Tra gli ospiti Alessandro Borghi, Emanuele Salce e Sabrina Impacciatore.
di Mario Sesti
Splendor: il primo programma sul cinema che scorre il riflesso di tutte le arti sul grande schermo (dalla scrittura alla pittura, dal fumetto al videogame, dalla musica al teatro) come su di una pallina da flipper capace di rimbalzare ovunque, in questa puntata si concentra sul mistero del talento di chi decide di essere un altro per mestiere (gli attori), su chi si misura ogni sera su un palcoscenico per farlo (il fascino e la paura del teatro), su chi, come Taqua, una giovanissima disegnatrice e "comic journalist" usa la propria immagine, incorniciata dal velo islamico - ai nostri occhi un vero e proprio costume, come negli spettacoli teatrali - per costruire un personaggio a fumetti il cui abbigliamento è il punto di maggiore incandescenza per scoprire lo sguardo degli altri su di sé e anche cercare di capire il proprio.
Ma prima di arrivare a questa giovane blogger autrice di una popolare striscia a fumetti, Splendor parte da uno degli attori di maggior successo nelle ultime stagioni, Alessandro Borghi, che con Suburra, Non essere cattivo e con Il più grande sogno, reduce da una calda accoglienza all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, si è imposto all'attenzione di pubblico e critica.
Borghi, che sogna il teatro, prima di arrivare al cinema ha fatto molta tv (dove faceva sempre "lo stalker o il marito sfigato"), ma anche il modello e lo stunt - ma anche il cameriere a Roma da Cesare al Casaletto ("Cucina tradizionale: fagioli con le cotiche o rigatoni con la pajata"). Sentirlo raccontare come è arrivato a far sì che la macchina da presa sia sempre a pochi centimetri dal suo sguardo vitreo e dal suo labbro tremulo, è uno spettacolo a sua volta.
Altrettanto divertente è la presenza di Emanuele Salce, figlio di Luciano, grande autore, attore e regista di commedia (è l'uomo che ha portato Fantozzi al cinema), il cui spettacolo/monologo (Mumble Mumble) è ormai "diventato un classico", come ha scritto il Corriere della Sera. Figlio di un mito e figlio adottivo di un mito ancor più grande (Vittorio Gassman, nella cui casa ha abitato sin da piccolo nel momento in cui la mamma è diventata la compagna del grande attore), Salce racconta il giorno del funerale di entrambi trasformando qualcosa di tragico e doloroso in uno spettacolo straordinariamente divertente ("Mumble Mumble è lo spettacolo meno visto e più rivisto della storia del teatro italiano": una volta che lo conosci cedi spesso alla tentazione di rivederlo, quando è possibile).
Si finisce con un personaggio che della ricerca espressiva, del bisogno di messa in scena, dell'intensità dell'immedesimazione è un po' una primatista: Sabrina Impacciatore, presto a teatro con "La venere in pelliccia", da cui anche Polanski ha tratto un film. Esordiente giovanissima a Non è la Rai, attrice di numerosi film come L'ultimo bacio o Amiche da morire, si è dedicata nelle ultime stagioni soprattutto al palcoscenico, per una vocazione profonda al dramma e alla tragedia ("credo che la mia anima abbia sbagliato secolo", dice l'attrice che si sente a casa nel passato). E che non si stanca mai di sperimentare. Tanto che, racconta, qualche anno fa è andata a Parigi a studiare da trapezista in un circo.
Come sempre Splendor finisce con la musica dal vivo e in una puntata febbrilmente percorsa dal sogno e dall'esperienza della teatralità, Mirko Dettori, che si veste come una caricatura di Grosz, è un fan dell'avanspettacolo e presenta un ensemble che sembra anch'esso aver praticato a lungo ambienti circensi, chiude con uno di quei suoi coloriti, galvanizzanti ed eclettici brani che hanno attirato su di lui l'attenzione della critica e della stampa musicale.