Advertisement
La lunga corsa, una fiaba stralunata che spiazza, diverte e tocca un tema delicato: l’infanzia in carcere

Alla sua opera seconda dopo Easy - Un viaggio facile facile, Andrea Magnani si conferma autore più unico che raro firmando una parabola, riuscita, sulla ricerca della propria libertà. Un’opera dal respiro europeo, che non somiglia a nessun’altra in Italia. Al cinema.
di Pedro Armocida

Adriano Tardiolo 1998, Terni (Italia). Interpreta Giacinto nel film di Andrea Magnani La lunga corsa.
giovedì 24 agosto 2023 - Focus

Basta cambiare lo sguardo, il punto di vista e tutto appare al contrario che poi potrebbe anche essere il verso giusto. Il carcere, per esempio, può diventare paradossalmente la casa, il nido, addirittura un luogo ameno se ci sei nato dentro. Non un posto da cui scappare, evadere ma anzi da non abbandonare mai. Da questo assunto bizzarro prende il via La lunga corsa - Una commedia stralunata, il nuovo film di Andrea Magnani che già ci aveva abituati, con il suo esordio, Easy - Un viaggio facile facile (guarda la video recensione), a un cinema surreale proprio perché iperrealistico. 

Andrea Magnani si diverte a spiazzare lo spettatore, con un immaginario visivo fuori dal tempo ma che richiama un po’ quello degli anni Cinquanta, raccontando una favola, appunto, stralunata che però, nella storia innocente di Giacinto, figlio di due detenuti, che trascorre l’infanzia a l’adolescenza in carcere sotto le cure premurose del capo dei secondini, per diventare a sua volta un agente penitenziario, tocca un tema enorme e poco trattato – quello dei bambini nati in carcere, in cattività – sul quale non si sofferma in maniera didascalica oppure da una prospettiva sociologica ma attraverso la favola, ribaltandone la prospettiva. 

Di più, in maniera ancora più traslata, il regista e sceneggiatore racconta dell’immutabilità temporale di certi luoghi (le nostre carceri, anche metaforicamente), della non certezza della pena dal momento che anche i detenuti hanno la loro umanità, di come le colpe dei padri ricadano sui figli e di come sia difficile fuggire al proprio destino che può apparire già segnato. 

Per questo c’è bisogno di ricorrere a una lunga corsa, per trovare la libertà fermandosi, cambiando ancora una volta il punto di vista, un po’ come accadeva nel finale del capolavoro del free cinema di Tony Richardson del 1962, Gioventù, amore e rabbia che in originale s’intitola The Loneliness of the Long Distance Runner ossia "La solitudine del corridore sulla lunga distanza” dall’omonimo racconto di Alan Sillitoe. In questo senso il mondo capovolto di questa opera, che, anche nello stile, non somiglia a nessun’altra in Italia, è una parabola, riuscita, sulla ricerca della propria libertà in un peculiare coming of age.

A interpretare Giacinto, nella fase adolescenziale/adulta, troviamo il candido Adriano Tardiolo, ossia il Lazzaro felice (guarda la video recensione) di Alice Rohrwacher che lo ha scoperto, semplicemente perfetto nel restituire le movenze, i tic e l’eterno stupore di un personaggio evidentemente affetto da disturbi dello spettro autistico come verrebbero diagnosticati oggi. 

Così nel raccontare il carcere, un microcosmo che è effettivamente un mondo altro e diverso da quello della società cosiddetta civile, La lunga corsa - Una commedia stralunata che si sofferma su alcuni personaggi con tratti fumettistici – il capo dei secondini con i baffoni (Giovanni Calcagno), l’ergastolana obesa (Nina Naboka), la direttrice del carcere con la benda su un occhio (Barbora Bobulova) – lavora in direzione ostinata e contraria rispetto alla più consueta narrazione di stereotipi, riuscendo inoltre a rappresentare, con leggerezza profonda, i meno rappresentati al cinema.

È questa una peculiarità di Andrea Magnani che, pur nella sua originalità che lo rende un autore più unico che raro nella nostra cinematografia, guarda molto a un certo cinema europeo con il quale condivide azzardi e immaginari (pensiamo ai film di Jeunet e Caro che, peraltro, al tema del carcere nel 1978 avevano dedicato un corto di animazione, L’évasion) giocando con una narrazione, tra flashback e i più rari flashforward, che va di pari passo con una forma unica.


ECCO DOVE VEDERLO AL CINEMA
In foto una scena del film La lunga corsa.
In foto una scena del film La lunga corsa.
In foto una scena del film La lunga corsa.
In foto una scena del film La lunga corsa.

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati