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Bologna riapre le porte del paradiso dei cinefili

Dal 27 giugno al 4 luglio, la XXIX edizione del Cinema Ritrovato.
di Marianna Cappi


giovedì 25 giugno 2015 - News

Un programma che spazia dai grandi classici ai film ritrovati e ancora sconosciuti ai preziosi restauri in anteprima

Chi ha visto L'Atalante su schermo gigante in una notte d'estate, in una copia superba, ha certamente sperimentato la sensazione di sedere sull'imbarcazione di Père Jules anziché su una sedia di Piazza Maggiore e ha scambiato per qualche minuto il mare muto di spettatori rapiti per l'acqua di un fiume francese. Chi si è perso dentro la bellezza di Romy Schneider nell'Inferno di Henri-Georges Clouzot, chi è tornato A casa dopo l'uragano con Robert Mitchum e George Peppard, chi ha ascoltato cantare Marylin in There's no businnes like show businnes, ha dimenticato che, fuori dalla sala fresca e buia, c'erano una vita cittadina e torrida e un pianeta che continuava il suo giro nonostante tutto. In breve, chi è stato al festival del Cinema Ritrovato di Bologna almeno una volta, non può averlo dimenticato.
L'occasione per tornare, o per compiere per la prima volta il viaggio nella giostra delle meraviglie della settima arte, è alle porte: la ventinovesima edizione della rassegna promossa dalla Cineteca di Bologna prenderà il via, infatti, il 27 giugno per concludersi il 4 luglio, dopo aver presentato circa 400 film, realizzati dal 1895 ad oggi (rigorosamente in versione originale con sottotitoli).
Cinque sale e due location en plein air (quella tra le quinte di Piazza Maggiore e quella di Piazzetta Pasolini, con le proiezioni a carbone, come alle origini del cinema) festeggeranno quest'anno quattro centenari importanti: quello di Ingrid Bergman, con i film dei suoi esordi svedesi, quello di Orson Welles, con il documentario di Chuck Workman Magician: The Astonishing Life and Work of Orson Welles e il restauro in anteprima italiana del Terzo uomo di Carol Reed, e poi l'omaggio al Techinicolor (con copie vintage 35mm provenienti dalle collezioni di BFI, Cinémathèque française, Cinémathèque Royale de Belgique e Fox) e la ricostruzione del Genocidio degli Armeni, fin dalle prime tragiche testimonianze.
Ma il cinema di cento anni fa è anche quello delle dive italiane, da Francesca Bertini a Lyda Borelli, di capolavori storici come Assunta Spina e Rapsodia satanica (per quest'ultimo, si prepara un restauro digitale capace di restituire la magnifica colorazione manuale del 1917, da vedere e ascoltare al Teatro Comunale con la partitura originale di Pietro Mascagni).
E ancora: dal cilindro dei grandi registi americani a cavallo tra epoca muta e sonora, che ogni anno Il Cinema Ritrovato torna a scoprire, spunta fuori questa volta Leo McCarey, che attraversò con smagliante successo lo slapstick muto, la screwball comedy, la commedia romantica, il melodramma sentimentale e perfino il film edificante d'argomento religioso, riuscendo a far deragliare ciascuno di questi generi nel suo personalissimo modo.
Infine, magnifico colpo di coda, il nuovo Progetto Keaton, che la Cineteca di Bologna realizza in collaborazione con Cohen Film Collection, offrirà i suoi primi frutti proprio in occasione del festival, quando verranno presentati in anteprima i restauri di One Week, cortometraggio del 1920 che sintetizza l'immaginario americano della casa ready-made, e Sherlock Jr. (La palla n° 13), 1924, giudicato da "Time" tra i migliori 100 film di sempre.

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