mlikevanilla
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martedì 27 agosto 2013
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la banda degli anti eroi convince
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La Banda della Magliana incide sulla storia italiana degli anni '70-'80 in modo significativo e violento, creando un nuovo impero nella Capitale, di cui si assiste passivamente la nascita, l'espansione e la decadenza. Qui la vera storia viene romanzata quasi eccessivamente, mantenendo intatti pochi fatti, accompagnati da efficaci scene d'epoca, come il ritrovamento del corpo di Moro o le immagini che fanno riferimento alla strage della stazione di Bologna. Questi criminali hanno influenzato l'andamento della storia italiana ed è pressoché impossibile non subirne il fascino e non è da sottovalutare il rischio di vederli come "eroi" che dai quartieri popolari si sono fatti strada fino ad arrivare all'apice del potere, intrattenendo diversi contatti con istituzioni di varia natura.
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La Banda della Magliana incide sulla storia italiana degli anni '70-'80 in modo significativo e violento, creando un nuovo impero nella Capitale, di cui si assiste passivamente la nascita, l'espansione e la decadenza. Qui la vera storia viene romanzata quasi eccessivamente, mantenendo intatti pochi fatti, accompagnati da efficaci scene d'epoca, come il ritrovamento del corpo di Moro o le immagini che fanno riferimento alla strage della stazione di Bologna. Questi criminali hanno influenzato l'andamento della storia italiana ed è pressoché impossibile non subirne il fascino e non è da sottovalutare il rischio di vederli come "eroi" che dai quartieri popolari si sono fatti strada fino ad arrivare all'apice del potere, intrattenendo diversi contatti con istituzioni di varia natura. Placido riassume in modo egregio il romanzo di De Cataldo, mantenendo i tratti fondamentali del racconto e lasciando non pochi dubbi allo spettatore riguardo il coinvolgimento della Banda nelle pagine più cupe della storia italiana di quegli anni. Nonostante siano passati decenni, quei criminali non hanno ancora chiuso i conti con la giustizia italiana, in primis con il caso Orlandi. Il cast è impeccabile, forse i protagonisti sono un po' troppo "belli e impossibili", ma interpretano alla perfezione i loro ruoli. In poche parole: opera unica.
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anamorfo
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lunedì 10 ottobre 2005
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coraggioso tentativo non del tutto riuscito
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Finalmente! Grande simpatia per Placido e per il suo tentativo, come dice il nostro recensore, di fare un film all'americana (nel senso buono). Non mi sembra però che questo sia il miglior film di Placido. Al contrario! Avrei preferito che Placido avesse scelto una strada a lui più congeniale. Per esempio che si fosse concentrato sul rapporto tra Scaloia e la prostituta, spiegandoci meglio la deriva passionale del commissario. Stefano Accorsi non appare credibile, non si tenta in nessun modo di costruire un personaggio che compensi l'assenza di un "physique du role" per l'antagonista dei cattivissimi. Purtroppo il film sceglie di stare a metà strada tra Rosi e Leone o per meglio paragonarlo agli americani, a cui allude maggiormente, tra un Scorsese e un Stone.
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Finalmente! Grande simpatia per Placido e per il suo tentativo, come dice il nostro recensore, di fare un film all'americana (nel senso buono). Non mi sembra però che questo sia il miglior film di Placido. Al contrario! Avrei preferito che Placido avesse scelto una strada a lui più congeniale. Per esempio che si fosse concentrato sul rapporto tra Scaloia e la prostituta, spiegandoci meglio la deriva passionale del commissario. Stefano Accorsi non appare credibile, non si tenta in nessun modo di costruire un personaggio che compensi l'assenza di un "physique du role" per l'antagonista dei cattivissimi. Purtroppo il film sceglie di stare a metà strada tra Rosi e Leone o per meglio paragonarlo agli americani, a cui allude maggiormente, tra un Scorsese e un Stone. Se voleva presentarci una tesi da complotto alla Oliver Stone in JFK non era sufficiente inserire qua e la dei brutti inserti di cronaca storica e poi doveva convincerci con le prove e non concentrarsi su altro. Se invece voleva fare l'epica criminale di Quei bravi ragazzi della Magliana doveva spingere l'accelleratore di più e non spezzare il ritmo con discorsi politici. La stessa colonna sonora pur bella è NULLA! Bisognava costruire un tessuto sonoro che descrivesse il passaggio epocale e invece si mette un po' tutto dappertutto, nonostante un avvincente avvio anni '70 (i ragazzi in auto che cantano). Bruttissimo a mio parere infine il finale. Mi ha fatto male quell'inquadratura finale da guardie e ladri dei polizziotti che corrono sul bagniasciuga. Terribile, melenso e moralistico. Come solo il cattivo cinema italiano sa essere. Nonostante ciò questo ROMANZO CRIMINALE rimane uno dei tentativi più importanti di uscire dalle pastoie di un cinema incapace di raccontare la nostra realtà. Bravo Placido, sei il più coraggioso e spero che il pubblico ti premi. Sicuramente tra i film italiani in sala è quello da scegliere. Lo spettacolo è garantito nonostante le tre ore e tra una commediuccia americana e un pasticcio francese non c'é da avere dubbi a preferire un buon film italiano non riuscito del tutto.
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mik75
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mercoledì 26 luglio 2006
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un pezzo di storia italiana
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Michele Placido chiama a raccolta la "meglio gioventu" del cinema italiano per raccontarci uno degli episodi piu' sanguinosi della cronaca nera italiana , ovvero l'epopea della cosiddetta banda della Magliana.
Il film risente fin dall'inizio di una scarsa cura dal punto di vista del montaggio: probabilmente l'eccessiva attenzione nel rendere il più fedele possibile la pellicola al libro ha costretto gli autori a un rigoroso lavoro di tagli in sede di post produzione .
Discontinuo anche dal punto di vista stilistico : scene di serrata azione e emozionanti momenti di introspezione si alternano a scene approssimative che rasentano la più desolante delle fiction tv.
Nel complesso il film è scorrevole,retto in piedi da personaggi ben caratterizzati (spicca su tutti Claudio Santamaria nel ruolo di Libano).
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Michele Placido chiama a raccolta la "meglio gioventu" del cinema italiano per raccontarci uno degli episodi piu' sanguinosi della cronaca nera italiana , ovvero l'epopea della cosiddetta banda della Magliana.
Il film risente fin dall'inizio di una scarsa cura dal punto di vista del montaggio: probabilmente l'eccessiva attenzione nel rendere il più fedele possibile la pellicola al libro ha costretto gli autori a un rigoroso lavoro di tagli in sede di post produzione .
Discontinuo anche dal punto di vista stilistico : scene di serrata azione e emozionanti momenti di introspezione si alternano a scene approssimative che rasentano la più desolante delle fiction tv.
Nel complesso il film è scorrevole,retto in piedi da personaggi ben caratterizzati (spicca su tutti Claudio Santamaria nel ruolo di Libano). Peccato per i mancati approfondimenti dei rapporti tra Banda e istituzioni, vicenda del sequestro Moro e strage della stazione di Bologna, e per un finale troppo buonista (la scena dei ragazzini inseguiti dagli sbirri).
Rimane il tentativo riuscito di non appesantire il film (nelle due ore e mezza di pellicola) con intenti moralizzatori e tipiche banalità annesse. A Placido il merito di aver saputo osare , di aver saputo sganciare il film dalla mediocre provincialità che negli ultimi anni sembra aver impantanato la creatività degli autori nostrani ; senza per questo dover rinnegare le proprie origini grazie all' utilizzo di linguaggio e forme , che se non propriamente innovativi, hanno il merito di raccontare in modo preciso e coerente l'umanità rischiosa protagonista della vicenda.
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flavio 86
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domenica 3 giugno 2007
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occhio a quei ragazzi
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Gran bel film diretto ottimamente da Michele Placido.Narra la storia della nascita delle brigate rosse,metà anni 70,ragazzi di strada che non avendo nient’altro da fare e non avendo soldi decidono di fare sequestri e rapine varie,fino a quando non decidono di allagarsi e di conquistare Roma,la roma dei criminali,droga,giro d’armi,prostituzione.Questi ragazzi diventeranno ricchi,ma a poco a poco si uccideranno tra di loro..dentro quest’organizzazione anche politici,commissari, avvocati,ecc..Cast molto ricco di giovani e bravi attori italiani:il commissario di polizia Stefano Accorsi,il capo della banda P.F.Favino,il successore di “Libano” Claudio Santamaria,la bella prostituta Anna Mouglalis e Jasmine Trinca,innamorata di Kim Rossi Stuart,il killer di famiglia benestante Riccardo Scamarcio,Antonello Fassari e una breve parte anche per Michele placido.
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Gran bel film diretto ottimamente da Michele Placido.Narra la storia della nascita delle brigate rosse,metà anni 70,ragazzi di strada che non avendo nient’altro da fare e non avendo soldi decidono di fare sequestri e rapine varie,fino a quando non decidono di allagarsi e di conquistare Roma,la roma dei criminali,droga,giro d’armi,prostituzione.Questi ragazzi diventeranno ricchi,ma a poco a poco si uccideranno tra di loro..dentro quest’organizzazione anche politici,commissari, avvocati,ecc..Cast molto ricco di giovani e bravi attori italiani:il commissario di polizia Stefano Accorsi,il capo della banda P.F.Favino,il successore di “Libano” Claudio Santamaria,la bella prostituta Anna Mouglalis e Jasmine Trinca,innamorata di Kim Rossi Stuart,il killer di famiglia benestante Riccardo Scamarcio,Antonello Fassari e una breve parte anche per Michele placido.Fa vedere l’Italia e i suoi problemi e avvenimenti dagli anni 70 all’80,dal delitto Aldo Moro all’esplosione alla stazione di Bologna,ecc..Un ottimo film che valorizza la produzione italiana
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[+] brigate rosse?
(di rael)
[ - ] brigate rosse?
[+] brigate rosse de che?
(di nico)
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[+] non ci hai capito nulla
(di jt)
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[+] ma sai cosa sono le brigate rosse???
(di marco)
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[+] ma quali brigate rosse????
(di rich)
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[+] ahahahahaha brigate rosse!!!!
(di michele)
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[+] --
(di tata)
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[+] e finitela
(di tore 717)
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francesco picerno
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mercoledì 24 maggio 2006
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la provinciale romanità di un progetto ampio.
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Nel cinema italiano c'è un'evidente tendenza a cercare di raccontare storie diverse dal solito. Ci sono generi che sono stati per troppo anni dimenticati , sia
nella letteratura che nel cinema. Questo "romanzo criminale" non
vuole altro che essere, negli intenti, una decisa sintesi tra quello
che è il cinema civile italiano (con tanto di analisi del caso moro e
della strage di Bologna) e quello di genere.
Il cast di attori promette bene, setacciando ciò che c'è di
meglio nell'attorato giovane romano.
Da questi buoni spunti parte la delusione. Una storia forse troppo
enorme, complessa , per essere degnamente riportata al cinema. Gli
attori sono azzeccati, Favino va detto
è quasi perfetto.
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Nel cinema italiano c'è un'evidente tendenza a cercare di raccontare storie diverse dal solito. Ci sono generi che sono stati per troppo anni dimenticati , sia
nella letteratura che nel cinema. Questo "romanzo criminale" non
vuole altro che essere, negli intenti, una decisa sintesi tra quello
che è il cinema civile italiano (con tanto di analisi del caso moro e
della strage di Bologna) e quello di genere.
Il cast di attori promette bene, setacciando ciò che c'è di
meglio nell'attorato giovane romano.
Da questi buoni spunti parte la delusione. Una storia forse troppo
enorme, complessa , per essere degnamente riportata al cinema. Gli
attori sono azzeccati, Favino va detto
è quasi perfetto. Il resto appare subito però come una cocente
delusione. Rossi Stuart è inadattissimo nelle parti da
romano, eccessivamente sopra le righe, e non riesce a
rendere anche in quella che poi è la sua dote migliore (si veda "Le
chiavi di casa")cioè l'espressività. Le sue sono di solito
recitazioni sobrie e attente, qui invece, forse mal diretto da
Placido, appare - oltre che un personaggio poco chiaro e mal
caratterizzato - come un attore forzato e mai spontaneo. Santamaria è
semplicemente assente (anche qui problemi di caratterizzazione?). I
comprimari (Fassari o Germano) al limite del decente.
Il film in se' si lascia vedere. Sarà per il continuo
ribaltamento della storia, per le situazioni politico-sociali che si
intervallano. Ma nonostante una regia controllata e paradossalmente
anti-Placidiana, il film non sorprende, risultando un compitino fatto
in maniera sufficiente. Ciò che una storia del genere e un progetto
così ambizioso non richiedeva.
E' un film che manca di atmosfere, di sequenze che resteranno stampate
per la bellezza. Una regia a servizio dei personaggi ma che non incanta
per nulla, con un montaggio eccessivamente faticoso per lo spettatore,
che si vede avvicendarsi situazioni che meritavano ben altro
approfondimento con un ritmo eccessivo per un film del genere.
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dutch schultz
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lunedì 5 febbraio 2007
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film molto brutto
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"Romanzo Criminale" diretto da Michele Placido, e' un bruttissimo film.
Michele Placido, racconta della "banda della magliana", senza addentrarsi piu' di tanto sulla vera storia dei personaggi della suddetta banda, anzi ne fa' un genere "pasta e fagioli", raccontando storie di brigate rosse di terrorismo nero e di mafia che hanno SOLAMENTE sfiorato la "Banda della Magliana".
Se' voleva "in parte", contare la vera storia, doveva parlare anche del locale "Piper", luogo di ritrovo della "banda della magliana" dove cantavano Patty Bravo e Califano, artisti che per gioco forza ERANO COSTRTETTI AD ESSERE AMICI DEI SUDDETTI DELINQUENTI
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