«La guerra è dolce per coloro che la vedono da lontano». Era una delle frasi di Erasmo da Rotterdam, ma che ben si può accostare a questo talentuoso attore, sceneggiatore e regista, quale è Alan Alda, che per oltre vent'anni ha fatto ridere l'America intera, disprezzando con ironia e sagacia, quella che è una delle maggiori industrie statunitensi (quella bellica) come autore e attore della sitcom antimilitarista M*A*S*H, partorita dall'omonimo film diretto dalla caotica mente del buon Robert Altman, che mai vide di buon occhio questa costola televisiva.
Alan Alda, figlio d'arte (suo padre era il grande attore Robert Alda e sua madre Joan Brown, Miss New York) e fratello dell'attore Anthony Alda, nonché padre delle attrici Elizabeth e Beatrice Alda, ha debuttato sulla scena teatrale a soli sedici anni, seguendo il padre in Europa e apparendo in numerosi spettacoli televisivi e teatrali (anche italiani). Nonostante la poliomielite, che lo ha colpito giovanissimo, riesce comunque a proseguire i suoi studi, prima alla Sorbonne e poi alla Fordham University di New York, e debutta ufficialmente sul piccolo schermo nella serie tv Secret File, U.S.A. di Arthur Dreifuss, nel 1955.
Sposato alla fotografa Arlene Alda, dopo molte pellicole horror e sitcom nelle quali ricopriva dei piccoli ruoli, approda al cinema in Paper Lion (1968) di Alex March, con Lauren Hutton. Successivamente John Frankenheimer lo inserirà nel cast de Il Capitano di lungo... sorso (1970) con Faye Dunaway, Mickey Rooney e David Niven. Dimostrando da subito uno spiccato senso per la commedia e per la comicità più in generale, viene scelto per la parte del Capitano Benjamin Franklin "Hawkeye" Pierce nella serie tv M*A*S*H nel 1972, grazie alla quale acquisterà fama e un numero spropositato di Emmy Awards. Sarà anche un'occasione per mettersi alla luce come sceneggiatore e regista, improntando alla sitcom di successo il suo notevole umorismo che sarà il suo marchio di fabbrica anche nella direzione di lungometraggi.
M*A*S*H dura, all'interno del tubo catodico, per ben undici anni, ma nel frattempo Alan Alda non mette da parte la sua voglia di fare cinema: sarà infatti presente nello sfavillante cast di California Suite (1978) di Herbert Ross con Jane Fonda, Michael Caine, Maggie Smith, Walter Matthau e i comici di colore Richard Pryor e Bill Cosby. Poi, con l'arrivo degli anni Ottanta, mette da parte le incertezze e trova i finanziamenti per dirigere il suo primo film Four Season (1981) con Carol Burnett e Rita Moreno, seguito da Sweet Liberty - La dolce indipendenza (1986) con una ritrovata Lillian Gish, l'amico di sempre Michael Caine e due stelle nascenti, Bob Hoskins e Michelle Pfeiffer. Ultimo film da regista di quel decennio, prima di essere diretto in Crimini e misfatti (1989) da Woody Allen (che ne apprezzerà la verve e lo dirigerà anche in Tutti dicono I love you, 1996) sarà Cambiar vita (1988) con Ann-Margret.
Gli anni novanta, lo portano ancora una volta dietro la cinepresa con il piccolo cult statunitense Il matrimonio di Betsy (1990) con la fidanzatina d'America (ormai sul viale del tramonto) Molly Ringwald. Alternando la televisione al cinema indipendente, ritroverà una sua dimensione, che sovente lo salverà dalla depressione di cui è afflitto. Sono gli anni di Amori e disastri (1996) di David O. Russell, Mad City (1997) di Costa-Gavras e L'oggetto del mio desiderio (1998). Tutte pellicole che ne sanciranno lo status di veterano di Hollywood e gli permetteranno di lavorare con attori della vecchia generazione (Dustin Hoffman e John Travolta), ma anche con interpreti emergenti, oggi famosissimi (Ben Stiller, Patricia Arquette e Jennifer Aniston).
What Women Want (2000) di Nancy Meyers, lo vedrà nel ruolo a lui più consono: quello del borghese ricco, dell'imprenditore con il sorriso sulle labbra. Una caratterizzazione che gli rimarrà perfino nella sua interpretazione migliore, quella del senatore Ralph Owen Brewster nel kolossal di Martin Scorsese The Aviator (2004) che gli porterà la sua prima e unica nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista.
Fierissimo delle sue origini italo-americane, nel nuovo millennio è fra gli interpreti del serial di successo The West Wing nel ruolo di un altro senatore: Arnold Vinick (anche se dapprincipio doveva essere sua la parte del Presidente degli Stati Uniti Bartlett), ma pochi sanno che nell'arco della sua carriera (in cui precisiamo non ha mai studiato recitazione e si è sempre vantato del fatto che il suo fosse un talento naturale) ha fatto incetta di nomination ai Tony Award, il maggior riconoscimento del teatro americano.
Gentile ed educato, coraggioso e profondo nelle sue scelte, Alan Alda si è collocato perfettamente in quell'ambiente hollywoodiano tipicamente cinematografico, sottolineandosi per stile, ironia e autoirnonia.