vedono violata la propria privacy". Se molti lo considerano un eroe, la Cia e le varie agenzie americane sono di altra opinione, lo verrebbero in galera, magari morto. Dopo rocamboleschi spostamenti in varie città, inseguito dagli agenti governativi, Snowden arriva a Mosca. L'aeroporto è una zona franca. E nell'agosto 2013 la Russia gli concede asilo politico temporaneo. Il permesso scadrà nel 2017. L'accoglienza russa non è certo un bel segnale in chiave politica. Anche se Snowden continua a dichiarare di aver compiuto la sua azione non per politica me per "umanità". La sua ragazza, Lindsay, dolente e tormentata, lo ha comunque raggiunto a Mosca.

In questa epoca dove il concetto di eroe è ambiguo e complesso, Edward può essere ritenuto tale.
Pino Farinotti

È stato il destino di Julian Assange, accusato di aver reso di dominio pubblico, attraverso la sua WikiLeaks, centinaia di migliaia di documenti diplomatici americani. Dal 2012 Assange evita l'arresto vivendo nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Le vicende umane, giuridiche e politiche dei due personaggi dunque si assomigliano. Per Assange si è parlato, negli anni, di Nobel per la pace. Magari succederà anche a Snowden. A chiudere: tutti noi, comuni mortali, siamo al corrente dell'immane abuso di cui siamo vittime. La domanda è: ma importa qualcosa ai governi? La risposta è: siamo prudenti quando ci mettiamo alla tastiera.


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