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ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti

Il cinema e i giovani.
di Pino Farinotti

In foto l'attrice Giovanna Mezzogiorno in una scena de La bestia nel cuore.
Giovanna Mezzogiorno (49 anni) 9 novembre 1974, Roma (Italia) - Scorpione. Interpreta Sabina nel film di Cristina Comencini La bestia nel cuore.

domenica 2 dicembre 2012 - Focus

Nella mia lezione all'Università Cattolica sui "sintomi e cura del cinema italiano contemporaneo", ho proposto sequenze partendo dal grande momento del nostro cinema - Anni Quaranta, Cinquanta, Sessanta - per poi... atterrare al contemporaneo. Mostrando il "buono" e il "cattivo". Due aggettivi opportunamente virgolettati. Come modello del "cattivo" - parlo naturalmente di "cattiva" indicazione, al di là della qualità del film- riporto il pronunciamento di un personaggio, un regista, del film La bestia nel cuore, di Cristina Comencini: "lo sai cosa mi piace nel mio film? L'idea di raccontare l'uomo partendo dai suoi detriti, quello che nascondi nei cassonetti dell'immondizia".
Come modello "buono" ho trascritto il discorso in cui Michel Piccoli, che fa il papa nell'Habemus papam di Nanni Moretti, dolorosamente confessa la propria inadeguatezza per quel ruolo e quella missione. Un'ottima scrittura da parte di Moretti, a fronte, per esempio, della "cattiva" di un Paolo Franchi, nel suo E la chiamano estate. Sono seguite, nella lezione, momenti del cinema di Sorrentino, Luchetti, Amelio, Paolo e Vittorio Taviani, Vicari, Martone, Ciprì, Giordana, Bertolucci, e altri. Avevo fatto una premessa relativa ai grandi premi ricevuti dal cinema italiano. "Emerge che nelle nostre stagioni eroiche vincevamo un premio all'anno. Poi ci siamo difesi. Ma nel nuovo millennio, salvo un'eccezione ormai lontana, proprio iniziale, siamo a "zero tituli". E forse ce lo meritiamo..."

Attenzione
Ho percepito grande attenzione da parte degli studenti. La percezione è diventata consapevolezza quando ho ricevuto, da parte di tutti, uno scritto, una sintesi, della lezione: quali sentimenti e quali ragionamenti erano stati indotti da quelle sequenze. Il riscontro è stato davvero buono, e importante. C'è passione e competenza negli interventi, soprattutto c'è scrittura, e questa è un'ottima notizia, visto che gli studenti fanno parte del corso di Sceneggiatura di Armando Fumagalli. E poi c'è speranza. A questi ventenni spetta un compito difficile, di evoluzione, di cambiamento e di miglioramento. Non sarà semplice, ma, leggendo, mi sono reso conto che le premesse ci sono. Certo noi, "noi" adulti, autori, cineasti, scrittori, registi, produttori, "noi movimento" - del cinema, ma di tutta la cultura e comunicazione di questa epoca - non abbiamo preparato un buon terreno. Abbiamo fatto di tutto per metterli a disagio, e in difficoltà. Anch'io, per quel che può valere, me ne sento responsabile.

Negli scritti che ho ricevuto c'erano brevi analisi, critiche, letture tecniche precise, a volte positivamente allarmanti. Comincio col riprodurne alcune. Ne seguiranno altre. È roba sentita, vitale e diretta. Non è mediata da professionisti con cultura e pregiudizi radicati. È il pallone in campo, non visto dalla tribuna.

"Quando questa mattina si accennava a come uno dei codici massimamente usati dal cinema italiano contemporaneo sia quello del degrado ho subito pensato alle immagini e alle notizie che telegiornale e quotidiani mi ripropongono ogni giorno. La crisi economica, pagine e pagine di cronaca nera, l'indignazione degli "intellettuali" per lo stato di degrado culturale del paese sono un mantra con cui sono continuamente costretta a confrontarmi. Buona parte delle pellicole italiane raccontano storie che indugiano, a volte quasi morbosamente, su tutto quello che non va. Persino nelle commedie la realtà nella quale vivo viene illustrata, a volte persino involontariamente, con tinte grottesche.
Personalmente mi chiedo da dove la gente comune e i giovani come me, che sono in quella fase della vita in cui si dovrebbe pensare con fiducia al proprio futuro, possano trovare non dico la speranza, ma almeno l'ISPIRAZIONE a fare cose grandi, a ricercare la bellezza. ...Sono stanca di vedere film che fotografano la mia generazione come un branco di sfaticati privi di valori e radici; sono stanca che mi raccontino solo storie di famiglie scoppiate, di uomini disillusi o di un paese corrotto".
Rachele Mocchetti

"...Sono quindi totalmente d'accordo sulla pessima condizione del cinema italiano, soprattutto se messo in confronto con un passato tanto ricco di contenuti e di riconoscimenti...
...Io sostengo che, negli ultimissimi anni, il cinema italiano stia provando a colmare queste grandi lacune di originalità ingegnandosi nella scrittura di storie sempre più deprimenti, strazianti o semplicemente "scandalose", intese proprio come "tali da far scandalo", riuscendo solo, in fin dei conti, a ledere la dignità umana. Trame perverse, personaggi che per uscire dallo stereotipo divengono grotteschi e volgari, scene di sesso esplicite appiccicate qua e là (possibilmente sadomaso, incestuoso, o comunque tutto purché non etero..."
Silvia Leuzzi

" .. Rivedere la scena del bambino che mangia con tanto entusiasmo la sua mozzarella in carrozza nella famosa scena di Ladri di biciclette, è stato veramente rivelatorio di come si possa (o si potesse, al tempo) fare un cinema che ha in sé il respiro della realtà, delle strade del mondo vero. E di come si possa contenerlo in una scena all'apparenza così semplice..
... la breve sequenza proposta (de La bestia nel cuore) ... mi ha davvero impressionato. Negativamente... mostrava la Mezzogiorno in preda alle doglie nel vagone di un treno. Mentre le immagini di stanze inondate dalle acque mi sono sembrate intrise di simbologia banale e di cattivo gusto, l'inquadratura roteante girata dall'alto sulla donna accasciata a terra, per di più reiterata innumerevoli volte, era davvero insostenibile. Una sottospecie di Hitchcock rivisitato in salsa amatriciana, solo più scialbo, più grezzo e soprattutto inutile. Dov'è finita la mozzarella in carrozza?..."
Emanuele Mochi

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