mikemaister
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venerdì 1 luglio 2011
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lasciatevi violentare, emotivamente..
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Nina è una giovane ballerina del New York Ballet, brava, disponibile, bellissima. Il suo sogno è la perfezione tecnica nella sua disciplina e nella sua missione di vita, il balletto, ma inconsciamente vuole uscire da una adolescenza morbosa che le si stringe al collo da vent'anni, con la madre dall'altro capo del guinzaglio. Leroy, coreografo di New York, presenta al balletto una versione rivisitata de "Il Lago Dei Cigni", dove il cigno nero e quello bianco combaciano nella stessa ballerina. Nina, dopo essere stata messa alla prova emotivamente, coronerà il suo sogno di primo cigno o, per meglio dire, di prima ballerina, la sua ambizione per eccellenza, ma scoprirà che l'interpretazione del ruolo del cigno nero metterà duramente alla prova la sua emotività, poichè manifesta il lato selvaggio del suo carattere schematico, pacato ed introverso, trascinandola negli angusti sentieri della perdizione e dell'incertezza, dove la via di uscita sarà veramente difficile da scorgere.
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Nina è una giovane ballerina del New York Ballet, brava, disponibile, bellissima. Il suo sogno è la perfezione tecnica nella sua disciplina e nella sua missione di vita, il balletto, ma inconsciamente vuole uscire da una adolescenza morbosa che le si stringe al collo da vent'anni, con la madre dall'altro capo del guinzaglio. Leroy, coreografo di New York, presenta al balletto una versione rivisitata de "Il Lago Dei Cigni", dove il cigno nero e quello bianco combaciano nella stessa ballerina. Nina, dopo essere stata messa alla prova emotivamente, coronerà il suo sogno di primo cigno o, per meglio dire, di prima ballerina, la sua ambizione per eccellenza, ma scoprirà che l'interpretazione del ruolo del cigno nero metterà duramente alla prova la sua emotività, poichè manifesta il lato selvaggio del suo carattere schematico, pacato ed introverso, trascinandola negli angusti sentieri della perdizione e dell'incertezza, dove la via di uscita sarà veramente difficile da scorgere.
Un film con una trama semplice, talmente semplice che quando sullo schermo compaiono i titoli di coda non sembra vero che possa aver scatenato in noi una fortissima implosione emotiva. Già, implosione. Siamo vittime di una bellissima e bravissima Portman, che ci violenta emotivamente e in continuazione, ma quando ce ne accorgiamo, è già troppo tardi, comincia a farsi sentire l'amaro in bocca per un'esperienza che in pochi potranno dire di aver vissuto. Questo film ci percuote costantemente, ma la nostra sensibilità sarà l'unica a provare il dolore. Aronofsky ci ha regalato un affascinante "thriller emotivo", genere che avrete sicuramente potuto apprezzare se avete visto il capolavoro di Allen: Match Point, unico nel suo genere, fino ad oggi. Lasciatevi violentare da questo film, lasciate che la vostra emotività si accapponi per 110 minuti, perchè l'unico modo per capire a pieno questo capolavoro è quello di lasciarsi trascinare, lasciarsi coinvolgere emotivamente. Fate in modo che le paure, le incertezze, le sensazioni della bella Portman si ripercuotano nella vostra sensibilità, ed ammirate quei momenti di perfezione che potrete percepire unicamente in un pieno coinvolgimento emotivo.
L'allegoria del film non è da sottovalutare minimamente, perchè è vero che il segreto della comprensione sono gli elementi che costantemente abbiamo sotto gli occhi, ma non è detto nè dovuto che questi debbano balzarci autonomamente. Sono i colori e la fotografia di tutto il lungometraggio a darci la giusta chiave di lettura, specialmente i colori metteranno a nudo la verità: è il cigno bianco il nemico, quello che scatena in noi inquietudine, paure, incertezze, a differenza del tanto temuto cigno nero, irrazionale, passionale e cruento, che lascia presagire nulla in più di quello che ci possiamo aspettare da una tale psicologia. Qui ha sede la verità, l'essere umano è pericolosamente debole, ma ancora il vero pericolo risiede nel fascino che il lato oscuro esercita su di noi, tanto da permettere una certa empatia e stabilità negli atteggiamenti avuti dal nostro cigno, ritenuti moralmente avversi e ostili.
Questo film gode di quella che a me piace definire una "bellezza-passiva", dell'astenersi dal sentirsi belli o, per meglio dire, di sentirsi investiti di una bellezza che non appartiene a noi, una bellezza riflessa, in questo caso dalla nostra Nina, terribilmente stupenda ed insicura, un cocktail dal retrogusto, appunto, amaro. Questo film ci spoglia di ogni certezza, di ogni sicurezza, di ogni "bellezza", ma il solo modo per poterci mettere a nudo e quello del coinvolgimento emotivo, lasciate che Nina siate voi, e di conseguenza capirete che di quale cigno avete paura, e bisogno, di affrontare. Lasciatevi bagnare dalla vera essenza di bellezza passiva, lasciatevi astenere dal sentirvi belli, perchè qui di bello c'è già troppo, e forse è proprio questo "troppo" che compromette la piena comprensione di una bellezza ideale, di una bellezza per eccellenza, di una bellezza vera.
Lasciatevi bagnare dalla bellezza, ma soprattutto, lasciatevi violentare emotivamente, perchè altrimenti questo film sembrerà un'altro dei tanti film che potrete dire di aver visto, ma non di aver vissuto.
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[+] match point
(di luana)
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detodounpoco2011
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martedì 1 febbraio 2011
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"lasciate ogni speranza voi che entrate"?
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Si va a vedere questo film con la consapevolezza che non può essere una rivisitazione di Biancaneve: chi conosce anche solo un po' del cinema di Aronofsky sa perfettamente di cosa sto parlando. Sapevo, ne ero sicura, (anche senza andare a leggere le varie recensioni che circolano già dalla presentazione del film al Festival di Venezia) che sarei entrata nelle angosce, nelle ossessioni, nelle paure e nei desideri più nascosti dell'essere umano.
Non mi sembra il caso di raccontare la trama, anche perchè il web ne è pieno; ma ho voglia di dire che davvero questo film mi è piaciuto, e che consiglio di andare a vedere (ricorda: non è Biancaneve, se sei debole di cuore o sei fan delle commedie romantiche, te lo sconsiglio caldamente).
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Si va a vedere questo film con la consapevolezza che non può essere una rivisitazione di Biancaneve: chi conosce anche solo un po' del cinema di Aronofsky sa perfettamente di cosa sto parlando. Sapevo, ne ero sicura, (anche senza andare a leggere le varie recensioni che circolano già dalla presentazione del film al Festival di Venezia) che sarei entrata nelle angosce, nelle ossessioni, nelle paure e nei desideri più nascosti dell'essere umano.
Non mi sembra il caso di raccontare la trama, anche perchè il web ne è pieno; ma ho voglia di dire che davvero questo film mi è piaciuto, e che consiglio di andare a vedere (ricorda: non è Biancaneve, se sei debole di cuore o sei fan delle commedie romantiche, te lo sconsiglio caldamente). Natalie Portman (Nina, la protagonista) è veramente brava, esprime tutta l'angoscia e l'affanno di chi è ossessionato dalla perfezione, di crede che il fine ultimo per realizzare se stessi sia raggiungerla a qualunque costo.
La domanda di felicià che ognuno di noi ha dentro il cuore, di appagamento ,di soddifazione: è proprio questo che Nina vuole riempire, che Nina vuole sentire, che desidera con tutto il suo essere. Eccola, persona sola che non si fida di nessuno, che non si vuole bene, che crede che con uno sforzo mastodontico e smisurato per le sue forze, possa finalmente trovare quella gioia e quella pace che nella sua giovane vita le sono sempre mancate a causa di una visione fin troppo moralistica del mondo.
Consigliatissimo Black Swan, consigliatissimo Aronofsky, anche se vorrei essere sorpresa la prossima volta; vorrei che questo regista ci portasse fuori dalle nostre ossessioni e ci portasse a scoprire una risposta positiva che aspetta l'essere umano e che semplicemente vuole essere trovata.
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edwood87
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domenica 23 gennaio 2011
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aronofsky alla ricerca della perfezione
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La conoscete tutti la storia: il cigno bianco che perde il suo amore e si abbandona alla morte considerandola l'unica soluzione per ottenere la sua libertà. Questo è il mondo in cui entriamo sin dall'inizio della visione di "Black Swan", con Cassel che spiega alle sue ballerine ciò che andranno a rappresentare. "To be continued": possiamo interpretare la fine di "The Wrestler in questo modo. Infatti è proprio cosi che comincia "Black Swan", riaccendendo quelle luci che si sono spente nel finale del precedente film di Aronofsky. Questa volta sul "ring" c' è Nina (Natalie Portman), alle prese con il casting per un ruolo da protagonista nella rappresentazione de "Il lago dei cigni".
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La conoscete tutti la storia: il cigno bianco che perde il suo amore e si abbandona alla morte considerandola l'unica soluzione per ottenere la sua libertà. Questo è il mondo in cui entriamo sin dall'inizio della visione di "Black Swan", con Cassel che spiega alle sue ballerine ciò che andranno a rappresentare. "To be continued": possiamo interpretare la fine di "The Wrestler in questo modo. Infatti è proprio cosi che comincia "Black Swan", riaccendendo quelle luci che si sono spente nel finale del precedente film di Aronofsky. Questa volta sul "ring" c' è Nina (Natalie Portman), alle prese con il casting per un ruolo da protagonista nella rappresentazione de "Il lago dei cigni". Il coreografo Cassel decide di rivoluzionare lo show scegliendo una sola ballerina che possa sdoppiare la propria personalità raffigurando il bene e il male, ovvero il cigno bianco e quello nero. Ma la nostra Nina incarna alla perfezione solo la figura angelica, ciò nonostante le verrà assegnata la parte e da qui comincerà il viaggio verso lo smascheramento del suo lato oscuro. Nina vive con sua madre ed è lei ad aprirci gli occhi sul perché la protagonista indossa sempre un coprispalle, che le serve per coprire delle ferite che lei stessa si infligge. Ancora "il corpo", quindi, chiamato in causa da Aronofsky. Un altro tentativo da parte del regista che cerca in questo caso di completare ciò che aveva iniziato con "The Wrestler" cercando la perfezione. Egli sceglie infatti il parallelismo tra la storia del cigno e quella della vita di Nina. Quest'ultima, ossessionata dalla perfezione, trova difficoltà a liberarsi da quella maschera che porta da troppo tempo ormai e si abbandona alle tentazioni che troverà sul suo cammino. Cambiamenti dunque, come quello che avviene tra la ormai "finita" Winona Ryder e la nuova stella nascente Natalie Portman che diviene quindi la nuova "piccola principessa" di Cassel. L'uomo seduce Nina e cerca di far uscire fuori il suo cigno nero, finendo poi per farsi desiderare dalla ragazza. Se Odette cerca la libertà, Nina cerca la perfezione, cosi come la cerca il nostro Aronofsky regalandoci un finale tra i più belli di tutti i tempi. "Black Swan" è cinema, immersione in un mondo immaginario che si ibrida col reale e che riesce a farci evadere dalla realtà per catapultarci nel pensiero di un autore che definirei semplicemente perfetto.
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(di davidev)
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gambadilegnodinomesmith
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lunedì 28 febbraio 2011
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cigno nero o brutto anatroccolo?
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Film minestrone di ossessioni e paranoie psicanalitiche a tutto campo, ce n'è per tutti, da Edipo ad Elettra.
La scaltrezza dei produttori del film riesce a portare al cinema ignare signore attratte dalla tematica danzereccia, incosapevoli prede di Aronofsky, regista espressionista compiaciuto nel torturare gratuitamente lo spettatore non tanto tramite scene splatter di serie B, mai più manicure fai da te, quanto per mezzo di quegli estenuantemente prevedibili sobbalzi sulla poltrona dovuti a repentine inquadrature noir chiamate dal sonoro, quali sirene odissiache.
La sensazione è che una trama e una sceneggiatura flebile vogliano essere supportate da corpose, ma poco convincenti, scene orride o trasgressive-pop, che cercano di foraggiare la tematica celebrale, però risultano fini a sè stesse non lasciando nulla allo spettatore se non un fastidio diffuso che non entra ugualmente nelle vene.
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Film minestrone di ossessioni e paranoie psicanalitiche a tutto campo, ce n'è per tutti, da Edipo ad Elettra.
La scaltrezza dei produttori del film riesce a portare al cinema ignare signore attratte dalla tematica danzereccia, incosapevoli prede di Aronofsky, regista espressionista compiaciuto nel torturare gratuitamente lo spettatore non tanto tramite scene splatter di serie B, mai più manicure fai da te, quanto per mezzo di quegli estenuantemente prevedibili sobbalzi sulla poltrona dovuti a repentine inquadrature noir chiamate dal sonoro, quali sirene odissiache.
La sensazione è che una trama e una sceneggiatura flebile vogliano essere supportate da corpose, ma poco convincenti, scene orride o trasgressive-pop, che cercano di foraggiare la tematica celebrale, però risultano fini a sè stesse non lasciando nulla allo spettatore se non un fastidio diffuso che non entra ugualmente nelle vene.
Aronofsky è regista carismatico nelle sue allucinazioni, ma non si capisce dove voglia parare, creando un prodotto ibrido di cui restano probabilmente solo le piume di una Portman, bravissima a snaturare il suo volto adolescenziale rendendo un personaggio altamente problematico, e la classe di un Cassel, purtroppo poco credibile per via della nazionalità, un francese in campo di etoile non fa mai male, e per via di una eterosessualità "macha" che poco si addice a Cajkovskij.
Insomma lo spunto è buono, la scelta di affrontare le paranoie fino all'esaurimento di un ambito selettivo e altamente competitivo come quello del balletto, alcune scene di trasformismo anche, ma Kubrick è ancora lontano.
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[+] brutto anatroccolo!
(di aragornvr)
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[+] anatroccolo masochista....
(di pozzo)
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barryallen
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martedì 8 febbraio 2011
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la ballerina dimezzata
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Magnifica poesia. Il thriller psicologico di Darren Aronofsky provoca un misto di brivido e passione, innalzandosi verso l'eleganza e diventando già da ora un classico moderno.
Una spettacolare Natalie Portman interpreta la ballerina mentalmente labile Nina Sayers, scelta come Regina dei Cigni nel famoso balletto di Cajkovskij, inscenato dal regista Thomas Leroy; dovrà interpretare quindi sia Odette che la gemella Odile, rispettivamente il cigno bianco ed il cigno nero. Nina è oppressa dalla madre che vede in lei l'artista che non è mai riuscita a diventare, che la trattandola come fosse la sua bambola cercando di proteggerla dai 'pericoli' del mondo esterno nel tentativo di mantenere immacolata la sua "sweet girl", e dal suo professore Thomas, interpretato da un buon Vincent Cassel, che la incita a lasciarsi andare, a reprimere il cigno bianco che è in lei , dolce e fragile, per far uscire il lussurioso e seducente gemello, il cigno nero.
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Magnifica poesia. Il thriller psicologico di Darren Aronofsky provoca un misto di brivido e passione, innalzandosi verso l'eleganza e diventando già da ora un classico moderno.
Una spettacolare Natalie Portman interpreta la ballerina mentalmente labile Nina Sayers, scelta come Regina dei Cigni nel famoso balletto di Cajkovskij, inscenato dal regista Thomas Leroy; dovrà interpretare quindi sia Odette che la gemella Odile, rispettivamente il cigno bianco ed il cigno nero. Nina è oppressa dalla madre che vede in lei l'artista che non è mai riuscita a diventare, che la trattandola come fosse la sua bambola cercando di proteggerla dai 'pericoli' del mondo esterno nel tentativo di mantenere immacolata la sua "sweet girl", e dal suo professore Thomas, interpretato da un buon Vincent Cassel, che la incita a lasciarsi andare, a reprimere il cigno bianco che è in lei , dolce e fragile, per far uscire il lussurioso e seducente gemello, il cigno nero. Entrerà poi in competizione con la ballerina Lily, interpretata molto bene da Mila Kunis, che la seduce così come nel balletto Odile fa con il principe. Ossessionata dall'opera si avvia ad un processo di completamento spirituale che la porterà inevitabilmente all'autodistruzione.
Grazie agli eleganti movimenti della telecamera, la bellezza delle musiche e dei costumi, l'esplorazione di nuovi scenari completamente nuovi a gran parte del pubblico, l'incredibile interpretazione della Portman, ed il balletto finale che rende il film un capolavoro, il 'Cigno Nero', film della maturità di Aronofsky, raggiunge la perfezione.
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[+] voto 4.75
(di barryallen)
[ - ] voto 4.75
[+] ottima analisi
(di alberto1988)
[ - ] ottima analisi
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riccardo t.
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domenica 20 febbraio 2011
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l'incubo di una fragile
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film poco razionale ma molto emozionale e che colpisce. tutto il film ruota attorno al personaggio della Portman, Nina ragazza fragile e debole che per riuscire nel ruolo della vita dovrà sdoppiarsi, trovare e amare dentro di se il suo cigno nero, ma Nina come detto è debole troppo debole mentalmente e ossessionata dalla perfezione del ruolo e dalla madre e dall'affermazione di se stessa per non rimanere affogata dalle sue stesse paranoie, dalle sue stesse paure di perdere ciò che ha ottenuto. paura che ha un volto si chiama Lily, l'ostacolo principale per il piano di perfezione di Nina, che non riuscirà mai a attuare, finendo coll'autodistruggersi. Aronofsky è bravo a dare forma e dimensioni alla paura e al terrore, con una regia che segue costantemente la sua protagonista nella sua discesa all'inferno in un mortale gioco di specchi e riflessi.
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film poco razionale ma molto emozionale e che colpisce. tutto il film ruota attorno al personaggio della Portman, Nina ragazza fragile e debole che per riuscire nel ruolo della vita dovrà sdoppiarsi, trovare e amare dentro di se il suo cigno nero, ma Nina come detto è debole troppo debole mentalmente e ossessionata dalla perfezione del ruolo e dalla madre e dall'affermazione di se stessa per non rimanere affogata dalle sue stesse paranoie, dalle sue stesse paure di perdere ciò che ha ottenuto. paura che ha un volto si chiama Lily, l'ostacolo principale per il piano di perfezione di Nina, che non riuscirà mai a attuare, finendo coll'autodistruggersi. Aronofsky è bravo a dare forma e dimensioni alla paura e al terrore, con una regia che segue costantemente la sua protagonista nella sua discesa all'inferno in un mortale gioco di specchi e riflessi. plauso alla bellezza delle scene di ballo. infine, film coraggioso e che merita, anche se non troppo coeso e originale, dove i punti di forza sono la Portman e la manifestazione visiva delle sue paure.
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ashtray_bliss
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sabato 6 ottobre 2012
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la (auto)distuzione del cigno nero.
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Black Swan, e' stato la rivelazione del 2011, il film nominato a ben 5 premi Oscar e che ha fatto vincere la statuetta ambita come 'Miglior Attrice' a Natalie Portman. Cosi anch'io sono partita alla visione di questo film con le migliori aspettative. Premettendo anche che non conosco a fondo i lavori di Aronosky, eccetto il potentissimo Requiem for a Dream, ero veramente curiosa di vedere questa nuova pellicola del rinomato cineasta.
Il balletto classico e' sullo sfondo di questo dramma psicologico (sicuramente non e' del genere "thriller") e il film e' incentrato su una ballerina in particolare: Nina Sayers.
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Black Swan, e' stato la rivelazione del 2011, il film nominato a ben 5 premi Oscar e che ha fatto vincere la statuetta ambita come 'Miglior Attrice' a Natalie Portman. Cosi anch'io sono partita alla visione di questo film con le migliori aspettative. Premettendo anche che non conosco a fondo i lavori di Aronosky, eccetto il potentissimo Requiem for a Dream, ero veramente curiosa di vedere questa nuova pellicola del rinomato cineasta.
Il balletto classico e' sullo sfondo di questo dramma psicologico (sicuramente non e' del genere "thriller") e il film e' incentrato su una ballerina in particolare: Nina Sayers. Una ragazza che si dedica anima e corpo alla danza, ne fa il suo obbiettivo di vita e quando il coreografo Thomas (Vincent Cassel) annuncia di voler rifare una nuova versione del famoso "Lago dei Cigni" lei fara' in modo di aggiudicarsi la parte della protagonista Odette. La speranza si avvera e da li in poi a inizio una corsa alla ricerca della perfezione, in ogni passo, in ogni movimento, tramitte l'autoimposizione di estenuanti ed esaustivi allenamenti, fuori e dentro il teatro. Perche' interpretare quella parte non e' solo l'ambizione di ogni ballerina del suo gruppo, ma rappresenta una oppurtunita' unica di riscatto da una madre amorevole ma fallita che inizio' la figlia alla danza con la speranza di rivedere se stessa. Nina prova e riprova, cercando la perfezione e la bellezza assoluta, ma la vera sfida per lei e' trasformarsi nella gemella cattiva di Odette, appunto il Cigno Nero. Nina verra' costantemente incoraggiata dal coreografo e dai professori a lasciarsi, finalmente, andare, a tirar fuori la sua parte piu' aggressiva e impulsiva. Nina intraprende cosi un percorso nuovo, un percorso che diventera' ossessione e l'ossessione sfocia in paranoia, in allucinazioni costanti che s'impossessano di lei. E ad accentuare questa volglia implacabile di essere perfette, questa ambizione irraggiungibile, c'e' la rivalita', piu o meno velata, tra Nina e Lily (Mila Kunis): l'ultima ballerina arrivata a far parte del gruppo. Lily, per Nina, rappresenta il suo esatto contrario. Lily e' liberale, emancipata, esuberante, non ha paura di sfondare essendo se stessa, non ha remore e non trova ostacoli in niente. Nina la ammira ma forse la invidia anche di piu' creandosi uno stato di rivalita' tra lei e Lily ossessivo.
Alla fine Nina riuscira' a liberarsi da se stessa, ed interpretare meravigliosamente il Cigno Nero, ma poi, come nella storia dove il Cigno Bianco si uccide per disperazione e rassegnazione, Nina morira', dopo aver combattuto contro se stessa in una allegorica scena di lotta tra le due Nina, quella buona e quella cattiva e distruttiva. Perche' la perfezione tanto desiderata da Nina, non esiste e quando esiste e' sempre sinonimo di sconfitta e distruzione, in questo caso rappresentato dalla morte contemporanea del Cigno e di Nina.
Il film risulta cosi basarsi sul concetto dei contrasti: partendo dal contrasto basilare di Nero (= malvagio, perfido) contro Bianco (=innocenza, bonta') e la continua lotta tra queste due forze, le quali si scontrano perpetuamente anche nella mente di Nina, che si ritrova a dover far emergere entrambi i lati del suo carattere, quello puro e quello piu' oscuro, prima come esigenza coreografica sul palcoscenico dove deve interpretare entrambe le parti del Cigno Bianco e del Cigno Nero, ma successivamente anche nella vita reale. Un contrasto che prosegue anche nello scontro visivo e psicologico tra Nina e Lily. Lily rappresenta la forza oscura in contrasto (e in lotta) contro Nina, rivale che incarna la bellezza e la bonta' nonche' l'ingenuita'. Contrasto che sullo schermo si manifesta anche con i colori degli indumenti indossati dalle principali protagoniste: Lily e' porta quasi sempre indumenti neri o molto scuri al contrario di Nina che veste sempre abiti chiari, bianchi o rosa, per accentuare ulteriormente la sua purezza.
Un altro elemento di contrasto e' quello tra la realta' della protagonista e la finzione, quella che rappresenta il ruolo che lei deve interpretare. Nina all'inizio e' consapevole che quello che lei diventa sul palco e' nettamente diverso da quello che e' nella realta. Ma pian piano che la sua ossessione per raggiungere la perfezione coreografica aumenta, Nina, perdera' ogni criterio e misura di distinzione tra la realta' e la fantasia, trovandosi cosi a sovvrappore la Nina della vita quotidiana con la Nina interprete dei due Cigni. E mentre queste forze oscure si combattono nella sua psiche portandola sul orlo della psicosi e dell'insanita' mentale, lei iniziera' ad immedesimarsi con il Cigno Nero che interpreta.
L'ultimo elemento chiave del film, ripreso dalla filosofia classica, e' lo specchio. Metafora del primordiale ed eterno contrasto tra l'Essere e l'Apparire. Lo specchio dunque, da ogetto fondamentale e irremovibile delle scuole e sale di danza classica, si trasforma nel oggetto che per eccelenza accentua il cambiamento di personalita' di Nina. La stessa, che dello specchio non puo' fare a meno, cerca il suo riflesso ovunque: nel camerino, sulla metro, a casa, nelle sale di prova del teatro. Nina e' ossessionata anche dalla sua stessa Immagine che la perseguita senza tregua. Lo specchio, durante tutto il film, e' quello che per primo fotografa il cambiamento di Nina e ne fa esaltare tutte le sue paure, insicurezze, incubi, allucinazioni ed ossessioni. Lo specchio e' il mezzo con il quale Nina si confronta col resto del mondo della danza, davanti al quale si trucca per perdersi nei panni del Cigno Nero nonche' il mezzo che "spezza l'incantesimo" della sua prigionia mentale e le regalera' la liberta' attraverso la morte.
Impeccabile la fotografia e gli effetti speciali sparsi un po' per tutto il film. Buona la regia e la sceneggiatura nonstante scorra abbastanza lentamente e senza troppi colpi di scena. Il finale e' abbastanza prevedibile e anche la storia non e' originalissima ( la protagonista si lascia ossessionare ed impossessare dalla interpretazione di un ruolo) ma la Portman e' piu' che brava a destreggiarsi nel ruolo della ambiziosa Nina combattuta tra invidie, paure e ossessioni.
Tutto sommato, un prodotto piu' che valido, con buone tematiche che vengono arrangiate bene per tutta la durata della pellicola, e buone interpretazioni. Capolavoro visivo (per via delle coreografie, fotografia) ma non di contenuti innovativi o originali.
Consigliato.
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t. anderson
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sabato 19 febbraio 2011
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aronofsky all'apice (?)
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Di film come questi, non se ne vedono tutti i giorni; su questo possiamo tutti convenire. The Black Swan è del genere che preferisco, un ottima commistione di emozione e intelletto. E' un film che ti consuma lungo l'intera durata, che ti insinua un seme d'angoscia nel petto, dapprima quasi subliminale, poi violentemente esplicito. Ti strascina con sé incantandoti con dolci note e aggraziati movimenti, solo per poi abbandonarti nei meandri oscuri della psiche umana: qualcosa con cui ciascuno di noi si misura ogni giorno. Poi esci dalla sala, ancora sconvolto, e inizi a pensare e interpretare. Pensi soprattutto a quel finale così "perfetto" e fatale, e ai motivi per cui lo è, alle superbe allegorie con cui quest'opera è impreziosita.
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Di film come questi, non se ne vedono tutti i giorni; su questo possiamo tutti convenire. The Black Swan è del genere che preferisco, un ottima commistione di emozione e intelletto. E' un film che ti consuma lungo l'intera durata, che ti insinua un seme d'angoscia nel petto, dapprima quasi subliminale, poi violentemente esplicito. Ti strascina con sé incantandoti con dolci note e aggraziati movimenti, solo per poi abbandonarti nei meandri oscuri della psiche umana: qualcosa con cui ciascuno di noi si misura ogni giorno. Poi esci dalla sala, ancora sconvolto, e inizi a pensare e interpretare. Pensi soprattutto a quel finale così "perfetto" e fatale, e ai motivi per cui lo è, alle superbe allegorie con cui quest'opera è impreziosita.
Devo ammettere che leggendo la recensione proposta da Mymovies (che gli conferisce 2 stelle), mi sono trovato su un punto di vista diametralmente opposto: The Wrestler, nonostante le lodi della critica e della stampa, che ne hanno costruito un caso sul ritorno di Mickey Rourke, mi aveva deluso dal punto di vista contenutistico (il messaggio che proponeva mi era parso perverso e negativo) e trovo invece quest'ultimo film rappresente un trionfale ritorno di Aronofsky, in quella che si può vedere come sintesi perfetta di "Pi Greco" e "Requiem for a dream"; appunto, sia cerebrale, sia emotivo.
Come Nolan, anche lui ci dimostra cosa può fare con il giusto budget (quindi anche i giusti attori), e la stessa hollywood, che si è forse stancata del cinema di consumo e che è forse giunto il momento di premiare il genio, quello vero.
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anna1
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mercoledì 23 febbraio 2011
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perfezione mancata
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Perfetta la morale del film: la prestazione eccellente senzasentimento e passione vale poco; i buoni sentimenti della famiglia non sono sempre così buoni, celano pressioni e morbosità letali...ma non bastano buoni intenti e buoni significati per fare un buon film. Recitazione a mio avviso non eccelsa (prima ballerina, scenografo, cigno nero...), e ostentazione eccessiva, forzata e innaturaledei ruoli "negativi": una mamma grottesca, una seconda ballerina innaturalmente perfida. la follia della protagonista è resa con toni angosciosi, che ci turbano, ci turbano con un senso di assistere a qualcosa di sgradevole. nonostante musiche e danze, non c'è senso del bello.
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Perfetta la morale del film: la prestazione eccellente senzasentimento e passione vale poco; i buoni sentimenti della famiglia non sono sempre così buoni, celano pressioni e morbosità letali...ma non bastano buoni intenti e buoni significati per fare un buon film. Recitazione a mio avviso non eccelsa (prima ballerina, scenografo, cigno nero...), e ostentazione eccessiva, forzata e innaturaledei ruoli "negativi": una mamma grottesca, una seconda ballerina innaturalmente perfida. la follia della protagonista è resa con toni angosciosi, che ci turbano, ci turbano con un senso di assistere a qualcosa di sgradevole. nonostante musiche e danze, non c'è senso del bello. si esce contrariati e disturbati dalla sala...
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(di hollyver07)
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gioia ventriglia
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giovedì 24 febbraio 2011
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thriller psicologico dai risvolti dubbi
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un film senza un inizio e una fine. penso che le idee siano tante e buone, ma troppo confuse e risicate. la sensualità si trasforma in sesso crudo e "brutto", nonché brutale. sembra rimandare ad una morale banale del male che trionfa sul bene se lo si stuzzica troppo. troppi gli spunti non approfonditi di questo film: la madre quasi folle e sovrastante, la nuova ballerina che vuole un'amica, beth la ballerina anziana che nel finale si trafigge il volto; sono una serie di eementi non ben chiari alla mente dello spettatore. bellissimi i costumi e stupenda interpretazione della portman
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