nello
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sabato 1 ottobre 2005
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ottimo film
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Un gran bel film. Sicuramente uno dei più riusciti dell'ultima annata cinematografica italiana. Non a caso a girarlo è uno che conosce bene il mestiere e non si intimidisce a sbattere la realtà in faccia a coloro che cercano in ogni modo da anni di coprirla con uno spregevole velo di ipocrisia. La trama del film è complessa, come sono complesse le psicologie dei personaggi chiave. Santamaria, Favino e soprattutto Kim Rossi Stuart offrono prestazioni di altissimo livello nell'impersonificare tre grandissimi amici, uniti da una sconfinata ambizione e da una maniacale voglia di ottenerla a qualsiasi prezzo. La storia ci insegna che non sono stati eroi, ma criminali dotati di una incredibile ferocia, ignoranti, fissati, ma non per questo stupidi.
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Un gran bel film. Sicuramente uno dei più riusciti dell'ultima annata cinematografica italiana. Non a caso a girarlo è uno che conosce bene il mestiere e non si intimidisce a sbattere la realtà in faccia a coloro che cercano in ogni modo da anni di coprirla con uno spregevole velo di ipocrisia. La trama del film è complessa, come sono complesse le psicologie dei personaggi chiave. Santamaria, Favino e soprattutto Kim Rossi Stuart offrono prestazioni di altissimo livello nell'impersonificare tre grandissimi amici, uniti da una sconfinata ambizione e da una maniacale voglia di ottenerla a qualsiasi prezzo. La storia ci insegna che non sono stati eroi, ma criminali dotati di una incredibile ferocia, ignoranti, fissati, ma non per questo stupidi. Placido mostra con grande maestria gli aspetti più oscuri di ognuno di loro, mettendo spesso a nudo il loro disagio derivante dalla consapevolezza acquisita di essere criminali falliti, partiti per spaccare il mondo e finiti ad obbedire agli ordini impartiti niente meno che della metà oscura e misteriosa dello Stato. Uno Stato che si è reso quanto meno accondiscente di fronte alle efferate stragi che insanguinarono Bologna e mezza Italia negli anni della cosiddetta "strategia della tensione". La verità è questa e il film la mostra con grande onestà e coraggio. Ottimo regista, attori azzeccati, bel film. Da vedere.
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duilio antonio vaccari
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venerdì 25 agosto 2006
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romanzo criminale
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Bel film, storia accattivante, bella prova da regista di Michele Placido. Il cast di attori e della miglore scuola italiana. Kim Rossi Stewart è eccezionale nella sua strafottenza, il Freddo lo è per davvero, Libano Pierfrancesco Favino tocca punti di recitazione naturale, cruda e spontanea. Claudio Santamaria Dandy è calato nel personaggio e al suo mondo, è un attore che darà belle soddisfazioni al cinema italiano dei prossimi anni. Aveva già lavorato con De Placido nel film "Un posto nell'anima". Jasmine Trinca è il nuovo che avanza, ha dato prove di essere brava e credibile attrice con La meglio Gioventù e prima ancora nella Stanza del figlio di Nanni Moretti. Gianmarco Tognazzi è spiccato nel personaggio di Carenza, smagrito ma con la pancetta dimostra che essere figli d'arte può servire all'inizio della carriera ma poi bisogna saper pedalare e lui dimostra di essere un attore bravo, tagliato sul personaggio e versatile.
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Bel film, storia accattivante, bella prova da regista di Michele Placido. Il cast di attori e della miglore scuola italiana. Kim Rossi Stewart è eccezionale nella sua strafottenza, il Freddo lo è per davvero, Libano Pierfrancesco Favino tocca punti di recitazione naturale, cruda e spontanea. Claudio Santamaria Dandy è calato nel personaggio e al suo mondo, è un attore che darà belle soddisfazioni al cinema italiano dei prossimi anni. Aveva già lavorato con De Placido nel film "Un posto nell'anima". Jasmine Trinca è il nuovo che avanza, ha dato prove di essere brava e credibile attrice con La meglio Gioventù e prima ancora nella Stanza del figlio di Nanni Moretti. Gianmarco Tognazzi è spiccato nel personaggio di Carenza, smagrito ma con la pancetta dimostra che essere figli d'arte può servire all'inizio della carriera ma poi bisogna saper pedalare e lui dimostra di essere un attore bravo, tagliato sul personaggio e versatile. Anna Mouglalis è perfetta nel doppio ruolo di donna del boss e del commissario, ricorda l'ambiguità di Eva Kant, divisa tra Diabolik e Gekko. Stafano Accorsi recita con la sua faccia all'apparensa statica ma riesce come sempre con estrema bravura a dare anima alle sue interpretazioni. In questa interpretazione mette da parte i precedenti personaggi e diventa "altro" una conferma puntuale. Vorrei fare una menzione particolare ad Antonello Fassari che è uno di quegli attori che possono anche interpretare il codice fiscale perfettamente. In qualsiasi ruolo fa bene anzi benissimo. Se fosse nato in america sarebbe alla ribalta internazionale come Antony Hopkins è una perla in tutte le sue interpretazioni. Il film è a doppio filo la storia della banda e la storia dell'Italia. Placido intreccia i personaggi e ne caratterizza le vicende. I film ha degli spunti che ricordano "Sleepers" e "Quei bravi ragazzi" restando invece perfettamente italiano. Infatti le storie della banda e del Paese vanno a braccietto. Quando verso la fine del film Dandy e Freddo parlano nel casolare hanno la stessa intensità di De Niro e Ray Liotta al termine del film. Davvero nulla da invidiare ai film americani. Il film è circolare parte da dove comincia e rievoca se stesso appassionando lo spettatore. E' resa bene anche la spietatezza e la violenza della banda, lucida, determinata come la banda della Magliana a cui s'ispirava. Bella prova di attori di teatro nel cinema, bel film da vedere oggi e domani
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francisco scaramanga
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lunedì 17 ottobre 2005
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un grande film!
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Michele Placido non gode della stima della critica togata italiana. Probabilmente il suo linguaggio non proprio sofisticato e certi atteggiamenti sopra le righe hanno modellato un’immagine troppo popolare-sca per i gusti sublimi dei suoi detrattori. E poi non dimentichiamo che Placido deve il suo successo soprattutto alla TV: essere il protagonista-eroe di una fiction sulla mafia non facilita l’accesso alle pagine dei Cahiers du Cinema. A dispetto della tiepida accoglienza riservatagli dalla stampa, Romanzo popolare è a mio parere uno dei film italiani più riusciti degli ultimi anni. Placido recupera la migliore tradizione del cinema di genere italiano e l’arricchisce di una scrittura adulta e complessa tradotta mirabilmente in immagini dalla recitazione superlativa del cast.
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Michele Placido non gode della stima della critica togata italiana. Probabilmente il suo linguaggio non proprio sofisticato e certi atteggiamenti sopra le righe hanno modellato un’immagine troppo popolare-sca per i gusti sublimi dei suoi detrattori. E poi non dimentichiamo che Placido deve il suo successo soprattutto alla TV: essere il protagonista-eroe di una fiction sulla mafia non facilita l’accesso alle pagine dei Cahiers du Cinema. A dispetto della tiepida accoglienza riservatagli dalla stampa, Romanzo popolare è a mio parere uno dei film italiani più riusciti degli ultimi anni. Placido recupera la migliore tradizione del cinema di genere italiano e l’arricchisce di una scrittura adulta e complessa tradotta mirabilmente in immagini dalla recitazione superlativa del cast. Le sequenze degli omicidi e delle sparatorie sono tecnicamente formidabili, l’ambientazione curata, il ritmo incalzante. Tra gli attori segnalo le grandiose interpretazioni di Favino e Rossi Stuart, anche se tutto il cast è davvero da applausi. A differenza di film assai più celebrati (mi riferisco a La meglio gioventù), Romanzo Popolare non ha una spiegazione per tutto, non insinua messaggi moralistici, non giudica. Qua i buoni non sono sempre buoni, per non parlare dei cattivi: lo sguardo pietoso di Placido coglie le pulsioni animalesche di esseri umani violenti e avidi di vita, ancor prima che di danaro. Non li giustifica ma non infierisce. Ne riconosce il coraggio e la coerenza. Il Freddo verso la fine dice che avrebbero anche potuto “anda’ a bolla’ na cartolina tutta ‘na vita”, ma non l’hanno fatto. Spero che i molti meriti di questo bel film vengano riconosciuti, ma soprattutto che il pubblico affolli le sale per vederlo, anche all’estero.
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marv89
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sabato 11 dicembre 2010
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placido prova a raccontarci la roma criminale
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Trasposizione cinematografica del romanzo di Giancarlo De Cataldo e della storia della roma criminale degli anni 80 il film in questione è un prodotto mediocre figlio di uno stile cinematografico appena sufficiente come la regia e di corrispondenze ai fatti di cronaca quasi inesistenti.
Partiamo da un presupposto: io regista decido di mettere in pellicola la storia della banda della magliana, davanti a me avrò materiale su materiale per riportare i fatti così come sono avvenuti con la classica elasticità dovuta alla trasposizione cinematografica che mi costringe a inserire elementi non corrisposti nel reale ma di importanza per la riuscita del lungometraggio (come il personaggio del commissario co-protagonista classica figura inventata nel genere criminale).
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Trasposizione cinematografica del romanzo di Giancarlo De Cataldo e della storia della roma criminale degli anni 80 il film in questione è un prodotto mediocre figlio di uno stile cinematografico appena sufficiente come la regia e di corrispondenze ai fatti di cronaca quasi inesistenti.
Partiamo da un presupposto: io regista decido di mettere in pellicola la storia della banda della magliana, davanti a me avrò materiale su materiale per riportare i fatti così come sono avvenuti con la classica elasticità dovuta alla trasposizione cinematografica che mi costringe a inserire elementi non corrisposti nel reale ma di importanza per la riuscita del lungometraggio (come il personaggio del commissario co-protagonista classica figura inventata nel genere criminale). Quindi il lavoro da fare non è poi così impegnativo , a maggior ragione se ho un romanzo da cui importare dialoghi e quelle piccole modifiche che non mi stravolgeranno il reale. Vedendo il film ci si chiede: ma il signor Placido ci prende per scemi? L'impressione che si ha è quella che il regista, in linea con la sua mente offuscata della politica, abbia voluto stravolgere i fatti reali facendo convergere intorno alla roma criminale personaggi che non hanno mai avuto nessun contatto con la banda; il suo lavoro sa quasi di manifesto politico, ma questo conoscendo il personaggio non sorprende, il discorso sta nel fatto che proponendoci questo lavoro lui si pone come insegnante di storia venendoci però a raccontare una fiaba a sua immagine e somiglianza. Oltre al discorso politico ci si può informare personalmente delle incongruenze storiche tra il film e la realtà e ne troverete moltissime dalla prima scena fino all'ultima. Carenze tecniche: lo stile è mediocre, la roma anni 70-80 è poco credibile e gli attori appena sufficienti, nonostante siano i migliori in italia ma sono i migliori tra i peggiori, nettamente battuti dai novelli della serie televisiva attori a loro volta degni di questo nome. Un consiglio vedete la serie, un prodotto eccellente non privo di incongruenze storiche(microscopiche in questo caso) e stilisticamente e cinematograficamente ottimo.
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catullo
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mercoledì 27 ottobre 2010
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dei bravi imprenditori del crimine
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Sicuramente uno dei migliori film italiani degli ultimi anni diretto da un bravissimo attore che si è confermato anche ottimo regista. Il cast formato da tutti i migliori attori giovani del nostro cinema diretti con maestria,ritmo e caratterizzazioni nette danno all'atmosfera della storia la giusta tensione che non ti permette mai di annoiarti perchè estremamente coinvolgente. Se mai ciò che rende perplessi sono le ragioni per cui un gruppo di balordi sia potuto arrivare ad un livello di potere così alto da sospettare che abbiano in qualche modo sfiorato i grandi eventi stragisti degli anni di piombo finendo anche loro nel calderone dei misteri italiani irrisolvibili.
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Sicuramente uno dei migliori film italiani degli ultimi anni diretto da un bravissimo attore che si è confermato anche ottimo regista. Il cast formato da tutti i migliori attori giovani del nostro cinema diretti con maestria,ritmo e caratterizzazioni nette danno all'atmosfera della storia la giusta tensione che non ti permette mai di annoiarti perchè estremamente coinvolgente. Se mai ciò che rende perplessi sono le ragioni per cui un gruppo di balordi sia potuto arrivare ad un livello di potere così alto da sospettare che abbiano in qualche modo sfiorato i grandi eventi stragisti degli anni di piombo finendo anche loro nel calderone dei misteri italiani irrisolvibili. Michele Placido è riuscito a dosare con le misure giuste le scene violente con le pause sentimentali e i drammi personali dei protagonisti donandoci un film abbastanza insolito per dinamismo nel povero panorama del cinema italiano d'oggi...orfano dei grandi geni del nostro cinema scomparsi.
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matteo 1988
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lunedì 19 febbraio 2007
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non ci sarà più una democrazia da salvare
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Romanzo criminale è stato, dal mio punto di vista, un capolavoro del cinema italiano moderno.
La scelta, da parte di Michele Placido, di portare sul grande schermo l'omonimo romanzo di De Cataldo, di è rivelata quanto mai impeccabile, ulteriormente avvalorata dalle grandi interpretazioni(non potevano essere altrimenti) dei migliori giovani attori italiani al momento in circolazione.
Superba l'interpretazione di Kim Rossi Stuart nel ruolo di Freddo, sempre cinico e distaccato dal quel "marcio" che è rappresentato da certi rami politici di quel periodo abili a governare gangster di organizzazioni criminali come la Magliana come fossero burattini.
Bravissimo secondo me anche Accorsi, spesso mal visto dalla critica ma, a mio avviso, superlativo in molte interpretazioni, (vedi"Radiofreccia" e "L'ultimo bacio") nel ruolo del commissario Scialoja, unico resosi conto della grandezza e della pericolosità della Magliana in quegli anni.
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Romanzo criminale è stato, dal mio punto di vista, un capolavoro del cinema italiano moderno.
La scelta, da parte di Michele Placido, di portare sul grande schermo l'omonimo romanzo di De Cataldo, di è rivelata quanto mai impeccabile, ulteriormente avvalorata dalle grandi interpretazioni(non potevano essere altrimenti) dei migliori giovani attori italiani al momento in circolazione.
Superba l'interpretazione di Kim Rossi Stuart nel ruolo di Freddo, sempre cinico e distaccato dal quel "marcio" che è rappresentato da certi rami politici di quel periodo abili a governare gangster di organizzazioni criminali come la Magliana come fossero burattini.
Bravissimo secondo me anche Accorsi, spesso mal visto dalla critica ma, a mio avviso, superlativo in molte interpretazioni, (vedi"Radiofreccia" e "L'ultimo bacio") nel ruolo del commissario Scialoja, unico resosi conto della grandezza e della pericolosità della Magliana in quegli anni.
Ottimi anche Santamaria nel ruolo di Dandi e Favino, qui finalmente visto nel ruolo che, a mio avviso, più gli si addice, del "cattivo", dopo l'impietosa interpretazione del demente di "Nessun messaggio in segreteria".
Completano il cast Gian Marco Tognazzi (Carenza), molto bravo ma irriconoscibile almeno fino ai titoli di coda, Anna Mouglalis (Patrizia), Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio, che oltre ad essere l'idolo incontrastato delle teenager italiane è anche un ottimo attore molto versatile.
Il film, che tenta di ricostruire l'irricostruttibile, quegli 'anni di piombo' in cui ognuno faceva i propri interessi e non si distingueva lo stato dalla malavita, è utile anche per cercare di capire qualcosa di quel periodo, di cui nessuno parla mai. Io, ad esempio, ho 18 anni e finora non avevo mai avuto l'occasione di cogliere nessuno spunto per poter approfondire certi fatti storico-politici italiani.
Comunque, per concludere, ho apprezzato in maniera quasi morbosa questo film (l'ho visto circa 18 volte..), combinazione perfetta di ottime interpretazioni 'made in Italy' e di ricostruzione politica e storica.
Grande racconto di ambiziose aspirazioni malavitose di tre ragazzini che vogliono solo una cosa: Roma. E se la prendono
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[+] erano una banda di sanguinari.
(di nico)
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nicolò
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mercoledì 9 maggio 2007
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l'italia criminale degli anni '70 secondo placido
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Amici veri? Certo, oltre che spietati delinquenti di strada mirati alla conquista di Roma. C'è anche il classico tema dell'amicizia virile, in questo gangster-film - il cui modello è forse Scorsese con "Quei bravi ragazzi"? - che Placido confeziona come se fosse un maestro del genere. Pur non avendo una carriera di successi come regista, questa volta ha centrato il segno, circondandosi di due ottimi sceneggiatori come Rulli e Petraglia per adattare al grande schermo l'appassionante, cruda e realistica vicenda del romanzo di Giancarlo De Cataldo, che pure ha collaborato allo script. Una struttura divisa in 3 capitoli, ciascuno dei quali dedicati ad uno dei personaggi chiave (come in "Le iene" di Tarantino), una bella fotografia, ottima ricostruzione dell'epoca con l'inserimento di canzoni famose nella colonna sonora, una compagnia di interpreti perfetta fanno di "Romanzo criminale" un grande film, forse il migliore mai diretto da Placido.
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Amici veri? Certo, oltre che spietati delinquenti di strada mirati alla conquista di Roma. C'è anche il classico tema dell'amicizia virile, in questo gangster-film - il cui modello è forse Scorsese con "Quei bravi ragazzi"? - che Placido confeziona come se fosse un maestro del genere. Pur non avendo una carriera di successi come regista, questa volta ha centrato il segno, circondandosi di due ottimi sceneggiatori come Rulli e Petraglia per adattare al grande schermo l'appassionante, cruda e realistica vicenda del romanzo di Giancarlo De Cataldo, che pure ha collaborato allo script. Una struttura divisa in 3 capitoli, ciascuno dei quali dedicati ad uno dei personaggi chiave (come in "Le iene" di Tarantino), una bella fotografia, ottima ricostruzione dell'epoca con l'inserimento di canzoni famose nella colonna sonora, una compagnia di interpreti perfetta fanno di "Romanzo criminale" un grande film, forse il migliore mai diretto da Placido.
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darkovic
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domenica 19 ottobre 2014
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bravissimi ,forza cinema italiano
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Sentiamo sempre criticare il nostro cinema italiano,quasi sempre meritatamente,ma quando un bravo regista come Placido,riesce a mettere in scena un ottimo film ,integrando al meglio i nostri migliori attori nazionali in una storia ,che ripercorre le nefandezze della banda che terrorizzo'la nazione in quegli anni, che scorre sciolta , con un 'ottimo ritmo narrativo,violente scene d'azione credibili ,riuscendo anche a approfondire con particolarita' e capacita' i personaggi e la loro interazione ,poi anche facendoci una ricostruzione storica e di quegli anni di piombo,c'e pure qualcuno che storce il naso ,Non capisco davvero ,rispetto tutte le recensioni e le leggo con rispetto e spirito anche d'apprendimento ,ma davvero certe critiche sembrano fini a se stesse.
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Sentiamo sempre criticare il nostro cinema italiano,quasi sempre meritatamente,ma quando un bravo regista come Placido,riesce a mettere in scena un ottimo film ,integrando al meglio i nostri migliori attori nazionali in una storia ,che ripercorre le nefandezze della banda che terrorizzo'la nazione in quegli anni, che scorre sciolta , con un 'ottimo ritmo narrativo,violente scene d'azione credibili ,riuscendo anche a approfondire con particolarita' e capacita' i personaggi e la loro interazione ,poi anche facendoci una ricostruzione storica e di quegli anni di piombo,c'e pure qualcuno che storce il naso ,Non capisco davvero ,rispetto tutte le recensioni e le leggo con rispetto e spirito anche d'apprendimento ,ma davvero certe critiche sembrano fini a se stesse.
Un ottima sceneggiatura riesce a rendere credibile dei personaggi e con l'ottima interpretazione degli attori rende questi delinquenti veramente feroci e violenti ma riesce anche a scavare interiormente nelle loro personalita'riuscendo anche a mostrarci la loro parte ,diciamo 'buona',con rispetto dei valori di amicizia e di amore.
Come l'amore quasi fanciullesco del 'dandy'(il BRAVISSIMO Claudio Santamaria) per la prostituta d'alto borgo (la BRAVISSIMA Anna Mouglalis) e
addirittura tra le utime scene quando'il freddo'(il SUPERLATIVO Kim Rossi Stuart) rivede la scena della fuga dell'inizio film ,riuscita poi nel sogno di morte,ti viene quasi un groppo in gola per il sentimento di amicizia che contiene e di tristezza per la consapevolezza che tutto e' finito.
Un'ottima fotografia mette in scena una sempre bellissima Roma, truce e violenta e con un ottima colonna sonora con pezzi storici inseriti al meglio nelle scene
Un grande applauso a Placido che ci confeziona un'ottimo film e che rende superlativi questi attori BRAVISSIMI ,unica nota stonata l'interpretazione di Accorsi(con tutto il rispetto ,di un 'altro livello, al paragone con gli altri,i BRAVI Pierfrancesco Favino' Libano',Elio Germano il'sorcio', il bello e misterioso 'nero'Scamarcio,la BRAVISSIMA e bellissima Violante Placido ma tutti,tutti nessuno escluso) il che e' un vero peccato perche' il personaggio del commissario ,importante nella storia,avrebbe potuto rendere questo ottimo film un vero capolavoro(credo comunq che lo sia)
Un applauso forte a questo cinema italiano
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tommaso aniello
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domenica 13 novembre 2005
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un romanzo italiano, tra scorsese e ellroy
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Mai titolo fu più esplicativo e azzeccato, forse. "Romanzo criminale" non é infatti il classico film di inchiesta all'italiana che si propone di far luce su uno dei tanti periodi bui della nostra storia, ma é innanzitutto un "romanzo popolare", un poliziottesco spettacolare dal gusto quasi "americano" (su tutti "Quei bravi ragazzi" di Scorsese).
E questa sua "natura" la si nota fin da subito... mentre compaiono i titoli di testa, con la scena dell'auto rubata e del poliziotto investito e il conseguente "arresto" dei pischelli, che mi ha ricordato "C'era una volta in America".
Lontano quindi dal classic filmo d'inchiesta "alla Francesco Rosi" o alla "Bellocchio", Romanzo Criminale ci racconta quindi con un ritmo serrato (qualcuno si ricorda de "Il camorrista"?) l'ascesa di questi "ragazzi di vita" che diventano in breve una delle bande più temute, con contatti ai livelli più alti dello Stato.
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Mai titolo fu più esplicativo e azzeccato, forse. "Romanzo criminale" non é infatti il classico film di inchiesta all'italiana che si propone di far luce su uno dei tanti periodi bui della nostra storia, ma é innanzitutto un "romanzo popolare", un poliziottesco spettacolare dal gusto quasi "americano" (su tutti "Quei bravi ragazzi" di Scorsese).
E questa sua "natura" la si nota fin da subito... mentre compaiono i titoli di testa, con la scena dell'auto rubata e del poliziotto investito e il conseguente "arresto" dei pischelli, che mi ha ricordato "C'era una volta in America".
Lontano quindi dal classic filmo d'inchiesta "alla Francesco Rosi" o alla "Bellocchio", Romanzo Criminale ci racconta quindi con un ritmo serrato (qualcuno si ricorda de "Il camorrista"?) l'ascesa di questi "ragazzi di vita" che diventano in breve una delle bande più temute, con contatti ai livelli più alti dello Stato. (ma il tutto è lasciato nel vago, non essendo questo un film d'inchiesta).
I personaggi sono tutti - nessuno esluso- memorabili perchè tratteggiati benissimo.
Quelli che ho amato di più sono il Freddo (un magnifico Kim Rossi Stuart), il Dandi (da tutti sottovalutato) e il Commissario Scialoja, interpretato da un Accorsi intenso e ambiguo, non immune al fascino esercitato dal "lato oscuro" che lui combatte e del quale é forse lui stesso ostaggio (a tal proposito, inquietante ed eccezionale anche l'eminenza grigia interpretata da Toni Bertorelli).
Brava anche Jasmine Trinca, che diventa sempre più brava (e devo dire che mi piaceva già quando fece "La Stanza del figlio").
Se a tutto ciò si aggiunge la presenza- fondamentale - di una femme fatale come quella interpretata da Anna Mouglalis, il gioco é fatto. Sarà azzardata come cosa... ma volendo fare un esempio letterario, "Romanzo Criminale" si avvicina più a Ellroy che a Sciascia.
Il film me lo aspettavo interessante ma non così, devo essere sincero.
Ma veniamo a Michele Placido... (che fa una comparsata nei panni del padre del Freddo)...
Con questo che è senza dubbio il suo film migliore (come regista), si é fatto perdonare (almeno da me) dopo il noiosissimo "Un Viaggio Chiamato Amore" (dopo il quale ho preferito evitare "Ovunque sei").
Questo film meriterebbe fin da ora d'essere in pole-position per rappresentare l'Italia ai prossimi Oscar (quelli del 2007) ma vedo che se ne sta parlando poco in giro, quindi alla fine va a finire che la spunterà il film di Benigni che ha dalla sua, oltre al nome, il fatto di trattare un tema più "internazionale".
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alberto86
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martedì 21 febbraio 2006
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finalmente!
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FINALMENTE!!!!Finalmente Placido ci degna di un buon film dopo i mediocri "Un viaggio chiamato amore" e "Ovunque sei",non proprio nelle sue corde! Finalmente il cinema italiano può vantarsi di una pellicola davvero notevole,dopo una serie di insulse defaillances! Eh già,"Romanzo criminale"è forse il film che l'Italia stava aspettando per il suo riscatto,il film che fa intravedere un barlume di luce in un cinema oramai "in discesa"! E devo dire che Michele Placido ci è riuscito,con un'opera che vanta un ottimo cast e che ricalca moltissimo il ritmo sfrenato dei polizieschi anni 70 e soprattutto le epiche "gangster stories"americane (su tutte il celeberrimo"C'era una volta in America"di Leone).
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FINALMENTE!!!!Finalmente Placido ci degna di un buon film dopo i mediocri "Un viaggio chiamato amore" e "Ovunque sei",non proprio nelle sue corde! Finalmente il cinema italiano può vantarsi di una pellicola davvero notevole,dopo una serie di insulse defaillances! Eh già,"Romanzo criminale"è forse il film che l'Italia stava aspettando per il suo riscatto,il film che fa intravedere un barlume di luce in un cinema oramai "in discesa"! E devo dire che Michele Placido ci è riuscito,con un'opera che vanta un ottimo cast e che ricalca moltissimo il ritmo sfrenato dei polizieschi anni 70 e soprattutto le epiche "gangster stories"americane (su tutte il celeberrimo"C'era una volta in America"di Leone).In effetti,nonostante "Romanzo criminale non sia perfetto e presenti alcune superficialità e debolezze in alcune parti(in particolare quelle psicologico-sentimentali,delineate forse un po'sommariamente),è un film che ha il grandissimo pregio di coinvolgere lo spettatore a tal punto che le 2 ore e mezza non pesano affatto,anzi scivolano via svelte e lisce,senza mai annoiare o allentare la morsa. Un film che sa appassionare,tenere tesi e col fiato sospeso! Il film più maturo,più complesso e compiuto sul piano stilistico di Placido,che riesce,diversamente dai suoi precedenti lavori fin troppo ambiziosi ed incompiuti,a unire cronaca,narrazione letteraria(il film è tratto dal romanzo di De Cataldo) ed impegno civile. E allora non possiamo che ringraziare il regista per quest'opera davvero anomala nel nostro cinema "made in Italy"ma che riesce finalmente a regalarci forti emozioni...emozioni di cui il nostro cinema é ultimamente davvero carente! 3 stelle e mezzo
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