Romanzo criminale

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Un film di Michele Placido. Con Stefano Accorsi, Kim Rossi Stuart, Anna Mouglalis, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino.
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Titolo originale Romanzo Criminale. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 152 min. - Italia, Francia, Gran Bretagna 2005. uscita venerdì 30 settembre 2005. MYMONETRO Romanzo criminale * * * - - valutazione media: 3,25 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Ben oltre il male comune e la violenza quotidiana. Valutazione 3 stelle su cinque

di Great Steven


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lunedì 21 settembre 2015

ROMANZO CRIMINALE (IT, 2005) diretto da MICHELE PLACIDO. Interpretato da PIERFRANCESCO FAVINO, KIM ROSSI STUART, CLAUDIO SANTAMARIA, STEFANO ACCORSI, RICCARDO SCAMARCIO, JASMINE TRINCA, ANNA MOUGLALIS, ROBERTO BRUNETTI, ELIO GERMANO, ANTONELLO FASSARI, STEFANO FRESI, FRANCESCO VENDITTI, GIORGIO CARECCIA, TONI BERTORELLI, ROBERTO INFASCELLI,  MASSIMO POPOLIZIO, DONATO PLACIDO, LESLIE CSUTH, VIRGINIA RAFFAELE
Da un romanzo (2002) di Giancarlo De Cataldo. La banalità del male espressa attraverso le vicende quindicennali che vedono protagonista una banda criminale, sorta alla periferia di Roma, avente come organizzatori di stratosferici e pericolosissimi colpi tre uomini che, da bambini, si sono promessi di diventare delinquenti di prim’ordine, abbracciando in pieno una vocazione che trasforma in un «sentimento nobile» ciò che contraddistingue il loro codice d’onore: la vendetta. I fatti, che attingono anche da eventi realmente verificatisi (due su tutti: il sequestro di Aldo Moro e la strage del 2/8/1980 alla stazione di Bologna), traggono ispirazione dai delitti della banda della Magliana e dall’alternarsi dei suoi capi: il Libanese (alias Cesare Rocchi, interpretato da Favino), il Freddo (vero nome: Francesco Avorio, impersonato da Rossi Stuart) e il Dandi (ovvero Bruno De Magistris, col volto e la recitazione di Santamaria). Il primo mette in piedi il rapimento di un ricco barone per il quale viene successivamente condannato, esce di prigione grazie a un imprenditore corrotto e muore accoltellato da un vecchio confratello per la sua intenzione di non pagare alcuni debiti di gioco. Il secondo vendica la scomparsa dell’amico eliminandone il responsabile, finisce dietro le sbarre per incendio doloso, tentato omicidio e sequestro di persona, la sua pena ammonta a trent’anni ma, grazie a una malattia incurabile inoculatagli artificialmente, esce dalla prigione ed emigra in Francia con una bella insegnante (Trinca) che dava ripetizioni al fratello drogato anch’egli morto, per poi soccombere fuori da una chiesa in un attentato programmato. Il terzo è l’unico ad evitare la galera per merito della sua donna (Mouglalis), una prostituta testarda e battagliera, il cui cuore è diviso fra l’amore per il criminale e quello per il commissario Nicola Scialoja (Accorsi), incaricato di indagare sui reati commessi dalla gang; affronta peripezie legali, si scontra con uomini del clan in procinto di tradirlo, si fa una nuova vita in una villa in Corsica ma perisce non appena rimette piede in Italia per un antico regolamento di conti. Fra gli altri personaggi che si muovono in questo universo interamente costruito sul senso della violenza e sul bisogno irrefrenabile del sangue, ci sono il Nero, neonazista esperto di arti marziali, che fa una brutta fine dopo aver ammazzato l’agente di polizia sbagliato eseguendo il mandato di uccisione ai danni del commissario Scialoja; il Sorcio, impacciato spacciatore di provincia, spesso malmenato e messo in mezzo ad affari sporchi e infine spedito in gattabuia a scontare una pena mediocre; il Terribile, criminale un tempo alquanto in auge che, alla fine degli anni 1970, non spaventa più nessuno, tanto da morire poco eroicamente per mano degli stessi mascalzoni della Magliana con cui aveva per di più collaborato a fini di lucro, ovviamente illeciti. Da non dimenticare, poi, due figure femminili, la cui femminilità è diametralmente opposta e quindi complementare per quanto riguarda gli obiettivi di completamento di un mondo in cui sono i maschi a spargere il seme della crudeltà e dei moti cruenti: la meretrice Patrizia, incostante collaboratrice di giustizia e fascinosa ammaliatrice di uomini, e Roberta, la fidanzata del Freddo, desiderosa esclusivamente di una vita tranquilla e felice accanto al suo uomo ma lontano dalle sue abituali scorribande, sempre cariche di ventate infauste e furibonde. Placido, non a caso ex poliziotto, dirige un gangster movie assumendo e incamerando la lezione dei maestri stranieri del genere: tiene a bada il materiale narrativo, permette agli attori di recitare a briglia sciolta quando le circostanze della scena consentono loro un’espressione fuori da ogni schema, illumina poco gli ambienti per rendere meglio l’idea del buio incolmabile che alberga nel cuore di questi piccoli criminali e decide, per quasi tutti i personaggi del film, una sorte nefasta appunto per dimostrare che essi si sono intromessi in trame troppo grandi per loro, le quali puntualmente si concludono con la disfatta che arriva sempre quando la posta in gioco è troppo alta o quando un essere umano eccessivamente ambizioso e assetato di sangue scherza a lungo col fuoco. Un raro esempio di poliziesco italiano che non solo fa propri anche i dettami (per fortuna non troppo rigidi, per quanto modellati e plasmati) del genere drammatico più istruttivo e decoroso, ma sa anche creare spazi e avvenimenti senza accumulare infruttuose pretese che cerchino di spiegare la violenza. Infatti quest’ultima viene semplicemente rappresentata nella sua forma più intelligente e spietata, e se di mezzo ci vanno le vite umane e gli scopi da attribuire a quella giustizia che ogni malvivente crede di conoscere in cuor suo, non c’è spiegazione che tenga. L’autore del libro che ha fornito le basi per la sceneggiatura compare nella seconda metà di proiezione nelle vesti del giudice che condanna gli imputati in tribunale. Fotografia: Luca Bigazzi. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musiche: Paolo Buonvino. Vincitore di otto David di Donatello e cinque Nastri d’Argento.

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