Dopo la doppia incursione nel cinema di guerra Eastwood torna a raccontare l' America dal suo cuore, dalla provincia. Come in "Million dollar baby" Clint è un burbero duro dal cuore tenero che mal convive con il degrado dei vecchi valori americani.Veterano coreano Walt Kowalski ,in seguito alla morte della moglie è uno dei pochi a resistere nella periferia ormai abbandonata dagli americani autentici divenuta il simbolo del meltin-pot statunitense, un crogiolo di razze:Ispanici, asiatici,afro,irlandesi,italiani e polacchi.I cliche ci sono tutti,ex operaio ford, è morbosamente legato alla sua Gran Torino del '72 e alla sua casa con giardino dopo un iniziale scetticismo finirà per scoprire di avere più cose in comune con i suoi emarginati vicini che con i suoi figli esempi del perbenismo made in Usa. Intenso con un finale sentimentale il film è meno banale di quanto può apparire un po retorico quando si trasforma nel vecchio cowboy metropolitano e nell'ostentazione di alcuni luoghi comuni come i fantasmi del passato che tormentano i reduci e la loro redenzione, più convincente la vena sarcastica dei dialoghi violenti e xenofobi e in generale nella cinica rappresentazione del duro e senza via d'uscita mondo delle gang.E' sempre il vecchio Clint che ci regala un altro scorcio d'America con il suo sguardo non banale e non privo di ironia ma forse un po scontato quando si lascia prendere la mano dal sentimentalismo e dal patriottismo.
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