Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Paolo Franchi |
Attori | Isabella Ferrari, Jean-Marc Barr, Luca Argentero, Filippo Nigro, Eva Riccobono Anita Kravos, Jean-Pierre Lorit, Christian Burruano, Maurizio Donadoni, Romina Carrisi. |
Uscita | giovedì 22 novembre 2012 |
Distribuzione | Officine Ubu |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,29 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 ottobre 2013
Dopo Nessuna qualità agli eroi Paolo Franchi gira un altro film 'psicoanalitico' sull'incomunicabilità di coppia. Il film è stato premiato a Roma Film Festival, In Italia al Box Office E la chiamano estate ha incassato 57,8 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Dino ha quarant’anni e un amore smisurato per Anna, che non riesce a toccare e a consumare in un amplesso. Anestesista di giorno, amante compulsivo di notte, cerca soddisfazione con prostitute e scambisti. La morte precoce del fratello e l’abbandono della madre lo hanno segnato profondamente e lo conducono alla dipendenza sessuale. Respinte le amorevoli cure e le morbide avance di Anna, Dino recupera e incontra gli ex della compagna, pregandoli di tornare con lei o di appagarne il piacere che lui le nega. Allontanato o guardato con compassione, l’uomo chiede ad Anna di trovare un amante appassionato. Anna, prima riluttante, finisce per cedere, concedendosi qualche notte di sesso con uno sconosciuto. Ma il sentimento che nutre per Dino è più potente della frustrazione e di qualsiasi piacere fisico. Tornerà a casa ma forse per lei e per Dino è davvero troppo tardi per ricominciare. Il terzo lungometraggio di Paolo Franchi si muove tra la canzone di Bruno Martino (“E la chiamano estate”), che titola il film, e quella di Rita Pavone (“Che mi importa del mondo”), che lo chiude con un rigore quasi geometrico. La voce di Bruno canta la perdita e l’assenza di chi abbiamo amato e non smettiamo di amare, i versi della Pavone dicono invece la vicinanza e la presenza del diletto, esemplificando i movimenti sentimentali ed estremi della coppia protagonista, chiusa in una camera ideale. Franchi tenta una narrazione per sentimenti, musica e immagini, realizzando un (melo)dramma elegante e gelido dentro un’apparente atemporalità. Se Nessuna qualità agli eroi affrontava con tratti altrettanto estetizzanti la sterilità dell’anima, E la chiamano estate sperimenta l’inappetenza sentimentale attraverso una coppia che mette in scena la non possedibilità dell’amore. Il Dino ‘anestetizzato’ di Jean-Marc Barr riempie il vuoto con l’esercizio compulsivo di una pratica sessuale, intuendo che fuori, nel mondo e in una camera bianca, c’è qualcosa di meglio, qualcuno da vivere. Ma tutta quella bellezza il protagonista l’ha abiurata, in un tempo lontano che ritorna dentro le fotografie e le testimonianze di chi lo ha conosciuto, scegliendo per sé l’abiezione e la dannazione. La spirale della vergogna procede allora dentro gironi sempre più stretti, in cui si abbandona e si dissolve l’Anna smarrita e muta di Isabella Ferrari, provando a intralciare con un sentimento impegnativo la discesa libera dell’amato. E nella caduta il protagonista trascina con sé anche il suo autore, inghiottito nelle acque nere dei titoli (di apertura). Se il cinema di Franchi ha l’indiscusso coraggio di andare oltre i canoni consolidati del realismo e oltre le ovvietà di troppo cinema italiano, ancora una volta la sensazione è che i suoi soggetti (sempre interessanti) finiscano per cedere al manierismo del racconto, sprecando i concetti evocati e le inquietudini innescate. Stilisticamente irrisolto, E la chiamano estate soffre in aggiunta di dialoghi automatici il cui problema è la (in)credibilità. La difficoltà di essere creduto traumatizza e compromette qualsiasi relazione con i destinatari del film, mai coinvolti o commossi, mai sfiorati o ‘toccati’. Come Dino, Paolo Franchi sembra abdicare la pratica dell’emozione, finendo travolto dalla sua filosofia, dalla sua idea di cinema autarchico, autistico,‘suicida’. Un cinema che non ha 'francamente' bisogno dello spettatore per essere.
E LA CHIAMANO ESTATE disponibile in DVD o BluRay |
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Sguardi che si incontrano. L'amore come condivisione di un dolore. L'impossibilità di poter essere davvero felici. Attori in stato di grazia. Regia sublime. Sesso come tentativo di riempire un vuoto che si ripresenta sempre più angosciante come il tempo senza cronologia se non quello ossessivo e reiterato di un tempo interiore. Finalmente un film originale, forte, inquieto!
Quando l'amore non basta, quando nella società moderna la semplicità dello scambio amoroso non riesce più a riempire la vita, quando un uomo e una donna si guardano da lontano. Paolo Franchi ci racconta della "depravazione amorosa", dell'incapacità dell'individuo di vivere con semplicità il rapporto con un'altra persona.
Film in cui viene descritto il problema dell'incomunicabilità all'interno di un coppia, seppure molto innamorata. Molto discussa e criticata al Festival del cinema di Roma questa pellicola è stata fortemente presa di mira principalmente per il suo tema alquanto "scomodo" (e più diffuso di quanto si creda) appunto della difficoltà a comunicare sessualmente [...] Vai alla recensione »
Un film che ha il coraggio dei suoi difetti, che non si risparmia e che non risparmia quasi niente allo spettore. Nella sua rappresentazione di un male di vivere estremo e compulsivo E la chiamano estate mostra, con una cifra stilistica non comune, che un film può essere ancora una scommessa, un azzardo e una sfida rivolta con sfrontatezza al consenso, quasi rigettandolo subito a partire dalla [...] Vai alla recensione »
E' con dispiacere che devo affermare il completo fallimento del film "e la chiamano estate". Da un film del Festival Internazionale del Film di Roma, ci si aspetta un livello alto ed invece già dopo il primo quarto d'ora di film viene voglia di uscire dalla sala e l'unica domanda che sorge spontanea è "perchè è in concorso questo film?".
“E la chiamano estate” (2012) film di Paolo Franchi con Jean-Marc Barr, Isabella Ferrari, Filippo Nigro, Caterina Valente, Eva Riccobono, Luca Argentero, Romina Carrisi, Annarita del Piano, Christian Burruano, Jean-Pierre Lorit, Anita Kravos, Maurizio Donadoni Film dal ritmo lentissimo e dal contenuto sconcertante e non convenzionale adatto ad un pubblico adulto [...] Vai alla recensione »
Un film che descrive il disagio di una coppia, ma che pecca di inconsistenza, di vacuità. La trama: una coppia innamorata ma in crisi; lui dedito ad orge e scambismo, lei fedele. Il marito vaga alla ricerca degli ex fidanzati della moglie, convinto che ve ne sia uno in grado di darle l'amore che lui non riesce ad esprimerle. Che la trama sia particolare, è chiaro anche [...] Vai alla recensione »
Nonostante le vostre critiche, i fischi, la violenza con la quale è stato accolto, a me il film è sembrato coraggioso nelle scelte e nelle ambizioni, diverso nel linguaggio che propone, toccante ed imperfetto come quasi sempre sono i film personali e dolorosi. In ogni caso bisognerebbe diffidare sempre dai consensi unanimi, così tragicamente frequenti nella nostra bella [...] Vai alla recensione »
I due premi conquistati dal film di Franchi al Festival di Roma (miglior regia e miglior interprete femminile) dovrebbero aprire un serio dibattito sulla valenza delle giurie e delle rassegne cinematografiche. Mai visto niente di più brutto, di più lento, di più sciattamente interpretato. Il film fa perno al botteghino sulle tanto reclamizzate scene porno ma anche qui la fanfara [...] Vai alla recensione »
Scandalo del pubblico del festival... Pagato perchè odiano Muller?... Un film bellissimo. dolente e doloroso, citazionistico ma mai erudito... Struggente... Che si mette a nudo e obbliga lo spettatore a stare solo con se stesso e i propri fantasmi... Franchi è un autore stra avanti, non adatto a questa italietta abituata al cinema realistico, con contenuto falso e morale preconfezionata.
Certo la storia é particolare...ma penso sia pienamente riuscito a raccontarla, senza offendere ne' scandalizzare nessuno, a parte la Palombelli...... quello che mi sconvolge é che questo film abbia incassato nel primo WE 50.000 euro....é assurdo, lo hanno visto in pochissimi. Siamo proprio cosí cap[roni o faremo meglio nelle prossime settimane? [...] Vai alla recensione »
Premesso che leggendo questo forum rimango allibito dalla divisione delle reazioni a questo film! O lo si ama incredibilmente o lo si odia con un accanimento incredibile. Ne parlavo con amici qualche sera fa. Di questo film ho già scritto. A me ha emozionato e incantato e lo consiglio vivamente. A quasi tutti gli amici ha colpito molto: Anche chi non lo ha amato ne è rimasto colpito. Vai alla recensione »
sono appena tornata dal cinema a vedere " e la chiamano estate" sono esterefatta.Ora capisco le polemiche per la vincita al concorso. Non certo per tutto il sesso che si vede ma per la lentezza e la noiosità delle scene per niente piacevoli in nessun senso. Mi dispiace per la Ferrari, ma con questo film potrebbe dire addio alla sua carriera. Non meritava assolutamente di vincere.
Da consigliare agli amici. Cinefili ma non solo. E' un film così toccante e doloroso. Prima volta che Isabella Ferrari mi coinvolge... Jeanmarc Barr è bravissimo... Certo dopo il film ci stai dei giorni a pensare a quello che hai visto... Non lo dimentichi, non ti scorre via come l'acqua sull'impermeabile, come quasi tutti i film italiani... Cinque stelle! Bravissimi anche i comprimari.
Recuperato stasera in dvd a noleggio. Che bello!!! Certo un pugno allo stomaco. Non per tutti. Un film che ha fatto tanto arrabbiare al festival di Roma... Beh, in un paese di anestetizzati è un bel colpo! Coraggioso Franchi. Autore snob e certo non simpatico ma il suo film è un vero capolavoro!!!! Solo per palati raffinati e che amano il cinema vero: Da non perdere!
Rispondo alla critica letta. Premetto che non sono fan di questo regista ma ne apprezo il coraggio. C'è chi ha scritto che ci sono autori in Italia fuori dal coro... Rare eccezioni mi sembra... Alice Rorwacher e pochi altri... Franchi è coraggioso e gli attori famosi li usa in modo del tutto inedito per loro e innovatore... La gente è troppo assuefatta al cinema di regime. Vai alla recensione »
Doloroso. Denso. E scarno. Diaristico. Il film più casto che abbia mai visto pur nello stile esplicito di quel sesso senza amore. Volutamente non finito. Recuperato in dvd, non sembra davvero un film italiano e neanche europeo. Sembra orientale per il tono, lo stile. Franchi ha dato il suo meglio in "Nessuna qualità agli eroi", capolavoro assoluto.
Non c'è niente da dire. Un bellissimo film italiano. Da anni non si vedeva un lavoro così coraggioso, ardito e carico, carico di amore. Ho letto la recensione di aldo Fittante su rolling stone di agosto...Fittante, critico serissimo e molto esigente, lo ha definito un capolavoro, praticamente...Sono d'accordo con lui. Certo è un film molto colto, pieno di citazioni, e molti spettatori probabilmente [...] Vai alla recensione »
Allibito dall'ignoranza di questo paese che non sa più ritrovarsi e capire il cinema di ricerca... A Roma è stato fischiato ma premiatissimo(guarda caso dagli stranieri)... Che dirvi? Il fuoco sotto la neve. L'estate che ti ghiaccia. L'inverno che ti riscalda. Attori meravigliosi. Un film che ti porti sottopelle eda cui vorresti rifuggire ma non puoi.
Finalmente un film nuovo, onesto, coraggioso, crudo e straziante! Citazionistico ma senza farcelo pesare affatto! Meritatissimi i premi a Roma! Parte del pubblico è troppo televisivo e formattato per capirlo! ma per gli intenditori il film è un gioiello prezioso! Da non perdere!
Che tristezza il pubblico romano!!! Che infantilismo e ignoranza... Le perle date ai porci. Film sperimentale, emotivo, "vero"... Attori in stato di grazia! troppo intelligente e coraggioso per l'italietta di oggi!
Molto convincente. Attori davvero in ottima performance. Ellittico, circolare. La citazione a L'anno scorso a marienbad è quasi ovvia. Un po' presuntuso ma il risultato eccellente. Non consigliato a chi è abituato a film di schema televisivo. Per chi ama le immagini.
non ho altro da aggiungere,se non "la regista,da dove ha tirato fuori una roba del genere?"
Il nulla se non fosse per il sesso, ho notato peraltro tutti i commenti sono maschili non a caso, consiglierei di risolvere più velocemente con un altro genere. Comunque per esprimere un parere tecnico e oggettivo direi che questo film sarebbe una cafonata se non fosse una enorme boiata. Enorme. E tengo a sottolineare che per questo film il mio è un parere sofisticato e tecnico.
Film elegante e freddo. Il bianco dominante,i dialoghi scarni,ma anche la distanza che si crea tra la messa in scena e lo spettatore,orfano di un accenno che chiarisca i perché della sofferenza di Anna e,soprattutto,di Dino. Filippo Nigro perfetto nel ruolo del vizioso scambista.
Ne ho già scritto... Benissimo... Ma leggo tra le recensioni, alcune (l'ultima che parla di una certa sonia...) che non valutano il film quanto parlano male della gente che vi lavora... Sembrano livori personali, di persone che hanno dei rancori personali... che peccato... Al di la di gente rancorosa che non fa recensioni, invito tutti a vedere questo film singolare e romantico.
Sesso e nudità aggiungono corpo alla struggente drammaticità di questa storia. L'infinita incompletezza dei caratteri sfuma nelle immagini piene di contrasti, tra desideri incompiuti e destini segnati. Scelta delle inquadrature come sempre magistrale nei film di Paolo Franchi.
Il problema più grave è che ha avuto accesso a fondi pubblici per la sua realizzazione togliendo risorse a chi merita davvero. Che schifo.
Non bastano quattro scene di sesso (neanche troppo esplicite) contrasti cromatici banali (bianco della stanza e nero del mare), inquadrature sfocate, e silenzi o parole volgari per fare un film d'autore!!! Gli sguardi vuoti e il faccino triste della Ferrari non meritano certo il premio ricevuto. L' escamotage delle diapositive poteva essere carino ma la didascalia così esplicita che [...] Vai alla recensione »
Non ho parole, assolutamente insulso e mal diretto.
Da anni rimango lontano dal cinema italiano, la commediaccia figlia di Zelig ha fagocitato quasi tutto, ma l 'indignazione di Sonia Raule,' Coproduttrice dell'opera insieme a pantalone ovvero NOI' difronte alle critiche , all'indifferenza del pubblico, mi ha incuriosito, Già spettatore della spettatrice, ho visionato l'opera in dwd, buttando [...] Vai alla recensione »
L'ho visto al Festival del cinema di Roma. La gente rideva con le lacrime nelle scene che il regista avrebbe voluto drammatiche tanto erano false... C'era chi, esausto, fischiava, chi se ne andava, chi rivoleva i soldi del biglietto. Alla fine ha vinto un premio. Perché qualcuno ha creduto che a scandalizzare il pubblico fossero le scene di sesso, la trasgressione.
Viaggio dentro la psiche di Dino, un perverso uomo malato di sesso. Dialoghi col contagocce, per giunta sempre volgari ed inutili al beneficio del film, monologhi che cadono nel banale fino a diventare pietoso. Son finiti i tempi di Antonioni, è meglio che qualcuno glielo dica al regista, che con tutte le scene di nudo ed i discorsi che cadono sul sesso aggrava ancor di più un film patetico [...] Vai alla recensione »
Almeno ci fosse un po' di scandalo. Tutto piatto, artificioso, banale anche nelle scene che si potrebbero definire osées. Ogni dialogo soffuso di inutile dramma. Voci basse, eloquio incomprensibile specie da parte della Ferrari. Spesso scene al buio. Soggetto rischioso, border line, facile passare dal capolavoro all'erotismo trash.
Non riesco a capire perchè sia stato inserito nel Festival del Cinema....uno dei peggiori film che abbia mai visto !!!
Film che non va da nessuna parte. Speravo di sbellicarmi dalle risate, invece non è neanche trash. Sembra una di quelle pubblicità patinate di Dash dove il bianco "è sempre più bianco". A parte l'inespressività di Isabella Ferrari, il peggiore è Jean Marc Barr che oltre che negato, si è imbruttito in maniera spropositata dagli anni ottanta. Sono quei bellissimi che a 50 anni invece di diventare affascinanti [...] Vai alla recensione »
Il cinema italiano confonde il raccontare due che si annoiano con l'annoiare il pubblico. E confonde la citazione con la copia, dato che la scena della doccia da Gus Van Sant è l'esempio di come guardiamo e non capiamo, riusciamo solo a copiare le forme. Disperante, desolato paese...
Raramente capita di vedere film così brutti e, quando capita, si rimpiange il tempo perso nel guardarli. "E la chiamano estate" di Paolo Franchi è un mediocre film sul tema della sessualità e della dissociazione: pessimo nel'introspezione così come nella regia, incredibilmente premiata al Festival di Roma. La direzione degli attori è imbarazzante: [...] Vai alla recensione »
Regia e sceneggiatura piatti per questo film " doppiamente premiato" al Festival Internazione del Cinema di Roma".
Credo che il coraggio occorra solo per vedersi tutto il film . Dov'è l'amore che si ha la pretesa di trattare?La pornografia ha vinto tante battaglie che il pubblico non si cura dei suoi cervellotici epigonii . Le recensioni inoltre parlano della bellezza della protagonista...perchè, prima di fare un film il regista non prova a chiarirsi cosa è amore e cosa è [...] Vai alla recensione »
Credo sia il più brutto film della Storia del Cinema, in merito al passato, al presente ed al futuro. Nel senso che se qualcuno abbia in mente di fare il peggior film della storia, arriverebbe "secondo", oppure, come dice Marco Muller, farebbe il secondo film più "coraggioso" della storia (!!!). Regia pessima, sceneggiatura inesistente, attori tremebondi (non si salva [...] Vai alla recensione »
Dino, medico anestesista, intrattiene da tempo una relazione sentimentale con Anna; ma, pur amandola, non riesce ad avere con lei alcun contatto sessuale. La totale dissociazione tra amore e sesso porta l'uomo a praticare il secondo con prostitute, anche più di una per volta e sotto l'effetto di droghe. Paolo Franchi prosegue la sua esplorazione cinematografica delle ossessioni di personaggi sotto [...] Vai alla recensione »
Un uomo e una donna, si amano ma non si toccano. Lui nemmeno la sfiora, eppure è il grande amore della sua vita, per fare sesso però corre dalle prostitute, tra gli scambisti, serate infinite che filma con accanimento, con la segreta speranza che sia lei, la moglie, la spettatrice di queste immagini. E la chiamano estate di Paolo Franchi (prima produzione di Nicoletta Mantovani per la Pavarotti Internatio [...] Vai alla recensione »
Voluto o casuale, certo il colpo pubblicitario più clamoroso del decennio. «E la chiamano estate», destinato ai conciliaboli dei cinefili adusi agli estri d'autore, si ritrova proiettato all'acme dell'interesse nazionale grazie alla perfetta saldatura tra gli smodati contestatori del Festival di Roma, la doppia premiazione a dispetto, l'insurrezione giornalistica seguita all'annuncio della giuria e [...] Vai alla recensione »
Se fossimo in un paese normale, la contrarietà verso un film avrebbe altri tipi di espressione. La violenza riversata sul film di Paolo Franchi, della critica e di quel pubblico che ha assistito alla proiezione al Festival, dice qualcosa di più del semplice dissenso, seppur espresso in modo viscerale. Il regista, peggior difensore di se stesso, ha tirato in ballo il solito tabù italico in materia [...] Vai alla recensione »
Due premi dalla giuria internazionale del Festival di Roma, fischi e polemiche, nella stessa rassegna, da parte degli addetti ai lavori. Il pubblico in sala si divide quasi sempre. Di E la chiamano estate avevamo già parlato, raccontando dell'ignobile, provincialissima, maleducata accoglienza ricevuta nella capitale. Recensimmo quella proiezione, più che il film.
Parte con le immagini di un suggestivo chiaro di luna sulla superficie tremolante del mare e le note di una canzone di Bruno Martino, in voga anni fa: E la chiamano estate. Prosegue in un luminoso appartamento dove una donna discinta si adagia accanto a un uomo vestito, tentando un approccio sessuale che lui rifiuta. Qui spira un'aria che suggerisce l'idea di un film surreale, giocato su un registro [...] Vai alla recensione »
In rete già circolano i peggiori lazzi sul conto di E la chiamano estate di Paolo Franchi. Non è da escludere che lo stesso regista lo avesse messo in conto. Assumiamoci il compito, in parte obiettivamente impervio, di difendere il suo film. Il terzo, dopo La spettatrice e Nessuna qualità agli eroi, di un autore che se non fosse una formula abusata definiremmo appartato.
Fanno coppia fissa Dino ed Anna. Però, pur esibendo ogni due per tre i loro corpi nudi (il film inizia con un primo piano della vagina della Ferrari) non copulano mai. Colpa di lui, così inibito dalla sua donna da non riuscire a possederla. Meglio sfogarsi cni squillo e scambisti. Storia tanto pretenziosa quanto involontariamente comica per dialoghi e situazioni.