La lunga corsa

Film 2022 | Commedia, 88 min.

Regia di Andrea Magnani. Un film con Adriano Tardiolo, Giovanni Calcagno, Barbora Bobulova, Nina Naboka, Maksim Kostyunin. Cast completo Titolo originale: Jailbird. Genere Commedia, - Italia, Ucraina, 2022, durata 88 minuti. Uscita cinema giovedì 24 agosto 2023 distribuito da Tucker Film. - MYmonetro 3,11 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi La lunga corsa tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento martedì 8 agosto 2023

Il cielo in una cella: tra coming of age surreale e fiaba carceraria, l'opera seconda di Andrea Magnani. In Italia al Box Office La lunga corsa ha incassato 24,5 mila euro .

Consigliato sì!
3,11/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,79
PUBBLICO 4,05
CONSIGLIATO SÌ
Una fiaba carceraria dal tono sognante e surreale, metafora di un'umanità spaventata dalla propria stessa natura.
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 28 novembre 2022
Recensione di Roberto Manassero
lunedì 28 novembre 2022

Giacinto è nato in carcere dalla madre e dal padre entrambi condannati. Cresciuto al riparo dal mondo, protetto dalle mura della prigione e dalle cure di Jack, il burbero ma affettuoso capo delle guardie, è diventato un ragazzo innocente e sensibile. Abbandonato dai genitori, da adolescente è costretto a trasferirsi in una casa d'accoglienza per orfani, ma incapace di adattarsi al mondo di fuori farà di tutto per tornare in carcere: prima provando a farsi arrestare non appena diventa maggiorenne, poi diventando anche lui una guardia carceraria. L'amicizia con l'ergastolana Rocky mette a rischio il suo rapporto con Jack: ma proprio un inatteso regalo di quest'ultima permetterà a Giacinto di trovare finalmente il modo di uscire dalla sua prigione, sia fisica, sia mentale...

L'opera seconda di Magnani ritrova un personaggio simile al malinconico disadattato protagonista del precedente Easy, questa volta non più chiamato a trovare se stesso nel corso di un classico road movie, ma al contrario in un film fondato sull'idea di chiusura e protezione.

Se nel suo primo film il regista italiano usava l'est Europa (l'Ungheria, per la precisione) come il paesaggio ideale dove mettere in scena il ritorno a una sorta di terra primigenia dove la morte e la vita si incontravano, in La lunga corsa, che al posto dell'imponente Nicola Nocella ha la figura stupefatta di Adriano Tardiolo (che sostanzialmente ripete il ruolo di Candido già visto in Lazzaro felice), le terre piatte dell'Ucraina, fatte passare per l'Italia, oltre a giustificare la coproduzione internazionale, diventano una sorta di non-luogo dove allestire la vicenda del povero Giacinto.

Nato maschio invece che femmina (il suo nome doveva essere Rosa, come il padre si era preventivamente tatuato...), indesiderato fin da subito, allevato da un padre putativo, figlio di un mondo - il carcere - in cui nulla nasce ma al contrario muore, il protagonista di La lunga corsa vuole in tutti i modi restare nel grembo materno - sempre il carcere - dentro il quale a un certo punto cerca anche di rientrare passando per una fessura (metafora evidente, inutilmente mascherata...).

Giacinto è il contrario degli uomini, cerca la prigionia perché spaventato dalla libertà, vivendo la propria condizione come un segno, una maledizione: non a caso, tutte le donne della sua vita hanno un segno sull'occhio - la madre pestata in cella, la direttrice del carcere (Barbora Bobulova) con la benda alla John Ford, l'ergastolana Rocky con la palla di vetro - e nel finale il suo nome sfortunato, Giacinto, viene finalmente liberato perché torni a essere Rosa e torni a indicare una bambina... Giacinto, ancora, è figlio di una terra di nessuno, dentro e fuori dal carcere, in un'Europa senza direzione e senza connotazione geografica.

Il problema di La lunga corsa è in questo senso proprio il divario fra l'ambizione e la forma, tra il desiderio di girare una favola moderna sui limiti di un individuo unico e al tempo stesso comune (è il solo uomo in un carcere di sole donne, ma è uguale a Jack, la sua versione adulta e speculare interpretata da Giovanni Calcagno) e la scelta di girare con uno stile controllato, a volte piatto, senza una vera capacità di astrarre gli ambienti e le situazioni, a cominciare proprio dall'utilizzo antistorico di un paesaggio che chiaramente non è italiano, ma nonostante ciò resta connotabile e straniante (a cominciare dalla scelta di doppiare in italiano gli interpreti ucraini mischiati a quelli italiani).

Il ritratto del povero Giacinto, sognatore disadattato che non sa trovare un posto nel mondo e finisce per ottenere grazie alla corsa una liberazione che in realtà non vorrebbe, funziona come immagine di un'umanità spaventata dalla propria stessa natura. Rispetto alla malinconia di Easy, però, il tono sognante e volutamente ingenuo del film rischia di scivolare in un minimalismo fine a sé stesso, in cui la formula del racconto chiuso affievolisce (per non dire "imprigiona"...) anche la forza della parabola.

Sei d'accordo con Roberto Manassero?

LA LUNGA CORSA disponibile in DVD o BluRay

DVD

BLU-RAY
€14,99
€14,99
Powered by  
PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 31 gennaio 2024
Cinenerd

Non capisco i milioni al botteghino. X me un film mediocre. 

FOCUS
FOCUS
giovedì 24 agosto 2023
Pedro Armocida

Basta cambiare lo sguardo, il punto di vista e tutto appare al contrario che poi potrebbe anche essere il verso giusto. Il carcere, per esempio, può diventare paradossalmente la casa, il nido, addirittura un luogo ameno se ci sei nato dentro. Non un posto da cui scappare, evadere ma anzi da non abbandonare mai. Da questo assunto bizzarro prende il via La lunga corsa - Una commedia stralunata, il nuovo film di Andrea Magnani che già ci aveva abituati, con il suo esordio, Easy - Un viaggio facile facile (guarda la video recensione), a un cinema surreale proprio perché iperrealistico. 

Andrea Magnani si diverte a spiazzare lo spettatore, con un immaginario visivo fuori dal tempo ma che richiama un po’ quello degli anni Cinquanta, raccontando una favola, appunto, stralunata che però, nella storia innocente di Giacinto, figlio di due detenuti, che trascorre l’infanzia a l’adolescenza in carcere sotto le cure premurose del capo dei secondini, per diventare a sua volta un agente penitenziario, tocca un tema enorme e poco trattato – quello dei bambini nati in carcere, in cattività – sul quale non si sofferma in maniera didascalica oppure da una prospettiva sociologica ma attraverso la favola, ribaltandone la prospettiva. 

Di più, in maniera ancora più traslata, il regista e sceneggiatore racconta dell’immutabilità temporale di certi luoghi (le nostre carceri, anche metaforicamente), della non certezza della pena dal momento che anche i detenuti hanno la loro umanità, di come le colpe dei padri ricadano sui figli e di come sia difficile fuggire al proprio destino che può apparire già segnato. 

Per questo c’è bisogno di ricorrere a una lunga corsa, per trovare la libertà fermandosi, cambiando ancora una volta il punto di vista, un po’ come accadeva nel finale del capolavoro del free cinema di Tony Richardson del 1962, Gioventù, amore e rabbia che in originale s’intitola The Loneliness of the Long Distance Runner ossia "La solitudine del corridore sulla lunga distanza” dall’omonimo racconto di Alan Sillitoe. In questo senso il mondo capovolto di questa opera, che, anche nello stile, non somiglia a nessun’altra in Italia, è una parabola, riuscita, sulla ricerca della propria libertà in un peculiare coming of age.

A interpretare Giacinto, nella fase adolescenziale/adulta, troviamo il candido Adriano Tardiolo, ossia il Lazzaro felice (guarda la video recensione) di Alice Rohrwacher che lo ha scoperto, semplicemente perfetto nel restituire le movenze, i tic e l’eterno stupore di un personaggio evidentemente affetto da disturbi dello spettro autistico come verrebbero diagnosticati oggi. 

Così nel raccontare il carcere, un microcosmo che è effettivamente un mondo altro e diverso da quello della società cosiddetta civile, La lunga corsa - Una commedia stralunata che si sofferma su alcuni personaggi con tratti fumettistici – il capo dei secondini con i baffoni (Giovanni Calcagno), l’ergastolana obesa (Nina Naboka), la direttrice del carcere con la benda su un occhio (Barbora Bobulova) – lavora in direzione ostinata e contraria rispetto alla più consueta narrazione di stereotipi, riuscendo inoltre a rappresentare, con leggerezza profonda, i meno rappresentati al cinema.

È questa una peculiarità di Andrea Magnani che, pur nella sua originalità che lo rende un autore più unico che raro nella nostra cinematografia, guarda molto a un certo cinema europeo con il quale condivide azzardi e immaginari (pensiamo ai film di Jeunet e Caro che, peraltro, al tema del carcere nel 1978 avevano dedicato un corto di animazione, L’évasion) giocando con una narrazione, tra flashback e i più rari flashforward, che va di pari passo con una forma unica.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 26 agosto 2023
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Una commedia stralunata", aggiunge il sottotitolo. A precisare che non vedremo gare di atletica, o fughe verso la libertà. Al contrario: Giacinto è nato e cresciuto in carcere, il primo pannolino glielo ha cambiato un agente di sicurezza. Quando è in età lo mandano a scuola dei preti, ma lui puntualmente riprende la strada del carcere. All'occasione, tirando un pugno a un poliziotto che in carcere [...] Vai alla recensione »

sabato 26 agosto 2023
Nicolò Barretta
La Voce di Mantova

Giacinto è figlio di due detenuti: dentro un carcere non solo ci è nato, ma ci è pure cresciuto. Infanzia, adolescenza, compleanno dei 18 anni: quella per lui è "casa" e Jack, il capo dei secondini, è per lui un burbero secondo padre che lo accompagnerà premurosamente nel suo percorso di crescita. Il regista e sceneggiatore Andrea Magnani, qui al secondo film da regista dopo "Easy - Un viaggio facile [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 agosto 2023
Giovanni Spagnoletti
Close-up

Per una serie di curiose circostanze, l'Ucraina oltre che a popolare i giornali con le sue tragiche vicende belliche, la ritroviamo anche sugli schermi agostani delle sale (o delle arene) italiane. A seguire la recentissima uscita di un bel film al 100% ucraino come Il giuramento di Pamfir, adesso è la volta de La lunga corsa, una co-produzione con l'Italia diretta da Andrea Magnani interamente girata [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 agosto 2023
Giacomo Tosi
Cinematographe

Stralunato, fresco, simbolico, un bizzarro coming of age che emblematizza le realtà carceraria e scopre la vita all'interno e sul limitare dei confini; La lunga corsa è il film di Andrea Mangnani, sua opera seconda, realizzata a 7 anni di distanza da Easy - Un viaggio facile facile. Prodotta da Pilgrim Film, Bartlebyfilm, Fresh Production Group e Rai Cinema, la pellicola italo-polacca è stata presentata [...] Vai alla recensione »

giovedì 24 agosto 2023
Alice Sforza
Il Giornale

Giacinto è nato in carcere ed è vissuto in carcere. Per lui quella è «casa» e non accetta altra destinazione. A costo anche di infrangere la legge per farci ritorno. Un coming of age travestito da favola moderna, immorta- lato dalla regia di Andrea Magnani, a suo agio con storie di disadattati (come in Easy). Anche se a un certo punto il regista sceglie un tono minimalista e inquadrature asettiche [...] Vai alla recensione »

martedì 22 agosto 2023
Matteo Marelli
Film TV

Dopo l'esordio Easy - Un viaggio facile facile, laconica parabola che risplendeva di candore lunare e dolce umanesimo, Andrea Magnani conferma un'inclinazione per l'assurdo: l'idea che sta alla base di La lunga corsa è ribaltare l'assunto esemplare del prison movie, facendo della detenzione, anziché della fuga, l'obiettivo del film. A volerla, anche al costo di forzare la propria natura, così buona [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 agosto 2023
Attilio Pietrantoni
Cabiria Magazine

Andrea Magnani, dopo il convincente esordio Easy, porta sullo schermo La lunga corsa, una fiaba ambientata dietro le sbarre, un percorso di crescita che il protagonista non vorrebbe intraprendere, ma l'inesorabile scorrere del tempo gli pone davanti. Questa pellicola, dolce e delicata, rappresenta per tematica e stile una rarità all'interno del panorama delle produzioni italiane ed è presentata in [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 agosto 2023
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

È un cinema di frontiera, quello di Andrea Magnani, che al secondo film da regista conferma che - per citare l'esordio Easy - non c'è niente di facile facile nel suo sguardo. Per una cura dell'immagine che è sintomo di un pensiero nonché emanazione di un immaginario, perché c'è adesione a un territorio che, di riflesso, è aderenza a un sentimento. È curioso come un film così "chiuso" in uno spazio [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 agosto 2023
Stefano Coccia
Cineclandestino

Già in Easy, grottesca commedia e picaresco road movie di ambientazione in parte ucraina, con protagonista il monumentale (pure a livello di stazza) Nicola Nocella più Barbara Bouchet e il compianto Libero De Rienzo tra gli interpreti principali, la filmografia di Andrea Magnani si era interfacciata con tale realtà. Non è quindi "per moda", se anche nel successivo lungometraggio La lunga corsa ritroviamo [...] Vai alla recensione »

sabato 28 gennaio 2023
Matteo Mazza
Duels.it

Né il reale né il verosimile rispondono all'interesse di Andrea Magnani, regista, sceneggiatore e produttore di La lunga corsa, suo secondo lungometraggio di finzione, come già si intuiva facilmente dal precedente Easy - Una viaggio facile facile dove inseguiva il sogno di un umorismo rarefatto, sospeso, "alla Kaurismaki", intrecciando i codici del road movie.

mercoledì 30 novembre 2022
Paola Assom
NonSoloCinema

L'unico film italiano in concorso al 40° Torino Film Festival, parte da nobili e alte premesse. "Più di 60 bambini - spiega Magnani - sono rinchiusi, innocenti, nelle carceri italiane (non abbiano dati per quelle all'estero). Questo perché le loro madri sono detenute ed essi non hanno altro luogo dove vivere. A partire da ciò - prosegue - ho pensato che l'unico modo per denunciare questa situazione [...] Vai alla recensione »

martedì 29 novembre 2022
Mario Turco
Sentieri Selvaggi

"Voglio tornare in carcere". Il mantra di Giacinto (Adriano Tardiolo), protagonista della pellicola di Andrea Magnani - unico film italiano in Concorso al Torino Film Festival 2022 - nasce non da una delinquenziale voglia di essere primus inter pares all'interno del microcosmo penitenziario ma come obbligata necessità esistenziale. Il ragazzo è infatti nato dietro le sbarre, figlio di un padre ed una [...] Vai alla recensione »

NEWS
GUARDA L'INIZIO
martedì 22 agosto 2023
 

Su MYmovies i primi dieci minuti dell'opera seconda del regista, tra coming of age surreale e fiaba carceraria. Dal 24 agosto al cinema. Guarda l'inizio »

NEWS
lunedì 14 agosto 2023
 

Il cielo in una cella: tra coming of age surreale e fiaba carceraria, l'opera seconda di Andrea Magnani. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 9 agosto 2023
 

Regia di Andrea Magnani. Un film con Adriano Tardiolo, Giovanni Calcagno, Barbora Bobulova, Nina Naboka, Maksim Kostyunin. Da giovedì 24 agosto al cinema. Guarda il trailer »

TORINO FILM FESTIVAL
lunedì 28 novembre 2022
Roberto Manassero

In Concorso al 40 Torino Film Festival e dal 24 agosto al cinema. Vai all'articolo »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati